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L'investimento emotivo
Glenda:
Sabato e domenica io, il Tartarosso, Rafu e Lapo ci siamo ritrovati a Firenze per finire la partita di Cani nella Vigna iniziata a Mosquito Games.
Durante la cena ci siamo messi a confrontare vari tipi di gioco, ed è venuta fuori questa espressione che mi è piaciuta un sacco: "investimento emotivo".
Ora, io non so cosa si possa intendere specificamente con questa espressione, perché credo che di sfumature ne possa assumere parecchie, ma mi sono accorta che in un gioco di ruolo io mi diverto di più proprio quando, appunto, nel creare un personaggio investo su cose che mi stanno emotivamente a cuore.
Riflettendo su tutti i giochi che ho sperimentato da quando sono nel gruppo col Tartarosso, ci sono state tre avventure che mi sono piaciute più delle altre, e ho notato che si tratta di quelle ad "alto investimento emotivo".
- L'avventura a esoterroristi: ho interpreato un personaggio che, nell'incontro con il soprannaturale e a causa di un'adolescenza molto precaria a contatto stretto con la morte, ha sviluppato una forma di ansia che si manifesta durante la notte egli impedisce di dormire...Nel contempo, il personaggio appare invece rassicurantissimo con gli altri (era quello che nel gruppo si occupava degli interrogatori e di rimettere in sesto coloro che rimanenvano traumatizzati nell'incontro con creature evocate dagli esoterroristi). Questa cosa era stimolantissima, perché è un aspetto che sento molto mio e mi spinge parecchio all'auto analisi: ovvero il fatto di essere fondamentalmente un'ansiosa, e di apparire, invece, nel mio lavoro sempre un punto di riferimento...cosa che spesso porta a non avere più uno sbocco per mostrare agli altri le proprie parue, a non avere valvole di sfogo.
- L'avventura ad Aips (tra l'altro giocata proprio ieri col Tarta, Rafu e Lapo): qui ho scelto di interpretare un personaggio con un rapporto di dipendenza da una persona più adulta di lui...l'investimento emotivo del personaggio era quindi: "riuscirà Elliot a sopravvivere senza la persona cui vuole immensamente bene ma di cui non condivide le idee? (e, una volta resosi libero da questo rapporto disfunzionale, riuscirà a continuare a volergli bene lo stesso?)". Ma l'investimento di Glenda era: "Quanto costa il percorso per l'indipendenza, quando le persone che te la impediscono sono le persone più importanti della tua vita?"...
Non penso che il gioco di ruolo sia una terapia, né che risponda a queste domande...Tutto questo delirio invece vorrebbe avere un'altra conclusione: penso che ci si diverta molto di più quando ci si "affeziona" ai personaggi perchè portano in gioco qualcosa che sta a cuore anche a te, quando non sono "macchiette" tutte letterarie o cinematografiche, ma personaggi in cui vuoi mettere qualcosa di emotivo e affettivo, che ti fa venire voglia di sviscerare i loro problemi per analizzarli fino in fondo.
(Beh, che io sono per l'approfondimento dei personaggi, mi sa che ormai si era capito... :P )
Alberto Rapalino:
Eh... direi che mi riconosco in queste parole.
Se non mi affezionassi ai personaggi non avrei alcuno stimolo a giocare di ruolo (penso arriverei ad affezionarmi persino ad un PG di Grandi Dèi Orki -__-'' ).
Noto però che ci sono giocatori che si divertono sull'esatto opposto, ovvero quando i loro PG sono solo un mezzo per tirare i dadi e non qualcosa in cui investire emozioni o interesse vero e proprio. Anzi, quando si tratta di focalizzarsi sui lati emotivi/personali/caratteriali dei loro PG si annoiano o si trovano a disagio.
Gabriele Pellegrini:
IMHO trattare argomenti di carattere emotivo non implica un investimento emotivo.
Ho visto giocatori investire emotivamente (quasi patologicamente) in D&D :)
Glenda:
Anche per questo ho premesso che questa espressione è interpretabile con sfaccettature diverse: io leggo "investimento emotivo" come "investimento su qualcosa che ti sta a cuore" o che, comunque, ti suscita un qualche sommovimento emotivo, non so se avete presente il classico sussulto alla bocca dello stomaco.
Anche io ho visto persone accalorarsi, arrivare persino a litigare in una partita di cyberpunk...beh, per me questa è una cosa diversa. E' lo stesso tipo di investimento che fai in una partita di calcio quando tifi per la squadra del cuore: tira in ballo più l'adrenalina che le emozioni, secondo me...Però mi rendo conto che è un parere discutibile
Gabriele Pellegrini:
Non so, può essere che coi giochi classici la strada dell'investimento emotivo sia più lunga, ma in giovine età ad OD&D un mio amico aveva portato il elfo a livello compaion (15° e più), governava un regno e si era pure sposato con la figlia di un re elfico. Quando il pg morì a causa del soffio di un drago nero, pescato dalla tebella degli incontri casuali, ci rimase veramente male e non volle più giocare per alcuni mesi. A quei tempi non c'era ancora la concezione del GM che ti salva dalle peste e bara i dadi :) Era come se fosse morto il suo supereroe preferito, non so se rendo l'idea.
Forse quando si è regazzini ci si affeziona di più, non so.. cmq a me ha dato l'idea che quel pg ce l'avesse proprio nel cuore.
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