In realtà, un grande combattimento di gruppo contro il drago mi è capitato proprio in D&D Terza Edizione - dove, no, il drago
non era "un mostro come un altro". Quell'esperienza mi ha invece mostrato il drago della 3.0 come il prototipo del "solo monster" della Quarta: in anni di campagna, l'unico mostro in grado di rappresentare
da solo un avversario interessante per un gruppo di (numerosi) avventurieri senza bisogno di portar con sé degli amichetti.
Il drago (credo fosse un drago verde adolescente, cmq di CR pari al livello del gruppo, che mi pare di ricordare fosse di settimo o ottavo, ma con Ability Scores come consigliati per un PNG umano/umanoide, cioè elevati) affrontò il gruppo (almeno 6 avventurieri? ma forse erano anche in 7 o

sulla cima di una torre diroccata, il che significa che i PG avevano uno spazio ampio ma comunque limitato in cui muoversi, mentre il loro avversario aveva a disposizione tutto il cielo attorno.
La griglia di combattimento, vasta perché includeva un'intera torre di dimensioni verosimili (era formata dall'unione di 6 fogli A4, credo d'averla ancora qui in giro da qualche parte), comprendeva una varietà di ostacoli al movimento e potenziali coperture: pezzi di muro diroccato, alcuni con feritoie, tratti di parapetto merlato, cumuli di macerie, buche... addirittura una porzione di un livello superiore, sovrapposto a questo. Potete immaginare il mal di testa a gestire (a mente) il teorico 3D su una griglia in 2D.
Dimenticavo di segnalare che ero il GM.
I PG erano sostanzialmente riposati e decentemente equipaggiati, ma non specificamente preparati ad affrontare un drago (nonostante ne fossero avvertiti). Tutti i membri del gruppo meno uno o due erano muniti di armi a distanza (o incantesimi), e uno (ma soltanto uno!) era un personaggio decisamente specializzato come arciere, con capacità di lanciare un numero aumentato di frecce per round infliggendo un buon danno ecc. Il personaggio con la maggior capacità di infliggere danno nel gruppo (il tradizionale guerriero con forza 18+) era specializzato nella mischia e vedeva il proprio potenziale significativamente ridotto nel tiro a distanza. Il mago del gruppo aveva un assortimento di incantesimi decisamente classico e generico, ma efficace: palla di fuoco e/o fulmine magico, velocità (la versione 3.0 che permetteva di lanciare 2 incantesimi/round), volare, invisibilità e un tot di dardi incantati, naturalmente dopo aver lanciato Forza Straordinaria sul guerrierone di cui sopra. Il guaritore primario del gruppo era un chierico halfling dotato di elevata CA e di elevata mobilità grazie al proprio fido cane da galoppo, ma privo di efficaci mezzi d'attacco contro avversari che non fossero dei non-morti. Il ranger nano specializzato nell'avere un'esagerazione di PF era un personaggio chiaramente sub-ottimale, con la bassissima destrezza che lo rendeva inutile a distanza, ma aveva almeno un oggetto magico che aiutava la sua mobilità (un anello del salto) e buone armi magiche (create con grosso investimento di PX dal mago del gruppo).
Il Drago aveva FOR molto più elevata della norma, un attacco con il morso a dir poco devastante (e la capacità di portare tale attacco "al volo" senza smettere di muoversi) e si proteggeva con l'infame versione 3.0 dell'incantesimo Scudo, che lo rendeva praticamente invulnerabile su un lato e gli lasciava un solo fianco "debole", ma che poteva essere ruotato a ogni round senza che il suo esatto orientamento fosse noto ai giocatori.
Io giocai il Drago come se fosse stato il mio "PG", impegnandomi al meglio delle mie forze per vincere. La situazione era tale che fuggire sarebbe stata una sconfitta (quella era la mia tana, e così facendo avrei concesso agli avventurieri il mio tesoro!). Sapevo di avere tutte le carte per vincere, dovevo solo giocarle bene... e l'indole del drago in questo era sufficientemente simile alla
mia , così che combattei in maniera
quasi impeccabile commettendo pochi errori di valutazione, ma alcune imprudenze dovute all'impazienza (e questo spremendomi al massimo, mai "sbagliando apposta" per un tentativo di simulare il carattere del personaggio).
Evidentemente avevo calibrato a puntino la difficoltà, o alternativamente ebbi un gran culo, perché il combattimento risultò
proprio giusto...
Ebbe, questo sì, una durata estenuante, prendendo almeno 4 ore di tempo reale che furono se ricordo bene "spalmate" su due sessioni di gioco, ma ciò corrispose benissimo all'estenuazione dei PG. Al termine della lunghissima lotta, quasi tutti gli avventurieri giacevano sanguinanti sul campo di battaglia - stabilizzati a zero o meno PF dall'intervento in extremis dell'uno o dell'altro compagno (perché tutti davano sempre la massima priorità all'impedire la morte degli altri PG), ma incapaci di contribuire ulteriormente alla battaglia. Tutti gli incantesimi e oggetti magici monouso erano completamente esauriti già da diversi round.
Per la maggior parte del tempo, il Drago aveva volteggiato attorno al campo di battaglia vomitando morte a lungo raggio o scendendo in picchiata per azzannare e fuggire, ma gli avventurieri assediati gli avevano opposto una resistenza tenace riuscendo, con un bombardamento insistente portato con ogni freccia (concreta o metaforica) al loro arco e dando fondo a tutte le risorse, a logorare lentamente i suoi PF fino a portarli a una misera frazione dell'immenso totale iniziale.
A questo punto, insomma, il Drago si apprestava a raggiungere la sua vittoria per logoramento, sconfiggendo il gruppo d'avventurieri nella lunghissima gara di resistenza... Con un ultimo, potente soffio investì il guerriero forzuto riducendolo al punto in cui un altro morso o due l'avrebbero certamente ucciso. Ma il tiro del d4 per il numero di round d'attesa prima che il Drago potesse soffiare di nuovo risultò in un "4", così il mostro, pur ferito anche lui gravemente, decise di entrare in corpo a corpo con il guerriero e finirlo a morsi e unghiate.
Il rischio c'era, ma era minimo per il drago: aveva certamente i PF per incassare qualche colpo di spada e sopravvivere, aveva l'iniziativa sul guerriero, e se non l'avesse ucciso al primo colpo lo avrebbe certamente annientato al round successivo con un attacco completo (la terrificante sequenza morso/artiglio/artiglio/ala/ala/coda). Senza contare la portata superiore degli attacchi del drago.
Mi feci sotto, con una manovra furbetta: attacco in volo (che inflisse danni ma non bastò) per poi atterrare a distanza dal guerriero, mettendolo nella situazione in cui il PG doveva muoversi per attaccarlo. A quel punto per il guerriero caricare il Drago significava subire un attacco d'opportunità (che già avrebbe potuto ucciderlo) e avere una sola opportunità di colpire prima di subire il contrattacco quasi certamente letale del morso/artiglio/artiglio/ala/ala/coda. Ma non caricando il Drago e rimandando lo scontro gli avrebbe permesso di fare altri attacchi in volo o addirittura di soffiare ancora... quella era insomma la sua ultima, rischiosissima possibilità di vittoria. E io lo sapevo, ma avevo la statistica dalla mia parte: in quel momento davo me stesso vincitore 10:1. Gli intimai di arrendersi e consegnare le armi. Il guerriero caricò.
E tutto andò contro le mie previsioni!
L'Attacco d'Opportunità contro la carica del guerriero lo mancò o inflisse il minimo del danno, il suo attacco... mi mancò. Ogni attacco della sequenza morso/artiglio/artiglio/ala/ala/coda, che ritenevo morte certa per lui, riuscì a mancarlo o infliggergli il minimo del danno.
Al round successivo lui era miracolosamente ancora in piedi. Con 1 PF residuo. Attaccò. Colpo Critico. Massimo del danno o quasi.
E così lo scontro giunse alla sua conclusione.
Goffredo Francalancia, il guerriero: 1 PF residuo.
Senran il Drago verde: -1 PF, fuori combattimento.
E fu così che Goffredo Francalancia, con le ultime forze rimaste, sferrò il colpo di grazia al drago morente prima d'accasciarsi, esausto, sulla sua carcassa.
I suoi compagni d'avventura, giacendo qua e là sul campo di battaglia, assisterono alla scena troppo esausti e malconci per acclamare. I relativi giocatori, pur esausti a loro volta, invece acclamarono, eccome.