Come la vedo io: (poi ovviamente, a fare le diagnosi a distanza si rischia sempre di prendere cantonate, ma il tuo caso mi pare abbastanza tipico)
Prima di tutto, il fatto che siano amici e che abbiano 40 anni non vuol dire nulla. Il "gioco" è per sua natura un luogo dove si instaurano regole sociali diverse da quelle solite (a carte puoi sfanculare persone che fuori dal gioco sono permalosissime, a calcio puoi menarti con il tuo migliore amico, etc.), e il gdr con regola zero dove "alla fine decide il GM" è un potentissimo veleno per generare situazioni sociali storte (metti un unica persona a lavorare, faticare, avere la responsabilità del divertimento di tutti, e tienilo lì lusingando il suo ego e facendolo sentire indispensabile...). Metti le due cose assieme e vedi che spesso ai tavoli di gdr la differenza fra un maturo padre di famiglia dirigente d'azienda e amico da trent'anni e un bambino frignone è così labile che proprio non si vede.
Una cosa che a me appare chiarissima perché l'avrò vista mille volte e ritengo sia di gran lunga la situazione di gioco più comune nei gruppi che giocano D&D (qualsiasi edizione): levati dalla testa che il problema siano i gusti . I gusti dei giocatori non sono mai entrati nella questione, quello che è avvenuto è stato un rimescolamento della reale situazione sociale al tavolo, che è: tu a faticare per loro come un servitore, "pagato" con qualche lusinga e adulazione per la tua capacità di "bravo master", e con discorsi strampalati sul fatto che "si fidano di te ed è meglio che decidi tutto tu" (non è strano come poi invece non si fidano di te sulla scelta dei giochi e non puoi manco decidere di cambiare gioco? Mmmm....... di solito chi è legato alla catena non è il padrone...), mentre loro sono serviti e riveriti e non devono fare alcuna fatica...
Ora, attenzione perchè penso che questo sia un punto chiave: è perfettamente possibile che, in un giudizio liberato da problemi di status sociale, a diversi di loro i giochi che vuoi provare piacerebbero pure. Ma non riuscirai MAI ad avere quel giudizio, perché per giudicare un gioco occorre essere rilassati e desiderate davvero provarlo. E quando il tuo "status sociale" dentro il gruppo di gioco viene improvvisamente minacciato, come accade ai tuoi giocatori (che si trovano di colpo minacciati dall'idea di dover collaborare con te, mettersi al tuo livello, assumersi responsabilità per il funzionamento del gioco), la reazione è di ostilità verso la "minaccia", verso quello che rischia di farli cadere dal piedistallo, di metterli al tuo (basso) livello.
Pensaci un attimo, cercando di liberarti dai condizionamenti di questa sottocultura storta: se veramente ti rispettassero e si fidassero di te, sarebbero così ostili a qualunque cambiamento? Se foste veramente alla pari, al tavolo, gli farebbe così schifo aiutarti?
In realtà, NESSUNO rifiuta un avanzamento di status, MAI, quindi se sono così restii a collaborare nelle cose che fa normalmente il GM... significa che il GM è un "dio del gioco" del piffero, in realtà è lo schiavetto al tavolo, incatenato al gioco per farli divertire in eterno.
Non importa se "fuori" sono tuoi amici: possono benissimo esserlo (anche se è fatica che a lungo andare certe situazioni non si allarghino anche oltre il gioco), ma durante il gioco non sono tuoi amici, sono tuoi sfruttatori, e tu sei, perdona la franchezza, la loro puttana. Il tuo lavoro è farli divertire e chissenefrega di quello che vuoi...
Faccio anche un altra ipotesi: tu nel gruppo di amici normalmente, fuori, non sei il leader, vero? Non sei tu che decidi dove andare e cosa fare...
È normalissimo che in un qualunque gruppo sociale ci siano dei leader che prendano le decisioni (anche perchè quando non c'è - e mi è capitato a volte di trovarmi in gruppi improvvisamente senza leader - anche per decidere in che pizzeria andare passano ore...), e di solito nei gruppi di amici non si arriva MAI ai livelli a cui si arriva ai tavoli di D&D. perchè comunque ci sono limiti di rispetto reciproco che non si superano. Però cosa succede quando un gruppo di amici inizia a giocare a D&D? Di solito i casi sono due, o uno dei leader vuole fare il GM (e questo porta ai gruppi dove il GM sta "sopra" socialmente), o nessuno vuole farlo e allora si sbologna il compito a qualcuno con poco potere nel gruppo, magari lusingandolo con il "ruolo del bravo GM che comanda su tutto il mondo di gioco"...
In realtà non comandi nulla: un gioco non può sovvertire l'ordine sociale esistente, il piano sociale vince sempre, e non lo cambi con le regole di un gioco.
Il tuo "cappello da GM" non conta nulla, in realtà i leader sociali sono ancora i leader nel gioco, ma con una decisiva differenza: dentro il gioco saltano tutte quelle "salvaguardie sociali" che funzionano fuori (per permettere, appunto, di "giocare", cioè uscire dalle regole normali della vita quotidiana), e quindi DAVVERO sei comandato a bacchetta, sù sù, devi lavorare, sei il Bravo GM e il tuo compito è farli divertire...
Ora, il piano sociale vince sempre. Significa che non potrai MAI cambiare questo atteggiamento cambiando le regole del gioco! Perchè LORO (e non tu...) sono SOPRA LE REGOLE, le regole sono cavoli tuoi, l'importante è che per loro NON CAMBI NULLA. (cioè, in pratica, devi ignorare le regole se fanno qualunque cosa diversa da quello che vogliono loro).
Puoi ribaltare il tuo ruolo sociale? Puoi diventare il leader SOCIALE del gruppo, iniziare ad essere tu quello che decide cosa si fa, dove si va a mangiare, che film si vede? Per me è abbastanza difficile, ma sarebbe l'unica maniera di poter cambiare le cose anche nel gioco...
L'alternativa, per me molto, molto più sana, è dire semplicemente che smetti, e non giocare più con loro (o almeno non con tutti loro, magari qualcuno nel gruppo che si sente oppresso come te ti segue. Ma non i leader, mai. Se qualcuno di loro dirà di seguirti è per sabotarti). E per giocare trovarti un altro gruppo, online o dal vivo, dove non hai un ruolo sociale ormai così compromesso.
E con questo nuovo gruppo, non giocare MAI a giochi che ti scarichino ancora addosso la responsabilità di tutto! Che è un attimo dare vizi alla gente, e poi non glieli togli più...