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[AP][KaGaymatsu] L'Isola della Luna Nuova

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Giulia Cursi:
È strano pensare che sono passati ormai tre anni, ma ricordo abbastanza bene la mia prima vera giocata di Kagematsu che fu' a INC 2012.
Quella giocata era particolare perché Manuela stava portando avanti i playtest del suo hack: KaGaymatsu

Io ero una dei corteggiatori e quella giocata mi piacque moltissimo, tanto che poco tempo dopo in hangout provai a fare il ronin.
Una cosa vi posso assicurare... ero nervosissima. Era la prima volta che facevo il ronin, stavo playtestando KaGaymatsu e a giocare con me avevo quattro giocatrici che conoscevano il gioco meglio di me. °__° Panico.
Qui trovate due discussioni a riguardo:
Un mio AP con delle considerazioni.
Un AP di Manuela che giocava con me. ^^

Qualche settimana fa Stefano (sebastian qui sul forum) mi contatta per chiedermi se sono interessata a provare KaGaymatsu con lui a prendere il ruolo del ronin.
Io tutta contenta dico si, perché oltre ad amare il gioco mi diverto sempre un sacco a giocare con Ste.
Si forma il gruppo a cui si aggiungono Manuela e Davide.

In questa discussione voglio riportare la creazione della situazione iniziale e se riesco le varie scene giocate.

Farò un copia-incolla di alcuni post di Google+. ^^

Inizio

Ci ritroviamo in hangout e iniziamo a buttare giù idee.
Ambientazione oscura, una storia a tinte cupe.
L' Isola della Luna Nuova è il luogo dove si svolge la vicenda. È un'isola che si unisce all'entroterra soltanto durante la bassa marea.
Gli uomini vengono mandati da ragazzini sull'isola (per ordine e decisione del damyo) come sacrificio per tenere buona la divinità dell'Isola perché non divori il mondo. Quando gli uomini arrivano ai 40 anni, misteriosamente spariscono e non si sa che fine facciano.

Minaccia: Izanami-no-Mikoto. Si mostra di solito con le fattezze di una donna fatta di radici e foglie, il volto privo di tratti umani e un particolare legame con la luna.

Il mio personaggio:
Nome   
Ichigo formato da due kanji: uno e guardiano.   
Descrizione   
23 anni, l'arco è la sua arma. Solitamente Ichigo caccia o fa da sentinella per eventuali pericoli. Fisico affusolato ma muscoloso.
Preferiti
Le rovine di un antico tempio invaso da gelsomini notturni.   
Murai il falegname.

Innocenza: 5
Fascino: 2
___________________________________________

Il personaggio di Davide:
Nome   
Natsume.   
Descrizione   
"Monaco della natura", albino, occhi grigi, molto alto (1,85), veste con un abito nero e grigio di seta confezionato dalla famiglia, 35anni. E' anche un ottimo medico che conosce tutti i rimedi naturali.Si muove principalmente di notte perché ha bisogno della luna.
Preferiti
Il vestito di seta con cui sono arrivato sull'isola.   
Un salice piangente, albero che sembra sentire il mio animo.

Innocenza: 5
Fascino: 2
___________________________________________

Il personaggio di Manuela:
Nome
Kioshi: puro.   
Descrizione      
Capelli completamente rasati sui lati della testa, molto lunghi, nerissimi, fermati in una coda attaccata alla testa che prosegue in una treccia, lati del cranio tatuato con ideogrammi rappresentanti varie parole. Pelle diafana, struttura fisica solida, nervosa, parecchio alto. E’ un grande meditatore. E’ un esperto di calligrafia. Ha fatto voto di silenzio per motivi ignoti.
Preferiti
Nastro di seta verde acqua che apparteneva alla madre.   
La mia stanza. Luogo dove scrivo e dove comunico con gli altri. E' la mia vera porta per poter parlare con le altre persone, un lusso che mi concedo raramente.

Innocenza: 3
Fascino: 4

Giulia Cursi:
Un piccolo approfondimento del mio personaggio:
Ichigo è il primogenito e è arrivato sull'isola assieme a Murai, l'attuale falegname del villaggio.
Quando entrambi sono arrivati assieme a loro c'erano altri due ragazzi. I giovani all'isola arrivano sempre in gruppi di quattro, ma solo tre hanno accesso, per cui al suo arrivo sull'isola Ichigo si è trovato ad affrontare una dura prova.
I due ragazzi sconosciuti si erano messi d'accordo per ucciderlo nello scontro d'iniziazione, ma Murai si è schierato dalla sua parte e assieme hanno avuto la meglio sugli altri due.

La questione dello scontro è stata decisa da noi al tavolo, per rafforzare il fatto che questi ragazzi non vanno in quel villaggio come punizione, ma perché scelti per contenere la dea.

Giulia Cursi:
L'isola si è creata da un vulcano spento, il villaggio è al centro di questa catena montuosa circolare.
Attorno al villaggio la vegetazione è fitta e scura una perenne nebbiolina copre il terreno.
Gli uomini sono lì per contenere la dea che rabbiosa distruggerebbe il mondo se non tenuta a bada, e per fare questo solo uomini scelti possono risiedere nell'isola.

Un giorno tra le provviste lasciate dalla terraferma c'è un uomo, un uomo che ha con se armi e sembra aver superato i 40 anni.
Stefano con questo incipit introduce il ronin che arriva il villaggio, un uomo sconosciuto e oltre l'età consentita sull'isola, perché compiuti 40 anni gli uomini spariscono misteriosamente.

Dopo questa scena quando tocca a me dichiaro per quale gesto d'affetto voglio giocare e scelgo: Un sorriso.

Seguito dal ronin nella foresta in una trappola ho trovato una piccola volpe. Era troppo giovane per essere una valida preda, lo straniero ha fatto qualcosa di strano, le ha parlato... mi ha detto di lasciarla andare.
L'ho fatto e gli ho detto perché , ha apprezzato le mie motivazioni.
Non uccido se non ne dipende la vita di qualcuno, e non ha senso uccidere un cucciolo.
Mi spaventa... e se fosse un'emissario della Dea per metterci alla prova? Quegli occhi non sono umani.
È arrivato qui dal nulla, è oltre l'età per cui resti vivo qui, non è un semplice viaggiatore.
Scoprirò chi è, perché non sembra sia un servo della Dea e questo potrebbe significare che forse... forse abbiamo una possibilità.
Forse possiamo essere liberi.

Durante la scena ho deciso di provare a ottenere un altro gesto d'affetto: Una parola gentile.
Considerato che entrambi si tirano su Innocenza io avevo 5 dadi a mia disposizione, sono partita con tiri facili per poter abbassare la paura e ottenere Amore.

La Paura è un valore che hanno tutte le donne e varia in base al numero di giocatori. La paura rappresenta la minaccia e la motivazione per cui le donne sono spinte a convincere Kagematsu a restare e salvarle.
Ogni gesto d'amore ottenuto abbassa di un punto la paura, ma che sia ottenuto o no Kagematsu in segreto scriverà se la scena gli ha suscitato Amore o Pietà.
Questo punto è importante per due motivi:

1) La giocatrice di Kagematsu scrivendo i valori in segreto deve sentirsi libera di essere sincera, e non subire pressioni esterne con commenti o altro.
2) Alla fine del gioco se la promessa (ultimo gesto) è stata ottenuta Kagematsu combatterà la minaccia. La minaccia tirerà un numero di dadi pari alla somma della paura delle donne, mentre Kagematsu sceglierà la donna con più punti amore designandola come amata e tirerà un numero di dadi pari ai punti amore della sua amata.

Giulia Cursi:
Nella seconda scena decido di cercare di ottenere il gesto: Un Momento Condiviso.

Si è presentato alla mia porta, chiedendomi di affilare il suo pugnale.
Era una prova, si capiva benissimo. Non mi fidavo affatto, non sapevo nulla di lui e avrei fatto in modo di scoprire se le mie paure erano fondate.
Gli ho fatto domande, ma le sue risposte erano evasive, incomplete.

Ho tirato i dadi ma Stefano mi ha detto che non ce l'avevo fatta. I giocatori delle donne (mi riferisco a donne per fare riferimento al gioco originale, ma in questo Kagaymatsu non si distingue) non vedono mai i tiri di Kagematsu.
Si ottiene il gesto d'affetto se il proprio tiro supera in valore quello del ronin, nel caso di pareggio il gesto non viene concesso comunque. Se il gesto non viene ottenuto si cancella, non sarà più possibile ottenerlo e la Paura non scende.
Kagematsu al suo tiro sottrae i punti amore assegnati alla donna fino a quel momento.
I 6 non vengono contati nel tiro, ma si collocano sulle Caselle Ombra, nel momento in cui uno dei due giocatori ha tre dadi sulle caselle ombra, la Minaccia interrompe la scena. A quel punto si narra come segni della minaccia si manifestano e si chiude la scena, ma in quel caso il gesto non è perso e può essere ritentato più tardi.

Io... non sono una persona calma e riflessiva, passo più tempo in mezzo alla natura selvaggia che tra le persone.
La mia vita e i fantasmi che mi perseguitano mi rendono più una bestia che un uomo, però non dimentico di avere una grande responsabilità, proteggere i miei fratelli e compagni di sventura.
Ho impugnato il suo coltello e l'ho premo sulla sua gola, volevo sapere chi è e perché è giunto qui.

Qui ho usato il primo Gesto Disperato: Minacciare Kagematsu con violenza. Ho tirato un altro dado e ancora non bastava per ottenere il gesto, per cui ho sbarrato quel gesto disperato e per il resto della giocata non potrò più usarlo.

Mi atterrò senza troppa fatica, era da tanto tempo che non affrontavo un uomo.
La rabbia prese il sopravvento su entrambi, mi disse di essere venuto in pace.
Con gesti studiati mi aveva mostrato di essere venuto in casa mia in amicizia.
Purtroppo io non conosco quei gesti, il mondo esterno è distante e così le sue usanze, per me quei movimenti non significano nulla.
Ero ferito nell'orgoglio e mi rivoltai come un animale, gli dissi che non aveva diritto di essere qui, perché non si era guadagnato l'ingresso col sangue come avevo fatto io.

Qui ho usato un altro gesto disperato: Mostra Disprezzo per Kagematsu. Con questo tiro ottengo il gesto d'affetto. YAY! ^^

Le mie parole fecero centro e qualcosa cambiò nell'aria, lo guardai negli occhi e... nel suo sguardo, nelle sue parole, vidi comprensione.
Lui capiva la mia sofferenza e disse che mi avrebbe insegnato a combattere con spada e pugnale.
Mi sedetti. Mi scusai per il mio comportamento e restammo in silenzio, mentre affilavo la lama.



Giulia Cursi:
Scena 3 e vado per ottenere: Una presentazione.

Nella foresta io sto bene.
È spaventosa perché rappresenta la dea; è scura come il suo cuore, crudele e ingannevole come la sua voce.
Però so come affrontarla, non vi è animale o pianta che non conosca.
Solo ciò che è al di sopra di me mi spaventa, l'ignoto, la magia, lei.
Quest'uomo vuole insegnarmi a combattere con la spada e io obbedisco.  Seguo i suoi consigli, accetto le sue frecciate e cerco di essere un buon allievo.
Non posso uccidere una dea con una normale arma, però mentre sono qui con lui sto meglio. È come se finora fossi arrancato a stendo sperando di essere utile alla mia comunità, mi serviva una guida.
Gli chiedo il suo nome e mi sorride mentre lo dice... Isàmu. Ho meritato la sua fiducia ancora una volta.

Decido di continuare per ottenere: Un segreto rivelato.

Poi la realtà torna con tutta la sua crudeltà.
Pensavo di essere pronto, ma quando ho visto la sua spada avvicinarsi non ho potuto fare altro che proteggermi.
La mia mano afferra la lama di legno e quando me ne rendo conto mi faccio indietro, con vergogna. So che ha visto la cicatrice sulla mia mano, ne ho la certezza.
Mi chiede se ho paura... Potrei mentire.
Ammetto di avere paura e spiego che era dal mio primo giorno sull'isola che non affrontavo qualcuno con la spada.
Quello scontro mi ha lasciato addosso cicatrici profonde, che pensavo di aver lenito col tempo.
Gli racconto del mio arrivo al villaggio, di come Murai tenne fede alla nostra amicizia schierandosi dalla mia parte.
È solo grazie al suo aiuto se ora sono vivo e mi sento ancora in debito con lui, un debito che non potrò mai ripagare.
Isàmu mi ascolta e comprende, mi rivela di essere scappato dall'isola tempo addietro e di essere tornato per fare ammenda e tentare di aiutarci. È possibile fuggire dall'isola e lui l'ha fatto.
Mi dice che la dea ha un richiamo irresistibile e presto chiamerà anche me.

Tento un altro gesto: Uno sguardo rubato.

Non sarò una sua preda! Non intendo cedere!
Mi avvicino a Isàmu, gli metto una mano sulla spalla e cerco parole che possano sostenerlo come lui ha fatto con me.
In quel momento mi guarda negli occhi, in un modo che non saprei spiegare... a lungo... e quando se ne accorge distoglie lo sguardo come se avesse fatto qualcosa di sbagliato.
Vorrei dirgli che non mi da fastidio il suo sguardo, ma mi blocco quando mi rendo conto che non è appropriato.
Adesso ho un po' paura... anch'io lo guardo così?


In questa scena ho ottenuto tre segni d'affetto, ho cercato di ottenere l'ultimo, perché la scena non era stata molto lunga e solitamente per ottenere i gesti più semplici non serve chissà quale narrazione.

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