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[AP][KaGaymatsu] L'Isola della Luna Nuova
Giulia Cursi:
Scena 4 e cerco di ottenere: Un dono.
Manca ancora un'ora all'alba e la foresta è silenziosa.
Una nebbia leggera e bassa copre i nostri piedi mentre camminiamo.
Mi piego per osservare delle orme e le seguo nel folto della boscaglia. Isàmu è dietro di me, mi osserva.
Raggiungiamo un'altura e in basso scorgo la mia preda, un cervo lunare.
Prendo l'arco, incocco la freccia e tendo.
Ho un solo colpo per ucciderlo e se manco il bersaglio la sventura si abbatterà su di noi.
La freccia va a segno con precisione, il cervo cade e il suo manto bianco e lucente si macchia di sangue.
Sospiro di sollievo, ho fatto la mia parte per la cerimonia annuale della luna nuova.
Isàmu fa osservazioni sul mio operato e mi chiede il mio nome.
Ichigo... Sono il primo figlio di mio padre.
Nei kanji del mio nome: uno e guardiano.
Mi ero dimenticato di dirgli il mio nome, tante cose sono successe in questi giorni.
Non riesco a ottenere il gesto per cui tento un Gesto Disperato: Corrompere Kagematsu.
Gli offro di condividere con me l'onore della caccia, ma rifiuta e temo di averlo offeso.
Io non sono mai stato così incerto, però di una cosa sono sicuro vorrei donare questa preda a lui invece che alla dea.
A questo punto non ho ancora superato il tiro di Kagematsu, però siccome non voglio rischiare di beccarmi dei punti pietà decido di lasciar perdere.
Così perdo sia la possibilità di tentare ancora il Segno d'Affetto, sia di utilizzare ancora il Gesto Disperato, dato che non mi ha permesso di ottenere il segno.
Giulia Cursi:
Scena 5 vado per ottenere: Un complimento.
Lontano dal villaggio, nascosto nella foresta c'è un tempio distrutto.
Antiche rovine invase dalla vegetazione, raggiungibili solo attraverso gradini di pietra ormai nascosti dal muschio.
In mezzo ai mille gelsomini io prego, di fronte a me l'incenso brucia profumando l'aria. Adoro questo posto, mi riempe di pace.
Sento i passi e quando mi giro sorrido, Isàmu mi ha raggiunto anche se non sembra si aspettasse di trovarmi qui, perché ha dei fiori in mano.
Il ronin mi chiede per chi sto pregando e io mi sollevo in piedi mentre parlo.
"Qui ho seppellito le ceneri dei ragazzi che ho dovuto uccidere per arrivare sull'isola. Prego per loro."
Lui sembra perplesso e mi chiede perché.
Mi giro verso le tombe circondate dai gelsomini.
"Perché le loro famiglie non possono."
Isàmu sembra colpito e con tono serio si complimenta con me, perché solo un uomo puro ha un tale rispetto per gli altri e non si fa accecare dal rancore.
Sono onorato dalle sue parole, ormai tengo in gran conto la sua opinione e in un certo senso lo vedo come un maestro.
Siccome la scena è andata bene e non è durata molto, decido di tentare di ottenere il segno: Un'impressione duratura.
Isàmu mi chiede di accompagnarlo e superiamo il tempio, raggiungendo un immenso cimitero.
Camminando il ronin si ferma di fronte a tombe molto antiche, di cui ormai non si leggono i nomi.
Chiedo a Isàmu come mai è tornato sull'isola, visto che era riuscito ad andarsene.
Lui mi guarda e mi chiede perché lo voglio sapere.
Sono costretta a usare un gesto disperato e scelgo: Minacciare di svelare un segreto di Kagematsu.
Io lo guardo serio, poggio una mano sulla sua spalla e dico "Il mio compito è proteggere il villaggio, so che tu non sei una minaccia, ma gli altri non si fidano e fanno domande. Presto non potrò più restare in silenzio."
Isàmu è irritato dal fatto che io sia pronto a svelare il segreto che mi ha affidato con cura, ma ho dei doveri che non posso ignorare.
"Sono tornato per loro."
Si avvicina alle quattro tombe e lascia un fiore su ognuna di esse.
"Si sono sacrificati per me e dovevo onorare il loro sacrificio."
Mi chiede di pregare con lui e accendo dell'incenso per quei guerrieri caduti che non conosco.
Capisco perché lo ha fatto e so che ha condiviso con me questo momento perché sa che anch'io avrei fatto lo stesso al posto suo.
Ottengo il segno d'affetto per cui il gesto disperato che ho usato, potrò riutilizzarlo in una scena successiva.
Giulia Cursi:
Scena 6 scelgo il segno: Una confessione d'amore.
Falegnameria di Murai, sto chiacchierando con lui riguardo il suo ultimo lavoro.
Murai sta intagliando un grande pannello in legno con un ritratto della dea Amaterasu, probabilmente solo per non dover sempre rappresentare Izanami.
Addosso ho uno yukata semplice e bevo saké, oggi non ho compiti da svolgere e posso riposarmi.
Isàmu entra e gli presento Murai, noto che nonostante Murai sia più grosso del ronin, sembra intimorito e diffidente.
Dopo poco chiedo al mio amico di uscire, sembra che Isàmu voglia parlarmi in privato. So che non ne ho il diritto, ma Murai ha l'aria di volergli saltare alla gola e sarebbe meglio evitarlo.
Il ronin mi confessa che presto partirà, perché ormai ha fatto ciò per cui è tornato e non vuole sfidare oltre la dea.
Mi avvicino a lui più di quanto sarebbe opportuno e gli confesso il mio desiderio che rimanga, anche se so che non lo farà.
Non ho legami con gli spiriti, o poteri, sono un uomo normale, ma so che lui è una persona straordinaria e non ho problemi a dirglielo.
"Qualunque cosa succeda Isàmu, io so che non dimenticherò mai questi occhi."
Isàmu abbassa lo sguardo, evita di guardarmi e dice che se dipendesse da lui resterebbe, perché qui ha conosciuto persone speciali.
Io sono una di quelle persone a cui tiene, qualcuno che fatica ad abbandonare. Sentimenti che non dovrebbe provare, eppure ci sono.
Decido di provare a ottenere: Un tocco. Rischio grosso perché ho solo due dadi su Fascino, per cui spero di aver accumulato molto amore.
Ma non ottengo il segno per cui devo tentare un gesto disperato: Pregare e implorare Kagematsu.
"Non andartene Isàmu, ti prego."
La mia voce trema e credo di non aver mai pregato qualcuno prima, ma lui si gira e dice che non può restare.
Il segno non è ancora mio, per cui perdo del tutto quel gesto disperato e ne tento un altro: Accusare Kagematsu di scorrettezza.
Con questo gesto ottengo il tocco che desideravo. ^^
Guardo la sua schiena e non intendo rinunciare così, allungo una mano e gli afferro il braccio con forza.
"Non puoi dirmi che mi ami per poi sparire così, è scorretto da parte tua."
Si ferma e ammette l'errore, mi guarda negli occhi mentre alza la mano per accarezzarmi il viso.
Non so se quello che provo sia amore, però sono certo che se potessi vorrei passare altro tempo assieme a lui.
Vorrei andare ancora a caccia con isàmu, o addestrarmi con lui imparando dalla sua esperienza... oppure restare seduti sulla scogliera a guardare le onde infrangersi sulla rocce.
Non posso. Non posso costringerlo a rimanere e condividere con noi questo destino infame, non dopo che ha perso tanto per potersene andare.
Giulia Cursi:
Scena 7 siamo ormai alla fine del gioco, il mio pg e quello di Manuela (Kioshi) sono a Paura 0, mentre quello di Davide (Natsume) ha 3.
Decido quindi di provare a ottenere il segno d'affetto che porta alla fine del gioco: Una promessa fatta.
Busso sullo stipite della porta scorrevole e quando Isàmu mi invita ad entrare, lo trovo che sta preparando i bagagli. Ha quasi finito e poche cose restano fuori dalle varie sacche.
Io non dico nulla per un po', lo osservo e basta, non riesco a pensare a niente che valga la pena dire.
Lui mi guarda e dice che avrebbe salutato tutti prima di andarsene e che io sarei stato l'ultimo a cui avrebbe fatto visita.
Sorride, ma non davvero. Adesso che lo conosco meglio, noto che in realtà ogni sorriso è velato di tristezza. Parliamo e gli dico che ho preso una decisione.
“Affronterò la dea. Non intendo aspettare di raggiungere i quarant'anni e essere preso da lei. Se devo morire preferisco farlo alle mie condizioni.”
Isàmu mi guarda come si guarda un folle, cerca di convincermi a lasciar stare.
Ha paura della dea, eppure è tornato sapendo che avrebbe scatenato la sua ira.
Tiriamo e Stefano annuncia di aver ottenuto tre 6.
Il 6 non si conta come valore ai fini del tiro, ma ogni 6 viene messo nelle Caselle Ombra, quando uno dei due giocatori riempe tutte e tre le caselle ombra la scena viene interrotta dalla minaccia.
L'interruzione è narrata dal giocatore che ha ottenuto i 6.
Sto per dire qualcosa, quando la terra inizia a tremare. La casa è scossa violentemente e fuori altre abitazioni crollano. Dal centro della foresta si alza un boato tremendo, come se l'intera isola si stesse spaccando in due.
Una voce potente e terribile si innalza arrivando ovunque e grida il nome di Isàmu. È lei che lo sta chiamando.
Corro fuori per cercare di aiutare gli altri ragazzi, sperando che non ci siano feriti.
Giulia Cursi:
Scena 8 potrei cercare di ottenere un bacio o un momento di passione, ma per come era finita la scena precedente ci sarebbe voluto troppo per arrivare con la narrazione a qualcosa di accettabile.
Inoltre il rapporto che si era delineato tra Ichigo e Isàmu non era né "hot", né romantico. C'era amore, ma in generale erano due uomini alla pari che si preoccupano più degli altri che di loro stessi. Io non vedevo sensato provare a ottenere qui gesti, inoltre la mia Paura era già a 0, per cui ho deciso di tentare ancora la promessa.
Una promessa fatta
Mi avvicino al cimitero e Isàmu sta pregando di fronte alle tombe dei suoi compagni.
Il mare è in tempesta, le onde si abbattono contro la scogliera senza sosta e un vento fastidioso continua a spirare tra gli alberi. La dea è arrabbiata e entrambi lo sappiamo.
Guardo Kagematsu negli occhi e gli dico che se anche dovesse andarsene ora, la dea sarà comunque infuriata e saremo noi a pagarne le conseguenze. Lui si scusa, ma continua a dire che non ha scelta e che deve andarsene o le cose peggioreranno.
Osservo il mare, la foresta scura e le lapidi ormai consumate dal tempo.
“Non vedi che sei suo schiavo? Non vedi come agisci secondo ciò che lei vuole? Tu non vuoi andartene eppure lo stai facendo.”
Isàmu mi chiede cosa farei al suo posto, è stanco e arrabbiato.
Io mi giro a guardarlo e nel mentre dico “Andrei ad affrontarla, proverei a ucciderla e lo fare per me come per i miei fratelli, in modo da renderci tutti liberi.”
Lui mi dice che è una pazzia e sento di averne abbastanza del suo disfattismo.
Non ottengo il segno e uso un gesto disperato: Mostrare Disprezzo per Kagematsu.
“Pensa ciò che vuoi Isàmu, ma io ho il compito di difendere i miei compagni e preferirei morire per renderli liberi, piuttosto che continuare a piangere di fronte a delle tombe.”
Indico le lapidi di coloro che si sono sacrificati per permettergli di fuggire dall'isola, e le mie parole fanno centro.
Kagematsu mi guarda risoluto e dice con sicurezza che andrà ad affrontare la dea, perché grazie a noi, a me, si è reso conto di quanto lei dominasse ancora la sua vita. Di quanto non fosse più il tempo di scappare e piangere, ma piuttosto di cercare un qualche tipo di redenzione.
Estrae la katana e si avvia verso il cuore della foresta, mentre io riprendo la strada verso il villaggio.
Ottengo la promessa e inizia la fase finale.
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