Gentechegioca
Gente Che Gioca => Gioco Concreto => Topic aperto da: Ezio - 2012-03-28 09:48:23
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"I giochi si vendono col Colore".
Questa è una delle grandi verità che due anni di fiere mi hanno insegnato.
Una persona non è colpita dalle meccaniche, non glie ne frega nulla di quanti dadi deve tirare o se il gioco usa una IIEE coi denti o la dentiera.
Una persona sceglie un gdr sfogliandolo, toccandolo e facendosi così penetrare dal setting, dal "colore" che sta intorno alle meccaniche.
Si gioca al Mondo dell'Apocalisse perché i pisotleri postapocalittici ci fanno dire "Figo!" a Montsegur perché l'idea della Scelta ci fa rabbrividire e a Polaris perché le piccole frasi poetiche del manuale ti portano via e... ne vuoi ancora.
Quello che vende è il Colore, sia al banco di una fiera, sia in senso lato, quando butti sul tavolo tre o quattro giochi da far scegliere ai giocatori.
In anni non ho mai visto il contrario.
Tranne quando mi guardo allo specchio.
Io mi sento strano, perché a me il colore rimbalza.
Ci sono generi che preferisco, altri che odio, ma tutto questo non rientra nelle cose che mi colpiscono. A me colpisce la cura del gioco, la sua sottigliezza, quello che i miei amici mi hanno detto sulla sua bontà o sulle loro esperienze di gioco, e bypasso il colore.
Recentemente ho avuto un colpo di fulmine per Monsterheats (spero che non mi spezzi il cuore alla seconda sessione).
Ecco, a me del Teen-Drama non me ne frega nulla, eppure quando Meguey mi ha parlato delle Stringhe e delle meccaniche per influenzare gli altri personaggi ho voluto prenderlo e giocarlo è stato magnifico.
Idem per Apocalypse World.
Non me ne fregava nulla, non so perché, poi Graham me ne ha regalato una copia e... "Fiche queste meccaninche! Sembrano Parpuzio ma c'è altro!"
E così via, infatti io gioco a TUTTO, ed è difficile non mi diverta al tavolo da gioco.
A volte mi sento strano.
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Idem. Siamo oltre il Prestigio. Conosciamo il trucco. "Leggiamo" il gameplay. Mi succede pure coi videogiochi, eh...
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Beh, io non sono del tutto indifferente al colore.
Tuttavia resto anch'io affascinato soprattutto da belle meccaniche, eleganti.
Mi succede soprattutto nei boardgame, ma anche nei gdr
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bene! ora manca solo un passo: da "essere affascinato dalle meccaniche" a "essere affascinato dal system" :P
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Non sei l'unico: voglio giocare The Mother perché mi piacciono le meccaniche (almeno, sulla carta).
Annalise non mi dice granché, nonostante il colore m'ispiri, perché le meccaniche non mi prendono (ma l'ho giocato poco; mi riservo di cambiare idea, dopo una partita completa).
Il colore non mi è indifferente, ci sono giochi che ho preso su quella base (The Dreaming Crucible: non sapevo nulla delle meccaniche, se non che usava pietrine); ma le meccaniche sono molto importanti. Il colore più figo del mondo, se accompagnato da meccaniche che non mi piacciono, non è sufficiente a farmi piacere il gioco.
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Il colore non mi è indifferente, ci sono giochi che ho preso su quella base (The Dreaming Crucible: non sapevo nulla delle meccaniche, se non che usava pietrine); ma le meccaniche sono molto importanti. Il colore più figo del mondo, se accompagnato da meccaniche che non mi piacciono, non è sufficiente a farmi piacere il gioco.
A volte pure io.
Montsegur 1244, per esempio, l'ho comprato (non provato, direttamente comprato)... dal titolo ^^
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Invece io nei giochi cerco sempre prima il color, è il motivo per cui gioco a un gioco anzichè un'altro.
Non è che non mi interessino le meccaniche, anzi per me sono fondamentali, ma come strumento come servo invisibile che mi deve dare ciò che il gioco promette.
Se un gioco ha un colore che non mi dice nulla può avere le meccaniche più belle del mondo, ma a parte una paio di prove per conoscere e apprezzarle, rimane lì sulla bancarella.
Di certo un gioco di puro color con meccaniche orride difficilmente lo prenderei, ma di certo se il color di un gioco non è nelle mie corde proprio non mi viene voglia di giocarlo.
Sorry!
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giusto per capire: qual'è esattamente l'argomento? Parlare del se, come e perchè scegliamo un gioco per il colore o per le meccaniche e confrontare i nostri comportamenti, oppure è "perchè scegliamo un gioco" in generale? O è solo un tuo "outing"? :P
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Ma lo sai che succede una cosa simile anche a me? Ogni tanto sento la gente che parla tutta entusiasta dell’eccitante setting di Vampiri o Werewolf o Exalted e io non capisco che ci trovano.
Non parliamo poi del fantasy, verso cui ho sviluppato una specie di rigetto, specialmente se è una roba che “ci sono gli umani, gli elfi e i nani, ecc.” (tipo, mi hai già perso a “elfi” *).
Invece mi affascinano i giochi in cui intravedo situazioni da giocare che generano fiction interessante. Per esempio il ribaltone del tratto di Annalise, o le mosse sessuali di Apocalisse, o il meccanismo dei conflitti in Cani.
Credo che tra i rari casi in cui è stato il colore di un gioco ad affascinarmi sia stato perchè comunque prometteva situazioni di un certo tipo, e penso a Spione o Montsegur.
Comunque sì, anch’io mi sento strana perchè i miei amici si esaltano tutti per cose che non capisco. (ma del resto da adolescente mi lasciavano indifferente le boy band, quindi forse ho qualcosa di sbagliato io ^__^)
* oppure sei Terry Pratchett
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giusto per capire: qual'è esattamente l'argomento? Parlare del se, come e perchè scegliamo un gioco per il colore o per le meccaniche e confrontare i nostri comportamenti, oppure è "perchè scegliamo un gioco" in generale? O è solo un tuo "outing"? :P
Outing da cui può partire una riflessione e un confronto.
Mi fido di voi.
Tu Patrick perché scegli un gioco?
Hmmm... Claudia, la tua scelta mi pare comunque molto legata al colore... al contrario. Nel certo che certi "colori" ti distanziano automaticamente, perché magari ti sembrano sterili. No?
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tanto per ribilanciare la statistica lo dico: io scelgo per il colore :P Se le meccaniche sono fighe ma il colore o quantomeno quello che gira attorno al semplice sistema mi dice poco probabilmente cercherò di girare largo. Poi magari mi capita di provarlo e mi piace. Ma nell'immediato seguo il colore.
con i videogiochi, invece, talvolta mi lascio affascinare da qualche interessante meccanismo di fondo (aaahh, Journey...).
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Dunque, io mi sento "misto" in questa questione.
Mi piace il "lato tecnico" di qualsiasi cosa: quando lavoravo nelle assicurazioni ero l'unico in agenzia a leggersi le condizioni di polizza per poter consigliare meglio (o rassicurare, o risolvere dubbi al) il cliente.
Ora, nell'attività con Manuela (mia moglie per i nuovi arrivati), indovina chi si smazza la burocrazia (che non mi piace, però "la capisco")?
Quando giocavamo i parpuzi da 300+ pagine, chi era che si smazzava i regolamenti? Io, e questo mi ha aiutato (cfr. mio articolo sull'INCbook 2011, la parte sulla "selezione darwiniana dei giocatori") a non mandare a ca...sa un hobby pieno, all'epoca, di paginate di numeri, statistiche, ecc.
Anche oggi le meccaniche mi piacciono. Moreno & Domon mi hanno intrigato perlandomi di CnV come di un gioco in cui "puoi fare questo e le meccaniche ti aiutano (invece di ostacolarti)".
"System Does Matter" per me non era un concetto alieno, come ribadii sull'INCbook e sul LARP Symposium book 2010.
Il color? Bello, certo.
Il ventordicesimo fantasy "coi nani e gli elfi" mi fa sbadigliare sonoramente (quanto Claudia, credo), ma penso sia solo perché è il ventordicesimo, non tanto per i nani e gli elfi in sè.
Quindi sì, subisco il fascino del "gioco nuovo (meccaniche) che fa roba nuova (colore)", ma non saprei dire quale influisce di più. Penso entrambi parimerito... E se mi dite che ci sono entrambe mi avete già venduto il gioco!
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A me, una volta presa fiducia verso il magico mondo dei bomboloni alla cream, system matters e così via, è capitato sia di cominciare a guardare alle meccaniche come al colore (ma questa direi che è esperienza comune) sia di avere a volte un'esperienza molto interessante: cioè che le meccaniche mi portassero a guardare il colore da un'altra prospettiva. A rivalutare, magari, qualcosa sulla carta 'meh.'
La manifestazione più eclatante di questo è stata con IMdA. Ho sempre pensato che la post-apocalisse non sia troppo la mia cup of tea: la reputavo troppo plumbea per i miei gusti, "un mondo in cui conta solo sopravvivere" idem, non mi reputo un grande fan di Mad Max, tra i miei amici sono notoriamente un detrattore di Kenshiro e in generale maschere antigas e ispirazioni fetish non sono la mia estetica preferita, tanto che ricordo che intorno ai due anni fà avevo dato un'occhiata ai playbook che circolavano e proprio non mi attirava.
E' capitato poi che intorno a Settembre scorso mi sia ripresa un poco di voglia di vedere "chissà cosa è successo di nuovo nel mondo di GcG": ho dato un'occhiata ai topic su AW che predominavano già, è scattata la molla "beh, se in quell'ambiente ha fatto quest gran successo mi sa che qualcosa che merita c'è; proviamo" la curiosità ha finito per farmi comprare il gioco in pdf, e ho finito per rimanere a bocca aperta.
Delle tante cose che mi han fatto cadere la mascella di quel gioco, una in particolare la trovo significativa e alla fine mi ha portato a partecipare al topic: l'attenzione all'economia e alla politica del mondo dell'apocalisse. La scarsità di risorse che informa tutto il libro (la scelta dei nomi e delle opzioni), il baratto, il fortificatore, il potere dell'angelo di far valere le sue capacità mediche come influenza sociale (se lo vuole, certo.)
Al contempo, per altri canali, scoprivo Un cantico per Leibowitz (che devo ancora leggere), e così mi sono accorto di un elemento che mi ha fatto rivalutare un sacco il genere post-apocalittico: ben vengano i mutanti, lo homo homini lupus e le bande di razziatori, ma a me intriga molto vedere come la società rinasce. Quali regole emergeranno, chi sarà disposto a fare qualcosa per plasmare il mondo secondo la propria idea di quello che è giusto o chi semplicemente farà cosa per adattarsi e vivere in modo magari dignitoso, magari improntato alla sopravvivenza. Vedere cosa diventerà il mondo: mi sono accorto che questo genere, che non avevo mai guardato con troppo interesse se non per singole opere, ha invece enormi potenzialità sui temi che mi interessano.
Il che mi ha portato a rafforzare la mia idea che ormai il gioco di ruolo è maturo e da prendere con spirito di scoperta, quando ti aiuta a fare questi ribaltamenti di prospettiva.
Quindi beh, forse è un po' off topic dato che, più che delle meccaniche, parlo della fiducia che oramai ho nel fatto che certi design producano un sistema non solo funzionante ma anche illuminante e capace di aiutarmi a scoprire qualcosa di nuovo.
Certo, sta anche alla singola persona: deve aver voglia di farsi sorprendere.
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Io mi lascio interessare da tutto ma se non mi prende il color un gioco non lo compro.
Per esempio NCAS o Annalise non mi hanno convinto col color e anche se sarei molto curioso di comprarli e giocarli per assimilare meglio alcune loro meccaniche non riesco a decidermi a farlo :-\
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Io mi lascio interessare da tutto ma se non mi prende il color un gioco non lo compro.
Per esempio NCAS o Annalise non mi hanno convinto col color e anche se sarei molto curioso di comprarli e giocarli per assimilare meglio alcune loro meccaniche non riesco a decidermi a farlo :-\
Per me è il contrario.
Sulla carta Covenant mi sembra un'idea esplosiva.
La lettura del manuale non mi dice niente.
Dico sempre che devo decidermi a provarlo per vedere davvero ma... non mi sono ancora deciso.
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@Ezio: ho chiesto perchè nel mio scegliere un gioco entra in gioco (scusate la ripetizione) un altro fattore, e non vorrei che si divagasse dalle tue intenzioni iniziali. In caso pattuma, o intervieni come TO ^^
io scelgo i giochi in base a tre criteri: Color, Meccaniche e...pareri altrui. Un po' di "actual buy":
Per il color ho comprato giochi come Polaris, Hot War (con questo ho avuto un po' il problema di ezio con covenant: demo con khana meravigliosa, lettura del manuale piuttosto "mah"), 1001 Notte (questo in realtà l'ha scelto jessica), Il Rosso e il Nero, Aegis.
Per le meccaniche ho preso Trollbabe, Cani, Penny, Il Gusto del Delitto ("che fico, il colpevole viene determinato tramite il gioco!"), Murderous Ghosts
Su questo discorso mi ritrovo abbastanza in quello che ha scritto Korin: sono sempre stato quello a cui piacevano le regole, in D&D quanto (per dirne una) in Magic, e in mille altre cose.
Infine ci sono alcuni giochi che ho provato e preso quasi alla cieca, perchè diverse persone di cui mi fido me ne hanno parlato bene: Contenders (il cui color non mi ispirava per niente, ma che ho provato a GnoccoCON e mi è piaciuto), Piombo, *quasi* il Mondo dell'Apocalisse, Hell 4 Leather (e 7Wonders, se conta :P).
quì mi ritrovo anche nella prima parte del post di Fabio: anche a me AW non attira per nulla come colore, ma lo voglio provare perchè molti ne parlano così bene ^^
In definitiva direi che non c'è una cosa in particolare che mi colpisce dei giochi, alcuni li prendo per un motivo e alcuni per un'altro. però sicuramente le opinioni delle persone di cui mi fido mi influenzano. Fortunatamente non sono di palato troppo schizzinoso ^^
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"il ventordicesimo gioco con nani e elfi" ti annoia perché é il ventordicesimo gioco con nani ed elfi, o perché é il vebtordicesimo gioco a razze e coassi? Ti attirerebbe davvero un gioco dove invece degli elfi hai polpi cthuloidi che si muovono nelle foreste e tirano con l'arco?
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Il colore è importante: il primo contatto che abbiamo con un gioco di solito è il colore; quando compriamo un gioco su Internet, quello che abbiamo di norma è fondamentalmente il colore (magari troviamo AP da cui capiamo altro, ma conoscere le meccaniche è un'altra cosa).
Il punto credo sia un altro: una meccanica elegante è sufficiente a farci superare l'avversione per il colore, in caso ci dica poco, o magari direttamente lo odiamo?
Se il colore è fantastico, ma le meccaniche non ci dicono nulla, il gioco ci attira?
Se il colore non ci dice nulla, ma le meccaniche sono fantastiche, il gioco ci attira?
Montsegur 1244, per esempio, l'ho comprato (non provato, direttamente comprato)... dal titolo
Siamo onesti, con un titolo simile compreresti anche Montsegur 1244.5, nuovissimo hack di D&D col d20 System ;D
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Siamo onesti, con un titolo simile compreresti anche Montsegur 1244.5, nuovissimo hack di D&D col d20 System ;D
Assolutamente si!
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Se il colore non ci dice nulla, ma le meccaniche sono fantastiche, il gioco ci attira?
è così che mi sono innamorato di contenders: nel pugilato non ci trovo nulla, e dei pochi film sul genere che ho visto, Milion Dollar Baby l'ho preso in odio (troooooooppo tragico!). Ma l'economia delle risorse, la meccanica dei combattimenti, l'evolversi delle storie dei personaggi attraverso le meccaniche...quello mi ha catturato
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"il ventordicesimo gioco con nani e elfi" ti annoia perché é il ventordicesimo gioco con nani ed elfi, o perché é il vebtordicesimo gioco a razze e coassi? Ti attirerebbe davvero un gioco dove invece degli elfi hai polpi cthuloidi che si muovono nelle foreste e tirano con l'arco?
Dici a me?
Mah, se fossi un appassionato di polpi cthuloidi ci darei un'occhiata e poi mi annoierei perché "l'è sempre la stessa broda" a livello meccanico.
Per contro, Dungeon World mi attira, almeno da provare un po', anche se è "fantasy becero classico".
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A me Kagematsu non attirava nè per il colore (bah, giapponesi) nè per le meccaniche (pegni d'amore? Noiaaaaaa).
Giocandolo però è tutta un'altra roba. Ormai anche io mi fido delle opinioni altrui come fa patrick, e non mi fido del mio istinto.
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Io credo di essere attratto sia dalle regole che dal colore, ma con una maggiore propensione per le regole: se il colore mi fa schifo ma il regolamento è bello, si può sempre provare a sostituire l'ambientazione con altro (a meno che il legame tra colore e regole non sia così stretto da rendere la cosa impossibile).
Una bella ambientazione e un regolamento canino, invece... la vedo più dura - certo, posso estrapolare il colore e incollarlo a un altro gioco, ma ho notato anche con robe fatte da me che se costruisco un'ambientazione per un gioco e non mi piacciono più le regole, trovo dei problemi a "depurare" il setting.
A ogni modo, un'ambientazione fighissima con un regolamento da cinodromo per me è come un videogioco con una storia impeccabile e sistema di controllo urendo, o inquadrature urfide, o difficoltà mal calibrata: il dvd si sta candidando come mio prossimo sottobicchiere!
La questione "che noia il solito giro di elfi etc." credo - ma ognuno può parlare per sé - dipenda dalla saturazione raggiunta dallo stereotipo "elfo arciere mago no-global nobile bellissimo" piuttosto che "nano rutto-scoreggione minatore asciamunito caratteraccio barba" e così via. Personalmente trovo divertenti le derive eberroniane delle due razze (elfi tendenti al necromantico-animistico-tribale, nani banchieri etc. pur mantenendo alcune caratteristiche dello stereotipo classico) perciò un giro di elfi/nani/altro che non sia la solita monnezza invecchiata può essere attraente...
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Io vengo per il colore, rimango per le meccaniche.
Spesso mi capita proprio di essere agganciato da un'idea sul colore, o magari sulla situazione iniziale del gioco, poi leggo le meccaniche e... Be', mi si smonta la voglia.
Esempio recente: 13th Age, il gioco in preparazio di J. Tweet e R. Heinsoo ispirato a D&D.
Da qualche settimana a questa parte, ho iniziato a provare una certa insofferenza per i giochi che si propongono di "rifare D&D, ma meglio".
Però, da quel poco che si può leggere in giro su 13th Age, c'era un'idea di colore che mi sembrava molto interessante e potenzialmente divertente: le icone, delle specie di creature leggendarie, parte integrante dell'ambientazione, contro cui i personaggi potranno schierarsi.
Per carità, non è niente di particolare, ma l'idea mi intrigava - mi sono sempre piaciute le figure leggendarie.
Poi comincio a leggere sui forum: "Fichissimo! Il ladro ha +2 agli attacchi in questo caso e in quest'altro!", oppure: "Ma che ne pensate, il guerriero è sufficientemente bilanciato? Vale la pena giocarlo? E se voglio fare un rissaiolo?", o anche solo: "Ha il d20."... E mi scende la catena.
Ora, non ho letto il gioco, ma con queste premesse è probabile che non lo faccia proprio mai...
Ed è per questo che, dietro al colore che mi attrae, deve esserci un sistema che mi stimola, che mi permetta di giocare quel colore in maniera interessante e magari, come dice Fabio, anche inaspettata, altrimenti richio di richiudere il manuale alla 10a pagina.
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Matteo, credo sia anche per questo che la bozza di playtest non doveva essere pubblica: evitare questo genere di impressioni. Cioè, D&D e derivati ovviamente è anche "caccia al bonus" ma la dichiarazione relativa 13th Age è
13th Age is a love letter to D&D: a rules-light, story-oriented RPG that honors old school values while advancing the OGL art. Players create unique heroes using flexible interpretations of familiar D20 character classes. New indie-style rules connect each character’s story to the Gamemaster’s customized version of the campaign setting.
(da http://www.pelgranepress.com/site/?p=7649 (http://www.pelgranepress.com/site/?p=7649))
A me sembra risultarne un "usiamo D&D per l'avventura ma con un occhio alla storia e con una nuova interpretazione della solita solfa" e la storia delle Icone che citi sembra una buona trovata per legare i personaggi all'ambientazione - bisogna vedere poi come diavolo saranno le regole, ma spesso in D&D e compagnia i mega-PNG semidivini non possono entrare nel tuo background se non come l'uomo del monte, a cui il tuo PG porta giusto la frutta...
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Non so se va sotto la voce Colore, ma a me piace che i personaggi soffrano e debbano fare scelte difficili (non a caso uno dei primi giochi presi, solo per vedere cosa c'era dentro fu Dubbio).
Se si tratta di ripulire un dungeon o sconfiggere una malvagia divinità aliena solo per vedere i combattimenti o quanto figo è diventato il mio personaggio non me ne frega nulla, per quello ci sono i boardgames
Le meccaniche? Mi incuriosiscono, ma - per fare un esempio - non mi spingerebbero mai da sole a predere un teen drama.
PS Vi prego: non aprite anche qui il thread n+1 su D&D ;)
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L'OT per approfondire 13th lo proseguite altrove ^^
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per quanto mi riguarda sono sempre stato uno a cui piaceva vedere cosa c'era sotto il cofano (da piccolo studiavo il cervello e il funzionamento dei motori... e giocavo sempre con il Lego :D ), quindi in un gioco mi sono sempre interessato alle meccaniche che ci sono dietro, anche perché ho sempre avuto il pallino di realizzare un mio gioco (e prima o poi lo farò)
il colore ovviamente ha una certa rilevanza, ma quello che per me ha la precedenza sono le meccaniche, forse anche come reazione ai soliti giochi tradizionali con setting fighissimi che poi all'atto pratico deludono le aspettative.
diciamo che in generale quello che mi attira è la genialità dell'autore, che si esprime sia con meccaniche raffinate e innovative, sia con setting originali e fuori dal comune (o comunque reinventati in modi diversi dal solito)
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diciamo che in generale quello che mi attira è la genialità dell'autore, che si esprime sia con meccaniche raffinate e innovative, sia con setting originali e fuori dal comune (o comunque reinventati in modi diversi dal solito)
post di oggi sul blog di Vincent Baker ^^
Be as bold, as fresh, as incisive, as aggressive as you can be. If you want to make profit on your time, you have got to design sharper games than they do.
There is no secure ground. Don't design a good game then get comfortable. If you're not stretching yourself, you're falling behind!
http://lumpley.com/comment.php?entry=661
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Ad attirarmi verso il gioco di ruolo, anni fa, è stato indubbiamente il Colore ("giochi un potente mago! O un guerriero! Combatti contro dei mostri esplorando oscuri sotterranei!". Poi, dopo anni ed anni di "tira per colpire, tira per il danno" il Colore ha perso gran parte del suo fascino e ho iniziato ad interessarmi molto di più alle meccaniche.
Rimaneva comunque uno dei fattori principali, perchè di cambiamenti nelle meccaniche ce n'erano davvero pochi sostanziali. Mi ero innamorato di Ars Magica sia per l'Europa Mitica che per il Troupe Play, ma era stata la prima ad attirarmi (e il secondo a farmi continuare a giocare). Runequest mi aveva interessato come meccaniche, ma è stato Glorantha che mi ha dato la spinta a giocarlo, etc.
E se ho giocato a Cani nella Vigna è stato perchè, ancora prima di sapere qualcosa sulle meccaniche, a pensare di andare in giro per il west con una pistola in una mano e una bibbia nell'altra l'unica cosa che sono riuscito a pensare è "DEVO GIOCARLO!" (Sì, la stessa cosa che allontana un sacco di gente dal gioco. Che posso dire, mica tutti hanno gusti abbastanza buoni da apprezzare il western...)
Da quel momento, l'incontro con meccaniche realmente diverse porta ad un mutamento dell'importanza relativa fra i vari fattori. Se il colore rimane importante, non è più tanto il colore dei Personaggi, quanto il colore...del sistema! Vedo la pila di dadi di Hell for Leather e mi incuriosisce, anche se non so ancora come funziona, per esempio.
Ma quello che noto è soprattutto simile a quello che già ha detto Claudia: non è tanto che per me il colore è meno importante, quanto che trovo sempre meno interessante il tipo di "colore" che va per la maggiore nell'hobby. Vedo decine di hack di tutti i giochi possibili, da Apocalypse World a Cani nella Vigna, fatti per giocarli nei Dungeon, e mi viene da sbadigliare. Che interesse può avere, il ritornare a fare sempre l stesse cose?
Altri giochi che letteralmente mi respingono sulla base del colore: Anima Prime, Agon, Wushu, e per andare sul tradizionale, Vampire, Exalted, tutti i giochi in cui giochi in pratica una versione adolescenziale di personaggi "fighi" che combattono tutto il tempo o fanno i tenebrosi. (e aggiungo, anche i gdr con colore manga, in cui di solito fai entrambe le cose...)
E trovo abbastanza grottesca la recente ondata di tentativi di "ricreare D&D" che pare aver preso storygames, con decine di progetti per creare giochi per "giocare a D&D": se volessi giocare a D&D, non c'è già D&D?
Basta per dire che non mi curo del colore? No, dice solo che un certo tipo di colore mi annoia. Ma poi mi rendo conto che basta cambiare i sapori, e il colore mi attira, eccome: Sporchi Segreti, 1001 Notte, Cani nella Vigna come dicevo prima.... altre volte, basta rovesciare la visuale: Annalise mi ha preso quando ho saputo che non giocavi il vampiro, giocavi l'eventuale vittima.
E ho iniziato a dare importanza al setting anche a prescindere dal colore: a interessarmi a Spione non è stato il genere spionistico (che non mi attirava), è stato l'uso che fa del setting. Idem Shahida.
Però già questa visuale un po' meno "colorcentrica" vedo che mi allontana un po' dalla maggior parte dei giocatori. Lo vedo quando provo a convincere qualcuno a provare o a leggere o a comprare un gdr: inizio a parlare di come funzionano le meccanche, del setting, del tipo di personaggi (a parte il colore), e vedo lo sguardo che si fa assente, vacuo... e l'interesse non torna finchè non dico "e poi giochi un potente mago" o qualcosa di simile.
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io scelgo i giochi in base a tre criteri: Color, Meccaniche e...pareri altrui. Un po' di "actual buy":
Anch'io!
Il colore lo uso soprattutto come criterio "al contrario" (evto i giochi di cui non mi piace il colore), mentre gli altri due criteri valgono sia in positivo che in negativo.
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Dunque da quando ho cominciato a provare i giochi indie credo di essere stata attirata sia dal colore che dalle meccaniche.
Ho accettato di giocare a Trollbabe sia perché mi piace il fantasy, sia perché grazie alle meccaniche avrei potuto fare quello che in anni di D&D non ho mai potuto fare.
Finora gli unici due gdr che ho comprato senza averli provati prima sono stati Piombo e Il Rosso e il Nero, entrambi scelti per il colore.
Ad ogni modo giochi come Dubbio o LMVcP mi attirano per le meccaniche.
Credo dipenda dal gioco, alcuni non mi attirano per niente, ma magari li provo per vedere come sono.
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I primi giochi che ho scelto di questa nuova grande famiglia li provati fidandomi di Thomas (dr. zero) che all'epoca li volle provare. Non Cedere al Sonno e Cani nella Vigna.
All'epoca guardavo praticamente solo colore e ambientazione dei giochi. Però qualcosa in quei giochi mi smosse, e sicuramente non fu soltanto il colore.
In Cani nella Vigna a farmi scattare una molla (che mi spinse a comprarlo e approfondirlo) sono stati alcuni articoli di Moreno. All'epoca non avevo esperienze sufficienti per valutare aspetti particolari dei giochi.
Non Cedere al Sonno invece l'ho approfondito da solo. Principalmente per le meccaniche.
La Mia Vita col Padrone l'ho comprato per la copertina in legno!! *_* Poi ho provato il gioco. In tre lo abbiamo ritenuto figo, a due non è piaciuto per niente. Io l'ho adorato. Ad ora non so dire per cosa. So solo che quando ne parlo tendo a dire quali sono le dinamiche di gioco e il tema (che sono estremamente collegati).
AiPS lo comprai sulla fiducia (e perché lo trovai per caso nella sezione "fumetti italiani" di una fumetteria. Sembrava un segno del destino). Mi affascinò la semplicità del gioco...e all'epoca avevo già le esperienze per cominciare ad odorare le potenzialità di un gioco.
Ad ora non so su cosa mi baso per la scelta di un gioco. Quando me ne parlano iniziano sempre a dirmi dettagli sull'ambientazione. Se voglio approfondire faccio qualche domanda tipo: "di che autore è? Che altri giochi ha fatto?" "come ci si gioca? Che hanno di particolare le meccaniche?"
Queste due domande sono in genere sufficienti a darmi uno spaccato del grado di affidabilità di una persona che non conosco. Se le risposte tendono ad essere "mmm, non so dirti...penso abbia fatto solo questo, non so come si chiama" oppure "bè è un gioco di ruolo, quindi c'è un master. Però non è uno di quei classici giochi dove uccidi i mostri e tiri tanti dadi. QUesto è un gioco dove si interpreta, c'è un regolamento molto realistico" comincio a capire che la persona che mi sta parlando di quel gioco non se ne intende, non abbastanza da potermi "consigliare qualcosa sulla fiducia" almeno.
Anche il formato del manuale è importante. Se vedo un manualone A4, spesso cinque centrimetri e sfogliandolo è pieno di disegnini e tabelle non sono invogliato. Se devo comprarmi altri 3 manuali per giocare bene idem.
In genere per me l'opinione di chi è "del settore" conta molto. Se una persona che ha la mia fiducia mi dice "guarda, sto gioco sembra una mezza schifezza, ma ha due o tre chicche davvero carine" allora sono invogliato.
Ad ora non ho mai detto no a provare un gioco nuovo (sto per partire con una serie di missioni di Project Hope. Sembra una parpuziata, ma vedremo com'è).
Sul mantenere viva la mia attenzione su un gioco invece vedo che dipende principalmente da sistema di gioco. Ho imparato a diffidare da quello che prima credevo essere indispensabile...mi può attirare, ma non è davvero per quello che gioco.
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Ad ora non ho mai detto no a provare un gioco nuovo (sto per partire con una serie di missioni di Project Hope. Sembra una parpuziata, ma vedremo com'è).
Probabile che sia una parpuziata epica, ma potrebbe farci tirar fuori idee interessanti per altri giochi. Poi è sempre meglio non partire con pregiudizi, anche se so che ti costa un bel po' leggerti tutte quelle meccaniche!
Ecco vorrei aggiungere che la grandezza del manuale e la difficoltà di cercare quello che ti serve influiscono sul mio giudizio, un manuale enorme in cui non trovi mai la postilla del pg tot o altro mi fa' sempre incavolare!
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Hmm... hmm...
Ezio, posso farti una domanda tanto tanto personale?
No? fotte niente, faccio lo stesso:
Ok che non "guardi" il Color quando scegli un gioco, ma poi come fai a giocarci a quel gioco, se non ti "colori" pure tu?
Sei così "teflon-nell-anima" - oppure al contrario "anima-di-spugna" - che riesci a cagare fuori premises anche quando il Color non ti ha preso?
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Hm... semplicemente che, per come la penso io, se in un gioco (atto pratico) il Color non riesce ad interessarti, non si chiude in modo soddisfacente il cerchio dell'Exploration e rimane una serie di attività strumentali fine a se stesse.
Dato che, appunto, ti ho visto giocare a Beyond, tanto quanto ti ho visto GM-mare Trollbabe, so perfettamente - per esperienza diretta - che questo non è vero, perché appunto sei "appassionato".
Quindi il color ti prende eccome, e ti dà un sacco di spunti: come dici tu, non ci metti più di 15 secondi a farti venire idee.
Differente è invece il discorso per "l'oggetto manuale" con cui si viene in contatto prima dell'atto pratico del giocare di ruolo.
Qui c'è un "argomento" (che si spera sia reso al meglio possibile per diventare effettivamente "Color" nel momento pratico) che invece è estirpabile e "macellabile", alienabile dal resto del prodotto editoriale e quindi giudicabile in modo puntuale e discreto.
Questo argomento è quello che non ti interessa. Quello del manuale testuale.
(parlo con te, ma è una cosa che chiedo più o meno a tutti quelli che hanno assecondato la tua posizione. Fermo restando che ogni tanto faccio fatica a capire quanto si sta criticando il Color e quanto il Setting...)
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Dato che, appunto, ti ho visto giocare a Beyond, tanto quanto ti ho visto GM-mare Trollbabe, so perfettamente - per esperienza diretta - che questo non è vero, perché appunto sei "appassionato".
Quindi il color ti prende eccome, e ti dà un sacco di spunti: come dici tu, non ci metti più di 15 secondi a farti venire idee.
Il "problema" è che lo fa qualunque color, qualunque setting. Un genere o una situazione che mi annoierebbe a morte in un romanzo o in un film, senza riuscire a stimolarmi e interessarmi (l'esempio che faccio di solito è, appunto, il genere cyberpunk) al tavolo da gioco, per me, vengono trasformati e riesco a tirare fuori per il gioco di ruolo quell'interesse che nessun altro media mi susciterebbe.
Ho proprio l'impressione che sia l'atto di giocare di ruolo a fare la differenza tra il mio interesse e il mio disinteresse.
Effettivamente guardo un po' di più all'oggetto-manuale (per i non-Khana: Davide non si riferisce solo a cose come la qualità della carta e i disegni, ma anche a come effettivamente e scritto e quanto bene comunica il gioco), come nel caso di Covenant.
Spesso i personaggi e le situazioni si affollano già alla lettura, rare volte no, rare volte la lettura del manuale un po' mi frena.
Riesco comunque facilmente a superare questa perplessità e, una volta al tavolo, ecco di nuovo idee e personaggi e coinvolgimento.
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Io invece cerco il COlor proprio perchè le istanze e le premesse del gioco mi debbono interessare sin dall'inizio altrimenti non mi appassiono. Posso giocare e mettere del mio per conoscere il regolamento, ma come dice giustamente Khana il cerchio non si chiude!!!
Ad esempio per motivi personali CnV mi ha sempre dato profondamente fastidio, non riuscivo a entrare nel cuore del gioco, per cui non l'ho MAI giocato a parte alcune demo per capirne le meccaniche, mi respingeva.
Non mi frega nulla se un gioco ha delle dinamiche di gioco eccellenti e ispiranti, se il tema del gioco non mi interessa non mi muovo verso di lui.
Rimane il gusto accademico della prova, del "vedere come va", ma niente altro.
È poi la stessa cosa che provo leggendo un romanzo, non mi importa come è scritto se non mi appassiona non vado oltre le prime 20-30 pagine!
Non so proprio a livello emotivo e e personale come tu faccia Ezio! ;D
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Io ammetto di non essere mai stato "color blind".
Cani l'ho schifato per una vita perchè proprio il Color mi repelleva ... poi l'ho giocato e BAM ... lo posso tranquillamente annoverare fra i miei gdr preferiti e che consiglio a tutti, e se me ne proponessero una campagnola la farei al volo ... epperò se devo scegliere io fra varie opzioni, per dritto o per storto finisce sempre un bel pò in fondo alla lista delle possibilità :P
Idem per AiPS... sempre schivato fino a quando non ci ho GIOCATO e allora si salvi chi può... but again lo metto sempre dietro ad altra roba :P
Al contrario giochi con un color FANTASTICO (NCaS e tWoN in primis) mi hanno un pò deluso alla prova pratica, e quelli non è che finiscono in fondo a una lista, ma proprio non ho nessuna voglia di rigiocarli (a meno di trovarmeli proooprio serviti su un piatto d'argento e comunque per la durata minima richiesta ad un'istanza completa).
Sto quindi piano piano imparando a "chiudere gli occhi" quando si tratta di giochi.
Il color inganna, ma soprattutto per me è rilevante ma SECONDARIO.
L'esperienza figa di gioco al tavolo me la da un buon gioco, ovvero un buon regolamento.
Che poi si parli di morloni o cyber-punks o trollesse è certo rilevante, ma viene dannatamente dopo.
Sto cercando di imparare a non farmi più abbagliare dalle cose sbrilluccicose >_<
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@ Simone : abbandona ogni speranza, Project Hope è un comunissimo gdr Tradizionale (ambientazione figa + regolamento parpuzio) ... esattamente come Faith Empire oppure Eden l'Inganno.
E' invece uscito da pochissimo un altro autoprodotto di cui dovrei scrivere nei prossimi giorni... Destini Oscuri o una roba del genere... per quanto ne ho capito al momento da un lato è l'ennesimo gdr generico da usare come base a un suo personalissimo multiverso parpuzierrimo... e però NASCE da alcuni principi di rottura ben familiari al popolo indie, e infatti contiene alcune regolette di un certo interesse... per cui mai dire mai ;)
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Attenzione, non sto a tirar fuori la penna verde, però si stanno confondendo un po' di cose...
Faccio l'esempio pratico de La Mia Vita Col Padrone: Il "Color" è... il Gotico!
Il fatto di avere personaggi mostruosi è "Character" (personaggi), il fatto di essere servitori di un Pasdrone è "situation" (situazione)
Per distinguerli, togliete il.. colore dal gioco. Rendete il più possibile fredde e incolori le cose: Il vostro Minion, Igor, il Gobbo servitore del Terribile Dottor Terror, cosa diventa? Gli levi il nome (a lui e al dottore), gli levi tutte le varie descrizioni (il castello con le ragnatele, i lampi nel cielo notturno, etc.) e ti rimane comunque un character che deve obbedire agli ordini di un Padrone. incolore, senza nome, senza stile, senza una sua maniera di esprimersi, ma comunque ancora un servitore.
E infatti, è semplicissimo fare un "reskin" di LMVCP con altro colore e altro setting (vedere La Mia Vita con Angelica, per esempio) mantenendo identici situazione e sistema.
Invece, guardate Greyhawk e il Forgotten Realms: maope diverse, png diversi, incantesimi diversi, mostri diversi... ma il Colore è pressoché identico.
A questo punto: Ezio, vuoi allargare il discorso anche a queste cose (personaggi, setting, situazioni) escludendo solo il sistema, o vuoi mantenere il thread solo sul Colore?
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Hmmm... diciamo che questo thread inizialmente mi è sfuggito di mano diventando in pratica un sondaggio, ma Khana l'ha riportato in termini più concreti.
Facciamo che penso un momento dove metterlo, se splittarlo o cosa, ok?
Nel frattempo pregherei tutti di considerare il thread chiuso. Tranne Khana, se vuole rispondere al mio ultimo post.
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Ho deciso, si riprende qui (http://www.gentechegioca.it/smf/index.php/topic,6835.msg148731.html#new).
Chiederei ai facilitatori di spostare in quel thread i post 35,36,37,38, 40, 41 e 45.
Mi rendo personalmente conto che è una lavorata, ma non mi sento proprio in colpa :-P