Per affrontare il tema della perdita dell'innocenza credo che opterò per l'interpretare un giovane e promettente membro del
Clan Toreador.
Mathias Gauthier in vita era un pittore eclettico che amava sperimentare con tecniche atipiche ed uso della luce e dei colori in maniera inusuale. Si è creato velocemente una certa fama frequentando le persone giuste, trovando in quello che sarebbe diventato il suo sire, un mecenate. Amava dipingere quello che vedeva nelle persone, più che le persone stesse e questa sua ricerca dell'intima essenza dell'animo umano in termini di immagine è la caratteristica che l'ha fatto risaltare.
La maledizione di Caino l'ha profondamente scosso e scioccato inizialmente. Il suo rispetto per l'altro è sempre stato elevato, perché ha sempre ritenuto prezioso l'essere umano quale fonte di ispirazione in generale ed ogni singola persona come opera vivente unica ed irripetibile dalla quale attingere per strappare un istante di verità da immortalare sulla tela.
Doversi nutrire degli altri lo ha messo in crisi e ci sta ancora scendendo a patti.
Con la maledizione sente anche di aver perso qualcosa: non ha più quella sorta di intuito che gli permetteva di ritrarre l'essenza delle persone nei suoi dipinti, quindi cerca istintivamente di compensare con l'uso del potere vampirico (auspex?), ma non trova più soddisfazione in quello che dipinge.
E' rimasto molto legato alle persone che aveva intorno quando era un mortale, in particolare alle persone con cui condivideva una relazione romantica e/o sessuale (non è mai stato uomo da "una storia fissa per sempre", ma piuttosto da "amicizie con benefit") e agli amici. Teme nel frequentarli che la sua maledizione possa recare loro danno, ma al tempo stesso sono tutto quello che gli rimane di quello che era, unitamente ai dipinti che non riesce più ad eguagliare.
La perdita dell'innocenza, in questo caso, è rappresentata per Mathias dal dover rivedere il suo attaccamento al mondo mortale per scendere a compromessi con la sua nuova natura; dal dover prendere atto che non è più la persona di prima e che non dipingerà mai più come prima. Quel che farà sarà diverso. Non necessariamente peggiore, ma diverso. Sarà carente di quell'ispirazione che poteva avere soltanto come mortale.
Altro elemento fondamentale è il doversi nutrire di sangue umano. Ha il timore di fare del male a qualcuno e se farà del male in particolare a qualcuno che ama sarà una situazione dura da affrontare.
Quel che ho scritto lascia ampio modo di mettere in gioco gli stati d'animo che Simone ha proposto. Tanto per fare qualche esempio indicativo, ma non esaustivo:
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apprensione: da mettere in gioco quando il personaggio cerca di nutrirsi o quando sente i morsi della sete ed è vicino ad una delle persone che ama;
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premura: da mettere in gioco se uno dei suoi amici o delle persone cui è legato è in difficoltà o in pericolo;
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gelosia: nei confronti di artisti che sono più o meno talentuosi ma avendo ancora una vita mortale da vivere non hanno perso
l'ispirazione a causa della maledizione di Caino;
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perdita: la sperimenterà ogni volta che guarderà una delle sue produzioni pre-abbraccio o se qualcuna delle persone cui è legato soffrirà a causa sua o di un altro essere sovrannaturale o se dovessero venire a mancare per qualche ragione.
In tutto questo azzarderei che nonostante i problemi, l'abbattimento e la frustrazione che Mathias prova, non riesce a porre fine alla propria esistenza. Non ce la fa perché è sostenuto da due motivazioni sostanziali: (1) la paura della morte. La teme e anche se a volte la invoca, il disagio che prova nel profondo all'idea che finita la sua esistenza possa non esserci più nulla lo abbatte completamente. Lui ama e venera la vita, così come l'amava e la venerava da mortale. Questa non-vita in un limbo di eterna stasi lo mette in crisi, ma una parte di lui continua a suggerigli che sia
meglio di non vivere affatto. (2) Il suo legame con le persone, la sua necessità di conoscere e scrutare l'animo umano. Ne è affascinato e l'idea che in un eventuale "post-vita" potrebbe non essere più in contatto con "l'altro" lo atterrisce. Anche in questo caso interiormente probabilmente pensa che è meglio assistere alla vita da questa condizione miserevole, seppure potente che non poter assistervi affatto.
Relativamente l'incipit: la persona resa ghoul potrebbe essere una tra quelle che sono nel suo circolo stretto di amicizie, amori derivanti dalla precedente vita mortale o una persona strettamente collegata ad una persona che è cara a Mathias.
Come va così? Ho scritto troppo? Ho messo le mani troppo avanti?
Prima di discutere del tipo di coterie direi che aspetterò anche l'altro personaggio