Gente Che Gioca > Segnalazioni e News
[SLOW DOWN] Editoria italiana GDR - Split da "Gioco dell'anno"
Danilo Moretti:
quanta carne al fuoco :)
Precisazione: io ho problemi con BoS dal 2009 (dopo la mia esperienza illuminante con Super! - gioco in licenza) se avete tempo e voglia leggete qui tutti i perché e cosa scrissi in tempi non sospetti).
E infatti non vi partecipai nel 2010 con Fenomena (autoprodotto sotto Inspired Device) e non vi ho partecipato con Super Adventures quest'anno, tra l'altro di quest'ultimo l'editore (Wildboar) mi ha chiesto se volevo farlo partecipare al PdA, e sono io ad aver detto "no grazie".
Se poi non partecipare a un premio al quale non si riconosce merito o utilità diventa lesa maestà nei confronti dell'istituzione lucchese, della giuria e/o una mossa meschina nei confronti di chi invece ha partecipato (e questo tema è sorto più volte in varie discussioni sul web) francamente...
Sulle dinamiche commerciali: ragazzi se mescoliamo cuore e portafoglio facciamo solo casino. Yu-Gi-Ho spopola nei negozi da anni, come CCG non ha lo "spessore" di Magic o di altri titoli ma per una serie di motivi tira e molto. Un negoziante che ha a cuore il design se punta su un titolo di maggior spessore ma meno seguito a discapito di Yu è un "fine discernitore" ma un pessimo commerciante e perde vendite. Se tra un anno YU smette di essere il "gioco" un commerciante valido sa che ci sarà un altro titolo di punta e il suo skill sta nello scovarlo, non nello spingere il gioco che lui reputa migliore a prescindere dalle richieste di mercato. Io non esprimo valutazioni di merito o filosofiche ma prendo atto che il ruolo di un commerciante è altra cosa da quello del divulgatore di qualità o da quello dell'editore. Ignoriamo questo e non esiste discussione perché tutto e il contrario di tutto hanno uguale valore. Quando uscirà in italiano D&D Next a prescindere dalla sua qualità in fatto di design sarà comunque un titolo su cui qualsiasi negoziante punterà alla cieca... E chi non lo farà per "fine discernimento" sarà un cretino, colto, ma cretino. Anche perché la presenza di un titolo di punta forte in negozio, che con le sue disdicevoli "dinamiche di dipendenza all'acquisto" ha un paio di effetti collaterali che portano vantaggio a tutto il settore, anche agli indie un po' più malmessi in fatto di comunicazione pubblicitaria, il cliente ritorna e ritornando per il suo D&D si espone anche a titoli diversi che nel frattempo sono usciti in sordina... Ed è qui che il negoziante scaltro entra in gioco perché percepisce che i gusti del suo cliente possono essere cambiati (meno tempo, meno voglia, meno soldi) e può indirizzarlo verso titoli meno blasonati (e di qualità) che magari lo stimolano ad esplorare nuovi approcci o tematiche e cmq lo fanno rimanere nell'ambiente.
Fatto bene/fatto male: anche qui si mescola pane con fiori, il fatto bene da un punto di vista commerciale non necessariamente coincide con il fatto bene dal punto di vista del design e oltretutto il "valore" percepito di un singolo titolo è mooolto soggettivo, quindi, anche in questo caso se non si stabiliscono dei parametri chiari e univoci (magari discutibili o "esclusivi") inevitabilmente di sguazza nel relativismo, "é fatto bene perché scritto da PippoPappo" o "è fatto bene perché è un manuale a colori" hanno lo stesso valore.
Sui giochi fatti per appassionati e collezionisti: e qui le dolenti note, se siamo sinceramente e coerentemente interessati alla divulgazione dell'hobby "collezionista" e "appassionato" non dovrebbero essere più target di riferimento per un editore perché sono nicchie interne all'ambiente già consolidato. Edizioni extralusso (ed extracare) che coccolano gli appassionati (vedi "fini discernitori") non sono funzionali ad attirare nuovi giocatori. Se psi*run in scatola è venduto a 34 euro sarà una manna per gli appasionati (abituati alla versione originale più scrausa e disposti a comprare una seconda volta lo stesso gioco) ma sullo scaffale di un negozio (da solo e senza qualcuno che ne tessa le lodi) competerà automaticamente con altri giochi in scatola di quella fascia di prezzo, e se la componentistica non è allo stesso livello, Psi*run "perde" il confronto (e la vendita) e così fallisce nel suo intento di aprire il mercato (intento che probabilmente non ha nemmeno, ma non sono io ad aver tirato dentro il titolo in questione nella discussione :-) poi può essere il gioco dal design più raffinato, ma la percezione di questo valore di "gioco bello" come dicevo e soggettiva e comunque per chi non lo cerca (in quanto già informato a priori - e quindi "fine discernitore") viene assai dopo.
Questa è una community di appassionati e quindi è normale che il sentimento riguardo il bene dell'hobby sia influenzato da una certa visione a discapito delle altre (ed è ok), ma occhio a non considerare l'ottica "deformata" dell'appassionato come il criterio univoco di approccio a qualsiasi questione.
Mr. Mario:
Per me nessun negoziante ha bisogno di un premio per sentirsi dire che Yu-Gi-Ho vende bene. Lo sa già. E premiare Yu-Gi-Ho non sarebbe più il premio che aiuta il gioco ad essere popolare, ma il contrario.
Inoltre, l'esempio non calza alla grande, perché Yu-Gi-Ho potrà non avere un gran spessore, però almeno *funziona*, non è una trappola, non inganna i suoi acquirenti.
Credo che D&D non sia un titolo di punta forte dagli anni '80. E che da allora, il cliente che ritorna per D&D sia uno contro nove che hanno smesso di tornare, e sono pronto a scommettere che sia un uomo tra i 30 e i 45.
Credo rientri nella mia definizione di scaltrezza anche provare ad aprirsi a nuovi target, perché questo, anche solo per motivi anagrafici, finirà con lo scomparire. Inevitabilmente, a un certo punto, continuare ad accanirsi su quello diventerà comunque la cosa cretina da fare.
(Per inciso, ci sarà davvero un'edizione italiana di D&D Next, dopo come si sono prosciugate le uscite per la 4a edizione? Chi dovrebbe farla?)
Un premio che aiuti a leggere cosa succederà dopo potrebbe anche aiutare.
Niccolò:
"Inoltre, l'esempio non calza alla grande, perché Yu-Gi-Ho potrà non avere un gran spessore, però almeno *funziona*, non è una trappola, non inganna i suoi acquirenti."
col cavolo! il modello commerciale gcc si basa sugli stessi meccanismi, mascherati, della slot machine. l'intero mercato secondario di magi è basato su prezzi gonfiati artificialmente e quando troi prezzi più bassi è perchè hai fregato un gonzo.
in pratica è un modo per iniziare i bambini al gioco d'azzardo, molto più delle figurine. sbustare è una ea e propria scommessa.
al di la di questo, il gameplay è composto (apposta, per sostenere la collezionabilità) da una stragrande maggioranza di carte ingiocabili che vengono scartate a priori.
magic fa lo stesso.
ma anche qui: pure a fare le trappole i boardgame sono più aanti rispetto ai gdr mainstream :D
Moreno Roncucci:
Lascio perdere il discorso GCC perchè non mi interessa (e poi è mai possibile che ogni esempio debba far partire discussioni off topic?), voglio solo fare alcune osservazioni sulle parole "di buon senso" di Danilo.
La prima l'ha già spiegata benissimo Mario: c'è bisogno di un premio per segnalare ai commercianti che D&D vende più di Psi*Run? La funzione di un premio non è mica quella di sopperire al buon senso del commerciante, ma piuttosto di segnalare a aiutare le proposte di qualità che il commerciante altrimenti NON vedrebbe.
La seconda: il buon senso a volte gioca brutti scherzi. Praticamente tutti i commercianti di gdr che conosco hanno fatto quello che ha detto Danilo. Hanno puntato su titoli "sicuri", tipo D&D e Vampiri, senza rischiare a proporre (proporre, limitarsi a prendere un manuale a caso e nasconderlo in uno scaffale non è proporre) altre cose che "vendono meno". Solo che inevitabilmente, anche D&D e Vampiri hanno venduto di meno. Non puoi vendere sempre gli stessi manuali senza cambiare mai.
Sono andati praticamente tutti a fallire, quelli che conoscevo. O hanno chiuso bottega senza arrivare al fallimento, ma con il magazzino strapieno di volumi di D&D e Vampiri, assolutamente invendibili, proprio il prodotto che per il "buon senso" era "sicuro".
Il buonsenso in quel caso ha preso una cantonata, perchè non ha tenuto conto di un fatto semplicissimo: che con D&D e Vampiri non c'è futuro, e quel modello commerciale di gdr è destinato a scomparire (D&D Next in realtà dovrebbe chiamarsi D&D Last, la Hasbro sta per chiudere la baracca "D&D cartaceo" da un momento all'altro, sfruttando i marchi commerciali legati a D&D per altre cose più redditizie tipo i videogames. A furia di licenziare decine di persone ad ogni Natale non è che ne rimangano molti). D&D sopravviverà con i retrocloni, a che effetto avrà questo sulla vendibilità dei moduli in magazzino, che è già quasi nulla?)
Semplicemente, l'idea "di buon senso" che è D&D che tira il mercato... è una fanfaluca, un miraggio, una balla che ci raccontiamo. D&D non tira niente. Il mercato dei gdr nei negozi non lo tira nessuno, e infatti si sta riducendo a niente. I negozianti "di buon senso", quelli veri, non è che comprano D&D piuttosto di Psi*Run: comprano qualunque altra cosa, tranne un gdr.
È questo il bellissimo e potentissimo "traino" che sta facendo D&D al mercato...
Certo, il mercato non lo traini nemmeno con Cani nella Vigna, non QUEL mercato, con quelle cifre. Ma Cani nella Vigna non è in concorrenza con D&D. Fa cose diverse, lo vendi a gente diversa. Cani nella Vigna è in concorrenza con gli altri giochi indie. Che quindici anni fa vendevano..... zero!
Colpo di scena! Nel suo settore specifico, sfruttando tecniche di design per dare un esperienza di gioco soddisfacente invece di "prendi i soldi e scappa", ora c'è un mercato dove prima non c''era...
E provare magari a fare giochi migliori anche nelle cose rivolte al grosso pubblico tipo D&D? Invece di spremere sempre i fan quarantenni? Così, tanto per provare, prima che la Hasbro lo chiuda...
Ma come si fa a incoraggiare un design migliore, che non faccia allontanare i compratori a frotte come D&D? Non so... magari con dei premi che segnalino la qualità, e non sempre le solite cose?
Danilo Moretti:
Ragazzi, sul fatto che un premio sulla qualità e l'innovazione nel GdR in Italia ci possa stare siamo d'accordo tutti, che il BoS (a oggi) non sia quel premio, anche.
Poi fermiamoci qui.
Perché se la discussione poi passa sulla questione dell'ininfluenza di D&D nelle meccaniche di diffusione generali (anche solo in Italia) del GdR ho già letto (in più riprese) un sacco di fiction, pessima fiction.
Fate le cose che sapete fare meglio, giocate, fate giocare i giochi più belli che avete scoperto (e che scoprirete), trasmettete tutta la sincera passione che nutrite per l'hobby, sostenete i progetti anche più azzardati, fate emergere le gemme nascoste, ma vi prego, non lanciatevi in dietrologie e non fabbricate "nemici" che vi tengano uniti. Non vi riesce bene e non vi fa bene.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa