Autore Topic: Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack  (Letto 3048 volte)


“Eravamo tutti giovani, pieni di entusiasmo. Eravamo pronti a prendere a calci i nazisti. Volevamo che Varsavia vivesse.
Ah! Varsavia.
Per quanto i Nazisti abbiano fatto, era pur sempre casa nostra: e non c’è nessun posto migliore di casa.
Ricordo ogni viso, di tutti i ragazzi e le ragazze che con me hanno combattuto. Hanno lottato con tutte le loro forze. Nonostante il sangue e il sudore, la fame e le macerie, abbiamo combattuto fino alla fine.
Alcuni fino alla resa, altri fino al loro ultimo respiro.
Ogni uno di loro, ogni uno dei loro volti, lo ricordo come se fossero ancora qui con me.”

Roman “Mustang” Skiba - 2 luglio 2008



Capitolo 1 (missione vinta)
2 luglio 1944.
Era un’estate insolitamente calda. Forse eravamo solo tutti presi dalla guerra, eravamo giovani. Eccitati perchè stavamo combattendo per proteggere la nostra Varsavia. La nostra casa.
Ci affidavano le missioni più disparate. Quel giorno, lo ricordo come fosse ieri. E’ il giorno in cui ho conosciuto August Kretschmann, era un grande comandante, prima che tradisse il nostro paese!
Il comandante ci aveva ordinato di portarlo al quartier generale, voleva sapere tutto quello che quel bastardo aveva spifferato alle truppe Tedesche.
Ricordo che in mezzo alla folla c’eravamo io, Zodiak, Zeus e Guta. C’erano un sacco di tedeschi in giro e la folla spingeva per dire la sua contro Kretschmann.
So di aver perso di vista Zeus e Guta, l’ultima volta che li avevo visti erano finiti in una specie di rissa fra polizia polacca e militari tedeschi, ma io e Zodiak dovevamo portare a termine la missione. Di sicuro Zeus, se la sarebbe cavata.
Nelle fogne della città, un gruppo di Schiere Grigie portava Kretschmann, mentre io e Zodiak ci siamo premurati di distrarre i tedeschi da quello che stava succedendo sotto i loro piedi.
All’epoca eravamo parecchio coraggio e non pensavamo molto alle conseguenze.
Una missione era una missione e andava portata a termine.
Non senza perdite. Quel giorno una delle nostre giovani sentinelle, Marek, di soli 9 anni, troppo giovane e inesperto ha perso la vita per colpa dei soldati nemici.



Capitolo 2 (missione vinta)
27 luglio 1944.
In quei giorni, Radio Folgore, ci teneva al corrente di tutto ciò che accadeva fuori dai nostri confini. Ci rassicurava sui movimenti delle truppe Sovietiche, ogni giorno che ci portava buone notizie dalle truppe rosse, era un giorno di speranza in più per la città.
Nonostante tutto, c’era sempre qualcosa da fare. Ci muovevamo per le macerie della città, evitando in Nazisti o prendendoli in giro, da un posto all’altro.
Veloci e quasi invisibili.
C’era una rete di comunicazione impeccabile, ma quel giorno qualcosa è andato terribilmente storto. Uno dei nostri anziani ci è morto davanti agli occhi mentre ci consegnava un pacco, che si era rivelato essere pieno di fogli bianchi. I soldati tedeschi avevano piazzato delle cariche sul ponte Poniatowski, proprio dove il “nonno” ci stava aspettando.
Credo che fosse quello il momento preciso, in cui tutti noi abbiamo capito che stavamo facendo sul serio.
In quel momento siamo tutti cresciuti e siamo diventati uomini.



Capitolo 3 (missione vinta)
1 Agosto 1944
Il giorno in cui, attraverso Radio Folgore, abbiamo ricevuto il comando ufficiale dell’inizio delle ostilità, eravamo già tutti pronti.
Erano giorni che nelle Schiere si avvertiva la tensione.
Withold era il comandante della nostra sezione, era un uomo sui 35. Tutti però lo chiamavamo Elf, usare degli pseudonomi ci rendeva in qualche modo unici. Era lui che ci dava gli ordini e quel giorno, ci ordinò di attraversare tutta la città e portare le armi al gruppo Hal. Per combattere i tedeschi, avevamo bisogno di tutte le armi che potevamo raccogliere.
Tutto era cambiato, ma ci stavamo adattando. Sapevamo riconoscere le scorciatoie, i tedeschi erano prevedibili ormai, sapevamo dove si sarebbero posizionati e poi avevamo Zeus e Lech. All’epoca erano i più grossi e spavaldi della nostra sezione. Non perdevano occasione per sfidarsi e farsi beffe dei soldati nemici.



Capitolo 4 (missione vinta)
2 Agosto 1944
Eravamo pronti a combattere contro i tedeschi, se solo le truppe sovietiche si fossero fatte vive, ma non per questo ci tiravamo indietro a portare a termine altre missioni.
Quelli che erano rimasti in città, avevano bisogno di tenere alto il morale, non si trattava solo di proteggere la città, ma anche lo spirito di chi ci abitava.
Elf ci ha chiamati tutti, anche Lech,Janek e Jolanta per fornire il servizio di posta che mancava da molto. Anche missioni del genere, sebbene sembrino semplici, avevano i loro pericoli.
I fogli bianchi che ci aveva portato il “nonno”, erano stati usati per scrivere delle lettere e andavano consegnate ai loro destinatari.
Avremo tanto voluto poter consegnare tutte le lettere, ma per alcune era troppo tardi.
La gente moriva più velocemente di quanto noi riuscissimo a contare.
Nessuno escluso. I tedeschi non avevano pietà, nemmeno per i bambini. Mi hanno sempre dato l’impressione che tante volte uccidessero per noia, più che per dovere.



Capitolo 5 (missione vinta)
4 agosto 1944
Radio Folgore trasmetteva su frequenze illegali e per brevi comunicati. Non potevamo rischiare che i Tedeschi sentissero le nostre comunicazioni. Era una grande compagnia, però. Ci faceva sentire tutti più uniti, ci faceva sentire parte di qualcosa di più grande di noi e a volte ci rendeva orgogliosi di quello che facevamo.
Rendevano onore ai caduti delle nostre Schiere, ma incoraggiavano quelli di noi che invece continuavano a prestare servizio.
Delle volte però, portava notizie di alcuni traditori. Maria Dunajewski era una di loro, aveva consegnato alle SS alcune delle nostre menti più illustri, professori che vennero trucidati barbaramente dalle stesse SS.
Quel giorno fu uno dei giorni più estenuanti, dare la caccia a Maria Dunajewski ci impegnò tutti, era riuscita a prendere un treno nascondendosi fra il bestiame. Aveva tradito per proteggere la figlioletta, ma purtroppo sapere che cosa aveva raccontato era troppo importante.
Portammo a termine la missione e la riportammo all’Esercito Nazionale.
Ogni informazione c’era utile.



Capitolo 6 (missione persa)
7 agosto 1944
I Tedeschi non si fermavano davanti a niente e nessuno. Erano molto meglio equipaggiati di noi, nonostante tutto non perdevano mai occasione per accanirsi contro chi non poteva difendersi.
Il giorno in cui presero il controllo dell’ospedale di San Lazzaro, fu uno dei peggiori. Cercavamo di entrare da diversi punti dello stabile, ma ogni nostro tentativo non ci porvava da nessuna parte.
Abbiamo perso uno dei nostri Scout, Ian, aveva solo 11 anni, ma non si era mai piccoli abbastanza quando le SS trucidavano tutta la tua famiglia.
Beker era un maresciallo delle SS e ce lo trovavamo sempre in mezzo ai piedi, quel giorno ha quasi ucciso anche Jolanta, siamo scampati per un soffio a morte certa, tutti quanti.
Abbiamo dovuto arrenderci e lasciare l’ospedale in mano loro.



Capitolo 7 (missione persa)
14 agosto 1944
Era una mattina di sole quando Henryck ci aveva radunati tutti. Il morale delle truppe polacche stava lentamente venendo meno, Varsavia bruciava e veniva distrutta e i Tedeschi avevano la meglio sui Sovietici… e dall’Europa non giungeva nessuno, nonostante i nostri accorati appelli.
Anche Elf, nostro comandante, alla fine aveva deciso di cercare di salvarsi la pelle e tradire le nostre Schiere.
Nessuno di noi ha mai veramente capito il perchè, mi chiedo tutt’ora che cosa lo ha spinto a farlo, ma col senno di poi il morale in quei giorni era davvero a terra, non vedevamo via d’uscita, l’esercito stava perdendo la speranza.
Nonostante la caccia, nonostante fossimo riusciti più di una volta ad arrivargli vicino, il dolore per il suo tradimento, ci ha impedito di prenderlo.
Credo che vederlo in compagnia di Becker… ci abbia tolto gran parte delle nostre speranze di una Varsavia di nuovo nostra.

(missione persa, nessuno ha voluto cambiare il dado per veder morire Elf)

Capitolo 8 (missione persa)
2 settembre 1944
Le nostre speranze stavano scemando. Non c’era nessuna buona notizia dalle truppe Sovietiche. Radio Folgore, quel giorno, inviò l’ultima richiesta di aiuto alle truppe Inglesi. Le munizioni stavano per terminare, il cibo non sapevamo neppure che sapore avesse da un po’. I continui tradimenti che decimavano il nostro esercito e le Schiere Grigie, stavano facendo crollare ogni speranza, così come Varsavia crollava sotto i nostri occhi.
Nell’ultimo disperato tentativo di ricevere aiuto, ci è stata affidata la missione di raggiungere l’ambasciata Britannica, ma fra noi e loro si staglia un enorme accampamento Nazista.
Eravamo stanchi, affamati, andiamo avanti per forza di inerzia e con quel briciolo di speranza che potesse esserci un futuro migliore.
Io e Lech, stavamo valutando l’idea di fuggire, fino a quando non abbiamo trovato il corpo senza vita di mio fratello maggiore.
La disperazione e la rabbia, avevano preso il sopravvento. Volevo uccidere ogni nazista che si parava davanti a noi e arrivare all’ambasciata Britannica.
Ricordo che eravamo pronti a tutto… quando uccisero Zeus.
Alcuni di noi, rimasero profondamente scossi. Avevamo perso molti dei nostri, era vero, ma perdere uno della nostro gruppo era davvero troppo.
L’hanno giustiziato, come se proteggere la nostra Varsavia fosse una colpa senza fine.
Guta e Zeus, Irka e Jolanta sopravvissero a malapena a quel dolore, fu l’ultima goccia.



Capitolo 9 (missione persa)
10 settembre 1944.
Ricordo che quel giorno, fu il peggiore di tutti. Avevamo recuperato un rapporto dell’Esercito Nazionale. Anche loro avevano perso ogni speranza.
Non c’erano più munizioni, non c’era più cibo.
Eravamo disperati, volevamo recuperare, in un’ultima missione, quanto più cibo possibile, portarlo a chi poteva farsene qualcosa e poi andarcene.
Io e Lech eravamo pronti a camminare e a nuotare fino alla Gran Bretagna. Non ci era rimasto più nulla.
In un ultimo tentativo disperato abbiamo fatto irruzione in una fattoria di cui le SS avevano fatto la loro casa.
Ancora una volta Becker ci aveva preceduti e ci stava aspettando.
Le cose precipitarono in un battibaleno.
Zodiack ci aveva procurato una via di ingresso. Ci eravamo divisi in due gruppi, ma l’assenza di Zeus era forte.
Le cose andarono in malora e ci trovammo tutti a fuggire, senza nemmeno un boccone da mangiare.
Fu l’ultima volta che vidi Guta.

(nonostante ci siamo impegnati tutti cambiando il dado al massimo, abbiamo fallito)

Capitolo 10

Era il 3 ottobre 1944 quando venne resa ufficiale la resa. Era passato più di un mese dall’attacco alla fattoria.
Io, Lech, Irka e Jolanta eravamo gli unici rimasti della nostra sezione.
Zodiack dopo la morte di Zeus e Guta si era irrimediabilmente perso. Combatteva come se non ci fosse un altro respiro per lui.
Dopo la resa, noi quattro superstiti abbiamo trovato asilo in Gran Bretagna, in una piccola casetta di campagna abbiamo allevato il piccolo Marek che Guta aveva salvato a costo della propria vita.
Non c’è notte in cui io non veda i visi sorridenti di chi ho perduto a Varsavia nell’estate del 1944






Non avevo mai giocato a Grey Ranks, non lo conoscevo nemmeno fino a quando Luca Cecchinelli non me lo ha proposto.
E’ un gioco dalle meccaniche piuttosto semplici e in cui è davvero facile immedesimarsi nei personaggi che vengono creati.
Abbiamo giocato in Hangout e Luca è stato così paziente da spiegare a chi di noi non lo conosceva, ogni regola del gioco, anche più volte dall’inizio del gioco, ma alla fine ci abbiamo preso tutti mano.
Per quanto sia facile a livello meccanico, a livello personale è davvero un gioco tosto. Creare storie in un contesto storico così devastante, non è affatto leggero.
Avere l’opportunità di accrescere i personaggi con un bagaglio personale, oltre che quello a livello di missione, da un tocco in più che rende il tutto davvero “reale”.
Gli elementi situazionali, poi sono perfetti da usare come spunti nel creare scene di missione intriganti e a cui, spesso, è difficile dare un dado.
Devo però ringraziare i miei compagni di tavolo virtuale, perchè nonostante tutto il vostro accanimento nel tentare di uccidere il “mio” Lech, mi avete fatto provare un gioco che mi è piaciuto dall’inizio alla fine.

Grazie!

PS: Vorrei essere più precisa per come sono andati i dadi… ma ero troppo impegnata a giocare e non mi avevano avvertita che avrei dovuto cercare di farne un AP!
(Ho avuto compagni di gioco ottimi, ma pigroni per gli AP!)

vanphanel

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Re:Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack
« Risposta #1 il: 2013-10-02 01:25:42 »
Ottimo reportage, Elisa, che rende davvero l'idea della storia che si è venuta a creare. Dal punto di vista prettamente ludico, invece, dico che il gioco si presta moltissimo alla collaborazione tra giocatori e al rimpallo di spunti.
Spesso le missioni personali nascevano le une dalle altre, o anche dalla scena di missione, e va benissimo così.
Nel complesso è stata una bella esperienza, ma conto di tornare sopra questo gioco per "sviscerarlo" meglio (alcune scene,specialmente all'inizio della campagna, erano molto meno intense di quelle degli ultimi capitoli, anche per la poca familiarità con le meccaniche).
Non sono io ad essere chiuso qui dentro con voi..siete VOI ad essere chiusi qui dentro con me

Giulia Cursi

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Re:Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack
« Risposta #2 il: 2013-10-02 08:31:27 »
Mi parlate un po' anche delle meccaniche facendomi vedere come creano poi questi racconti?
Non conosco Grey Ranks, ma pensavo di comprarmelo.
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Re:Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack
« Risposta #3 il: 2013-10-02 09:35:45 »
La spiegazione la lascio a Luca o Girolamo che sono molto più pratici di me! ;)

Mauro

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Re:Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack
« Risposta #4 il: 2013-10-02 11:51:46 »
Se vuoi te ne parlo poi in hangout (o prima volta che ci si vede), Giulia. In breve, ogni PG è caratterizzato dalla cosa cui tiene di più e da due reputazioni, modi negativi in cui viene visto dagli altri ("spaccone" piuttosto che "egoista", per dire). Il gioco è strutturato in capitoli, in ognuno dei quali ci sarà una missione, che prevede momenti di spotlight per ogni PG, e una scena personale, in cui il PG può perseguire ciò che gli interessa come persona.

In ogni capitolo ci sono due scene a PG (missione e personale) e ogni PG ha due dadi; si tira un dado per scena, per sapere se la missione riuscirà, per sapere se si riuscirà a ottenere quello che si voleva ottenere. Andando avanti, entrambe le cose diventeranno sempre più difficili.

E se il tiro non riuscisse, ma io volessi cambiarlo? Posso sfruttare le mie reputazioni per ritirare parte dei dadi, e farlo farà sì che le reputazioni evolvano in qualcosa di positivo ("incosciente" in "coraggioso", per dire), perché i PG crescono; oppure posso mettere in gioco quello cui tengo di più: metterlo in gioco significa che potrà venire minacciato e poi distrutto, perché la guerra può distruggere ciò cui teniamo, ma ognuna di queste cose - metterla in gioco, minacciarla, distruggerla - dà la possibilità di ritirare un dado, e di ritirarlo come d12, a prescindere da cos'era prima. Perché, a volte, difendere ciò cui teniamo significa lasciare che i nazisti vincano.

Inoltre, la missione ha una particolarità: se assegno un dado alto, contribuendo molto al successo della missione, capiterà qualcosa di negativo; nella mia scena, o in qualcosa fuori dalla missione, magari personale, ma comunque capiterà. Perché nella guerra non va tutto bene, e si deve scegliere a cosa dare priorità.

Giulia Cursi

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Re:Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack
« Risposta #5 il: 2013-10-02 12:02:06 »
L'ho chiesto più che altro, perché essendo il post di Elisa di sola fiction non si tratta di un actual play e di conseguenza avrei dovuto spostarlo in "Materiale di Ispirazione".

In più sono curiosa perché mi hanno parlato bene di questo gioco. ^^
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Re:Grey Ranks [in Hangout] - Guta, Mustang, Zeus & Zodiack
« Risposta #6 il: 2013-10-02 12:56:58 »
Giulia, purtroppo non ero pronta a scrivere un AP e mi sono trovata tra "pigroni" e speravo che almeno uno di loro potesse aggiungerci i dettagli delle meccaniche :)
Per questo li avevo evocati.

In ogni caso, non avrei potuto spiegarlo meglio di Mario, anzi probabilmente lo avrei reso molto piú complicato e magari ti facevo cambiare idea.

Secondo i miei gusti rimane un gioco davvero meraviglioso, è più semplice giocarci che spiegarlo! :)

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