Pubblico anche la valutazione ricevuta da Lord Tywin:
La Linea d'Ombra appare come un freeform meditato e perfettamente funzionale, anche se forse un po' "freddo".
Si notano bene li influenze, a partire da Montsegur 1244 e Dilemma, e si nota che l'autore ha le idee molto chiare su quello che vuole ottenere: il ricordo degli anni dorati della giovinezza. In questo senso La Linea d''Ombra è un gioco assolutamente riuscito: la struttura delle carte, la situazione e i meccanismi di creazione delle scene e di chiusura della partita sono tutti elementi funzionali a ricreare tre anni d'oro. Le carte filtrano i momenti migliori che può vivere un ragazzo, quegli eventi dorati e pure quegli attimi dolceamari che però ci lasciano tanta nostalgia.
Questo suo successo è, però, anche il suo difetto più grande, quello che, a mio parere, lo rende ancora bisognoso di qualche modifica.
L'avere per lo più momenti felici da rivivere toglie valore alla scelta finale. Ai miei occhi il finale del gioco è il suo problema maggiore: gli spunti delle scene, se pur funzionali, spingono verso il creare degli anni così luminosi che non riesco proprio a vedere come si potrebbe voler esserne separati.
Un gioco del genere, a mio parere, può reggersi su due domande: "vale la pena di rimanere assieme?" Oppure "Siamo disposti a lasciare le gioie passate per trovarne di nuove, magari maggiori?"
La prima mi sembra più distante dallo spirito inteso, ma si può puntare in quella direzione inserendo un maggior conflitto tra gli spunti di scena (Quella volta che abbiamo litigato per un prestito, Quella volta che mi hai rubato la ragazza..

Qualcosa in questo senso c'è già, ma mi pare molto debole rispetto al resto.
La seconda domanda mi sembra più pertinente, ma in questo caso sarebbe necessario mostrare cosa può esserci al di fuori della scuola, magari dando indicazioni per l'epilogo, o inducendo l'inserimento di sogni e desideri dei personaggi nel gioco.
In alternativa si può mantenere il gioco sul piano del "sogno": godiamoci i ricordi. In questo caso, però, è la scelta finale a stonare e a non avere spazio in quel meriggio dorato che sono i ricordi della giovinezza.
Un'altra cosa che mi ha lasciato un po' perplesso è il ruolo della IA: un "master" con questo genere di autorità mi sembra superfluo, in un gioco del genere, specialmente dato che ha ben poco mordente meccanico, al di là del potere di framing. Suggerirei di riorientare comunque il gioco verso il masterless, col framing affidato a rotazione al tavolo.
Al di là di queste critiche La Linea d'Ombra è un gioco che mi pare solido, ben scritto, e che sfrutta bene gli Ingredienti e il tema. Non è ancora pronto, ma è sicuramente un'ottima base su cui ragionare. La prima cosa che farei, oltre a rimuovere l'IA, sarebbe quella di chiedermi cosa voglio davvere ottenere: la risposta a una di quelle due domande o il rivivere un'esperienza gradevole, orientando il gioco di conseguenza.
Comunque complimenti, Martino, hai un'ottima base di partenza per creare un gioco che, fra qualche cambiamento, vorrò senz'altro giocare.
Lord Tywin di Casa Lannister
Udite il mio ruggito