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E il nuovo gioco di Narrattiva sarà...

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Moreno Roncucci:
Alcune info per chi non ne ha mai sentito parlare (ma dove vivete?  :wink:  )

Il sito del gioco originale

Recensione di Steve Darlington su rpg.net

E infine, un articolo molto interessante. In Italia è stato pubblicato tempo fa (in traduzione) un articolo di Greg Costikyan (Toon, Paranoia, Star Wars RPG, etc.) che viene citato spesso come un punto fermo che dice "o giochi o crei una storia". Quello che pochi in Italia sanno (perchè questo secondo articolo non è stato mai tradotto) è che mentre qui (nelle lontane province dell'impero dove le notizie non arrivano mai) Greg viene ancora citato come teorico di questa posizione, in realtà Greg da tempo è tornato pubblicamente sulle sue posizioni ammettendo che si era sbagliato.
Cosa glielo ha fatto capire? Giocare a "My Life With Master"!
I dettagli li trovate nella sua recensione del gioco, qui

Leonardo:
Per curiosità, c'è qualcuno qui che ha mai giocato Bacchanal di Czege? Sarei curioso di sapere che esperienza ha rappresentato (in altro topic e/o sede  naturalmente). Io l'ho soltanto letto e nel suo essere gioco estremo e quindi decisamente non rivolto a tutti (personalmente penso che sarei troppo imbarazzato nel giocarlo) mi è sembrato tuttavia un esempio lampante di cosa si intende affermando che i giochi di tipo Story Now rappresentano "il gioco di ruolo come arte". Un gioco del genere ti costringe ad esporti, non c'è un angolo in cui rifugiarsi (meccanica di endgame a parte che Czege ha dichiarato di aver introdotto proprio come ancora di salvezza per poter tirare il fiato). E questo vale per tutti i giochi Narrativisti, anche se in misura diversa per ciascuno di essi. Bacchanal rende il tutto più esplicito solo per via del suo contenuto adulto e talvolta estremo. Mi ricordo di aver letto il racconto di un actual play in cui Edwards raccontava di come si fosse trovato, ad una convention, a dover descrivere una scena sessualmente esplcita di fronte a dei perfetti sconosciuti e di come avesse affrontato l'imbarazzo e le difficoltà inerenti nella situazione. Paradossalmente mentre leggevo mi trovavo a pensare che un gioco del genere è forse più difficile da giocare insieme a chi conosci piuttosto che insieme a ignoti proprio perché ad alto rischio di rivelare parti di sé che ciascuno custodisce gelosamente (in quanto intime). Ma aldilà di questo esempio particolare il concetto che emerge è proprio che il bello dei giochi narrativisti sta in questa possibilità di esprimere qualcosa di se stessi nello stesso tempo imparando ad ascoltare le espressioni degli altri. C'è un aspetto educativo molto forte che si accompagna a quello ludico in una tale forma espressiva. E My Life With Master è un capolavoro da questo punto di vista.

Claudia Cangini:
Leonardo, nel tuo post sollevi alcuni temi molto interessanti :)


--- Citazione ---[cite] Leonardo:[/cite] Per curiosità, c'è qualcuno qui che ha mai giocato Bacchanal di Czege? Sarei curioso di sapere che esperienza ha rappresentato (in altro topic e/o sede  naturalmente). Io l'ho soltanto letto e nel suo essere gioco estremo e quindi decisamente non rivolto a tutti (personalmente penso che sarei troppo imbarazzato nel giocarlo) mi è sembrato tuttavia un esempio lampante di cosa si intende affermando che i giochi di tipo Story Now rappresentano "il gioco di ruolo come arte". Un gioco del genere ti costringe ad esporti, non c'è un angolo in cui rifugiarsi (meccanica di endgame a parte che Czege ha dichiarato di aver introdotto proprio come ancora di salvezza per poter tirare il fiato).
--- Termina citazione ---


Sia io che Michele e Moreno abbiamo provato Bacchanal un paio di volte (insieme anche ad altre persone che non postano qui) e per la mia esperienza confermo la tua impressione: è un gioco che ti spinge a esporti e fa anche un po’ paura. Infatti la prima volta che lo ho giocato (a una ModCon, se non sbaglio) ho scelto un personaggio maschio, probabilmente perché mi consentiva un approccio più distaccato.

Penso sia un gioco in cui è molto facile mettere a disagio i compagni: non è semplice trovare una sensibilità condivisa su cosa è bella narrazione e dove si sconfina nel cattivo gusto.
Per la cronaca, entrambe le volte in cui abbiamo giocato non si sono mai creati momenti di disagio, o almeno a me non è parso. È anche vero che ho avuto la netta sensazione che tutti al tavolo ci andassero “con i piedi di piombo” per non urtare la sensibilità altrui… Probabilmente avremmo potuto osare qualcosa di più.

È un gioco che mi inquieta e insieme mi affascina per il suo tema estremo e proprio per il rischio implicito… Bisognerà che ci rigiochi…


--- Citazione ---[cite] Leonardo:[/cite] E questo vale per tutti i giochi Narrativisti, anche se in misura diversa per ciascuno di essi. Bacchanal rende il tutto più esplicito solo per via del suo contenuto adulto e talvolta estremo.
--- Termina citazione ---


Per la verità io ho la sensazione che questo aspettp sia particolarmente evidente proprio nei design di Czege… :) (almeno per i giochi che conosco io, cioè MLwM e Bacchanal, appunto).
Ma è anche vero che questo spingerti a metterti in gioco personalmente è tipico in generale dei giochi Story Now.
Più ci gioco e più mi rendo conto che “oso” di più con i personaggi che vado a creare. Nella sicurezza di sistemi che mi danno gli strumenti per indicare ai miei compagni cosa mi interessa, cosa mi piace, quali sono i punti fermi su cui non intendo cedere, mi riesce più facile esplorare temi prima impensabili. (per la costernazione del mio master nella nostra ultima campagna, vorrei aggiungere ;P)
Trovo che la cosa renda il mio gioco immensamente più soddisfacente rispetto a prima.


--- Citazione ---[cite] Leonardo:[/cite] Mi ricordo di aver letto il racconto di un actual play in cui Edwards raccontava di come si fosse trovato, ad una convention, a dover descrivere una scena sessualmente esplcita di fronte a dei perfetti sconosciuti e di come avesse affrontato l'imbarazzo e le difficoltà inerenti nella situazione. Paradossalmente mentre leggevo mi trovavo a pensare che un gioco del genere è forse più difficile da giocare insieme a chi conosci piuttosto che insieme a ignoti proprio perché ad alto rischio di rivelare parti di sé che ciascuno custodisce gelosamente (in quanto intime).
--- Termina citazione ---


Verissimo anche questo, secondo me.


--- Citazione ---[cite] Leonardo:[/cite] Ma aldilà di questo esempio particolare il concetto che emerge è proprio che il bello dei giochi narrativisti sta in questa possibilità di esprimere qualcosa di se stessi nello stesso tempo imparando ad ascoltare le espressioni degli altri. C'è un aspetto educativo molto forte che si accompagna a quello ludico in una tale forma espressiva. E My Life With Master è un capolavoro da questo punto di vista.
--- Termina citazione ---


Spesso, quando mi capita di descrivere i giochi di Narrattiva, menziono proprio questa cosa “Sono estremamente rivelatori sulle persone che vi prendono parte: scoprirete lati impensati dei vostri compagni di gioco”. In genere questa affermazione mi ottiene scrollate di spalle e risposte ironiche tipo “Oddio, speriamo di no!” :)
Invece io continuo a pensare che questo sia un aspetto estremamente affascinante di questi giochi.

Leonardo:

--- Citazione ---[cite] Claudia Cangini:[/cite]Penso sia un gioco in cui è molto facile mettere a disagio i compagni: non è semplice trovare una sensibilità condivisa su cosa è bella narrazione e dove si sconfina nel cattivo gusto.
Per la cronaca, entrambe le volte in cui abbiamo giocato non si sono mai creati momenti di disagio, o almeno a me non è parso. È anche vero che ho avuto la netta sensazione che tutti al tavolo ci andassero “con i piedi di piombo” per non urtare la sensibilità altrui… Probabilmente avremmo potuto osare qualcosa di più.

È un gioco che mi inquieta e insieme mi affascina per il suo tema estremo e proprio per il rischio implicito… Bisognerà che ci rigiochi…
--- Termina citazione ---


Ciao Claudia e grazie della celere ed esauriente risposta. Devo assolutamente ritrovare il link al post di Edwards perché le sue parole contenevano una serie di utilissime indicazioni proprio su come giocare "bene", cioè senza trattenersi ma nello stesso tempo evitando di trasformare un gioco a indubbio contenuto erotico (tra le altre cose) in uno sterile e stucchevole esercizio di narrativa pornografica. Che poi penso che sia uno dei maggiori timori che spingono una persona a trattenersi. Essenzialmente Ron spiegava come giocare sulla situazione in modo sottile così da provocare una escalation interessante e accattivante di situazioni scabrose senza dover ricorrere al plateale, all'esibito, tanto per intenderci. Purtroppo per ora ho perso il post nei labirintici meandri di the Forge...


--- Citazione ---[cite] Claudia Cangini:[/cite]Spesso, quando mi capita di descrivere i giochi di Narrattiva, menziono proprio questa cosa “Sono estremamente rivelatori sulle persone che vi prendono parte: scoprirete lati impensati dei vostri compagni di gioco”. In genere questa affermazione mi ottiene scrollate di spalle e risposte ironiche tipo “Oddio, speriamo di no!” :)
Invece io continuo a pensare che questo sia un aspetto estremamente affascinante di questi giochi.
--- Termina citazione ---


Sì, anche secondo me è bello ma riconosco che possa fare abbastanza paura. Insomma, c'è sempre l'idea di deludere gli altri facendo conoscere loro parti di sé che possono non piacere. Qui si parla ovviamente di conoscere e non di giudicare ma è anche vero che talvolta le persone si trovano (magari in buona fede e/o inconsapevolmente) a cortocircuitare le due pratiche.

Ciao!

Leonardo:
Un postscriptum...

Ieri sera mi sono trovato a vedere le prime due puntate della serie televisiva Rome (forse è stata trasmessa dalla RAI in passato, non so) e mi sono reso conto che lo spirito della serie può in fondo essere abbastanza vicino a quello di Bacchanal. E' una possibile fonte di ispirazione (e a tratti mi ha ricordato  anche i Pool Refreshment di TSOY).

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