Leonardo, nel tuo post sollevi alcuni temi molto interessanti

[cite] Leonardo:[/cite] Per curiosità, c'è qualcuno qui che ha mai giocato Bacchanal di Czege? Sarei curioso di sapere che esperienza ha rappresentato (in altro topic e/o sede naturalmente). Io l'ho soltanto letto e nel suo essere gioco estremo e quindi decisamente non rivolto a tutti (personalmente penso che sarei troppo imbarazzato nel giocarlo) mi è sembrato tuttavia un esempio lampante di cosa si intende affermando che i giochi di tipo Story Now rappresentano "il gioco di ruolo come arte". Un gioco del genere ti costringe ad esporti, non c'è un angolo in cui rifugiarsi (meccanica di endgame a parte che Czege ha dichiarato di aver introdotto proprio come ancora di salvezza per poter tirare il fiato).
Sia io che Michele e Moreno abbiamo provato Bacchanal un paio di volte (insieme anche ad altre persone che non postano qui) e per la mia esperienza confermo la tua impressione: è un gioco che ti spinge a esporti e fa anche un po’ paura. Infatti la prima volta che lo ho giocato (a una ModCon, se non sbaglio) ho scelto un personaggio maschio, probabilmente perché mi consentiva un approccio più distaccato.
Penso sia un gioco in cui è molto facile mettere a disagio i compagni: non è semplice trovare una sensibilità condivisa su cosa è bella narrazione e dove si sconfina nel cattivo gusto.
Per la cronaca, entrambe le volte in cui abbiamo giocato non si sono mai creati momenti di disagio, o almeno a me non è parso. È anche vero che ho avuto la netta sensazione che tutti al tavolo ci andassero “con i piedi di piombo” per non urtare la sensibilità altrui… Probabilmente avremmo potuto osare qualcosa di più.
È un gioco che mi inquieta e insieme mi affascina per il suo tema estremo e proprio per il rischio implicito… Bisognerà che ci rigiochi…
[cite] Leonardo:[/cite] E questo vale per tutti i giochi Narrativisti, anche se in misura diversa per ciascuno di essi. Bacchanal rende il tutto più esplicito solo per via del suo contenuto adulto e talvolta estremo.
Per la verità io ho la sensazione che questo aspettp sia particolarmente evidente proprio nei design di Czege…

(almeno per i giochi che conosco io, cioè MLwM e Bacchanal, appunto).
Ma è anche vero che questo spingerti a metterti in gioco personalmente è tipico in generale dei giochi Story Now.
Più ci gioco e più mi rendo conto che “oso” di più con i personaggi che vado a creare. Nella sicurezza di sistemi che mi danno gli strumenti per indicare ai miei compagni cosa mi interessa, cosa mi piace, quali sono i punti fermi su cui non intendo cedere, mi riesce più facile esplorare temi prima impensabili. (per la costernazione del mio master nella nostra ultima campagna, vorrei aggiungere ;P)
Trovo che la cosa renda il mio gioco immensamente più soddisfacente rispetto a prima.
[cite] Leonardo:[/cite] Mi ricordo di aver letto il racconto di un actual play in cui Edwards raccontava di come si fosse trovato, ad una convention, a dover descrivere una scena sessualmente esplcita di fronte a dei perfetti sconosciuti e di come avesse affrontato l'imbarazzo e le difficoltà inerenti nella situazione. Paradossalmente mentre leggevo mi trovavo a pensare che un gioco del genere è forse più difficile da giocare insieme a chi conosci piuttosto che insieme a ignoti proprio perché ad alto rischio di rivelare parti di sé che ciascuno custodisce gelosamente (in quanto intime).
Verissimo anche questo, secondo me.
[cite] Leonardo:[/cite] Ma aldilà di questo esempio particolare il concetto che emerge è proprio che il bello dei giochi narrativisti sta in questa possibilità di esprimere qualcosa di se stessi nello stesso tempo imparando ad ascoltare le espressioni degli altri. C'è un aspetto educativo molto forte che si accompagna a quello ludico in una tale forma espressiva. E My Life With Master è un capolavoro da questo punto di vista.
Spesso, quando mi capita di descrivere i giochi di Narrattiva, menziono proprio questa cosa “Sono estremamente rivelatori sulle persone che vi prendono parte: scoprirete lati impensati dei vostri compagni di gioco”. In genere questa affermazione mi ottiene scrollate di spalle e risposte ironiche tipo “Oddio, speriamo di no!”

Invece io continuo a pensare che questo sia un aspetto estremamente affascinante di questi giochi.