"Aggiungere numero al popolo dei lettori" e il suo cuginetto "leggere qualcosa piuttosto che leggere qualcosa di buono" sono ragionamenti su cui non sono del tutto sicuro...
Io ho qualche sospetto sulla possibilità che un lettore cresciuto a suon di Twilight poi passi a prodotti meglio curati.
Per restare sul paragone culinario, un popolo cresciuto a fast-food poi sviluppa il gusto per la cucina tradizionale? Oppure si ferma lì? Non ho una risposta, servirebbero dei dati su ampia scala, un po' più del nostro "sentito dire" (che va benissimo per fare due chiacchiere e scambiarci pareri ^_^ , un po' meno per ricavare regole di comportamento dei consumatori in massa).
Il discorso "prodotti per ragazzi", vediamo un po'.
Parlo del messaggio inculcato da almeno 70 anni di mala-educazione pubblica alla lettura: che i libri sono "poco fighi" e "per adulti barbosi". E che, per differenza, tutto ciò che è illustrato è "di qualità inferiore".
Seriamente, a parte Umberto Eco, c'è mai stato un "uomo di cultura" che non abbia parlato in termini orribilmente supponenti dell'arte visiva popolare?
Mia madre aveva, alle superiori (per pedagogia o roba simile), un libro di testo che denigrava il fumetto come medium, al punto di sparare puttanate tipo l'atrofia del globo oculare (causato dal fissare immagini statiche invece che scorrere righe di testo). No, non me lo sto inventando.
Da qui ad allevare una generazione, o due, o tre, che da una parte non leggono libri "solo testo" perché sono barbosi, e dall'altra mollano il materiale illustrato "perché è per bambini" appena raggiungono i 16 anni il passo è stato TROPPO breve, per motivi che ancora non mi sono del tutto chiari.
La generazione immediatamente precedente alla nostra (e forse anche la nostra - io ho 33 anni, giusto per inquadrare) ha una fermissima convinzione che tutto ciò che è disegnato sia creato da persone "benedette dagli dèi con un dono" e che il materiale per bambini sia intrinsecamente usa-e-getta.
Quindi i lavoratori grafici non sono pagati per la loro professionalità (chiedi ad un fumettista quanto lo pagano... no, scusa, SE lo pagano. Se dice sì, chiedigli se lavora per Bonelli o per l'estero, tertium non datur) e spesso si vedono gli opuscoletti fatti in Comic Sans e illustrati a matita dalla cugina "brava ma brava ma brava che lo dicevano tutti a scuola che era brava a disegnare"... perché tanto, che vuoi pagare uno che fa un lavoro in cui uno si diverte? (sì, certo, come no)
Tornando a noi, già 15 anni fa parlavo con adulti a cui non fregava niente dal fatto che produzioni per bambini venissero alterate, censurate, tradotte male, serie interrotte (editorialmente o televisivamente) a metà... trattate in generale con zero rispetto perché tanto "è roba per bambini, cosa vuoi che se ne accorgano".
Più chiaro il contesto (anti-)culturale a cui faccio riferimento?