Lavinia cerco di semplificare e nel farlo sarò impreciso.
Ci sono più tipi di crowfounding. Possiamo per esempio dividerli in due categorie:
1) persone che cercano fondi per la propria azienda (per iniziare o per ampliarla) e chiedono soldi che poi restituiranno come dividendi, azioni o altro; chi da i soldi lo fa per guadagnarci
2) persone che cercano fondi per finanziare il proprio progetto artistico e sociale e chiedono soldi in forma di donazioni, si tratta insomma di una sorta di mecenatismo o beneficenza; chi da i soldi lo fa principalmente per contribuire al successo del progetto.
Quali sono i problemi e lo stato dell'arte in Italia?
1) la normativa italiana proposta di cui si parla nell'articolo linkato si occupa solo del primo tipo e stabilisce che solo una banca può fare da intermediario per questo tipo di finanziamenti; da una parte gli da importanza, ma sostanzialmente limita di molto lo sviluppo di questo settore visto che burocratizza il tutto e fa fare sopratutto profitti alle banche che inoltre possono bloccare progetti a loro discrezione.
2) la normativa di cui sopra secondo molti non parla di questo secondo tipo e quindi è opinione diffusa che non sia regolata da nessuna norma. Esistono comunque dei problemi:
- in qualsiasi momento protrebbero aggiornare le norme e stabilire che anche questo tipo di progetti devono passare attraverso le banche
- i soldi dati a questo progetti sono donazioni? Allora dovrebbero seguire la normative esistenti sulle donazioni.
- cosa sono quindi i premi dati ai sostenitori? Molti sostengono che nel caso di un prodotto culturale (film, libro...) in molti casi si tratta di prevendite. Se sono prevendite, quelle dei sostenitori non sono donazioni, ma acquisti di prodotti. In questo caso si dovrebbe seguire la normative per il commercio con relativa tassazione
- sia che si tratti di donazioni, sia che si tratti di prevendite chi fa un progetto dovrebbe avere la partita IVA, questo può essere un problema per alcuni, ma tutti i progetti fatti in Italia su siti italiani che conosco sono stati fatti da soggetti con partita IVA. Per capirsi avere una partita IVA per un'associazione di volontariato è molto semplice. Avere una partita IVA per un privato è poco più complicato, ma può essere costoso e può dissuadere; un artista se lavora come professionisat o semiprofessionista la partita IVA ce l'ha già.
- per "vendere cose" in Italia sei soggetto a norme e tassazioni differenti nel caso tu sia una persona, un'azienda o un'associazione
NOta aggiuntiva: nell'articolo c'è un virgolettato che è una castroneria, in molti paesi del nord europa già esistono normative su queste materie. No, non siamo i primi a burocratizzare il crowfounding, ma potremmo essere i primi a farlo male.