Autore Topic: [Dilemma] Oh, Vienna...  (Letto 3558 volte)

Alberto Muti

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[Dilemma] Oh, Vienna...
« il: 2012-12-13 13:42:09 »
Ok, sento di dover scrivere questo AP. non sono sicuro avrà una coerenza, perchè ieri sono successe molte cose, e, causa vari motivi, oscillavo fra il faticare a tenere il filo di tutto e il perdermi nel giocare.

Parecchie scene sono state davvero "di pancia",e  temo di non ricordarle neanche troppo. cercherò di mettere assieme il puzzle.

La mia prima scena: ora tocca a me provare a salvare Wolff. Simon, l'Ala Verde, è riuscito a fargli accettare aiuto "esterno" (fargli rivelare che sta coprendo un collega, che on è tutta colpa sua), ma, secondo Arthur (la mia Ala Arancio), il problema di fondo resta che non riusciamo a toccarlo nell'anima, a farlo arrivare un po' più vicino a perdonarsi e riiniziare a vivere. è ancora lì a condannarsi senza appello, il più severo dei giudici di se stesso. lo becco mentre esce dal suo primo incontro con il figlio. parliamo, lo abbraccio, cerco di essere suo amico. mi chiede se è terapia, quella che stiamo facendo, e gli rispondo che no, abbiamo fenomenali poteri cosmici, ma andiamo anche noi a tentoni. E poi cerco di convincerlo che certo, non può ignorare quello che ha fatto, ma può lavorare per redimersi, per poter tornare a testa alta dalla sua famiglia, essere il padre che vorrebbe essere.

gli consiglio di indulgere a lungo in un conforto materiale (gli incontri col figlio), per cercare di staccargli questo Martire che si tira dietro da troppe scene e che lo sta consumando.

E fallisco il tiro, complici dadi privi di umanità e il fatto che mi dimentico che avevo un token che avrebbe potuto cambiare le cose. E niente, una chiave sempre più impermeabile e chiusa nei suoi fantasmi. Saranno risolti dopo, ma a quale prezzo... (reitero il Martino, T'ammazzerei)

Nel frattempo, Emmanuelle ha pensato bene di andare da Anna, la chiave con cui ho legato di più, che mi ha colpito moltissimo e che apparentemente è innamorata di me, e dirle che dovrebbe dichiararsi.

Retrolampo: riassunto delle puntate precedenti fra Anna e Arthur

Prima scena, lei è da sola che si esercita, in conservatorio. Arthur arriva e le chiede se possono provare insieme un pezzo. Suonano. Arthur sente che suonando si sente bene, riesce a tenere lontani i problemi e l'angoscia, e sente anche che ci sono tante cose in profondità, nascoste dietro quelle note. La invita a indulgere a lungo in quel piacere, e suonano insieme fino a sera. molto bello perchè dopo le prime parole iniziali, chiederle di suonare, non si sono più parlati. è stato tutto fatto attraverso la musica. Scena carinissima, e infatti avevo l'impressione di averla scampata....

Seconda scena, qualche settimana dopo... Anna si è chiusa nel Violino, fa poco altro. Si presenta al mondo come la violinista di talento, e basta, perchè ha paura di non essere abbastanza, e sa che in quello è brava, e che quindi tramite quello le persone la accetteranno. allo stesso modo, le piace Arthur, perchè l'ha fatta sentire sicura. Ah, i risultati disastrosi delle mie azioni. Anna piace molto ad Arthur, ma gli piace per quello che ha sentito sotto la superficie, e ora lei queste cose le sta tenendo indietro, sta mostrando al mondo solo ed esclusivamente una facciata, meravigliosa ma sottile. E di una facciata Arthur non può innamorarsi. cerca di segnarla, di farle riconsiderare la sua decisione su se stessa, ma ovviamente fallisce.

Fine del Retrolampo, torniamo a ieri sera

Arthur è ovviamente incazzato a morte con Emmanuelle. lei dovrebbe saperlo che lui ha questo Dilemma, non può dire ad Anna di andare lì e buttarglisi ai piedi. perchè se Anna lo fa ora, lo fa così... lui non potrà accettarla.

cerca di spiegarglielo, in una tirata memorabile durante la scena delle ali (da lì in avanti Arthur è diventato l'Ala Turpiloquio) che mi è uscita 100% di pancia, non pensavo neanche a quello che dicevo, e che a malapena ricordo. Simon però era d'accordo, quindi magari lui se lo ricorda meglio :P

Bisogna quindi che vada da Anna. Propongo un framing particolare, a Fabio. sono le 8 di sera, ed abbiamo già passato insieme tutto il pomeriggio. Lei voleva sapere tante cose di me, e io le ho risposto. Quali sono i miei compositori preferiti, i film e i libri che amo, come la penso su tante cose. Però ovviamente c'è l'Elefante nella Stanza di cui nessuno ha parlato, e intorno al quale ci siamo mossi in punta di piedi, con circospezione. è quasi ora di andare.

Anna è insicura. le dico che in realtà mi dispiace, perchè ho parlato quasi solo io, e lei non capisce del tutto cosa intendo. Le dico che voglio conoscerla meglio, che ci sono cose di lei che voglio scoprire. Si avvicina lentamente e cerca di baciarmi.

All'ultimo secondo, mi sposto, la bacio sulla guancia, tenendola abbracciata. poi le parlo all'orecchio.

Fabio, nel frattempo, barcolla e me ne scuso.

Quello che le dico è che lei mi ha colpito da subito, e sì, attraverso il violino, ma perchè era una porta aperta su qualcosa di molto più grande. Poi per paura degli altri, per difendersi, ha usato proprio il suo fascino e il suo talento per tenere gli altri fuori. E io di una porta chiusa, per quanto bella, non mi posso innamorare.

torno a guardarla in faccia, vicinissimi, quasi naso a naso, e le chiedo se ha voglia di aprire la porta. Dice di sì. La bacio io.

Scena da tipo 5 minuti in un'Era di scene chilometriche, fabio con la faccia totalmente sdrumata e gli occhioni sgranati. "Fabio, per me si può anche chiudere qui". :P

E nel frattempo, Simon si è sacrificato per Wolff. Scena delle ali nella sua cella. lo prendo a pugni e lo copro d'insulti, piango. l'ammazzerei e gli voglio bene, lo sento davvero come un fratello, sono disperato perchè voglio salvarlo e non vedo vie d'uscita. non può finire così.

Lui dice che rimarrà sulla terra, in prigione. Ci chiede magari di mandare Christian, un'altra chiave, a trovarlo ogni tanto, quando saremo ascesi. Gli rispondo, come se fosse la cosa più ovvia di tutte e lui fosse un deficiente, che è chiaro che io non possa ascendere e lasciarlo qui. In un altro contesto, Anna dominerebbe i miei pensieri. Invece a malapena ci penso, ora come ora. Simon è tragico e meraviglioso, è un Eroe, a modo suo, e io non voglio un Eroe su cui scrivere un libro, io voglio mio fratello. Cazzo.

E forse un modo in mente per salvarlo ce l'ho, ma lo perderei per sempre comunque. bella scelta. 

Alberto Muti (mi trovate su FB e G+!!!)

Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #1 il: 2012-12-13 14:07:26 »
Bellissimo!!!

Ora voglio leggere gli AP di Simon e di Emanuelle!! ^__^

Per un attimo ho avuto una paura concreta della FRIENDZONATA a freddo e senza vaselina...
^^'
Co-Creatrice di DILEMMA. Amante del GWEP. Non mettetemi in difficoltà con ambientazioni storiche. Il mio amore per Kagematsu/KaGaymatsu tocca le stelle.

Alberto Muti

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Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #2 il: 2012-12-13 14:17:40 »


Per un attimo ho avuto una paura concreta della FRIENDZONATA a freddo e senza vaselina...
^^'

Manu, ma mi hai visto in faccia?! :P

Poi ieri sera ero troppo irromantichito :P
Alberto Muti (mi trovate su FB e G+!!!)

Mar

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Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #3 il: 2012-12-13 14:27:18 »

Va beh, proviamoci.
(Passerò in maniera schizofrenica tra la prima e la terza persona. Scusate).


Eravamo rimasti con Simon ancora sconvolto dall'aver capito che c'è un altro modo per intervenire nella vita delle persone. Cercare di ascoltarli, di essere loro amici, senza "mettergli le mani dentro".
Peccato che nella scena delle ali i suoi fratelli abbiano cercato con vari mezzi di convincerlo ad "intervenire" su Wolf (ormai martire da tre scene) per cercare di salvarlo.
Simon non vuole ascoltarli e se ne va. Ma continua a pensarci.


Ieri sera.
Frammo io anche questa volta.
Simon ha portato Wolf fuori, nel cortile della prigione (riscuotendo qualche favore dalle guardie, dice).
Vuole provare, davvero, ad aiutare la chiave.
Vuole essergli amico, come Christian è stato con lui.
Wolf è giustamente diffidente, non capisce cosa vuole da lui questo detective.
Simon, allora, prende il distintivo e lo lancia verso il centro del cortile. Poi tira fuori due birre da sotto il loden e ne offre una a Wolf.
I due bevono un po', in silenzio.


Wolf: "Non capisco cos'ho di così importante, che tutti cercate di aiutarmi"
Simon: "Diciamo che mi hai fatto capire qualcosa di importante. Mi hai fatto riconsiderare il mio lavoro. E per questo sono in debito con te".
Wolf: "Sei tipo un angelo custode?"
Simon: "Io preferisco amico".


Lo ascolto. Cerco di convincerlo a denunciare l'altro agente che sta coprendo, per poter tornare dalla sua famiglia.
Lui vuole prendere tempo. Io non ho tempo.


Volevo solo essergli amico, aiutarlo senza immensi poteri cosmici, solo ascoltandolo, consigliandolo, standogli vicino.


Ma le cose non funzionano così.
Fabio mi guarda e mi dice chiaramente quello che temevo.
Se voglio farglielo fare, devo segnarlo.


Qui è il momento in cui, alla fine, cambia tutto. In cui Simon capisce che finchè sarà un'ala, questo è chiamato a fare.
A decidere, a giudicare, a "mettere le mani nelle persone". 


Simon si gira, cammina fino al centro del cortile. Raccoglie il distintivo e se lo rimette in tasca.
Poi torna da Wolf, "Perdonami" dice, e semplicemente posandogli la mano sulla spalla, senza nessuna frase, senza neppure provare a fingere che siano le parole a convincere la chiave, cerca di segnarlo.


Lo dico subito a Fabio. Se è un fallimento, vorrei che Wolf si accorgesse di quello che sta succedendo. Che si accorgesse che sono io che lo sto "muovendo" a fare quello che farà.


4.


Da mossa Fabio dovrebbe farmi sentire in colpa. In realtà, penso se ne renda conto, non ce n'è minimamente bisogno.


Simon si sente già in colpa oltre ogni dire.
Amico? Amico un cazzo, direi. Per l'ennesima volta ha scelto cos'era giusto e ho obbligato qualcuno a farlo.


Wolf chiama l'avvocato e gli racconta tutto. Simon è già via da lì.


Nella scena delle ali, Simon lo dirà chiaramente: Noi non siamo capaci di fare quello che facciamo in un modo diverso. Non funziona. L'unico modo, davvero, è toglierli la libertà e decidere noi. Ma lui non lo vuole più fare.


Non provo neppure a riassumere tutta la scena delle ali, ambientata di notte nella biblioteca di Vienna.
Solo qualche scena, forse.
L'inizio, con Emanuelle che si presenta vestita da bibliotecaria anni 50 con tanto di occhialini d'ordinanza e spingendo un carrellino di libri.
Simon si alza, rovescia con un calcio il carrellino, toglie gli occhiali di dosso a Emanuelle, li schiaccia con un piede e torna a sedersi.
Il continuo oscillare tra la necessità di trovare un piano, di decidere a tavolino cosa fare con le chiavi, e la voglia di andare a tentoni.
I dubbi di Arthur, che comincia a pensare che Simon alla fine abbia anche ragione.


Simon, in tutto questo, oscilla tra un cinismo disilluso (è solo un lavoro, facciamolo come fosse un lavoro e non pensiamoci) e la voglia di trovare sostegno nei fratelli, di farsi convincere che invece non è così, che c'è qualcosa di più. Il distintivo sul tavolo tra loro tre e Emanuelle che lo prende e lo lancia via.


E poi due cose: Emanuelle che gli dice che non basta il distintivo, che serve il cuore; che quello che ho fatto non ha funzionato perché non basta parlare con le chiavi, ma bisogna dargli qualcosa di noi.
E Arthur, che quando propongo di prendermi la colpa dell'omicidio di Wolf per farlo uscire di prigione, mi risponde che comunque non cambierebbe nulla, perché Wolf sarebbe comunque sempre convinto che la colpa di quello che è successo è interamente sua.
Ma io non posso farlo smettere di sentirsi in colpa. Nessuno di noi, può.


Mentre Emanuelle mi propone di andare da Christian, sempre per tagliare l'aria, per imparare qualcosa che magari potrebbe poi essermi utile con Wolf, capisco, improvvisamente, quello che devo fare. Se fossimo stati al tavolo, gli altri mi avrebbero visto sorridere.
Dico a Emanuelle che è meglio che lei risolva la questione con Christian (che abbiamo visto scrivere e appallottolare varie lettere d'amore all'ala blu). E me ne vado.
Arthur dice che si fida del fratello (se ne pentirà) e lo lascia andare.


La scena seguente è veloce.
Siamo nella cella di Wolf.
Simon appare direttamente all'interno della cella (Arthur gli ha spiegato chi siamo, inutile fingere).
Gli spiega che non tutte le ali sono uguali. Che alcune salvano le persone. Altre sono malvagie.
Gli ricorda quando poco tempo prima gli ha messo le mani dentro e l'ha obbligato a fare quello che voleva.
E poi gli dice che la sera della sparatoria, lui era lì. E' stato lui a mettergli le mani dentro e costringerlo a sparare alla bambina. Wolf è innocente. Simon è l'unico colpevole e ora è qui per costituirsi e pagare.
Cerco di segnarlo; voglio che finalmente dia la colpa a me di tutto questo e se la tolga di dosso.
Arthur cerca di intervenire ma fallisce.
Io lancio un 8.
Fabio era decisamente spiazzato. Wolf parla per un po' ma, non me ne voglia Fabio, non ero molto in grado di ascoltarlo al momento.
In ogni caso, Wolf se ne va. Simon rimane in prigione, dietro di lui al suo posto.


Stranamente, anche se tra quattro mura, si sente più libero di prima, come se avesse un peso in meno, addosso.


La scena delle ali si svolge nuovamente in cella (come la prima). Solo che questa volta è la mia cella.
Alberto ha descritto la sua scena. Poi lo farà Marco.
Quello che voglio dire è che nessuno dei due, parlando con le loro chiavi, ha usato mosse. Nessuno dei due ha cercato di Segnarle. Eppure le hanno segnate lo stesso.
E Simon glielo dice. Che li invidia, perché allora davvero si può fare. Forse serve solo un po' di amore e lui non ne è capace  e quindi ha dovuto muoversi nell'unico modo che conosce.
Del resto della scena non riesco a scrivere. E' stata bella ma non riuscirei a riassumerla. Lascio agli altri se vogliono provarci.
E' finita con tutti e tre che bevevano una birra, sul letto.
Emanuelle andandosene, ha lasciato aperta la porta della cella.


Ma Simon non è uscito. 
 
« Ultima modifica: 2012-12-13 19:12:56 da Mar »
"Saruman believes it is only great power that can hold evil in check, but that is not what I have found. I found it is the small everyday deeds of ordinary folk that keep the darkness at bay... small acts of kindness and love"

Alberto Muti

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Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #4 il: 2012-12-13 14:53:56 »
Arthur già si sentiva come Simon. si sentiva così dalla scena delle Ali dopo la sua seconda Scena con Anna.

ha passato tutta la scena a dire a Simon che doveva intervenire. Simon se n'è andato arrabbiato. Inizia a parlare con Emmanuelle di Anna, e si trova a dire "non posso farlo io, deve decidere lei... Oh. Oh cazzo. la penso come Simon".

è stato il suo primo momento "faccia fra le mani". da lì in avanti è un suo classico della scena delle Ali.
Nella scena della biblioteca ho anche detto un'altra cosa che mi è piaciuta.

"Dobbiamo smetterla di essere così fottutamente schizofrenici. Vogliamo salvarli, non vogliamo interferire. Vogliamo parlare, non vogliamo mettergli le mani dentro, ma poi lo facciamo comunque".

EDIT:

Arthur si è anche incazzato come una Biscia quando Simon ha detto "voi ce l'avete fatta, io no". e lo ha accusato di aver preso la strada facile, che voleva essere un'offesa, anche se non lo pensa del tutto.
« Ultima modifica: 2012-12-13 14:56:18 da Alberto Muti »
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Mattia Bulgarelli

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Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #5 il: 2012-12-13 15:48:46 »
Nella scena della biblioteca ho anche detto un'altra cosa che mi è piaciuta.

"Dobbiamo smetterla di essere così fottutamente schizofrenici. Vogliamo salvarli, non vogliamo interferire. Vogliamo parlare, non vogliamo mettergli le mani dentro, ma poi lo facciamo comunque".

Ma secondo voi il titolo del gioco è scelto a caso? ^_-
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Mr. Mario

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Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #6 il: 2013-01-13 08:24:42 »
Vi prego, diteci com'è andata a finire! :)
Sognatore incorreggibile. Segretario dell'Agenzia degli Incantesimi. Seguace di Taku. L'uomo che sussurrava ai mirtilli.

Alberto Muti

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Re:[Dilemma] Oh, Vienna...
« Risposta #7 il: 2013-01-15 19:49:29 »
Riassunto ultra-ultra breve?

Happy ending a sorpresa!
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