Senza muri di gommaPrima di tutto, come sta uscendo fuori anche
in un altro topic, il gioco non dà esattamente molte reti di sicurezza. Il fatto che per ogni appuntamento siano gli altri due spasimanti a 'fare da master' mette possibili problematiche: potrei giocare in modo da lanciare più casini possibili all'altro, metterlo all'angolo, fargli fare la figura dell'idiota, rendere il corteggiamento un inferno.
Anche perché c'è un altro meccanismo di cui non ho parlato: presente che ho detto che alla fine di tutti e tre gli appuntamenti si confronta il numero di cuori? Ecco, il secondo arrivato può decidere di non darsi per vinto: allora va a raccontare a Momoko qualcosa di terribile sul personaggio che la spunterebbe. Si estrae una carta: se è un cuore Momoko dà retta al dubbio e si fa un nuovo appuntamento con ognuno.
Cosa mi impedisce di fare la bastardata e ribaltare tutto? Sembra apposta lì, quella meccanica, per fare la bastardata!
Ancora più a monte: cosa mi impedisce di barare sul numero di cuori?
E' un possibile difetto del gioco. O comunque una zona a cui fare attenzione. Come scrivevo su, la brevità del gioco è un'arma a doppio taglio: o meglio c'è per me una chiave, ma sta in una frase sola.
Non state giocando per vincere o perdere, ma per raccontare una storia divertente. Può essere una paraculata racchiudere ogni misura di sicurezza in una frase, può essere troppo poco ma per me è chiaro.
Vediamo la nostra giocata. Finisce l'appuntamento di Ichigo, Francesca conta i cuori nella propria pila di carte, ci confrontiamo: Takemichi 3, Ichigo 3, Risa 4.
Gongolo già e guardo verso Francesca e Luca. Da quanto è uscito fuori Risa non è esattamente inattaccabile: diamine, ha un chiaro rapporto incasinato col proprio corpo e un'insicurezza sepolta. Poi beh, ok il lesbismo e il fatto che le sue amiche le facessero avances piuttosto chiare, ma non è detto che non escano fuori cose strane. Poteva accadere qualunque cosa. Poteva avere un ragazzo di cui stranamente non aveva fatto menzione a Momoko. Poteva avere traumi d'infanzia. E avevamo comunque tempo per continuare la giocata.
Però, dopo averci pensato, Francesca e Luca (entrambi potevano, essendo pari) hanno deciso di non intervenire. Semplicemente non l'hanno trovato appropriato, direi.
Quindi ci si prepara per la dichiarazione di Momoko a Risa. A quel punto diciamo: “Ma sì, estraiamo tanto per vedere come sarebbe andata.”
Un sette di cuori. BA-BAM.
Quello che non dice il manuale, quella che forse è la vera mancanza nella spiegazione, è che, per quanto il gioco sia semplice e leggero, va giocato stando molto sul pezzo e facendo investimento creativo senza trattenersi. Ogni spasimante ha tre mini-scene di tempo per tenere la scena e far capire chi è, insomma ha poco tempo: se non lo sfrutta ora, la possibilità di rifarsi in seguito sarà bassa. E Momoko, sempre in mezzo alla scena, deve emergere; con la sua voglia di innamorarsi e con la sua capacità di fare (magari) innamorare gli altri. Gli altri due, in ogni turno, alla fine devono facilitare questo: e assieme rendere piacevole la giocata.
Nel corso della partita c'è capitato di fare qualche domanda a Momoko o allo spasimante di turno, trasformandoci brevemente in MC: non è una cosa contemplata dal manuale, è una tecnica. In questo il gioco può essere un qualcosa di molto diverso a seconda delle persone al tavolo, ma di partenza serve giocare in modo attivo e volere tirare fuori i personaggi da subito. Sarà un partita di due ore, ma devi giocartela al massimo e tenere il cervello in moto.
Imbarazzo, intimità e il cuore del giocoIn realtà quando dico che non ci sono tecniche è inesatto. Parliamo del momento della scelta.
Dicevo prima che in ogni attività (quindi fino a tre volte per spasimante) gli altri due ad un certo punto pongono davanti Momoko ad una scelta.
Può fare una cosa per lei imbarazzante che aumenta l'intimità con lo/a spasimante. Le dicono cosa. Se lo fa consegna 3 carte coperte all'altro.
O può fare qualcosa che la salva ma mantiene, o accentua, le distanze. Le dicono cosa. Se lo fa sottrae una carte all'altro.
Momoko sceglie, si gioca un momento il risultato e si passa all'attività successiva. O si chiude l'appuntamento se era l'ultima.
Per esempio, vediamo la prima attività dell'appuntamento con Risa. Momoko s'è accorta che la capoclasse mangia pochissimo, lei cerca di schivare la situazione: si vede che è un punto che fa male. C'è tensione.
Luca e Francesca ci pongono la scelta: Momoko può avvicinarsi, prendere le mani di Risa, chiederle cosa non va. O può lasciare stare.
Sceglie la prima, le due si trovano vicine. Troppo vicine. Risa spiattella la verità, il suo problema, in un sussurro ed è chiaro che la vicinanza fra le due, in ogni senso, è totale. Qui vabbè, c'è un punto personale: io adoro questo tipo di scene, manipolare attraverso l'intimità. Specie quando la Momoko di turno non lo fa con malizia.
Ma il punto, oltre questo, è che questa scelta per me è proprio il cuore di ogni scena/attività. Quando le 'amiche di Risa' l'hanno importunata e Ichigo s'è messo a difenderla, Momoko invece di tenergli il braccio s'è allontanata perchè uscissero entrambi dalla situazione: ha scelto la sicurezza. Quando invece Ichigo le ha detto “dammi uno schiaffo allora”, le abbiamo proposto di accettarlo come scelta di intimità. L'ha fatto ed è stato liberatorio.
Mi è venuto in mente questo: fare buona impressione a Momoko alla fine ha due scopi. Quello esplicito è prendere una carta, ma alla fine aumenta solo le probabilità: non è un biglietto meccanico di andata per la vittoria. Quello implicito, beh, è dare a Momoko una motivazione. Non solo per innamorarsi: ma anche per scegliere l'imbarazzo e l'intimità. Mettersi a rischio, piccola creatura timida e incerta, per conoscerti di più.
Seconda cosa, ciò mi porta a confermare l'idea che gli altri due devono essere leali e soprattutto tifosi dei personaggi in gioco e impegnati a rendere la storia divertente. Perché comunque diciamo “Momoko, tu o fai questo o fai quest'altro”: ci prendiamo una responsabilità per lei, e anche per decidere cosa è imbarazzante e intimo per lei. Dobbiamo avere quell'investimento di partenza, quell'obiettivo di lavorare per tutti e non per vincere, in modo da non renderla un burattino nostro.
FinaleSi potrebbe parlare di varie altre cose, dalla gestione dei punteggi dei cuori al fatto che è il caso e non la scelta a decretare l'innamoramento, ma ho occupato già fin troppi e se siete arrivati in fondo sarà dopo vari sospiri.
Il sunto è questo:
Girl x Boy è un gioco che ha fatto creare una partita incantevole e che ha mezzi per tirarne fuori altre. Sono però mezzi che vanno usati con criterio, e che si spiegano con fin troppa sintesi.
Magari cambierò idea nel giro di una giocata, ma nel mentre ho scritto perché va provato.
Anzi, farò in modo di rigiocarlo presto.