No, non è possibile da regolamento, in ogni caso se fosse stato messo nei giochi di carte (e Lollo se ne sarebbe accorto) la giuria avrebbe potuto spostarlo de jure nei giochi di ruolo.
Perché è un gioco di ruolo che usa le carte e non un gioco di carte.
Certamente sono felice di aver messo in concorso Hot War, un gioco che fin'ora non ha avuto abbastanza rinomanza in Italia (e che comunque ha ricevuto due nomination agli Ennies, come best writing e best setting) e di aver messo l'Amore al Tempo della Guerra, che è un capolavoro tutto italiano, che meriterebbe un riconoscimento (in questo pacchetto di giochi mi pare la massima espressione dell'avanguardia italiana).
Sono stupito dell'assenza di Piombo...
E sinceramente temo incredibilmente (per la vittoria) L'Unico Anello, soprattutto per le implicazioni non da poco che ha, è un mainstream, che ha venduto molto bene, scritto da un italiano. E di cui sapete io ritengo abbia la sua dignità come gioco coerente. Certamente io lo vedo dietro a due giochi più moderni nelle loro meccaniche come Hot War e Cuori di Mostro (per ricchezza, completezza, rinomanza internazionale...).
Un altro dato interessantissimo è il parco giochi: 13 giochi su 17 sono stati scritti da un italiano o (nel caso di Bacchanalia) co-scritti da un italiano.
Solo 4 giochi appartengono a quello che possiamo considerare un editore tradizionale (e che sono solo 3: Giochi Uniti, Wildboar, Raven).
E mancano i grandi giochi mainstream usciti in campo internazionale.
Mi dice molte cose, il mercato (come tale) in Italia è veramente in forte crisi se ormai nessun grande investe più nei giochi di ruolo, l'assenza di investitori forti, se si continuerà a protrarre farà malissimo al campo italiano.
Al contempo abbiamo in interessante e vivo ambiente indie, che sta sfornando molti giochi e molto diversi tra loro. Quindi la voglia c'è e decisamente abbiamo un ambiente autoriale vivo e produttivo.
Però, ripeto, senza Editori che investono in autori italiani, rischia di rimanere una nicchia alla 3 (nicchia dei giochi, nicchia dei giochi di ruolo, nicchia dei giochi di ruolo indie) e mi piange il cuore a vedere che per attirare un editore devi già essere un autore affermato (se Curte non fosse il Curte del Sine Requie, probabilmente Raven non ci avrebbe investito, la stessa Asterion non se l'è sentita di pubblicarlo. Nepitello è un autore rinomato e il coraggio è semmai della Cubicle 7, Giochi Uniti più che coraggio ha semmai avuto l'intelligenza di fare tradurre un gioco che aveva ottime potenzialità).
Contando poi, che a mio parere gli italiani oggi stanno esprimendo davvero tanta qualità (e non solo quantità), volendo usare un metodo molto severo, che non sono affatto solito usare, potrei dire che 2 anni fa, all'uscita di RavenDeath c'erano un paio di giochi (recenti) degni di nota tra gli autori italiani, Elar e RavenDeath. Oggi con lo stesso metro ne trovo molti di più interessanti, Aegis, Nameless Street, Piombo, L'Amore al Tempo della Guerra, Bacchanalia, lo stesso Unico Anello, il mio 21 Guns...
Insomma, questa lista, mi pare una cartina al tornasole molto importante che rivela sia luci che ombre.