Non so bene da dove iniziare: ho tante cose in testa e faccio fatica a metterle in fila.
Cominciamo col dire che il gioco mi è piaciuto molto. Ha meccaniche semplicissime e nel contempo nient’affatto superficiali, inoltre mi piace molto l’assoluta quotidianità delle storie di cui si tratta: niente buoni-contro-cattivi, niente azione&combattimenti, niente destino del mondo. Solo persone comuni con le loro storie (e paradossalmente questo funziona alla grande proprio perchè le Ali sono invece entità cosmiche).
Il fatto che il Patrono assegni l’Ala ai giocatori sulla base di come si comportano nella prima scena, fa sì che facilmente si giochi molto “vicino a casa”. Almeno, per me è stato proprio così: Eco, la mia Ala blu, dal punto di vista comportamentale era molto simile a me.
E’ un gioco molto meno “cattivo” rispetto a Monsterhearts o La Mia Vita col Padrone, tranne nel finale, dove tutti i nodi vengono al pettine in un colpo solo e il sistema colpisce implacabile, obbligando i PG ad una scelta (il fatidico Dilemma): ascendo abbandonando per sempre le Chiavi a cui mi sono affezionato, oppure cado diventando mortale per vivere insieme a loro?
Quale che sia la scelta, sarà durissima (o almeno per me e Cristina Battaglino lo è stata) e probabilmente lascerà uno strascico di dubbi: avrò fatto la scelta giusta? Il mio PG sarebbe stato più felice nell’altro modo? (io ancora me lo sto chiedendo).
In sintesi: bello bello bello. Intenso ma non “pesante” (salvo -giustamente- nel finale) e IMHO praticamente privo di sbavature sebbene sia ancora in fase di playtest.
L’unica piccola modifica che mi sono sentito di suggerire la riporto su richiesta di Mattia e Manuela: visto come funziona il sistema dei bonus nella Bilancia, si potrebbero sostituire i “dadi chiari” con il colore “bianco” e i “dadi scuri” con il colore “nero”, poi riscrivere la regola “lancia i dadi chiari” come “lancia 2d6+bianco” e “lancia i dadi scuri” come “lancia 2d6+nero”. Mi sembra più semplice e comprensibile rispetto ad usare due coppie di dadi (visto che la differenza la fà il bonus, non i dadi in sè) e inoltre mi sembra che rafforzi in modo più mirato il tema dei “colori” che permea tutto il gioco.
Lascio per ultimo il resoconto dell’Era, perchè è quello più difficile da scrivere.
Io ero Eco, Ala blu, e Cristina era Blake, Ala viola. Non potevamo essere più diversi: io un tipo alla mano, gioviale e acqua-e-sapone; lei impeccabile, sofisticata e bella da mozzare il fiato. Eppure, nonostante le differenze, abbiamo sviluppato presto un rapporto fraterno molto forte che ci ha dato conforto nei momenti difficili (grazie anche al fatto che con Cristina come giocatrice mi sono trovato subito bene).
Manuela Soriani era il Patrono (ormai conosco come gioca, ed è sempre una garanzia!). Le Chiavi erano:
- Chiara Moretti, una studentessa dell’ultimo anno del liceo classico, insicura e appena uscita da una storia sentimentale complicata con un suo professore
- Mohammed Chiambrotti, un ventitreenne tunisino adottato da piccolo da una famiglia italiana, onesto e intraprendente ma molto sensibile al problema del razzismo.
Fin da subito Manuela ha interpretato le chiavi in modo vivo e interessante, quindi mi sono appassionato ai loro problemi e mi sono impegnato con tutto me stesso (o meglio, con tutto Eco) per aiutarli, cercando però di non forzare mai troppo la mano.
Con Mohammed, Eco ha avuto fin da subito un rapporto schietto e sincero. Era una di quelle persone che non giudicano e non hanno paura di mettersi in discussione. Sono diventati buoni amici istantaneamente.
Chiara invece ha a poco a poco conquistato Eco con la sua dolcezza e timidezza, e verso la fine si sono pure messi insieme in modo molto romantico (...forse troppo zuccheroso? Chissà...)
Ecco in sintesi le storie delle Chiavi. Sono entrambe ambientate a Torino, principalmente tra ottobre e i primi di gennaio. Se Cristina e Manuela vogliono aggiungere altri dettagli o il loro punto di vista, mi fa molto piacere.
Mohammed parte con un grosso problema di razzismo: vive e lavora come meccanico in un’officina di periferia frequentata da un gruppo di ragazzi xenofobi che lo insultano dandogli molto fastidio. Seguendo il consiglio di un’Ala (credo Blake) Mohammed si trasferisce insieme ai suoi coinquilini universitari in un’appartamento del centro. Però è impulsivo e cambiare abitazione non gli basta, quindi si licenzia rimanendo disoccupato. Questo mette tensione tra lui e i suoi genitori adottivi, e causa spiacevoli liti. Parlandone con Eco, salta fuori che lui vorrebbe fare l’università, ma se inizia a studiare non sa più come pagare l’affitto (oltre ad andare dritto verso la rottura con i suoi genitori adottivi, che lo vorrebbero più responsabile e meno impulsivo). Eco propone un compromesso: trovarsi un lavoro part-time per mantenersi durante gli studi. Mohammed ci riesce (per far quadrare i conti, di lavoretti ne deve trovare ben due) e questo rende felice sia lui che i suoi genitori, anche se è una vita dura. Uno dei lavori è come barista in un bar della zona universitaria, dove inizia ad approfondire il suo rapporto con Blake... e qui mi fermo per lasciare la palla a Cristina.
Chiara è un po’ la Cenerentola della sua classe: ha dei sogni, ma la sua insicurezza le impedisce di crederci fino in fondo; è bella (anche grazie ai consigli di moda di Blake), ma non si valorizza; le piace un ragazzo, ma si fa da parte per lasciare il campo libero ad una sua amica. Proprio alla festa in cui rinuncia a provarci con il ragazzo, Chiara incontra Eco, che cerca di tirarla su di morale. Non solo l’Ala ci riesce, ma suscita anche l’interesse della ragazza (interesse peraltro ricambiato). A scuola Chiara è impegnata nella realizzazione di un musical scritto da lei (una storia ispirata a suo padre, guarito miracolosamente dal cancro qualche anno prima). Nonostante sia l’autrice, viene snobbata dalle amiche che partecipano, e si trova in un triste pomeriggio da sola a cucire i costumi di scena. Interviene Blake a tirarle di nuovo su il morale, poi un po’ di tempo dopo si presenta la grande occasione: la ragazza che aveva la parte della protagonista si trasferisce a Londra e il ruolo rimane scoperto. Chiara, essendo l’autrice, è l’unica persona in grado di assumere quel ruolo in tempo utile per portare a termine il progetto. All’inizio non ci pensa nemmeno, ma Eco le fa forza e, complici anche degli ottimi lanci di dado (nessun fallimento in tutta la serata), lei ottiene la parte. Da quel momento il rapporto tra Eco e Chiara si fa sempre più stretto, fino a quando i due si mettono insieme... ed è un problema, perchè Eco sa che da lì a poco dovrà andarsene! Per “preparare il terreno”, Eco avvisa Chiara che forse prima o poi dovrà spostarsi per lavoro, anche se non c’è ancora nulla di certo (come giocatore non volevo che la brutta notizia arrivasse tutta in un colpo, inoltre non avevo ancora deciso se andare o rimanere). La scena dell’addio avviene alla fine dell’anno scolastico, dopo la rappresentazione, ed è straziante perchè precipita Chiara dalle stelle alle stalle. Lei piange, lui arriva vicinissimo a dire “non ti abbandonerò”, ma ci sono regole che anche un’Ala deve rispettare: la sua permanenza in quest’Era è giunta al termine. Per far capire a Chiara il vero motivo e la vera portata di quell’addio, Eco le rivela di essere un’Ala. Lei capisce, soffre ma capisce.
Nell’ultima scena, quella della scelta, Eco si ritrova ancora molto indeciso tra ascendere o cadere, ma si rende conto che essere un’Ala è la sua natura, e perdere i poteri per stare con Chiara alla lunga non lo avrebbe reso felice, quindi sarebbe stato certamente causa d’infelicità anche per lei, che non se lo merita proprio. Dopo aver fatto forza a Blake, molto provata dalla decisione di ascendere, Eco abbandona insieme a lei la forma mortale e le due Ali tornano nel flusso del tempo.
Non racconto gli epiloghi delle Chiavi (in parte dolci, in parte molto amari) perchè penso che tocchi a Manuela. Mi farebbe piacere che Manu raccontasse anche il suo punto di vista su tutta la storia e sulle Chiavi (che dopo tutto sono i suoi PG).
Come prevede il regolamento, nè io nè Cristina abbiamo strappato le schede, quindi probabilmente giocheremo ancora con Eco e Blake. Cristina ha anche detto che potrebbe sentirsela di fare il Partono (quando deciderai di farlo, Cristina, fammi un fischio che sono già interessato a partecipare!)
Ah, e naturalmente è in arrivo la vignetta commemorativa...