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[1001 Notte] Vincere O divertirsi?

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Dario Delfino:
Ho giocato di recente per la prima volta a 1001 Notte.
Nella partita ci sono state alcune cose belle (l'atmosfera, la storia del gatto e il topo parlanti, i personaggi) ed alcuni errori dovuti all'inesperienza (non aver interpretato i cortigiani che raccontavano la storia limitandosi ad interpretare i ruoli assegnati, non aver descritto l'umore del sultano, non aver assegnato ad ogni cortigiano un ruolo nella storia - va detto però che eravamo sette giocatori... -, il chiedere agli altri giocatori cosa significasse un dado), ma non è di questo che voglio parlare, perché credo che queste cose si aggiusteranno da sole nelle future partite.


Il mio grosso dubbio è stato che l'abbiamo giocato male ad un livello più profondo.
Dalla lettura del manuale, nonostante si possa "perdere" o "vincere", non ho avuto affatto la sensazione che lo scopo del gioco fosse quello. Leggendo il manuale (la parte sull'atmosfera, il poter dare al narratore un dado premio se ha detto qualcosa di particolarmente bello) ho pensato che fosse un gioco di storie.


Però ho letto diversi post sul forum che dicevano a chiare lettere che invece 1001 lo si gioca per vincere. Ed è così che noi l'abbiamo giocato.


La strategia dominante è stata quella di fare domande IDIOTE per ottenere il dado, e dunque le storie raccontate erano un po' fiacche, anche perché si esaurivano presto, visto che il narratore poteva guadagnare velocemente un bel po' di dadi.


Vi faccio un esempio. La storia di una ragazza i cui fratelli sono stati trasformati in cigni.
NARRATORE: Lei va da una strega e...
Domande a raffica: "chissà se la strega è giovane" "chissà se le parla" "chissà se è gentile" "chissà se la aiuta" "chissà se la maledice" "chissà se la ferisce" "chissà se dovrà superare un indovinello", ecc


Oppure, appena si si scopre che la strega cade da una finestra la domanda è "chissà se si è fatta male". Cioè, le domande più utili sono quelle che ti danno immediatamente un dado e che sono praticamente inevitabili.
Invece sul manuale si parla di fare domande su cose A CUI SEI INTERESSATO. Che è tutt'altra cosa.

Insomma, non posso fare a meno di chiedermi se non ci saremmo divertiti molto di più con un approccio diverso... giocare per raccontarci "storie seducenti", come scritto in copertina, credo sarebbe stato assai più appagante.

Matteo Stendardi Turini:
Risposta breve: sì, il gioco è stato pensato per raccontare storie seducenti, non per "vincere", e Meg consiglia caldamente di giocarlo in quel modo (concentrandosi anche molto sull'atmosfera attorno ai giocatori: giocare seduti su cuscini e tappeti, avere a portata di mano datteri e frutta secca, accendere bastoncini d'incenso, abbassare le luci...).

Meg mi ha scritto alcuni messaggi su G+ esattamente a proposito di questa questione; si trovano qui (in inglese nel mio stream e attualmente visibili solo alle persone che ho nelle cerchie). Appena ho un attimo, faccio un copincolla (col permesso di Meg) o un riassunto.

Niccolò:
secondo me devi approcciarlo con un po' di "gusto della performance". cioè, vincere è anche fare bella figura col gruppo per qeallo che aggiungi ai racconti, non solo rompere il cazzo con domande idiote... poteva magari mancare questo?

Moreno Roncucci:
Concordo con Niccolò e ti aggiungo una risposta un po' zen...
Hai mai giocato a calcio per divertirti? Cioè, senza che ci fosse in palio una coppa, o una cifra tale che fregare, imbrogliare, rubare fosse giustificato?
Beh, in quei casi nessuno tirava a fare goal, no? Dopotutto, se giochi per divertirti, non puoi giocare per vincere...   8)

Voi vi siete presi a sputi in faccia, calci nelle palle, palla in tribuna ogni 3 secondi, mirando alle caviglie e non alla palla  (le vostre domande "per fregare"...) e poi, pesti e sanguinanti  all'ospedale, avete detto "ma allora a calcio mica bisogna giocare per vincere, la prossima volta non tiriamo nemmeno in porta, magari così funziona..."

Credo che solo nell'ambito dei gdr (dominati da decenni di faide sociali e di tirare a fregare il GM) "giocare per vincere" sia così associato al fregare, giocare male e rovinare il divertimento a tutti gli altri....

Loktar:

--- Citazione da: Moreno Roncucci - 2012-09-03 06:09:45 ---
Credo che solo nell'ambito dei gdr (dominati da decenni di faide sociali e di tirare a fregare il GM) "giocare per vincere" sia così associato al fregare, giocare male e rovinare il divertimento a tutti gli altri....


--- Termina citazione ---

Anche nei parpuzi si gioca per divertirsi, il problema è che, spesso, il divertimento del master non coincide con quello dei giocatori e si arriva al tentativo (più o meno riuscito) di bucare il sistema, ma tecnicamente si "vince" se ci si "diverte".

Se ti sei divertito hai vinto, se hai qualche dubbio mi sa che ti sei dato la risposta da solo.

Alla prossima partita gioca per creare storie.

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