Autore Topic: [Clover] Un pomeriggio con Clover  (Letto 4483 volte)

Mar

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[Clover] Un pomeriggio con Clover
« il: 2012-08-13 14:34:33 »
Venerdì scorso io, Mauro Ghibaudo e Roberto Giugno abbiamo finalmente giocato a Clover.

Clover (di Ben Lehman) è un gioco di ruolo in cui si gioca l’infanzia idilliaca di una bambina di cinque anni e dei suoi amici (http://www.tao-games.com/?p=35)

Nella nostra avventura Mauro è stato Clover, io Aaron (il vicino di casa) e Roberto il papà (l’equivalente del “master”).

La fiction

Ci siamo arrampicati su un salice per inseguire uno scoiattolo; siamo andati in skateboard (e io sono pure caduto!); siamo andati a vedere l’albero di prugne che cresce dietro la ferrovia abbandonata, vicino al palazzetto e abbiamo mangiato prugne acerbe. Abbiamo tirato con la fionda ad un barattolo di caffè vuoto; siamo strisciati sotto cespugli di rovi e preso il thè freddo in una casa sull’albero. Abbiamo costruito una fionda tutta nostra (comprando l’elastico in cartoleria, con la mia paghetta) e io e Ruff (il mio cane) ci siamo divisi una pesca per avere il nocciolo da tirare. Sono riuscito a colpire la tazza! Peccato che si è rotta.  Poi ha cominciato a piovere fortissimo e ci siamo rifugiati tutti sulla casa sull’albero con i nostri peluche, prima di decidere che era meglio tornare ognuno a casa propria, arrivandoci, ovviamente, tutti inzuppati di pioggia.
Ma non solo.
Ci siamo anche avventurati in un regno fantastico attraversando un portale decorato di fiori di pietra, dove un drago stava appollaiato sull’architrave, lasciando passare solo i bambini con meno di sei anni.
E per arrivare al castello del mago che esaudisce tutti i desideri abbiamo viaggiato per un mondo subacqueo, dove una balena non voleva lasciarci passare. Ma l’abbiamo convinta regalandole una coroncina che le stava benissimo.
Poi, siamo andati nella mia base spaziale, dove abbiamo bevuto una bevanda fatta di gocce di rugiada marziana (e amicizia, se non sbaglio), insieme con la regina e l’abbiamo difesa dall’attacco dei germi (dei mostri grandi come tacchini) grazie ai nostri animali: un feroce orso, un rinoceronte e, …un ippopotamo pesantissimo (che schiacciava i germi saltandogli sopra).

Il tutto, in un ora e mezzo di gioco.

Il sistema
Un giocatore interpreta il papà di Clover (descrive gli ambienti, fa domande sullo stato d’animo di Clover e degli amici e dà gli spunti per le avventure).
Gli altri giocatori interpretano Clover ed i suoi amici (fanno domande al papà sull’ambiente circostante e, beh, giocano).
Il gioco prevederebbe (o, almeno, da come è scritto sembra prevedere) un’alternanza tra questi momenti. Papà descrive, Clover domanda fino a che non si immagina la scena, Papà domanda a Clover sullo stato interiore. Si gioca. Poi quando si cambia ambiente si ricomincia da capo.
Si lanciano i dadi soltanto se qualcosa è difficile (per farlo bene), pauroso (per resistere alla paura) o invitante (In altre parole bisogna lanciare per resistere alla domanda: “Vuoi venire con me?”). Non si può rispondere no alla domanda “Posso venire anch’io?”.
Ogni tanto Clover può iniziare a immaginarsi le cose: in quel caso Papà può solo farle domande per aiutarla a definire l’immaginazione ma non può descrivere nulla. Nella sua testa, comanda Clover. =)
Fine delle regole.

Come l’abbiamo giocato noi
- Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che dopo i primi momenti di assestamento, abbiamo smesso di seguire una rigida alternanza nelle domande di papà e Clover. Però: magari l’abbiamo fatto lo stesso e io non me ne sono accorto (Mauro, Roberto: correggetemi, nel caso).
- Quando Clover ha iniziato a immaginare, poi, Mauro ha giustamente esteso i poteri di narrazione anche a me. Mi è sembrata una regola molto carina: alla fine eravamo in due a  “fare finta che”. E’ stato anche bello vedere come le varie immaginazioni dei bambini si scontrassero e amalgamassero (basi spaziali e regine, per dire).
- Io non ho interpretato tutti gli amici, lasciandoli invece al Papà, come fossero dei pgn. Lo consiglio vivamente: in questo modo ci si può davvero immedesimare nel ruolo di un bambino. Non credo ci sarei riuscito se avessi dovuto interpretare, oltre ad Aaron, anche altri personaggi.

Ma insomma il gioco com’è?
E’ meraviglioso.
Io ero veramente curiosissimo di provarlo, soprattutto per capire se (e come) potesse funzionare un gioco di ruolo incentrato su dei bambini che, semplicemente, giocano senza uno scopo.
Il gioco mi ha stupito oltre ogni dire.
Vero: ci si mette almeno cinque/dieci minuti ad entrare nel clima giusto, ad immedesimarsi in un bambino. Ma quando ci si riesce è veramente bellissimo e le emozioni diventano tanto semplici quanto intense: si è tristi quando si cade dallo skateboard; contentissimi quando si riesce a costruire una fionda (dopo che quella cattiva di Laurel si era portata via la sua). Mi ricordo distintamente di essermi davvero emozionato come un bambino quando Roberto ha descritto come, dopo essere strisciati sotto un cespuglio di rovi e erbacce, ci siamo trovati sotto una specie di cupola di erba, nascosti dal mondo.
E’ un gioco davvero puccioso (non credo esista termine migliore per definirlo).
Non succedono cose brutte, nessuno si fa male.
Però è comunque divertente. Nonostante fosse del tutto inutile per lo sviluppo del pg o della trama, ho lanciato con trepidazione i dadi  per vedere se colpivo o meno con la fionda (no, per la cronaca) o se riuscivo a stare in piedi sullo skate (di nuovo no). E alla fine sono stato contentissimo quando sono finalmente riuscito a colpire la tazza con la fionda che ci eravamo costruiti.
Il gioco mi ha dato una grandissima idea di libertà: alla fine sei un bambino, il mondo è tutto per te, tutto da scoprire, ed è pieno di cose bellissime. E, se non bastasse, puoi anche iniziare a "fare finta che" e, a quel punto, l'unico limite è davvero la fantasia.

Mi sento un pò in colpa, perchè ho scritto in fretta e male (ultimamente ho davvero poco tempo) e non credo di aver reso giustizia a Clover.
Però c’è una cosa che vorrei dire e che secondo me rende bene l’idea di cosa sia (e cosa possa dare) questo gioco.
Quando ho finito la partita e sono andato a letto, per un pò non sono riuscito a levarmi dalla faccia un sorrisone beato, ripensando alla ferrovia dietro il palazzetto, all'albero di prugne, alla fionda, alla casa sull'albero e a tutte le avventure appena vissute. Probabilmente, mi sono addormentato sorridendo. =)

Raccomandazioni
- Va fatto durare poco. Un’ora e mezzo è probabilmente il limite massimo. Il gioco prevede comunque un sistema interno di verifica: il papà chiede “sei stanca, Clover?” e se sì Clover torna a casa e il gioco termina.
- Va giocato con persone che abbiano davvero voglia di giocarlo. Vale per tutti i giochi, è vero, ma qui basta davvero un niente per rovinare l’atmosfera.
Io sono stato fortunato, perchè Mauro è stato una splendida Clover e Roberto ha interpretato davvero bene il ruolo del papà, portandoci a vedere dei luoghi meravigliosi (la ferrovia abbandonata!) e dandoci tutti gli spunti per le nostre scorribande.
« Ultima modifica: 2012-08-13 14:36:31 da Mar »
"Saruman believes it is only great power that can hold evil in check, but that is not what I have found. I found it is the small everyday deeds of ordinary folk that keep the darkness at bay... small acts of kindness and love"

Roberto

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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #1 il: 2012-08-13 15:18:15 »
vero, un gioco stupendo, ma (e non è che sia una pecca), dipende molto pesantemente dalle dinamiche di gruppo. Non puoi dire a agli amici "venite che vi faccio provare un gioco nuovo" e sperare che siano coinvolti. Ognuno deve sapere esattamente a che tipo di esperienza sta andando incontro ed essere già interessato alla cosa.
Se le cose vanno in questo modo il gioco fila liscio ed il "papà" deve solo godersi le giocate che i bambini fanno autonomamente sui suoi spunti; entusiasmare gente che "passava per caso" con le piccole avventure di piccoli pg potrebbe essere faticoso e molto poco divertente.

Detto qusto, non mi sembra che abbiamo interrotto il flusso di domande "papà-clover-giocatori". È solo che, da giocatori scafatissimi, voi rendevate quello che volevate vedere direttamente in fiction, e a me bastava fare domande sugli stati d'animo, a cui non era nemmeno necessario rispondere "fuori gioco"

es: Una volta che chiedo: "Clover, sei preoccupata per Aaron che è caduto dallo skateboard?" e lei mi risponde "Lo osservo senza dire niente, avvicinandomi di qualche passo" Aaron scoppia a ridere. Non c'è bisogno di di dire molto altro, il gioco può continuare.

D'altro canto questa risposta era coerente quanto era stato detto pochi minuti prima:" Se Aaron fosse tuo fratello, sarebbe più grande o più piccolo?" e Clover mi risponde "Grande".
Quindi non c'è da preoccuparsi.

La parte complicata è partire: il papà fa domande a clover fino ad introdurre un motvo per cui lei voglia uscire, o fino  che lei nopn lo decide da sola. Avremo fatto 3 minuti di botta-risposta serratissimi senza concludere niente^^

Mauro

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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #2 il: 2012-08-13 15:22:19 »
Come l’abbiamo giocato noi
- Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che dopo i primi momenti di assestamento, abbiamo smesso di seguire una rigida alternanza nelle domande di papà e Clover. Però: magari l’abbiamo fatto lo stesso e io non me ne sono accorto (Mauro, Roberto: correggetemi, nel caso).
- Quando Clover ha iniziato a immaginare, poi, Mauro ha giustamente esteso i poteri di narrazione anche a me. Mi è sembrata una regola molto carina: alla fine eravamo in due a  “fare finta che”. E’ stato anche bello vedere come le varie immaginazioni dei bambini si scontrassero e amalgamassero (basi spaziali e regine, per dire).
- Io non ho interpretato tutti gli amici, lasciandoli invece al Papà, come fossero dei pgn. Lo consiglio vivamente: in questo modo ci si può davvero immedesimare nel ruolo di un bambino. Non credo ci sarei riuscito se avessi dovuto interpretare, oltre ad Aaron, anche altri personaggi.
Pare anche a me che facevamo domande quando ne sentivamo il bisogno, senza attenersi strettamente all'inizio delle scene e alla successione; comunque già sul manuale è abbastanza libero, successione a parte all'inizio e in caso di nuovi luoghi.

Estendere i poteri quando Clover immagina mi sembra ovvio, altrimenti fa tutto quel giocatore: narra eventuali difficoltà, come/se le supera... le parti immaginate diventerebbero noiose in fretta, temo.

Per gli amici, c'è da dire che eravamo in tre, quindi avendo piú di un amico era naturale che il giocatore del papà, non essendo il papà in gioco, gestisse eventuali amici oltre il primo; con piú giocatori, la cosa potrebbe non capitare.

In generale concordo con quanto dici: il gioco è fatto veramente bene; da giocare con la compagnia giusta, perché si basa davvero sul creare (e sapersi godere) quell'atmosfera per cui correre dietro una farfalla è divertente da fare in gioco, ma una volta che c'è quello il gioco gira molto fluido, ed è divertente.

L'unico dubbio sulle regole è che dice di tirare alto per fare determinate cose, senza dire cosa tirare e cosa significhi "alto"; Ben mi dice che se tiri alto hai tirato alto (illuminante...), quindi abbiamo deciso di fare 1-3 basso e 4-6 alto su 1d6.

es: Una volta che chiedo: "Clover, sei preoccupata per Aaron che è caduto dallo skateboard?" e lei mi risponde "Lo osservo senza dire niente, avvicinandomi di qualche passo" Aaron scoppia a ridere. Non c'è bisogno di di dire molto altro, il gioco può continuare
In realtà ho esplicitamente chiesto a Martino come reagiva Aaron, dicendo che la mia reazione dipendeva dalla sua; è bello vedere che questo è stato subito fuso in fiction con la reazione che ho detto una volta saputo come si comportava lui.
« Ultima modifica: 2012-08-13 15:24:27 da Mauro »

Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #3 il: 2012-08-13 16:52:10 »
Ma questo gioco è squisito

Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #4 il: 2012-08-14 12:05:04 »

L'unico dubbio sulle regole è che dice di tirare alto per fare determinate cose, senza dire cosa tirare e cosa significhi "alto"; Ben mi dice che se tiri alto hai tirato alto (illuminante...), quindi abbiamo deciso di fare 1-3 basso e 4-6 alto su 1d6.


Confermo. Puoi usare qualunque dado, tirare alto è "da metà in su", tirare basso è "da metà in giu". Parola di Ben.
Una delle teste di Janus

Mauro

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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #5 il: 2012-08-14 12:14:57 »
Ora vorrei sapere perché Ben a me ha detto If the roll is high, then you rolled high...

rgrassi

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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #6 il: 2012-08-14 12:50:32 »
Sembra interessante. :)
Rob
Roberto Grassi Levity - www.levity-rpg.net

Roberto

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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #7 il: 2012-08-14 14:45:48 »
Ben ha scritto "Beloved". È chiaramente un burlone.

Fabio Succi Cimentini

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  • l'ovino che non ti aspetti.
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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #8 il: 2012-08-14 15:29:15 »
Altro che burlone: come già scrissi, é un amabile e spietato mindfucker.
nel dungeon nessuno può sentirti belare  |  emo gamer, sense of wonder gamer, pucci-un-cazzo gamer, vive la varieté.

Mar

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Re:[Clover] Un pomeriggio con Clover
« Risposta #9 il: 2012-08-16 09:24:20 »
Aggiungo anche questo, che mi è venuto in mente solo stanotte.
Roberto (il papà) alla fine della giocata ci ha detto che alcuni dei posti dove eravamo stati erano presi direttamente dalla sua di infanzia.
Da qui si è iniziato a chiacchierare di quando eravamo piccoli e sia io che Mauro abbiamo realizzato che anche noi avremmo avuto gran posti a disposizione per portarci Clover, prendendoli direttamente dalla nostra esperienza.
In altre parole, se il papà ci mette qualcosa di sè, Clover può diventare anche un modo per andare a vivere (e condividere) pezzi (forse meglio, luoghi) dell'infanzia di qualcun altro.
Mi sembra una cosa molto bella (sempre, ovviamente, con il gruppo giusto).
"Saruman believes it is only great power that can hold evil in check, but that is not what I have found. I found it is the small everyday deeds of ordinary folk that keep the darkness at bay... small acts of kindness and love"

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