L'articolo in questione, scritto da Ezio, è condivisibile e ben scritto, ma secondo me ha un'imprecisioneche vorrei andare a discutere - ovviamente a mio parere.
La cosa che vorrei approfondire è il paragone con la commedia dell'arte ed, in generale, con le maschere teatrali.
In primis perchè, al contrario degli stereotipi che Ezio va a trattare, le maschere sono faticose. Chiunque le abbia provate sa che le maschere sono uno strumento difficile, che necessita di grande energia, ed in alcuni casi sono una vera e propria maledizione per l'attore. Sono faticose da portare e richiedono un training enorme, ma danno anche tante soddisfazioni.
Questo va in contrasto con il sapore di comodità che hanno gli stereotipi da gioco EUMATE o, comunque, pre-forgiti (ho scritto giusto?) .
Secondariamente, parlando di commedia dell'arte, una maschera fornisce canoni e riconoscibilità, ma ogni attore sa che può metterci del suo. L'Arlecchino di Soleri è molto diverso da quello di Paolo Rossi o di Dario Fo. Anzi, al di là dell'attore, Arlecchino si è sviluppato in diverse versioni (gatto, scimmia...) con alcune caratteristiche peculiari a seconda della versione.
Poi le maschere avevano valenza sociale, ed i commedianti tastavano il polso del loro pubblico prima di andare in scena per essere sicuri di colpire nel segno. I canovacci subivano cambiamenti in base alle città in cui venivano messi in scena (figuratevi se a Bologna la parte più importante non la faceva Graziano!). E servivano per fare satira sociale, per fornire uno spaccato della società di allora. Questa è una dimensione che gli stereotipi di cui sopra non riescono a comunicare, a meno che non siano studiati in tal senso.
Ultimo punto : la forza delle maschere era anche nelle relazioni tra loro. Arlecchino era il servo di status più basso, poi vi erano gli zanni e quindi Brighella - servo arricchito ed avido. Graziano era un grande affabulatore, che cercava di fare affari con quel porco di Pantalone (che spiava Colombina dal buco della serratura), ed il capitano Matamoros si vantava di quanto fosse figo.
Questo è un esempio di una delle reti di relazioni che si potevano formare durante uno spettacolo di commedia dell'arte. Sfido chiunque abbia giocato ad un pre-forgita ad aver creato una cosa del genere con naturalezza.
Forse, per l'argomento trattato, c'e' un altro stereotipo che potrebbe calzare maggiormente ed è questo

le serie super sentai.
Il contenuto dell'articolo è ottimo, davvero.
Ci fossero, però, gruppi che giocano come i commedianti ! O come chi prova l'esperienza della trance mask o, ancora, ispirandosi al teatro kabuki!
No, quest'ultimo è un po' esagerato...