Autore Topic: [IncBook 2012] La commedia dell’arte del gioco di ruolo  (Letto 2155 volte)

Zimmer

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L'articolo in questione, scritto da Ezio, è condivisibile e ben scritto, ma secondo me ha un'imprecisioneche vorrei andare a discutere - ovviamente a mio parere.

La cosa che vorrei approfondire è il paragone con la commedia dell'arte ed, in generale, con le maschere teatrali.

In primis perchè, al contrario degli stereotipi che Ezio va a trattare, le maschere sono faticose. Chiunque le abbia provate sa che le maschere sono uno strumento difficile, che necessita di grande energia, ed in alcuni casi sono una vera e propria maledizione per l'attore. Sono faticose da portare e richiedono un training enorme, ma danno anche tante soddisfazioni.
Questo va in contrasto con il sapore di comodità che hanno gli stereotipi da gioco EUMATE o, comunque, pre-forgiti (ho scritto giusto?) .

Secondariamente, parlando di commedia dell'arte, una maschera fornisce canoni e riconoscibilità, ma ogni attore sa che può metterci del suo. L'Arlecchino di Soleri è molto diverso da quello di Paolo Rossi o di Dario Fo. Anzi, al di là dell'attore, Arlecchino  si è sviluppato in diverse versioni (gatto, scimmia...) con alcune caratteristiche peculiari a seconda della versione.

Poi le maschere avevano valenza sociale, ed i commedianti tastavano il polso del loro pubblico prima di andare in scena per essere sicuri di colpire nel segno. I canovacci subivano cambiamenti in base alle città in cui venivano messi in scena (figuratevi se a Bologna la parte più importante non la faceva Graziano!). E servivano per fare satira sociale, per fornire uno spaccato della società di allora. Questa è una dimensione che gli stereotipi di cui sopra non riescono a comunicare, a meno che non siano studiati in tal senso.

Ultimo punto : la forza delle maschere era anche nelle relazioni tra loro. Arlecchino era il servo di status più basso, poi vi erano gli zanni e quindi Brighella - servo arricchito ed avido.  Graziano era un grande affabulatore, che cercava di fare affari con quel porco di Pantalone (che spiava Colombina dal buco della serratura), ed il capitano Matamoros si vantava di quanto fosse figo. 
Questo è un esempio di una delle reti di relazioni che si potevano formare durante uno spettacolo di commedia dell'arte. Sfido chiunque abbia giocato ad un pre-forgita ad aver creato una cosa del genere con naturalezza.

Forse, per l'argomento trattato, c'e' un altro stereotipo che potrebbe calzare maggiormente ed è questo



le serie super sentai.

Il contenuto dell'articolo è ottimo, davvero.
Ci fossero, però, gruppi che giocano come i commedianti ! O come chi prova l'esperienza della trance mask o, ancora, ispirandosi al teatro kabuki!

No, quest'ultimo è un po' esagerato...
ciao, sono Simone Bonetti.Non sono ancora stato a Berlino. Non ho cani. Non gioco a calcio.

Mauro

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Re:[IncBook 2012] La commedia dell’arte del gioco di ruolo
« Risposta #1 il: 2012-08-09 12:53:32 »
Ezio è in ferie; visto che l'articolo è suo, direi di non portare la discussione avanti chissà quanti messaggi, prima che torni e possa mettersi in pari.

Zimmer

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Re:[IncBook 2012] La commedia dell’arte del gioco di ruolo
« Risposta #2 il: 2012-08-09 20:47:05 »
grazie.
Tra l'altro, la prossima settimana mancherò io (rientrerò il 19).
ciao, sono Simone Bonetti.Non sono ancora stato a Berlino. Non ho cani. Non gioco a calcio.

Re:[IncBook 2012] La commedia dell’arte del gioco di ruolo
« Risposta #3 il: 2012-08-09 22:02:50 »
Posto solo per dire che leggere queste cose sulle maschere mi ha strappato un sorriso di contentezza perché è un argomento che adoro. I pochi workshop sull'argomento mi sono piaciuti da impazzire.


(e il mio sogno segreto è riuscire a portare a una INC un workshop per fare provare ai partecipanti la trance :P).


Scusa, Simone, non è proprio un messaggio in topic, ma dovevo dirlo ^_^
I nitpicker danneggiano anche te. Digli di smettere.

Re:[IncBook 2012] La commedia dell’arte del gioco di ruolo
« Risposta #4 il: 2012-08-09 22:51:54 »
sub :)
il dado si lancia da solo, e da qualche parte nel mondo un orco muore - vincitore di un Ezio D'Oro per la Boiata della Settimana! ("This Is Something Only I Do!"™)

Ezio

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Re:[IncBook 2012] La commedia dell’arte del gioco di ruolo
« Risposta #5 il: 2012-08-18 18:30:28 »
Normalmente a questo punto il mio personaggio prevederebbe che io partissi con un megarant contro la Mala Genia degli Attori, Teatranti, Guitti e Saltimbanchi.

Però mi sono appena macinato 5000 kilometri in meno di due settimane e sono stanchino, quindi mi perdonerete se esco per un momento dal personaggio e non lo faccio :-P


Simone, che ti devo dire... hai perfettamente ragione, nel tuo discorso ^^

Il mio articolo usa la Commedia dell'Arte in modo estremamente superficiale. Me ne rendo conto ed è esattamente quello che volevo ottenere: il mio articolo non crea un parallelo tra gioco e commedia dell'arte, in realtà, ma usa l'immagine della commedia, nota a tutti, per veicolare un concetto che invece non è così palese e condiviso.

Non mi interessava, quindi, approfondire la similitudine al di là del lievissimo tocco che faccio, piegando coscientemente ai miei scopi l'immagine che evoco.


Mi rendo conto che per qualcuno che sia dentro il mondo della Commedia il paragone che faccio sia troppo superficiale per stare in piedi, ma ti chiedo di fare un passo indietro e di "non sapere", di pensare come qualcuno più esterno, meno informato, di te su quel mondo.
L'articolo è stato scritto per quel "target" più generico e credo che in questo contesto funzioni ^^

Se invece vogliamo cercare davvero metafore più solide e concrete, ignorando il loro "richiamo ad effetto" si, credo che il paragone col Super Sentai sia migliore.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

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