I giocatori erano Luca Veluttini, Fabio Zannoni, Gabriele Locatelli, e Adriano Parisi. L'unica foto del tavolo purtroppo è questa:
da lontano, mentre inizio la partita (sempre fra i primissimi ogni mattina, dovrebbero darmi il premio puntualità...)
I Cani erano:
Caleb, di madre indiana, ma benvoluto comunque da tutta la sua comunità, nel suo cappotto c'è un inserto fatto con la vecchia tunica di sua madre.
Malakai, un giovane attaccabrighe, che è stato mandato fra i Cani nella speranza che lo raddrizzino.
Hamilton, dall'aria innocua ed innocente, e
Noah, dal cappotto vecchio e logoro, pieno di toppe e di macchie. Discendente di una stirpe di Cani che si tramanda il cappotto di padre in figlio, destinato a diventare anche lui un Cane sin dalla nascita.
I cani arrivano in paese subito dopo l'impiccagione. Affrontano a muso duro il sovrintendente, accusandolo di avere avuto troppa fretta con il cappio per un semplice furto di cavalli. Inizia un conflitto la cui posta è l'autorità del sovrintendente sulla città, e già lì si vede quanto sia forte l'influenza demoniaca sul tavolo: tiro subito 5d10 (la vittima di Odio e Omicidio è lì che penzola sullo sfondo...) e non c'è un d10 che non faccia almeno 7. Il sovrintendente si difende bene anche contro quattro cani, e quando il conflitto rischia di dare fallout sensibile (il sovrintendente forza una cerimonia) i PG mollano, accentando la sua autorità e il fatto che aveva il diritto di fare quello che ha fatto.
In seguito i Cani si dividono, e in breve tempo gli vengono raccontati tutti i retroscena. A Noah non sfuggono le similitudini con la sua situazione, e si rende conto che lui stesso avrebbe potuto diventare come Gaspar. Si propone così di cercare di redimerlo e di portarlo sulla buona strada (mentre gli altri cani vogliono semplicemente punirlo, lui e il padre)
La cena a casa del sovrintendente si fa drammatica, i cani accusano Gaspar di fronte al padre, la posta in gioco del conflitto è appunto lo schierarsi del padre da una parte o dall'altra. Non ho dadi buoni come prima, Gaspar molla il conflitto dopo aver dichiarato (subendo un rilancio) che in realtà non gliene frega nulla del diventare un Cane, o dei doveri del ruolo. E poi riesce a fuggire fuori e a ricongiungersi con la sua gang, parando diversi tentativi di fermarlo.
Si avvicina la scena finale (anche perché dobbiamo sgombrare il tavolo in 40 minuti per il pranzo: ma mi illudo che sia un tempo sufficiente), Gaspar e quattro dei suoi amici, armi in pugno, affrontano i Cani nella Main Street. Prima dello scontro Gaspar dice al padre di farsi da parte. Il padre (come risultato del conflitto precedente in casa sua) si mette di fianco ai Cani e dice "una volta un cane, sempre un Cane". E marcia con I PG contro suo figlio. (i suoi dadi di aiuto vengono assegnati a Noah, e anche questo sarà importante per il seguito)
Il duello pare equilibrato, cinque contro cinque. In realtà quattro cani, normalmente, farebbero polpette di una posse di sole cinque persone anche senza aiuti. Ma ancora una volta l'influenza demoniaca e' con me! Ho i dadi bastanti per un velenosissimo rilancio da 19: "questa è la prima volta che affrontate altri uomini in duello, armi in pugno..." (non avevano mai sparato nel corso della sessione, nel loro background c'erano al massimo botte e risse, e addirittura uno di loro, Caleb, aveva perso il conflitto di iniziazione non riuscendo a trovare la volontà di sparare ad un uomo nemmeno per difendersi) "...e non riuscite a controllare la paura. Gettate la pistola e fuggite via urlando"
Notare che questo rilancio non può, da solo (se non abbandonano la posta) toglierli dal conflitto. NULLA gli impedisce di ritornare a combattere nel round successivo. Anche il fallout è minimo, in d4... ma nella fiction, nella storia, hanno mostrato paura di fronte agli altri. Sono fuggiti.
I 40 minuti non bastano per giungere ad una decisione per tutti. E' una decisione difficile, definisce, in fondo, chi è il tuo personaggio. Si fanno molti calcoli, tutti cercano di racimolare dadi in qualche maniera, ma contro un 19 c'è poco da fare: le scelte possibili, se non si riesce a parare, sono (1) accettare di fuggire per la paura, o (2) mollare la posta: non fuggi, rimani lì nella fiction a sparare se vuoi, ma non hai più dadi e non influisci sul destino della posta in gioco. La partita si interrompe con Caleb che deve ancora decidere cosa fare (ma non ha i dadi, da solo, per parare), Malakai e Hamilton sono fuggiti, e Noah è rimasto lì grazie ad un dado di aiuto da parte di Caleb. Cioè, ad affrontare armi in pugno Gaspar e i suoi accoliti, rimangono solo suo padre e Noah, il suo "doppio". Dando un occhiata ai dadi potrebbero anche vincere lo scontro da soli, e sicuramente lo vinceranno se gli altri tornano indietro. Mi sarebbe piaciuto giocare lo scontro, vedere chi viveva e chi moriva, e che fallout ci sarebbe stato, ma come finale va bene anche la scena di Noah e Lazarus che, soli, rimangono ad affrontare Gaspar e gli altri quattro senza fuggire... :-)
Commenti da qualcuno dei quattro dell'Ave Maria? ;-)