Dunque, è il gioco su cui sto ragionando di più. La cosa che più mi ha colpito sono le potenzialità drammatiche del gioco. Avendo provato anche Polaris ho potuto fare un piccolo paragone: la drammaticità di Polaris è carica di un patos "di genere", dovuto in qualche modo all'epica cavalleresca, alla poesia del contesto; la drammaticità di Grey Ranks è invece assurdamente concreta e reale, scaturendo da una situazione che è realmente accaduta nemmeno tanti anni fa. Credo che avendo più cura di immergersi in questo alone di realismo le giocate possano davvero raggiungere altissimi livelli di dramma.
Lì per lì alla Con questo è stato un po' smorzato, ma è ovvio, visto i tempi ristretti, il non conoscere gli altri, la confusione. La cosa positiva è che, nonostante tutto questo, si siano potuti vedere i punti interessanti del gioco.
Resta un dubbio sul freaming (lo stesso che ho avuto sia in "Scapa o Muori" che in "Polaris") e cioè su quanto debba essere aggressivo. Alla Con mi pare si sia giocato piuttosto duro, con scene in cui il protagonista era da subito direttamente in pericolo. Non so se questo sia consigliato "da manuale" o se sia stato lo stile del tavolo. Chiedo a Flavio e Rafu (che mi pare fossero gli unici a conoscere il gioco) se il manuale dice qualcosa in proposito e mi piacerebbe sapere l'opinione di tutti al riguardo.
Per quanto riguarda le meccaniche le trovo assolutamente azzeccate: tutte, nessuna esclusa, riguardano l'interiorità del personaggio e ancora di più la sua "crescita". Direi che è lampante come siano frutto di un desing molto specifico, ma che è riuscito a cogliere nel segno.
Mi incuriosisce molto l'idea di fare delle sessioni estese (per capirci non come alla Con dove, se non erro, abbiamo usato delle regole speciali per sessioni veloci) per vedere se queste premesse restano soddisfatte e per veder girare di più il sistema.