I due coni di luce gialla inghiottono la nebbia, mentre procedi lungo Sandford Street. Il vecchio asfalto steso più di venti anni fa, mette a dura prova le sospensioni del “tuo” pickup. Più procedi lungo la strada, sfrecciando accanto alle acque torbide del lago Toluca, più il terreno si fa irregolare, con vecchie radici annerite che spaccano la crosta grigia d’asfalto, tendendosi ritorte verso di te. La loro immobilità sembra solo apparente: mentre scorri loro accanto a gran velocità, con la coda dell’occhio ti sembra di vederle muoversi. Giureresti persino di aver sentito dei sordi schiocchi legnosi.
Ti distrai per un attimo, distogliendo lo sguardo dal parabrezza nel momento in cui il tuo blocco da disegno rischia di scivolare giù dal sedile del passeggero. Lo afferri d’istinto, e nello stesso istante in cui distendi il braccio, la macchina arresta bruscamente la sua corsa. Il cofano si accartoccia, e il parabrezza ti esplode in faccia.
Non sei ferito - la morte ti ha già dimostrato di avere un’avversione per te -, ma un minuto più tardi, quando inizi a riprenderti, arrampicandoti oltre l’air-bag, vedi il muso accartocciato del pickup dondolare pericolosamente su un precipizio.
Questa visione dissipa tutto lo stordimento, e ora che sai nuovamente cosa è sopra e cosa è sotto, capisci di essere salvo per miracolo, in bilico decisamente precario sul vuoto.
In un punto della voragine, dove le pareti frastagliate si avvicinano maggiormente, lampeggia scarlatto e arancio l’insegna malconcia di un bowling. Le lampadine si accendono in alternanza, ritmiche, formando delle lingue di fuoco che serpeggiano verso dei birilli appena scagliati da una palla.
[Uscire dall'auto è una sfida a Dolore 6]