1) L'interpretazione in senso stretto non mi pare difficoltosa per lui. Ma noto che interpreta particolarmente bene e con enfasi quelle situazioni risolutive da un punto di vista "ho dimostrato che ce l'ho fatta". Per esempio (ne cito alcuni come tanti) se riesce a venire a capo di un enigma, se deve arrovellarsi un pò per ottenere un buon risultato et simili. Poi ci sono anche casi che esulano da tutto ciò ma sono meno comuni.
Abbiamo tentato di spingerlo nell'interpretazione senza risultati apprezzabili.
Non ha quasi mai fatto commenti out of character. A detta sua, il conflitto verbale/sociale è un fastidio in ogni sua forma.
Infine, i tipici tiri di dado sociali un pochetto li sfrutta ma di rado riesce a condirli con interpretazioni adeguate.
Non so sembra sempre un in... difficoltà.
2) Qua non saprei con esattezza... Sono certo che, per lui, è molto più appagante essere in un gruppo dove i PG non hanno screzi tra loro. Se qualcuno rivolge un commento offensivo o comunque denigratorio in-game al suo PG io ho sempre l'impressione che la prenda MOLTO sul personale, cioè a livello giocatore (dopodichè odo due tonfi sul pavimento che sono i miei testicoli che rotolano...)
3) Eh... chissà... non mi stupirei. Più che altro non l'ho mai visto in una presa di coscienza nei confronti del gruppo... e questo un pò mi lascia interdetto...
4) Questo punto mi piace. Nel senso che potrebbe essere quello giusto insomma. Cioè... forse non tanto "sono l'eore, non fate sfumare la mia figura da eroe e il mio intento da eroe". Quanto più "io SONO il mio personaggio ed io odio fare figure di merda, così come odio fallire o essere schernito". E' un'ipotesi, eh, che comunque, da quel che ho capito da quei thread linkati, non è compatibilissima con il right to dream (ma correggetemi se non ho capito bene). In quanto nel right to dream mi pare si parli di ciò che il giocatore "si aspetta/pretende" per il proprio personaggio, di ciò che vorrebbe che fosse come modello. Io temo che lui possa pensarla così ma, ancor peggio, identifichi troppo se stesso nel personaggio. Di fatto il 90% (e non scherzo) dei suoi personaggi, anche di giochi diversi e per quanto siano dissimili per aspetto e abilità, caratterialmente sono prodotti con lo stampo. Cioè ovvio che se in D&D faceva il mezz'orco cattivo o il paladino li interpretava su linee di condotta differenti ma, gira gira, era semplicissimo toccare il "tasto" giusto per ottenere la stessa reazione (ed il tasto poteva essere il fallimento, la figura di popò o altri), indipendentemente da chi stesse interpretando.
5) Sicuramente gli piaceva di più quando giocavamo a D&D. Soltanto che poi siamo passati ad altri giochi e Nik mi ha contagiato coi narrativisti, che però al giocatore in esame non mi pare piacciano granchè...
Perchè ti stupisci che uno come lui possa fare il DM a D&D? Come DM non ha problemi di farsi figuracce
come personaggio, di temere il fallimento per il proprio PG o di ricevere un insulto immaginario. Prende i mostri da manuale, li colloca da manuale e li fa morire da manuale. La sua sfera emotiva è salva.
[p]Scusate, ma perché sbattersi se non gli interessa? Se non soffrite, tenetelo a "far numero" e amen, no?[/p][p]Oltretutto, da quello che dici ottenete solo di irritarlo e rovinare le partite...[/p]
Io sarei disposto anche a fregarmene a dirla tutta. Invece il master è molto più tentennante di me e ci tiene a coinvolgere tutti. Inoltre è pur vero che per lui (come master) avere un giocatore che "risponde male" è più fastidioso rispetto a me che sono un giocatore. Ora la questione è nata da quando il narratore, e su questo lo appoggio in pieno, ha detto:
"voglio fare una pausa ad exalted e fare qualche altro gioco". La differenza è che io e lui ci troviamo parzialmente concordi su cosa giocare, mentre l'altro giocatore è visibilmente... hai presente la faccia ambigua? "Mah... sì... se ci tenete giochiamo". E lui giocherebbe ma, come al solito, al narratore scattano le beghe mentali e gli spiace che lui non si diverta.