Nel contesto e nella mitologia costruita durante la partita(*) tra me ed Ezio soprattutto (MC e giocatore coinvolto, mica per altro) era chiarissimo che:
- la Città era "il luogo in cui il magico non esiste". Non s'è mai vista, era semplicemente "quel posto là in cui vivono i genitori di Philippa. La madre, da backstory, aveva rinunciato alla sua parte magica, al punto che Philippa inizialmente pensava che lei fosse umana (così avevo detto io). La nonna Nives (PnG), invece, ha detto a Bianca (il Vero Nome di Philippa!) che la madre era come loro, un Airone magico, fatta e finita.
Gli amici persi erano QUESTI amici, gli altri PG (coi PnG abbiamo giocato relativamente poco). Amici in Città? Non ci siamo posti il problema, ammetto. Ho dato per scontato che fosse disadattata anche là, vista la nostalgia per il suo luogo d'origine che non ha mai conosciuto (e "pesce fuor d'acqua" ha MOLTO senso per una Selkie versione "base").
- Sul restare senza essere custode... Mhhh, anche peggio! Vivere tutta la vita vicina al Grande Padre Fiume, sentirne la voce, vederne le richieste, tappandosi occhi e orecchie? Una tortura. Philippa, specie dopo essersi accettata come Bianca, non sarebbe mai riuscita a "fare finta di non vedere la sua natura" avendocela sotto gli occhi ogni minuto. Sarebbe stato più sensato e meno doloroso andare in Città e dimenticare.
(*) Tra parentesi, è così che si dovrebbe giocare ogni pitch: costruendo sulle idee degli altri... ho ancora gli incubi su certi pitch che ho fatto e su altri che mi sono stati raccontati, a base di "boh", "fa' tu", ecc. -_-;