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[Monsterhearts] Mostri dentro casa
Michael Tangherlini:
Anche noi (io, Luca Ricci, Ernesto Pavan, Isa Spallelarghe e Daniele Di Rubbo), nel nostro piccolo, avevamo avviato i nostri piccoli mostri in un non-meglio-definito piccolo paese del Nord Italia. Funzionava, e avrei voluto vederla tutta intera.
Penso che MH sia un gioco che si presti bene alla localizzazione, perché localizzare rende il tutto più vicino e quindi sentito, oltre che facile da immaginare e rendere al tavolo. Voglio dire, le superiori bene o male le abbiamo fatte tutti, quindi sappiamo che c'erano i bulletti e come si comportavano, sappiamo come erano fatti i banchi, gli orari di lezione, cosa si fa nell'intervallo... è più vicina rispetto ai grandi college americani della fiction su cui si basa il gioco, ma non per questo rendono il tutto infattibile.
-MikeT
Mauro:
Solo per chiarire:
--- Citazione da: Ezio - 2012-06-12 11:28:51 ---Magari apri un altro thread per la Selkie, dato che la tua è una domanda in generale
--- Termina citazione ---
La mia è una domanda estremamente specifica, l'ho fatta qui per questo: l'esperienza di Mattia con quel personaggio in quella campagna; e perché quel personaggio in quella situazione soffrisse così tanto.
Se Mattia è disposto a parlarne apro un'altra discussione, altrimenti avrebbe poco senso.
Ezio:
Solo per chiarire:
Mauro, la tua domanda verte sulle particolarità nel localizzare il gioco in un paese della bassa padana anziché nel Wyoming? No, quindi è off topic.
Non mi importa se parla specificatamente di quella campagna: questo è un thread sulla LOCALIZZAZIONE, non su quella campagna.
Di contro il post di Micheal non parla di questa campagna... ma è in topic, perché parla di localizzazione.
Mauro:
... guarda che non ho mai contestato quello (infatti ho detto che ne parlerò altrove), ho solo detto che la mia domanda era specifica, e non generica, come l'avevi vista tu.
Comunque, a parte quello: il fatto di conoscere tutti la zona quanto ha influenzato, secondo voi? Le volte che ho giocato a Sporchi Segreti la localizzazione per me è andata dall'indifferente al dannosa (se tutti tranne te conoscono il posto, sei l'unico a non capire i riferimenti).
Da quanto scrivi (l'essere vicini al Po, conoscere la zona, conoscere l'alluvione del '51) mi pare non essere stato trascurabile.
Ashrat:
Mi sembra però, da quello che dite, che questa cosa sia possibile solo con un gruppo in cui tutti condividano la stessa provenienza geografica. Le esperienze e le abitudini di un adolescente di Ceglie Messapica sono molto diverse da quelle di un adolescente di Torino (ho avuto modo di confrontare le mie eperienze meridionali con quelle di persone provenienti da un po' tutta Italia, e sono completamente differenti). E ci sono le differenze tra città grandi, medie e piccole, e quel background sociologico e tradizionale a cui accennava Ezio, per cui può utilizzare, sicuro dell'effetto, la Resistenza o le alluvioni del Po (che a me, per esempio, non avrebbero fatto scattare nessun campanello).
In assenza di questi elementi condivisi, mi viene da pensare che ambientarlo in Italia sia più difficile che farlo negli Stati Uniti o, perché no, in una public school inglese o in un liceo giapponese, ovvero in luoghi in cui, in mancanza di esperienze dirette condivise, si possa fare riferimento a una "mitologia" comune e nota a tutti.
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