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Cosa vi aspettereste da una pubblicità sui giochi di ruolo?
il mietitore:
Questa domanda si lega a un certo mio progetto, di cui eventualmente scriverò sul prossimo incbook se il tema di quest'ultimo me lo permette, avente per scopo ultimo quello di cambiare l'immagine che il gioco di ruolo, inteso come istituzione, dà di sè stesso.
Personalmente ho una serie di idee su come dovrebbe essere fatto uno spot pubblicitario (televisivo) su qualcosa legato al gioco di ruolo, ma prima di approfondire quest'argomento mi piacerebbe sapere la vostra opinione in merito.
Immaginatevi dunque due pubblicità, una relativa ad una con, l'altra relativa alla pubblicazione di un nuovo gioco di ruolo. Come ve le figurate? Cosa compare? Si vede gente che gioca a un tavolo con sotto qualcuno che parla, o si fa uso di qualche meccanismo particolare (tipo far vedere la fiction prodotta?)?
Rispondete pure a casaccio, magari riferendovi solo ad una delle due pubblicità in questione, per dire. Io per primo non è che abbia chissà che idee chiare in testa, ho solo una serie di teorie che mi piacerebbe discutere ma che posto dopo perchè voglio essere sicuro che ci siano più idee in gioco, in questa discussione, e postando ora corro il rischio che si avvii una discussione solo sulle mie.
Dairon:
Donne che giocano. Forse solo donne che giocano, addirittura. E chiaramente, non supermodelle.
Gente piuttosto diversa tra loro, senza arrivare diciamo al sembrare una cosa del genere.
Diversi tavoli (non necessariamente diversa gente) che cerchino di riprodurre un po' il feeling di diversi giochi: se a un tavolo giocano a Polaris non ci sarà la stessa atmosfera di Gioventù Bruciata. [sì, non s'adatta al tuo esempio di pubblicità per un gioco nuovo]
Credo sia necessario (show, don't tell) vedere la fiction. Penso tuttavia sia necessario trovare modi di evitare che vengano fuori video di live, deve essere di livello. Se fosse per me userei l'animazione, ma credo sia quasi improponibile per ragioni di budget.
Sarebbe utile le stesse persone non interpretassero lo stesso personaggio in alcun modo nella fiction visualizzata, senza nemmeno dare (se fosse animato) la voce al personaggio.
Credo sarebbe vedere i giocatori nella loro vita quotidiana, per dimostrare che sono persone diverse che hanno vite diverse, appaganti, e similmente anche altri interessi. Me lo immagino proprio come inquadrature di mezzo secondo della gente che poi sarà i giocatori mentre vive normalmente, gioca a basket, insegna all'università, porta i bimbi in macchina, suona, lavora il legno, cucina...
Fabio Succi Cimentini:
Non saprei come adattarlo al format pubblicitario, ma per me Tabletop della Geek & Sundry è un ottimo modo per parlare di giochi via video. Non ha ancora trattato di Gdr, ma lo attendo al varco.
Perché? Perché mostra gente giocare, ridere, di cose comprensibili ("mi hai appena fatto una bastardata!"), perché spiega senza lasciare esoterismi e gergo specializzato, perchè ha un montaggio incalzante e quasi drammatico. Insomma, sa coinvolgere.E ha Wil Wheaton come conduttore, che ormai è il geek che conoscono le masse quindi è un nome sia competente che rappresentativo. Quindi una faccia che sa veicolare geekdom senza essere una macchietta, anzi con quei modi da gigione cazzaro che (per me) gli danno carisma.
Cosa trasporre di questo formato in una pubblicità?
Di un gioco... non saprei con sicurezza. Son tentato di dire "abdicare alle immagini fantasy e mostrare il manuale, i dadi, i giocatori coinvolti, magari giocare con le colorazioni e le luci" ma entrerei in un campo di comunicazione che non mi pertiene molto.
Di una Con mostrare le foto e video con la gente, i sorrisi, le tavole imbandite di cibo, i tavoli pieni di gente animata, i bei posti (Bertinoro, la Biasola, l'hotel di Montecatini), insomma tutte quelle cose che possano testimoniare come il gioco non debba per forza essere anti-sociale. E che al contempo non servano console, prese elettriche, monitor e così via (e quindi possa farlo anche in mezzo ad un prato o ad una splendida piazza.)
Manfredi Arca:
--- Citazione da: il mietitore - 2012-06-02 14:43:19 ---avente per scopo ultimo quello di cambiare l'immagine che il gioco di ruolo, inteso come istituzione, dà di sè stesso.
--- Termina citazione ---
Slogan + "Il nuovo gioco di ruolo di Vincent Baker i X"
(dove X è oggi il negozietto e poi si spera sia la libreria.)
Copertina del libro
Come per i libri, hai presente?
Come la radio.
E bombarderei di videorecenzioni su un canale/sito.
Specifico. Hai mai visto in tv qualcuno che pubblicizza I LIBRI?
A mio parere qualsiasi tentativo con le immagini IL gioco di ruolo in generale risulterà controproducente. Soprattutto col mischione di giochi, di tavoli, di gente con candele accese, ragazze che piangono per il loro, tizi col bastone in mano... sarebbe darsi la zappa sui piedi.
il mietitore:
Uhm. Ora posto anche io ;)
Ho le idee un po' più chiare relativamente alla pubblicità di una convention, che per il gioco. In entrambi i casi, comunque, io adotterei uno schema seguito da, ad esempio, queste pubblicità:
Masters of Hardcore 2012
PS Vita
Chanel n°5
In entrambi questi spot, ciò che viene pubblicizzato a momenti non viene neanche mostrato. Si fa piuttosto riferimento a una sorta di "immaginario" che si vuole trasmettere: il MOH non è altro che un mezzo rave, e la pubblicità (trailer, in verità, vista la durata) mi mostra invece una specie di messaggio politico in cui compare un'isola con sopra una sorta di portale in stile Contact. Tramanda una specie di "atmosfera", per intenderci, e la cosa funziona perchè io sono tutto meno che un fan accanito di musica del genere, eppure a me viene una gran voglia di andarci, adesso, al Masters of Hardcore.
Lo spot della PS Vita non è molto differente. Pubblicizza una console che compare per due secondi nella fase conclusiva, mentre per il resto della pubblicità mi viene tramandato "qualcosa", ed è qualcosa che sento essere piuttosto famigliare: da videogiocatore io trovo quello spot fenomenale perchè riesce veramente a cogliere quello che per me può essere il meglio dell'esperienza videoludica. Quel video tramanda esattamente, anche in questo caso, una specie di "atmosfera", è come se ti dicesse "essere un videogiocatore ti fa sentire così, ed è una gran figata". Probabilmente vedere quella pubblicità fa, a chi non è un videogiocatore particolarmente dedicato, lo stesso effetto che fa a me vedere la pubblicità del Masters of Hardcore.
Lo Chanel n°5 adotta anche lui uno schema del genere. È una pubblicità che, letteralmente, ti fa il film; dice alle donne che se prendono quel profumo allora QUELLO sarà ciò che gli accadrà. Si concentra sull'"esperienza" del profumo, a un livello sostanzialmente concettuale e astratto, e non concreto (ovvio, sai che non ti accadrà mai, eppure, nella testa quello è ciò che ti figuri). Anche in questo caso il profumo concreto poco ci manca che non venga nominato: sai solo che è lo chanel n°5, di cui non vedi il colore, non vedi la scatola, non vedi la boccetta e, clamoroso, non sai IL PREZZO. Anzi, praticamente non ti dice neanche il profumo: la marca compare solo nel logo in cima a un palazzo, e alla fine sai solo che si parla di un profumo, vedi "N 5", e se conosci già il profumo allora ricolleghi ciò che sai all'immaginario che ti è appena stato presentato, e fai due più due.
Io sono convinto che questo livello astratto e concettuale sia la chiave che permette di fare uno spot praticamente su qualsiasi cosa. Non è evidentemente facile ricercarlo, però pensate semplicemente al fatto che la pubblicità dello Chanel pubblicizza con un video (credo con successo) qualcosa che evidentemente *non può* essere rappresentato, vale a dire un profumo, qualcosa che si trova a un livello sensoriale che il televisore proprio non può rendere.
L'ipotetica pubblicità di una convention secondo me dovrebbe seguire una linea di questo tipo. Se si tratta della INC, ad esempio, secondo me dovrebbe esserci una qualche via di questo genere che permetta di capire quanto segue:
- si gioca
- si mangia
- non ci vanno solo gli sfigati
- ci si diverte
Riprendendo l'esempio del Master of Hardcore, secondo me l'attività del gioco può e deve comparire, esattamente come il rave compare nel trailer del MOH, però non deve avere la precedenza: magari vedi la gente che lancia dei dadi, che parla, che se ne stà ai tavoli, per farti capire di che si tratta, però poi il grosso del filmato è occupato da gente che dice e fa cose un po' come nel trailer della PS Vita. Tanto per spararne una, in un'ipotetica pubblicità di una con mi immagino qualcuno che arriva in macchina nella location; scende; dice "Io sono quello che deciderà chi siederà sul trono"; flash: si vede una scena di gioco di Mist-Robed Gate in cui qualcuno pianta il coltello nella scheda di qualcun altro; la telecamera segue il tizio della macchina per qualche istante mentre cammina verso un giardino, rivelando che attorno a lui stanno cadendo dei petali di rosa random, colorando la scena di rosso. Taglio. E magari la scena verrà ripresa in seguito, come appunto nello spot della PS Vita.
La pubblicità di un gioco dovrebbe essere secondo me uguale. Non mostri il gioco in sè, mostri l'esperienza.
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