Prima di tutto, ho risposto a Jackvice in un nuovo thread perchè si trattava di un argomento off-topic:
La sessualità non è booleianaPer il resto, specifico solo che io sto parlando di "facile / difficile" nel senso di difficoltà ad aprirsi, e di mettere "sincerità nel gioco" (se la conferenza di Ron ad Inc dell'anno scorso fosse già online qui ci metterei il link...).
Un attore è un bugiardo. Lasciamo stare vari metodi, sistemi e scuole per "entrare nel personaggio", sono costruiti sull'aggiungere alla mera "recitazione" altri elementi. Ma la mera "recitazione".. è bugia. E' inganno. Non reciti per te stesso (a meno che non ti stai autoingannando), reciti per un pubblico.
Non sto facendone un discorso "morale", non c'è alcun giudizio nel definirla "inganno", è semplicemente una maniera di comunicare qualcosa ad un pubblico.
Ma il gioco di ruolo è un altra cosa. C'è sì una componente di "recitazione", ma è la componente che serve a comunicare. Usi le tecniche della recitazione per comunicare il tuo personaggio agli altri al tavolo. Ma è solo una tecnica. E spesso pure controproducente.
Esempio: devi comunicare che il tuo personaggio sta mentendo in maniera evidente. Se fossimo a teatro, saresti costretto a basarti sulla recitazione (e su un copione scritto apposta per farlo capire, sulle luci, sulle reazioni degli altri personaggi, etc, ma non divaghiamo troppo).
Se sono al tavolo di un gdr, posso semplicemente dire, papale papale, out of character "mentre dico queste cose, è chiarissimo che sto mentendo".
Posso cioè semplicemente SPIEGARMI. Anche questa è una maniera di comunicare (e di solito molto più efficace della semplice recitazione, al tavolo).
Ora, la confusione fra "recitare un pG" e "interpretare un PG" è molto diffusa nell'ambito del gioco tradizionale. Da qui un sacco di giocate insulse con giocatori o GM che sforzano doti attoriali scarse o inesistenti nel vano tentativo di comunicare qualcosa di semplice come lo stato d'animo del loro personaggio, fallendo miseramente e incasinando il gioco, per il terrore di commettere il Peccato Mortale del Metaplay e di spiegarsi out of character...
Se fossimo ancora ancorati a pratiche così primitive e controproducenti, allora sì, interpretare me stesso mi riuscirebbe molto più facile del far credere agli altri al tavolo, con la sola recitazione, che sono una leggiadra Elfa dei Boschi. Ma visto che quelle superstizioni del gdr tradizionale le ho da tempo buttate nel cesso... a me cosa me ne frega di questo aspetto?
La "difficoltà" di giocare personaggi DIFFICILI DA RECITARE non la conto nemmeno, io la considero IRRILEVANTE, un problema RISOLTO. Semplicemente, se sono "difficili da recitare"... NON LI RECITO, uso altre tecniche di comunicazione, descrivo a parole o a disegni quello che non sto recitando, punto a farmi capire, non a far vedere come sono bravo a fare le vocine.
Quando parlo della "difficoltà di fare personaggi close to home", non parlo della recitazione. Non ci penso nemmeno, non la considero, se non fosse stata tirata fuori da altri post non avrei nemmeno pensato che fosse in qualche modo legata a questo discorso e a questo thread. Quello di cui parlo è la difficoltà nel gestire i rapporti "me stesso - il mio personaggio" e "me stesso - altri giocatori". Nel gestire difficoltà sociali e psicologiche che rischiano di metterti a disagio (ed eventualmente sbatterti completamente fuori dall'immedesimazione e dalla storia)
E a questo proposito... qui l'abilità nel recitare può diventare persino controproducente: ho visto davvero un sacco di persone, in difficoltà in situazioni di gioco che potevano metterli fuori dalla loro zone of comfort, usare la recitazione come "distanziatore": perchè recitare è mentire, e se mentre giochi il personaggio diventa troppo vicino, mettersi psicologicamente nell'ottica di "recitare" invece di "essere" è un distanziatore immediato.
In effetti, un certo interesse che nutrivo tempo fa per la recitazione è scomparso completamente non appena ho visto come veniva usata come "salvagente" in un sacco di giochi, diminuendone l'impatto e ostacolandone il funzionamento. Se "reciti" un Cane, non stai giocando a Cani nella Vigna. Se "reciti" un Servitore, non stai giocando a La Mia Vita Col Padrone (infatti, "A manifest on Mastery" come articolo è in gran parte dedicato a come far smettere di recitare i giocatori...), e così via.