Io noto una differenza direi "ideologica" di fondo, che sta portando a diverse incomprensioni nel thread. Cioè, proprio, io scrivo qualcosa (e non solo io), e dalle risposte vedo che si è letto il contrario. E credo di aver capito qual è il problema (o almeno uno dei problemi) di comunicazione.
Ricapitoliamo: nel mio primo post dico che giocare un maschio omosessuale per me è più "unsafe" che giocare una donna. Cosa significa "unsafe"? Non sto a menarmela con definizioni, parlo in termini di pratica di gioco: significa che è una cosa "socialmente rischiosa", che puoi fare solo in certe
circostanze che ti danno più sicurezza. Circostanze sia sociali (il gruppo di gioco, la situazione - sei in un ambiente tranquillo e rilassato o giochi in pubblico? - etc.) sia personali (in breve: lo stato d'animo in quel momento, la voglia di mettersi in gioco contrapposta a quella di giocare a qualcosa di più rilassante, etc.)
La mia tesi insomma in breve era: "è più difficile, ed essendo più difficile servono le circostanze giuste". E perchè è più difficile? Perchè
è più "close to home"La risposta di Patrick in cui questo veniva rappresentato in pratica come "Moreno ha detto che è impossibile perchè è più lontana" mi ha spiazzato, e già il vedere rovesciato quello che dicevo mi ha contrariato, poi leggo nel suo post tutto un discorso sul fatto che non c'è nessuna differenza, che mi pare completamente slegato da ogni realtà, come se vivessimo in un bel vuoto pneumatico dove possiamo fare tutto quello che ci pare senza nessuna conseguenza o reazione dal mondo esterno e dove anche noi non siamo stati minimamente influenzati dalla nostra cultura... e mi pare di leggere una cronaca dal paese delle favole!
Quindi rispondo un bel "Sì" al fatto che la differenza c'è. Non esiste un "è uguale" su queste cose. E mica solo per l'omosessualità...
E' uguale corteggiare una donna di dieci anni più giovane? (o, se non hai molti anni... è uguale corteggiare una che fa ancora la terza media (anche se ripetente) quando tu sei matricola all'università? Un mio amico lo faceva, e la cosa di onde ne ha fatte, e parecchie...). E' uguale a stare con una donna che ha una figlia più grande di te? E' tutto uguale?
E' uguale il rapporto con una donna di una "classe sociale" molto più elevata? E' uguale al caso opposto? Davvero? E non parliamo di differenze di razza, religione, cultura, etc sennò non finiamo più.
Sinceramente, l'idea che l'amore è amore ed è sempre uguale la relegherei alle massime dentro i cioccolatini... anche personalmente, sarò strano io, ma con donne diverse di cui ero certissimo di essere innamorato (e anche con il senno di poi lo ero davvero) avevo emozioni, reazioni, relazioni, completamente diverse. Ero in un certo senso un altra persona. Come lo era lei. Nessuno di noi è una persona sola, ci adattiamo
sempre al contesto, a chi abbiamo intorno, e più una persona ci si può avvicinare, più cambiamo per adattarci a lei.
Il Gran Turini (non te lo leverai più questo soprannome...

) mi dice "sì, ma se rovesci il contesto? Se ti metti in una situazione in cui l'omosessualità è la norma e l'eterosessualità è la violazione della norma, non cambia niente?". Ovvio che cambia.
Ma non è quello che ho detto io, che tutto cambia?Quello che non capisco è come il fatto che tutto cambia in rapporto all'ambiente, possa dimostrare che l'amore non cambia rispetto all'ambiente.
Ma su questo ha già risposto in maniera molto chiara Mr Mario. Vorrei lasciare l'argomento (nato da un equivoco sul mio post e che ritengo off-topic) per tornare alla "strana" lettura che Patrick ha dato al mio post iniziale.
Io dico "è più difficile perchè è più vicino". Patrick legge "è più difficile perchè è più lontano".
Poi rileggo il post iniziale di Patrick, e l'equazione di Patrick è proprio "più è lontano, più è difficile". una donna è più lontana rispetto ad un maschio omosessuale, quindi dovrebbe essere più difficile da interpretare. L'elfo poi è lontanissimo, dovrebbe essere impossibile...
Può darsi che io stia equivocando la tesi di Patrick così come lui ha equivocato la mia, e se è così lo invito a correggermi, ma mi pare che questa "equazione" possa spiegare sa la sua lettura del mio post che altre sue risposte. Quindi sono ragionevolmente sicuro che sia questo quello che dice. E non la usa come una tesi da esplorare, ma come un "assioma" da usare come lente per leggere il thread (da cui "più unsafe".----> "mmm... vuol dire sicuramente che per lui è più distante...")
Il problema è che è un equazione completamente sbagliata. E che sta portando a diverse incomprensioni in questo thread.
Sapete cos'è facile, davvero facile, da giocare?
Un gatto.
Avete mai giocato "Cats" di John Wick? Il gioco in sè non è niente di che, ma l'idea è irresistibile, almeno per un vero e proprio adoratore dei gatti come me (immagino abbiate notato il mio avatar...): giochi un gatto che difende il nucleo famigliare da varie minacce, con i suoi "poteri felini" (per esempio, se giri tre volte attorno al tuo servitore umano - quello che si considera il tuo padrone, insomma - fa tutto quello che vuoi tu).
Giocare un gatto? Facilissimo. Pensi al cibo, alle coccole e fai miao. Uno dei ruoli più semplici da gocare. Al confronto fare un elfo pare difficile, devi persino dargli una personalità almeno vagamente umana...
Oppure, Mouse Guard: giochi un topo: un gioco davvero unsafe, vero?
Ma prova ad avvicinarti. Un elfo appunto è già più vicino. Un uomo ancora di più, ma dai, se è un guerriero barbaro te la puoi ancora cavare facendogli dire "Crom" e facendogli spaccare crani. Ma se è un uomo contemporaneo? Che magari vive nella tua città? E ha la tua età?
Sempre più vicino, sempre più vicino. Sempre più difficile.
Patrick, sai qual è la giocata probabilmente più "unsafe" che ho fatto in vita mia? Credo sia stata la prima volta che ho giocato a Dubbio (in cui ha contato anche l'effetto sorpresa, non ero abituato a certi giochi e avevo le difese giù, come se avessi giocato un vampiro o qualcosa di simile...). E su cosa verteva il gioco? in quel caso specifico, non sul tradimento (in quella partita nessuno ha tradito nessuno) quanto sulla separazione. Sul lasciarsi.
Ora, mica è come prendersi una spadata in faccia, o una palla di fuoco: sai quante volte ho lasciato qualcuno o sono stato lasciato? Dai, una cosa così comune, dovrebbe essere una passeggiata di salute...
E invece no. Citando una vecchia barzelletta (modificata per non violare il regolamento del forum):
"Se tu avessi due ville in Sardegna, ne regaleresti una in beneficenza?"
"Certo, sarebbe la cosa giusta da fare"
"se tu avessi due Ferrari, ne regaleresti una in beneficenza?"
"Certo, bisogna condividere la ricchezza con chi è meno fortunato"
"se tu avessi due televisioni in casa..."
"ehi! Ferma! Finché si scherza si scherza, ma io due televisioni ce le ho davvero!"
Ecco. Fatemi affrontare draghi, vampiri, non morti, mostri meccanici da Vega, fatemi giocare personaggi che vengono imprigionati nella sesta dimensione, che vengono pietrificati da una gorgone, che vengono pugnalati da un kriss malese per ordine del Sultano, che si beccano due proiettili calibro 45 in un duello sulla main street. Che mi frega, è tutta fantasia. "me lo immagino" com'è.
Ma lasciare qualcuno, o essere lasciati, no, quello lo so benissimo quanto fa male. In entrambi i casi. Perchè mi ci sono trovato davvero. E riviverla non è più "giocare", ti tornano a far male tutte le cicatrici, e non è piacevole per niente...
E' giocare le cose vicine, le più simili a te, che è difficile (tanto che oltre ad un certo limite scatta l'autodifesa e ti estranei, come spiegavo nel thread su La Mia Vita con Angelica). Più sono lontane più è facile.
Vuoi sapere, secondo me, come si potrebbe rendere Kagematsu MOLTO più unsafe?
Premetto che per me, Kagematsu fa molto per renderti la situazione più "safe". E' uno dei pregi del gioco per me, ti permette di comunicare cose che di solito sono "unsafe" in un atmosfera e una situazione rilassata e trasportata in un "altrove" lontano. Anche il fatto di giocare a ruoli invertiti aiuta.
Ma immagina di togliere tutte queste distanze, queste protezioni.
Giochi un uomo. Non omosessuale: eterosessuale. Giochi te stesso. Oggi. Tutti giocano loro stessi. Anche la giocatrice che gioca Kagematsu, non gioca più Kagematsu, non gioca un samurai: gioca sè stessa, con il suo vero nome.
E poi giocare come con il gioco base, creando scene, in cui cercate di sedurla. Sedurre veramente lei. Nel vostro ambiente normale (scula, casa sua, i locali che frequentate, etc.), se ha un ragazzo usatelo come "minaccia" (che ti scopra) o comunque rischio di interruzione se fai triplo 6.
E, come nel gioco normale, se i dadi dicono che ti dà (a te) un Gesto, lei onestamente decide se lo farebbe per amore o per pietà. E poi alla fine guardate i numeri.
Patrick, secondo il tuo post iniziale, dovrebbe essere una cosa facilissima e completamente safe.
Provaci, e vediamo.
Ma provaci tu, perchè io sono terrorizzato anche solo dall'idea.
[Crosspost con Giullina, che fa una precisazione che andava fatta da un po' nel thread]