Penultimo AP! ^_^ La parte con Diana sarebbe espandibile all'infinito... Sarà per il rewrite finale (che verrà messo altrove e nessuno modificherà i post originali) scusate refusi ed errori.
Non ho voglia di andare da Lenora da solo. Non ho voglia che urli, pianga, si lamenti. Non ho voglia che mi parli. Vado a casa di Amanda. Suono e mi apre
-Cercavo proprio te.
-In salotto?
Il fatto che io abbia appena fatto una battuta lascia Amanda senza parole. Ma sono così rigido per lei?
-Il problema è Erika. Sta perdendo il controllo.
-Procurami qualcosa di suo.
Amanda mi passa un pendaglio che ha lasciato sul comodino e io faccio per andarmene. Poi vedo Erika che ingoia un ragno vivo in cucina e una vocetta mi risuona in testa.
E' Danny Glover in Arma Letale e io sono troppo vecchio per queste stronzate.
Lei si gira, mi guarda e io la incanto.
Binding
Problema risolto, Amanda soddisfatta e pendaglio intascato per future evenienze. La giornata inizia bene.
Guido fino a casa di Lenora, busso, la porta si apre ed entriamo. Lenora è in cima alle scale.
-Sei venuto. Scusami, ho esagerato sul ponte.
-Tutto a posto Lenora. Però ho bisogno di un piacere?
-Ah, sei venuto per chiedermi qualcosa
-Ho bisogno di una vecchia spada che dovresti avere in casa.
-La spada di mio padre? Sì, è nel cassettone al piano di sopra. Prendila pure, se pensi di essere in grado di usarla.
Ci porta davanti al cassettone e lo apre. La spada è lì, stesa su un panno, arrugginita, nera e pesante. Non sembra speciale, a guardarla così. Neanche io sembro speciale a guardarmi così.
Mentre abbasso la mano per prenderla so che c'è un prezzo da pagare. Lo so e la mia intenzione di farla maneggiare ad Amanda scema mentre mi abbasso. Quando la stringo so che è la MIA spada e che nessuno la impugnerà oltre a me.
Usarla vuol dire entrare in Darkest Self. Indagare su di essa vuol dire entrare in Darkest Self.
Mi sembra appropriato.
Uscendo Amanda scompare per qualche minuto. Quando torna Lenora ne n'è andata. Ottimo, sarà più al sicuro lontano da qui.
Passiamo da casa perché Amanda ha bisogno di un'arma. Non ho mai dato troppo peso alle cianfrusaglie di papà, ma ora che so che la magia esiste e che i suoi libri sono veri, magari anche tutta quella roba...
Scelgo una lancia. In fondo dobbiamo affrontare dei cavalieri o no?
Quando esco, di fronte a casa, passo la lancia ad Amanda e, per un momento mi fermo.
Il cavaliere del Falco, al sorgere della luna cercherà di nuovo Diana. Potrei aspettarlo lì, ma questo vorrebbe dire che anche lei sarebbe in pericolo. Ok, questa volta me la sto raccontando. Non voglio vederla con Ambrose. Posso accettare che stiano insieme ed essere felice per lei, ma VEDERLI assieme è tutta un'altra questione. Non voglio fare qualcosa di cui mi pentierei. E poi non mi fido di Ambrose. E' o non è una fata anche lui?
E io odio le fate.
No, preferisco correre i miei rischi qui, con Amanda. Voglio credere che Amanda sia dalla mia. Voglio avere fiducia. Era un po' che non capitava e, mentre lascio che il potere delle fate scorra in me, mi chiedo cosa sia cambiato.
Dio mio, mi sembra di essere toccato da mille mani viscide mentre la Malìa mi avvolge, ma io sono troppo arrabbiato, troppo concentrato, troppo potente per lasciarle conurre il gioco.
-Voglio il cavaliere del Falco, qui, ora.
La Malìa scompare come è arrivata e io mi trovo di fronte al Cavaliere del Fottuto Falco e i suoi Fottuti 4 di cavalieri gregari. Ecco, 5 contro 2 potrebbe essere un problema.
Il cavaliere scende da cavallo con arroganza. Mi parla, ma non lo sento. Vedo solo tutto quello che odio in Ambrose, al cubo.
-Vuoi sfidarmi, umano?
-Stai per scoprire che hai sbagliato città nella quale comparire. Questa è la MIA città.
Allungo la mano sulla schiena e stringo la mano sull'elsa della spada. BAM! Il potere mi pervade come un'onda scura. La pelle si crepa come ceramica e io sento il potere scorrere libero. Quanto sarebbe facile maledirli, combatterli sul mio terreno. Eh no! Hai voluto la fottuta spada? E ora vediamo cosa ci sai fare.
La estraggo e mi ci sento a mio agio immediatamente. Vedo la malia sparire dai cavalieri e, per la prima volta, li vedo come sono. Il Cavaliere vede il ferro freddo, esita e io ne approfitto. Lui non se lo aspetta e la spada gli cala su una spalla. Sangue.
Sorrido. E' questo che si prova a fare gli eroi?
Col loro capo ferito, gli altri 4 cavalieri si preparano ad attaccare. Con la cosa dell'occhio vedo Amanda caricare. Brava ragazza, sapevo di poter contare su di te.
Ovviamente non tutto può andare come previsto e Amanda, in un secondo, viene disarmata e ferita, mentre Diana e Ambrose irrompono nella scena.
Il cavaliere parte all'assalto, ma chiaramente è la mia giornata perché paro i suoi affondi, anche se di poco. Poi, mentre Diana sbrana un cavaliere, io riprendo ad attaccare. Lui è uno spadaccino provetto e io sto tenendolo a distanza giusto perchè sono riuscito a ferirlo eperchè non smetto di attaccare. Poi un largo fendente e la sua spada si spezza, mentre la mia lama arrugginita affonda violentemente nel suo collo e la sua testa rotola a terra.
Poso il piede sulla testa del Cavaliere del Falco e guardo i tre rimasti.
-Ci arrendiamo. Ce ne andremo e non faremo più ritorno.
Perfetto, proprio quello che volevo. Servirà da monito a chi pensa sia facile imporre la sua volontà su di noi.
-No! - Sento la voce di Ambrose e impreco sottovoce. Perché è arrivato e si intromette? Perché non lascia fare a ma?
-Tornerete a Faerie, andrete da Auberon e gli farete presente che questo è quello che succederà a chi cercherà di fare del male a Diana.
I cavalieri lo guardano e si inchinano di fronte a lui.
Questo è troppo, rischio la vita, duello col cavaliere del Falco e lo sconfiggo, rischio la mia vita usando questa spada e lui deve intromettersi e rubarmi i riflettori che mi sono guadagnato. Chi si crede di essere? Pensa che ci sia un modo diverso di occuparsi di queste creature che ucciderle? Pensa forse di poter comandare lui? Pensa di poter comandare ME?
Nella mia testa sto vivendo mille modi per farlo soffrire. I cranio nudo, lapelle butterata, i denti marciti, gli occhi che colano sangue, le braccia spezzate, i moncherini sanguinanti. Se non ci fosse qui Diana sarebbe ai miei piedi, deforme a implorare pietà. Sento la magia in me che brucia e mi sussurra di ucciderlo, di farlo soffrire, di umiliarlo. Sento il potere sche scorre in me e mi inebria.
Stringo la mano sulla spada e mi sembra di sentire la sensazione della coarne che cede mentre viene trafitta. Sarà dolce come è stato il Cavaliere del Falco.
NO! Diana non mi perdonerebbe mai e io sono meglio di così. Sto cercando di imbrigliare il fulmine e qualcosa devo cedere per non fare cose di cui poi mi pentirei.
I cavalieri stanno andando via, sottomessi ad Ambrose. Diana mi giarda e non c'è gratitudine nei suoi occhi, solo rabbia e preoccupazione, ma non per me. Mi avvicino ad uno dei cavalieri e lo passo da parte a parte. Lui, sorpreso, cade a terra.
-Tradimento!
Cretino, io non ti ho promesso nulla e tu ti sei inchinato davanti alla persona sbagliata.
Ambrose è livido
-Cosa hai fatto? Erano ambasciatori!
Lo ignoro. Non voglio guardarlo, non voglio parlargli, non voglio insultarlo. Voglio essere migliore di lui. Come posso pensare di meritarmi un giorno Diana se non sono meglio di lui almeno in qualcosa?
Mentre mi giro verso di lui, Ambrose ha una spada in mano e si getta su di me, mi butta a terra e mi trafigge una spalla.
-Erano ambasciatori! Ambasciatori!
Erano tuoi lacché Ambrose, come lo erano di Auberon prima. Potrei maledirlo con facilità. Nessuno impara che affrontarmi faccia a faccia non è una scelta saggia, ma lascio perdere. Ambrose mi lascia andare, io mi alzo e finisco il lavoro, uccidendo il cavaliere morente.
-Basta!, Fate quello che volete. Io me ne vado!
Diana si gira e ci lascia lì, io devo ancora fare una cosa prima che la notte sia finita e vado verso la macchina quando un dolore lancinante al ventre mi fa abbassare lo sguardo. La punta della spada di Ambrose mi esce dallo stomaco. Ma perchè ce l'hanno tutti col mio stomaco? Il sangue scende come un fiume lungo la mia gamba, mentre mi giro e mi trovo di fronte alla faccia di Ambrose. Mi ha appena ammazzato e non leggo nulla nel suo sguardo. Guarda Diana chi sceglie di uccidere qualcuno che si preoccupa per te, per difendere i suoi schiavetti fatati. Guarda come la vita esce fuori da me perché non ho voluto fare del male a qualcuno che ti sta a cuore. Guarda Diana! Guarda chi è il mostro!
Ho una gran voglia di lasciarmi andare e morire qui. Ho voglia di vederti piangere sulla mia tomba e di essere ricordato come un eroe. Ho voglia di smettere di soffrire. Ma se io cado, chi cadrà dopo di me? Chi metterò in pericolo non essendo più qui? E allora lascio che sia magia e le mie ferite si chiudono mentre guardo Ambrose.
-Sei veramente inutile. Agisci e non pensi alle conseguenze, solo per soddisfare il tuo ego da megalomane. Vuoi soltanto essere sotto la luce dei riflettori, ma non hai ancora imparato a guadagnartelo. Vattene, non meriti neanche che ti uccida.
Io odio le fate.
Salgo in macchina e faccio segno ad Amanda di salire. Ho ancora una cosa da fare stanotte. C'è ancora una persona che non deve più fare del male a Diana.
Parcheggio la macchina davanti a casa del Signor Mitchell che è ubriaco, come al solito, e lascio andare un po' di aggressività
-Ehi, pezzo di merda!
-Come mi hai chiamato ragazzino?
-Pezzo di merda! Sei anche sordo?
Mi si avventa contro anche lui. Oggi devo avere un grosso bersaglio disegnato sulla faccia.
Lascio che la magia scorra e lo maledico.
Binding
Solo che c'è troppa magia e troppa rabbia per un uomo solo e tornano le catene che lo avvolgono e lo stringono. E lo stringono. E lo stringono. Quando è ormai viola, sciolgo l'incantesimo. Non posso permettermi che muoia o diana non me lo perdonerà mai.
- Pensaci tu, Amanda.
Devo trovare il modo di controllare tutto questo potere. Che divori me va bene, ma non posso rischiare di far soffre qualcuno.
In compenso Amanda è chiaramente di nuovo sotto controllo. La notte è ancora lunga.
Andiamo da Bock. Ho bisogno di un posto tranquillo e di un amico.
-Professore, dobbiamo parlare. Ma prima mi scusi un secondo.
Mi giro verso Amanda
-Scusa, ma non posso ancora fidarmi di te
E la maledico a tradimento.
Binding
Lei mi guarda e storce la bocca. Non è abbastanza. Mi avvicino e le accarezzo la guancia.
-Com'è lasciar comandare qualcun'altro, Amanda? Ti piace essere sottomessa?
Vedo l'imbarazzo nei suoi occhi e la lascio andare. Sembra essersi calmata.
-Se avete finito...
-Professore, la situazione sta precipitando e io mi son fatto altri nemici
-Dobbiamo prenderci cura della mia città.
-Della NOSTRA città, professore.
-Pensavo fossimo al di là del "professore". Chiamami Otto.
Amanda se n'è andata e io e Otto restiamo a bere tequila presa dal suo mobile bar a forma di mappamondo. La giornata è finita e io vorrei andare a dormire, ma non mi decido. Perché voglio sfidare ancora il fato? Perché sento questa fame che mi divora? Perché non riesco a darmi una pacca sulla spalla e dirmi "Bravo, per oggi può bastare?" Avanti Darius che è rimasto il nemico peggiore di tutti. Prendo il cellulare "Mi spc che la situa sia degenerata. Vlv solo proteggrti. Se t va di parlare sono da 8".
Diana, poco dopo, arriva e Otto ci lascia soli.
Dammi un cavaliere di Auberon e gli staccherò la testa, ma non chiedermi di flirtare per salvarmi la vita. Sigh.
Le chiedo scusa, ma lei è fredda. Mi racconta che ha trovato un branco, un vero braco e che ha rotto con Ambrose e che ora sta pensando di restare lupa per sempre.
-Ti prego, non restare lupa.
-Dammi un buon motivo.
-Sei importante per me.
-Eeeeeeeh!?!
E meno male che casa di Bock è poco illuminata o il fatto che son color peperone sarebbe ancora più imbarazzante.
-Come faccio a sapere che non sei solo ubriaco.
-Aspetta fino a domani. Ti dirò le stesse cose.