Ecco qui anche il mio AP. È un po’ lunghetto, siete avvisati.
Mi concentrerò sulla mia parte di partita perché, ovviaemnte, è quella di cui posso riferire a fondo le mie reazioni emotive e i pensieri dietro alle azioni.
Inizialmente non ero per nulla sicura di giocare il Fatato. Al 90% pensavo che avrei giocato la Selkie, che qualche giorno fa ha stuzzicato la mia mente, ma ho sempre lasciato spazio all'eventualità di giocare un'altra skin a seconda della situazione al tavolo.
Paolo ha scelto la Strega, e questo mi ha fatto inserire il Fatato come possibile skin. Anche se in maniera molto diversa, entrambi i personaggi esplorano come temi la paura di essere traditi e abbandonati e il reagire in maniera sproporzionata a torti subiti e mi sarebbe piaciuto vederli entrambi in azione. Lapo ha scelto il Vampiro e Giulia era indecisa fra Fatato e Lupo Mannaro ed ha infine scelto quest'ultimo, portandomi a scegliere il fatato dato che anche a lei interessava vederlo in azione.
Diciamola ben tutta: delle varie skin di MH, quelle che più mi interessano sono Mortale e Fatato. Mortale perché il suo Darkest Self è quello credo più simile a come mi comporto io quando sono davvero arrabbiata (non in maniera così esagerata, ma il succo è quello).
Col Fatato condivido il dare molta, molta importanza alle promesse e alla fiducia che ripongo negli altri. Le uniche due volte che ho mai completamente escluso qualcuno dalla mia vita è stato appunto per questo motivo. Col Fatato non condivido il Darkest Self, dato che quando ciò accade non cerco affatto vendetta, non è nel mio carattere, ma è un tipo di personaggio che sento comunque vicino.
Iniziamo la creazione dei personaggi e salta fuori che Ambrose è davvero un bel tipo affascinante, difatti Diana l'ha osservato e seguito per un po' per capire che tipo fosse, mentre Amanda lo trova quanto meno accattivante. Sa che Darius fruga in mezzo alla roba altrui alla ricerca di chissà cosa, ma non ne ha ancora parlato a nessuno.
Ambrose, oltre alla mossa base del fatato, che gli permette di aggiungere opzioni aggiuntive quando spende stringhe nel cercare giustizia per una promessa o patto infranti, viene avvantaggiato quando qualcuno gli chiede di fare qualcosa di importante e lui lo fa. Insomma, un tipo che ci tiene alle promesse, ma non solo a quelle degli altri.
Iniziamo a giocare.
Ambrose emerge da subito come uno tranquillo, che è difficile scuotere. È popolare senza fare parte di un gruppo specifici. Tiene testa ai bulli della sua classe quando gli altri non fanno nulla per fermarli. Vorrebbe che ci fosse serenità per tutti e non capisce il senso di discriminare altre persone. È consapevole che il suo aspetto lo rendono privilegiato rispetto ad altri, ma piuttosto che approfittare di questo vantaggio preferisce cercare di sfruttarlo per aiutare altre persone, sperando che anche altri capiscano che non è giusto sfruttare bell’aspetto o popolarità per far sentire altri inferiori o esclusi, o peggio ancora per picchiarli.
David, uno dei bulletti minori, viene fermato con una frase scherzosamente seducente, ma che viene presa troppo sul serio da lui. Vedremo cosa ne verrà.
Questo atteggiamento tranquillo e disponibile mette Ambrose nei guai: Alexander, il capo del club di fotografia (di cui oltretutto Ambrose fa parte, quindi non un ragazzino qualunque) viene preso di mira dai soliti bulli, che fanno un bel gruppo compatto contro di lui. Il capo è stato umiliato al mattino da Diana e ora si sfoga sull’ennesimo malcapitato, prendendolo in giro per il suo aspetto effeminato, accusandolo di essere omosessuale con parole ed espressioni decisamente meno cortesi di quella che ho usato io. Come già detto da Ezio, Ambrose prova diverse volte ad attirare l'attenzione di Jordan (il capetto) per farlo smettere, ma senza troppi risultati.
Riuscendoci infine tirandogli un cartone, gli offro uno scambio: lasciano stare Alexander e in cambio lui, Jordan, può farmi quello che vuole. Io non reagirò, non scapperò, niente. A una condizione: deve dire a tutti come si sente, ad ogni azione che intraprende.
Io lavinia ho visto in questa mossa un modo per portarlo dove volevo io, in gioco giustificato dal fatto che Ambrose probabilmente oltre a voler evitare che Alexander, decisamente più gracilino di lui, si becchi una scarica di legnate, si è accorto di qualcosa in Jordan e vuole cercare di farlo emergere, capire che cos'è. Crede ci sia qualcosa dietro a tutta la violenza che Jordan usa, alla sua rabbia, al veleno che sputa addosso agli altri, e vorrebbe capire cosa. Facendo leva sulla rabbia di cui è carico Jordan, lo scambio viene accettato. Inizialmente si tratta di uno sfregio in volto con un serramanico, cazzotti, calci. Poi Jordan inizia a perdere il controllo: strappa un paletto dal terreno (eravamo vicino al campo sportivo scolastico) e ordina ai suoi di togliere i pantaloni ad Ambrose, vuole usare il paletto per sodomizzarlo, come la checcha che è. Ambrose, come promesso, si lascia denudare senza reagire.
Decido che questo è il momento giusto per fare un tiro per eccitare Jordan.
Ambrose non fa nulla, semplicemente se ne sta lì, ma in ogni caso è probabilmente il ragazzo più bello che Jordan abbia mai visto. Il tiro riesce con 7, Ezio deve scegliere se darmi una stringa, promettermi qualcosa che pensa io voglia o concedersi a me. Giochiamo ancora un paio di scambi, con Jordan che cerca di nascondere l'attrazione per Ambrose, mentre io lo incalzo, ricordandogli cosa ha promesso: so cosa sta provando, non può nascondermelo, e deve dirlo anche a gli altri, come ha promesso... Ezio esita, capisco che sta per fare la scelta più "safe" e darmi una stringa o promettermi qualcosa (probabilmente di lasciare stare me e Alexander, non lo so), lo interrompo: quanto sta mantenendo il controllo Jordan? Fino a 20 secondi fa stava picchiandomi e urlandomi insulti omofobi, riesce DAVVERO a mantenere il controllo con una realizzazione così improvvisa, dato che il tiro comunque è riuscito? Ezio decide che la cosa giusta è che Jordan mi baci, davanti a tutti.
Ammetto che nel fare quest’ultimo tiro mi tremavano le mani. Un po' perché da un lato temevo cosa sarebbe potuto accadere in caso di fallimento, un po' perché non sapevo esattamente cosa aspettarmi da un successo. Una confessione? Un bacio? O Jason avrebbe invece cercato comunque di salvare la faccia, stuprandomi di persona per far vedere ai suoi amici che era lui quello dominante, in controllo? Quel tiro in ogni caso avrebbe portato dei cambiamenti, complicazioni. Ho corso un rischio grosso, ma sono contenta di averlo fatto.
Poco tempo dopo: Ambrose e Jordan sono in città, sono scappati (e anche Alexander) approfittando della confusione degli altri. Cerco di confrontare Jordan, di parlargli, di fargli capire che non c'è nulla di male in quello che prova. Voglio aiutarlo ad accettare se stesso, a espellere un po' della rabbia e del veleno che ha dentro di se. Vorrei che capisse che io non lo giudico ora, né lo farò in futuro, per quello che prova. Gli confesso che questo è stato il mio primo bacio in assoluto (anche se ha 17 anni, Ambrose non ha mai avuto esperienze sessuali di alcun tipo fino ad ora). Jordan è arrabbiato frustrato, confuso. Non vuole ascoltare. Provo a fare un tiro per farlo stare zitto, per avere la possibilità che taccia un attimo e mi ascolti. Fallisco.
Jordan mi ferisce con un fiume di parole, mi rifiuta, mi dice che devo uscire dalla sua vita. C'è un problema: questo fallimento ha avuto come reazione da parte di Ezio il farmi entrare in Darkest Self. Quello del fatato è ben crudele: ogni cosa che sento o che dico è una promessa. Ogni promessa infranta deve essere ripagata, se necessario anche col sangue. Per uscirne, i torti devono essere riparati, giustizia essere fatta. Wow.
Gli rispondo a tono, che io sono l'unico disposto ad accettarlo per ciò che, che i suoi amici lo rifiuteranno, e qanndo lui tornerà da me implorando aiuto, non sarò così gentile come sono stato ora. Il povero Jordan si ritrova con diverse promesse nei miei confronti: quella fatta al campo sportivo per cui se gli avessi lasciato fare ciò che voleva, avrebbe detto come si sentiva davvero (mi ha baciato, ma non l'ha detto, quindi la considero infranta); la mia promessa di uscire dalla sua vita; quando tornerà da me non lo aiuterò; i suoi amici non vorranno avere più nulla a che fare con lui (leggi: se uno di loro avesse deciso di stare comunque al suo fianco, mi sarei occupato di fare in modo che la cosa durasse poco). Iniziano ad accavallarsi nuvole temporalesche all'orizzonte per il povero Jordan.
Non mi piace per nulla dirgli quelle cose, ma dopo che ho aperto le braccia per accogliere tutte le sue paure e dargli amore e comprensione incondizionate, mi sono visto sbattere in faccia una porta blindata. Jordan non è l’unico ad essere stato ferito dalla faccenda nel suo complesso, e le parole cattive che gli rivolgo sono molto simili a quelle di un amante rifiutato: non mi vuoi? Beh, nemmeno io ho bisogno di te, quindi cancella pure il mio numero!, e simili. Non so sinceramente se in caso Jordan avesse invece ceduto e accettato di parlare con me cosa sarebbe successo, se l’avrei considerato un amico o se invece avrei iniziato a considerarlo come possibile partner. Pazienza.
Andiamo alla sera, in cui più o meno tutti pg e png sono alla festa di una delle mie compagne di classe. Ovviamente sia io che Jordan ci siamo. Mantengo le distanze, ma i miei occhi non lo lasciano un solo istante. Voglio vendicarmi, meglio, DEVO vendicarmi. Per le parole che mi ha detto, per il suo rifiutare la ia mano tesa, perché non ha rispettato il nostro patto, perché spero ancora (inutilmente, lo so da principio) che almeno lui metta da parte l'orgoglio e venga a chiedermi scusa, a chiedere il mio aiuto, a strisciare davanti ai miei piedi, che lo faccia abbastanza da farmi sentire che la sua umiliazione eguaglia la mia e considerare il debito ripagato. Mi faccio schifo nel pensarlo, ma è il modo più rapido e meno dannoso di risolvere la questione. Non voglio fargli del male, voglio uscire da questa situazione e cercare nuovamente di aiutarlo.
Aiutare Jordan è diventato più importante di qualsiasi altra cosa. È una mia responsabilità, dato che è colpa mia se ora è ostracizzato dai suoi amici, ferito, confuso.
Jordan alla fine viene a cercarmi, ma è solo per ribadire quanto ha detto, per cercare di allontanarmi ancora di più. Vorrei poter chinare il capo e dargli ciò che chiede, per stasera, per tornare a parlargli poi, con più calma. Vorrei ma non posso. Adesso sono l'incarnazione stessa di una giustizia sproporzionata, resa cieca dall'orgoglio e dalla fiducia tradita. Perché anche di questo si tratta: mi sono messo nelle mani di Jordan, fiducioso che questo avrebbe aiutato entrambi a capire qualcosa di noi stessi, a migliorarci, ma lui non riesce ad accettare quello che ha visto e i miei tentativi benintenzionati sono stati respinti, col risultato di ferirmi. Ero io ad avere bisogno di lui in quel momento, non solo il contrario.
Penso a cosa rispondergli, cosa posso fare. Guardo la mia scheda e vedo la risposta. La mossa base del fatato, Faery Contract, permette fra le varie cose di spendere una stringa su un altro personaggio per causargli 1 danno, che sia spiegabile o meno. Avrei potuto cercare di sedurlo nuovamente, di farlo stare zitto, colpirlo, ma in quel momento ho capito una cosa: in Darkest Self sono arrogante e quant'altro, ma non mi sento affatto bene. Non mi sento invincibile o più libero del solito, anzi vedo tutte le mie fragilità esposte al mondo. Tutto ciò che mi tengo dentro normalmente quando sono rilassato, sereno, socievole, pronto ad aiutare gli altri, tutte le mie debolezze che non posso permettermi di esporre, i difetti che ho faticosamente limato nel tempo, sono quelli che saltano fuori e che ora tutti possono vedere. Sono queste debolezze che faranno del male alle parsone a cui voglio bene, se solo diranno una parola sbagliata. Non sono un vendicatore divino, ma un animale preso in una tagliola che cerca disperatamente di rosicchiare la propria zampa intrappolata per liberarsi.
Jordan sta soffrendo per lo stesso motivo: quello che teneva al sicuro dentro di se, ignoto persino a se stesso, è stato esposto. Anche lui soffre, ma non è ancora abbastanza per placarmi. Gli causo un danno, un'esplosione di energia dentro di lui che si manifesta come farfalle nello stomaco, battiti cardiaci accelerati, giramenti di testa, come quando si è innamorati, ma moltiplicato per dieci, cento, mille. Jordan inizia a faticare a respirare e cade a terra. Lo ignoro e me ne vado, avrebbe dovuto sapere cosa rischiava a mettersi contro di me. Diana era lì vicino e accorre in suo soccorso, ma non riesce a controllare correttamente la sua forza e gli spacca alcune costole, di cui almeno una gli perfora il polmone. Jordan muore.
Da quando Jordan era venuto a parlarmi ad ora ero nervosa, ma mi sono accorta solo in quel momento che ho stretto talmente tanto i pugni da avere i segni delle unghie nei palmi e le nocche bianche. Ho iniziato a tremare, a sentirlo io lo stomaco annodarsi. Non è possibile che sia morto così. Non è possibile che sia così facile prendere una vita. Jordan è uno stronzo, ma non è giusto che muoia. Soprattutto, non è giusto che muoia per un capriccio.
Ezio dice che se per me va bene, il debito è stato ripagato. Ovviamente concordo e accorro all'oramai cadavere di Jordan. Non c'è nulla da fare, se non guardare nell'abisso e sperare di trovare un modo per riportarlo in vita. Modo che si manifesta in breve come il Re delle Fate, che mi propone un patto in cambio della vita di Jordan. Il bastardo non dice di che si tratta, quindi gli corro letteralmente dietro, attraverso l'abisso e fino nel regno della fate, ma fallisco un tiro e mi ritrovo intrappolato. Ezio ha deciso di chiudere (giustamente) la sessione un paio di scene dopo, e quindi vedremo la prossima settimana se riuscirò o meno a stringere questo benedetto patto.
Adesso salvare Jordan è la cosa in assoluto più importante per me. Non mi importa che patti dovrò stringere o quanti regni fantastici attraversare. salvarlo è un'ancora di salvezza. È dimostrare a me stesso che posso rimediare ai miei errori, prendermi le mie responsabilità. Ambrose è un ragazzo che sta giocando a fare l'adulto, ma non lo è ancora, gli manca qualcosa per crescere del tutto. Vorrebbe aiutare gli altri, ma nel farlo si dimentica di aiutare per primo se stesso. Credo sia per questo che far aprire Jordan è così importante: Ambrose ha bisogno a sua volta di qualcuno a cui appoggiarsi, che lo aiuti ascoltandolo e standogli vicino. Amico, amante, poco importa. Ha bisogno di un contatto umano paritario, della stessa comprensione che lui è disposto a dare agli altri. Ha bisogno di qualcuno di cui sa che sarà sempre al suo fianco, qualcuno che se sarà per errore ferito dalle sue parole aspetterà pazientemente le sue scuse. Ha bisogno di qualcuno che possa accettare anche le sue debolezze, che veda il suo Darkest Self e continui ad accettarlo comunque.