Si muove con fare sicuro, perfettamente a suo agio tra quelle persone più grandi e più alte di lei, senza degnarli di troppi sguardi. Se Lerek è un ufficiale dell'esercito kanissiano, lei può a ragion veduta considerarsi un'ufficiale dei ribelli, quindi non ha alcun problema a rapportarsi a lui senza lasciarsi influenzare dal suo essere o meno famoso. E poi, nel combattimento in corso ha ben dimostrato la sua abilità combattiva, cosa di cui sembra andare, lo rivelano le sue parole, veramente fiera.
Leva il volto a mezz'aria, per inquadrare Wulf per un attimo: lo ritrova tranquillo, fuori da quello stato animalesco in cui l'ha visto combattere. Le voci nella sua testa si limitano a comunicarle dove sono, cosa stanno facendo, come deve muoversi per evitarli o per colpirli, ma non il loro aspetto o le loro emozioni. Sono voci estremamente pratiche, sotto questo punto di vista, ed esigenti. Uno alla volta, dunque, vengono inquadrati da quel visino fanciullesco, dalle labbra serrate in un cipiglio serioso, e dai suoi occhi chiari. La postura corretta, le spalle dritte, i movimenti sicuri del collo e delle gambe, nulla in lei comunica l'innocente spensieratezza che si dovrebbe riscontrare in una ragazzina della sua età. Ma come se questo non bastasse, ci pensa una pelle bianca, metallica, in grado di emettere una lievissima luminosità nivea, a dichiarare la sua appartenenza ad una risma superiore a quella dei comuni mortali.
Man mano che avanza, distoglie l'attenzione da loro, fermandosi a metà strada tra i due, lo sguardo incollato al panorama suggestivo ma alieno del beyond anche mentre comunica con loro e con la donnola antropomorfa.
"Lerek... e Wulf. Ho dunque l'onore di avere davanti a me i più famosi degli imperiali presenti al campo."
Sempre che di onore si possa parlare, dinanzi a dei kanissiani.
Abbassa il capo, seria, incrociando le braccia al petto. Ha guadagnato del tempo ai suoi uomini, ha attirato ben più lontano di quanto sperasse gli uomini dell'Elite imperiale. Faranno in tempo a liberare i prigionieri che lei e la sua squadra ritengono tenuti vilmente ostaggio dalle forze di kanissia, se la situazione di prigionia nel Beyond permarrà abbastanza a lungo.
Becca è decisa a manovrare perché il loro ritorno sia possibile, ma non immediato.
"Per me, la tregua è possibile. Non immaginavo bastasse trascinarvi nel beyond per farvi dire simili parole..."
Come se la cosa fosse normalmente attuabile, poi!... In realtà, il Beyond, per quanto ne sapeva fino a poco prima, era solo un luogo da cui sbucavano mostri. Sembrerebbe esplorabile, invece.
"Ma non ha importanza. Abbiamo altro, contro cui combattere, qui."
I motivi, invece, rimangono sempre gli stessi. Tornare, per aiutare la sua fazione a liberarsi dell'impero.
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