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[AP] [Mille e una Notte] Di amore messo alla prova, Sultane tigri e pozioni
Moreno Roncucci:
Credo che la chiave sia nella scelta dei personaggi.
La creazione dei personaggi è sempre parte del gioco, in ogni gdr. E il carattere "competitivo" di 1001 nights si vede nella creazione della rete di invidie, ambizioni, tensioni sotterranee, etc.
Come si fa a far cambiare intento creativo a 1001 Nights?
Credo basti cambiare la risposta alla domanda "un cortigiano, può smettere di invidiare un altro, e rinunciare alla propria ambizione pur di aiutare l'altro a coronare la sua?".
Cambi la risposta a quella domanda, e per me il più è fatto, il resto sono dettagli.
(una risposta più articolata, e più precisa, che darei in "sotto al cofano", terrebbe conto che questa possibilità è sempre aperta nel gioco, osservando le regole, e la discriminante non è tanto nel fatto che si possa o non possa, quanto nel come questa azione viene vista dal gruppo: come una cosa bellissima che crea una partita memorabile, o come qualcosa di estraneo allo spirito del gioco)
Alberto Muti:
[Premessa: questa a INC è stata la mia prima, e finora unica, partita a 1001 notti]
Nel merito della Teoria non entrerò, perchè di sicuro non ne so abbastanza:
L'impressione che ho avuto io, mentre preparavamo i personaggi e Meguey ci spiegava il gioco, è che Invidie e Ambizioni siano importanti, ma come spunti e sproni, mentre l'obiettivo sia comunque quello di raccontare delle storie. E qui la chiudo, perchè qualsiasi altra aggiunta (es. "...quello di raccontare delle storie più che di -qualcosa-") sarebbe probabilmente inopportuna/imprecisa, per quanto me ne vengano.
Concentriamoci, dunque, sulla sostanza: il gioco concreto.
In primis: altre volte, ad esempio quando stavo scegliendo la demo da fare a Lucca 2010, 1001 Notti mi aveva lasciato con un misto di attrazione e perplessità: "sembra interessante, ma...". Mi sono ricreduto: è un gran gioco, e spero di giocarlo il prima possibile.
Su quanto sia bello e funzionale l'uso dei 5 sensi per il personaggio, e su quanto la costruzione delle invidie facciano notare come le persone NON si capiscono, Fabio e Mario hanno già detto abbastanza, dicendolo tra l'altro meglio di quanto potrei fare io. Sottoscrivo le loro parole.
Veniamo a Noi, quindi.
Si fanno i personaggi, e già c'è narrazione al tavolo, pezzi di loro appaiono, le loro storie, le loro volontà. è bello come accada naturalmente, come Kuzaimah inizi come astrologo, ma viri verso l'Alchimia, e come questo lo porti ad avere un'ambizione forte e molto, molto prona a metterlo nei guai. è incredibile quanto la tenerezza di Aziza ci colpisca tutti, e subito, come Melia venga dipinta da Meg con pochi, semplici tratti che però sembrano molto reali, come Danash il falconiere sia forte e ruvido, ma abbia un amore segreto per il lusso.
Il mio personaggio è quello che trovo meno interessante al tavolo, ma non in una maniera che mi demotiva: c'è così tanto in gioco, che ho semplicemente voglia di lanciarmi.
Del sistema, devo dire che mi è decisamente piaciuto: poco invasivo pur permettendoti di avere un bell'impatto sulla trama, e ti spinge a partecipare e ad interessarti.
Voglio scrivere un AP vero e proprio, ma non ero dell'umore e si è fatto tardi, sarà per domani.
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione da: Albi - 2012-05-28 04:18:39 ---Voglio scrivere un AP vero e proprio, ma non ero dell'umore e si è fatto tardi, sarà per domani.
--- Termina citazione ---
Perché, questo sopra non era un AP? Un commento su un'esperienza di gioco REALE su una partita che hai giocato?
[domanda retorica: CERTO che era un AP! ^_^ ]
Comunque, devo dire che lì, al tavolo, tutto carico di entusiasmo, non mi è sempbrato che ci fosse un personaggio "meno interessante" degli altri.
Se è vero che un personaggio è definito dalle sue vulnerabilità (e credo che spesso lo sia), il tuo personaggio aveva un'Ambizione VERAMENTE umana. Avere un amico. Che cavolo, che c'è di più umano, di più personale, di più "vivo" di una persona che, semplicemente, si sente sola? ^_^
Alberto Muti:
Hai ragione, quello che intendevo dire con l'AP è che mi piacerebbe anche dare una buona descrizione di quello che è successo in Fiction. Vedremo se riuscirò, purtroppo ultimamente momenti in cui ho tempo E necessaria concentrazione insieme sono mancati.
Comunque all'inizio l'ambizione cui pensavo era molto meno interessante, è stata Meg, con un paio di domande "maieutiche" ben piazzate, a farmici arrivare :)
(EDIT: aggiungo QUEL pezzo dell'esperienza al tavolo, che è interessante).
All'inizio lo vedevo come un innamorato dell'astratto, costretto ad occuparsi di questioni troppo, troppo concrete. è quello che invidiavo in Melia, ad esempio: il suo talento e la sua arte erano il metro con cui gli altri la vedevano e giudicavano: cosa c'è (secondo Behman) di più naturale e liberante? Al momento di dire l'ambizione, ho detto qualcosa di quel tipo, sulle linee di "Behman wants other people to recognize his talent in what he does" (che era, in effetti, un pessimo modo per dire quello che avevo in testa), al che:
Meg: "so, he wants to find somebody he can share his intelligence with?"
Io: "I guess so..."
Meg: "A peer, a friend?"
Io: "...Yeah, Exactly. Wow."
portare la cosa dal generale "gli altri" a "vuole qualcuno" ha reso il tutto molto più ricco, più interessante e decisamente più umano.
Mattia Bulgarelli:
Riguardo al concetto di "AP", voglio solo uccidere l'idea che un AP sia una roba complicata o che sia necessario un resoconto totale-globale-guai-a-me-se-dimentico-qualcosa della partita. ^_^
--- Citazione da: Albi - 2012-06-02 15:47:13 ---Comunque all'inizio l'ambizione cui pensavo era molto meno interessante, è stata Meg, con un paio di domande "maieutiche" ben piazzate, a farmici arrivare :)
--- Termina citazione ---
Qual era? Non ricordo.
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