uhm...
Certo che lo sai, è voluto, intanto l'atto è già partito, e se devi fallire fallirai, con tutte le conseguenze negative del caso; se vinci vincerai, ma quanti tick ti costerà? E come si svilupperà quello che fai, visto che sarai costretto a narrare nel botta e risposta (si evince, che il botta e risposta ti porta a narrare cose diverse da come le stavi cominciando a pianificare, ad esempio quando hai dato via all'atto).
E anche in un Atto contro un PG, ok, hai visto che ce la farai, hai vinto, ora... Come infliggergli la sconfitta in modo che lui possa accettarla e non escalare a Conflitto, il tempo per pensarlo è dato dallo scandire dei dadi.
Ha, comunque, una perplessità simile anche Matteo, che vede pleonastico l'uso di portare avanti uno alla volta i dadi dato che, a differenza di Committee, non c'è una lotta contro il tempo.
Per me ha senso, perché per me è bello costringere le persone a dover narrare per poter andare avanti, un po' il contrario di certi altri giochi e perché per me nella meccanica dell'Atto non è importante tanto la destinazione quanto il viaggio. I dadi uno dopo l'altro sono la macchina che ti permette il viaggio, vediamo quanto riusciamo a renderlo godevole.
Poi potrebbe non piacerti o non trovare senso nel tuo stile di gioco. è normale!