Autore Topic: Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"  (Letto 11575 volte)

Alessandro Piroddi (Hasimir)

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #30 il: 2009-03-31 19:47:42 »
io 27 e tutti gli altri mi sono dietro di poco ... quindi tutti attorno ai 23-26
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Alessandro Piroddi (Hasimir)

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #31 il: 2009-03-31 19:56:23 »
Leggendo l'altro thread sui dadi mi viene in mente che non è affatto chiara la loro funzione, nell'usarli contro il Padrone.
Non sono un compasso morale nè tantomeno uno strumento di interpretazione! ... sono una clessidra, un contro alla rovescia.

All'inizio non è matematicamente possibile vincere contro il Padrone.
E più compi atti orribili, più è difficile vincere (impossibile ++)
Quando poi, coltivando legami e ralazioni, interpretando per ottenere dadi extra, etc... tu alla fine riesci a vincere ... ecco... non è che ottieni "No, non lo faccio" e te ne vai fischiettando.
La SINGOLA volta che vinci è la volta che salti alla gola del Padrone e fai chiudere il gioco!

Mi sa che è questo, che sfuggiva molto.
Non so poi se sarà utile ad Alex nell'apprezzare di più il gioco ... alla fine c'è sempre da ricordare che tutti i gusti son gusti ;)
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Mauro

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #32 il: 2009-03-31 19:57:30 »
Io ho l'impressione che La Mia Vita col Padrone non sia un gioco facile; non solo per i temi che tratta, ma per la necessità di rendere la figura del padrone: deve portare i Servitori al limite, deve portare i giocatori a desiderare di ribellarsi (che sia per odio, per disgusto, ecc.), e via discorrendo. Non so se sia una mia sensazione, ma trovo piú immediato rivelare la città (Cani nella Vigna), fare da opposizione e decidere la "difficoltà" (Non Cedere al Sonno) e avanti cosí, rispetto al dover interpretare un Padrone riuscendo a renderlo odioso ai giocatori.
Poi forse è solo questione di esperienza, ma al mio livello ho quella sensazione; e penso che il Manifesto già indicato sia un aiuto non da poco, in tal senso.

Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite]1) Lo colpisco sicuramente, è un PNG scomodo per l'avventura e tantovale toglierlo di mezzo. Fà un tiro nascosto dietro allo schermo, mi dice che l'ho seccato.
2) Lo manco sicuramente. mi è successo in M&M recentemente, e ho anzi trovato che fosse giustissimo che nonostante avessi fatto un tiro particolarmente alto il master mi abbia detto che lo colpivo di striscio. In quel momento il PG avrebbe sparato, ma in una storia decente quel PNG non sarebbe morto per un colpo alla testa che non si aspettava. Ergo, la storia assume il suo senso. Non è "non sparo perchè tanto lo manco", è "so che lo mancherei, ma gli sparo perchè il io PG lo farebbe, e io volendo essere protagonista di una storia decente so che è giusto che il mio PG gli spari".

Ma a questo punto perché fare il tiro? Onestamente, e non lo dico come critica a te, mi pare una presa in giro: a 'sto punto preferirei che senza tirare mi dicesse "Non lo colpisci".
Sul terzo punto, non ho chiara una cosa: nel secondo valuti la riuscita di un'azione in base all'impatto sulla storia, nel terzo in base al realismo; perché le cose non potrebbero invertirsi? Ossia, se tiri abbastanza da uccidere il PNG, quello è morto; ma la tachipirina la trovi di certo.
Inoltre, a parte quanto sopra, vorrei sottolineare un aspetto: i tuoi esempi possono anche essere in un certo senso ottimali, perché rispecchiano quello che tu vorresti dall'avventura; ma se l'arbitrio del master andasse contro quello che vuoi tu? Il PNG del secondo punto muore, cosa con cui, dato che "in una storia decente quel PNG non sarebbe morto per un colpo alla testa che non si aspettava", il master ti ha imposto una storia che in definitiva, almeno in quel punto, non è decente.

il mietitore

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #33 il: 2009-03-31 20:08:23 »
Citazione
[cite]Postato da: Mauro[/cite][p]Ma a questo punto perché fare il tiro? Onestamente, e non lo dico come critica a te, mi pare una presa in giro: a 'sto punto preferirei che senza tirare mi dicesse "Non lo colpisci".
Sul terzo punto, non ho chiara una cosa: nel secondo valuti la riuscita di un'azione in base all'impatto sulla storia, nel terzo in base al realismo; perché le cose non potrebbero invertirsi? Ossia, se tiri abbastanza da uccidere il PNG, quello è morto; ma la tachipirina la trovi di certo.
Inoltre, a parte quanto sopra, vorrei sottolineare un aspetto: i tuoi esempi possono anche essere in un certo senso ottimali, perché rispecchiano quello che tu vorresti dall'avventura; ma se l'arbitrio del master andasse contro quello che vuoi tu? Il PNG del secondo punto muore, cosa con cui, dato che "in una storia decente quel PNG non sarebbe morto per un colpo alla testa che non si aspettava", il master ti ha imposto una storia che in definitiva, almeno in quel punto, non è decente.[/p]


Per il primo punto: mentre nel primo e nel secondo caso era corretto dal mio punto di vista decidere arbitrariamente il successo di un'azione o meno, nel caso della tachipirina non ho considerato la possibilità in cui questo potesse avere fondamentali conseguenze sull'avventura.

mentre se prima il PNG mi crepava su due piedi e restavo interdetto, con la tachipirina, fintanto che non debba fare leva sulla mancanza di tachipirina per convincere ciò che resta delle autorità statale a riprenderne la produzione, la presenza o meno di tachipirina (che il mio PG potrebbe voler usare come semplice antidolorifico) non è vincolante. Che la trovi o che non la trovi la storia và avanti, ed è solo role per il giocatore che potrà dunque decidere di giocarsi un gran mal di testa e molte bestemmie rivolte ai paesani che hanno finito la tachipirina, oppure, a seconda del caso (e si introduce un fattore che trovo fondamentale: l'imprevedibilità per i player) farsi passare il mal di testa ma giocarsi il rimorso per avere magari comprato una delle ultime scatole e averla sottratta a chi avrebbe potuto avere più necessità di lui in un altro caso.

riguardo al secondo punto: se il master volontariamente fà morire il PNG con un headshot in una sola azione addirittura fuori combattimento perchè l'ho preso alla sprovvista, vuol dire che o ha qualcos'altro in mente, oppure la sua storia c'ha qualcosa che non va, e come qualsiasi master anche lui ha bisogno di migliorare in qualcosa (in questo caso la gestione dei PNG importanti all'interno della storia). Se ne parla, se ne discute col GM e col gruppo, e si trova una soluzione.
"E non guardare troppo a lungo dentro alla lavatrice, o anche la lavatrice guarderà dentro di te"
Revan Adler, Match d'Improvvisazione Teatrale, Giugno 2009
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Mauro

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« Risposta #34 il: 2009-03-31 20:49:34 »
Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite]e si introduce un fattore che trovo fondamentale: l'imprevedibilità per i player

L'elemento casuale serve proprio a far sí che esista tale imprevedibilità, a permettere che, oltre a essere autore della storia, tu sia anche spettatore, senza inoltre che questo dipenda unicamente dal master: fa sí che, per ricollegarsi a LMVcP, tu non sappia se il Servitore troverà il coraggio di farlo (perché in definitiva teme il Padrone), ti dà la possibilità di guardare la storia e chiederti "Ce la farà?". Notare che fallire il tiro non ti obbliga a eseguire l'ordine, ma a fare almeno un tiro legato al tentativo di eseguirlo; fatto quello, il Servitore fa quello che vuole.
Comunque, una cosa che non capisco è perché trovi limitante l'uso dei dadi: se in D&D vuoi picchiare uno tiri i dadi per vedere se ce la fai, se in LMVcP vuoi picchiare uno tiri i dadi per vedere se ce la fai. O, parlando del resistere all'ordine (e premesso che non è un parallelo perfetto, è solo per rendere il concetto), è una cosa che magari il personaggio vorrebbe fare; ma avrà la volontà di farla, andando contro il timore o quello che è che prova verso il Padrone (in D&D immagino sarebbe una prova di Volontà)? Poi, fallire il tiro non significa che nel Servitore non sia nato un senso di repulsione e il desiderio di rivolta, semplicemente, ancora per questa volta, il timore che ha del Padrone è stato piú forte.


Citazione
oppure la sua storia c'ha qualcosa che non va, e come qualsiasi master anche lui ha bisogno di migliorare in qualcosa (in questo caso la gestione dei PNG importanti all'interno della storia)

Per questo, mi ricollego a una cosa che hai detto nella discussione sui dadi: «Dato che stiamo parlando di "creare una storia"». Giustissimo, si crea una storia; ma non è la sua storia, come dici qui, è la nostra storia (ovviamente ipotizzando un gruppo in cui gioco anche io, visto il "nostra"); magari per lui non è un errore aver fatto morire quel PNG, anzi era fighissimo, però per un altro giocatore potrebbe essere una cosa bruttissima. Il master, e non questione di sfiducia ma di semplice soggettività, può sapere cosa per lui è una storia bella, ma non può saperlo per tutti i giocatori; se quel PNG morisse... sicuramente sarebbe inaspettato, un colpo di scena, per chi pensa "Non morirebbe mai qui, in questo modo", e già questo potrebbe essere positivo, in quanto fa prendere alla storia una svolta inaspettata; inoltre, questo non rovina la storia: nascerà qualcos'altro, e vista l'imprevedibilità di cui sopra potrebbe essere qualcosa di totalmente inaspettato, un colpo di scena magari anche piú grande del primo.
Ovviamente, se uno si diverte a giocare la storia scritta da un altro non c'è nessun problema; ma non si parla piú di creare una storia.
« Ultima modifica: 2009-03-31 20:50:52 da Mauro »

il mietitore

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #35 il: 2009-03-31 21:01:33 »
Citazione
[cite]Postato da: Mauro[/cite]


Per l'appunto, il tiro rappresenta la volontà e il coraggio. Ma a uno possono sempre venire tiri insensati, e la natura umana non è riconducibile a dei tiri...

vedi ieri: ezio tira tre dadi, io ne tiro sette. Lui fà una barcata di 3 e 2, io quattro 4, due 1 e un 2. La situazione era: prendi il carro con cui sei arrivato qui (RUBATO, dunque già era un rischio, e per di più era rubato ad un mio LEGAME, per quanto fosse a zero), irrompi nel municipio (sapessi, non ci penso due volte eh, no...), RUBA UN TAVOLO CHE È L'EMBLEMA DEL PAESE (e non sarà protetto e controllato, il municipio, eh).

ora: c'era qualsiasi possibilità nella vita reale che un ordine simile venisse eseguito? Solo un fanatico l'avrebbe fatto, ma il mio PG era solo pazzo perchè faceva calcoli assurdi, non era idiota abbastanza da accettare l'ordine.

però no: tiro fallito, vado a ramare il tavolo.

Non credere che nei tradizionali la pensi diversamente eh, assolutamente.. un guerriero di livello epico può fare un fallimento critico se cerca di colpire un coboldo.. e viceversa il coboldo con una sana dose di fortuna può fare un critico straconfermato e lì sono cavoli amari.

riguardo al secondo punto: nulla vieta poi ad un master di lavorare sulla sua storia e creare comunque qualcosa di bello. Ovviamente la cosa è più approfondibile, ma questo non toglie che se qualcuno del gruppo non gradisce qualcosa nell'avventura se ne parla e si vede di prendere delle decisioni. Se credeva che il boss finale morto fosse figo, spero che per lo meno me lo sappia motivare.
« Ultima modifica: 2009-03-31 21:03:33 da il mietitore »
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Alessandro Piroddi (Hasimir)

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« Risposta #36 il: 2009-03-31 21:13:05 »
Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite]c'era qualsiasi possibilità nella vita reale che un ordine simile venisse eseguito? Solo un fanatico l'avrebbe fatto, ma il mio PG era solo pazzo perchè faceva calcoli assurdi, non era idiota abbastanza da accettare l'ordine.


Proposta: ma inventare TU una ragione SENSATA PER TE che giustifica il risultato?
Sai che verrai costretto a fare cose che non vuoi, sia con la logica in-game che out-game ... non vuoi, punto, però DEVI.
Fatti una domanda e datti una risposta, non è difficile :P

Ti va bene un Padrone telepate che domina le tue azioni nonostante il PG continui, dentro di se, ad urlare "NOOOO! NON VOGLIOOOO!" ?
O un Padrone stregone che ti tiene soggiogato con un subdolo incantesimo di asservimento?
Sono tutte idee che funzinano benissimo ... valutale, proponile, gioca in base ad esse.

E' importante che il gioco abbia senso nella tua testa , e se non riesci ad immaginare altre maniere sensate per spiegarti la sudditanza al Padrone, allora il soprannaturale è uno strumento valido come qualsiasi altra argomentazione psicologica o sociale.
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il mietitore

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #37 il: 2009-03-31 21:41:11 »
Trovo francamente che sarebbe una forzatura davvero esagerata, e anche se potrei dire che và a tirare fuori un qualche liquido che mi danna e mi obbliga all'eterno servizio sotto di lui, fintanto che la mia forza di volontà non sia sufficiente a piantarli un cadelabro dove penso io mentre sta dormendo, sarebbe personalmente davvero troppo. Sarebbe ridicolo laddove non fosse solo palesemente montato, e personalmente penso che non sia assolutamente interessante scervellarsi per tirare fuori le cose più assurde per giustificare atti ingiustificabili.

Sapete forse perchè non lo capirò mai?

Può darsi che non capisca la natura umana. Sono di fatto un alieno, e non riesco a capire cosa possa vincolare una persona ad un'altra persona verso il quale potrebbe provare solo odio. Ho visto film e non li ho capiti non riuscendo a cogliere questa finezza. Che cosa impone a Quasimodo di seguire le direttive di Frollo?

Ragazzi, ho come l'impressione che qui mi si debba far piacere il gioco a tutti i costi.

Come per AIPS, immagino che ci rigiocherò. Immagino che proverò un PG più adatto, per vedere se cambia qualcosa. Magari proverò anche a fare il padrone, se mi viene bene la parte.

Ezio dà la colpa al PG, io dò la colpa ad un sistema che personalmente trovo inutilizzabile, e al fatto che non trovo assolutamente divertente stare lì a cercare di trovare ragioni anche assurde per le quali un personaggio debba essere sotto il volere di un'altro.

È altro che io cerco da un gioco, e LMVcP non me lo dà, ma non solo, LMVcP mi dà qualcosa che io proprio non voglio: comportamenti incomprensibili della natura umana.

Ergo, in casi simili io sono solito guardare e passare oltre, citando Dante.
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Dr. Zero

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« Risposta #38 il: 2009-03-31 22:00:39 »
alex non è che ti si vuole far piacere il gioco.

Il punto è che il gioco funziona e si sta cercando di spiegare non a te ma a tutti gli interessati e pure a me perchè funziona e quali sono state le incomprensioni di fondo.

La discussione quindi è: se sembra bacato cerchiamo di capire perchè ci sono bachi o di spiegare se lo sembrano solo.
Poi puoi sempre dire che non ti piace, ovviamente e ci mancherebbe pure altro.

Lavinia

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« Risposta #39 il: 2009-03-31 22:16:37 »
Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite][p]È altro che io cerco da un gioco, e LMVcP non me lo dà, ma non solo, LMVcP mi dà qualcosa che io proprio non voglio: comportamenti incomprensibili della natura umana.[/p]

Ho seguito la discussione con molto interesse, non sono intervenuta perchè ritengo di non avere esperienza sufficiente per dire alcunchè, tuttavia adesso mi sorge spontaneo chiederti: cosa cerchi in un gioco? Che gioco vorresti giocare? Un po' per, lo ammetto, curiosità mia, ma soprattutto perchè credo (spero) che le persone presenti su questo forum possano così magari indicarti giochi adatti appunto a quel che cerchi. :)

Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite][p]Come per AIPS, immagino che ci rigiocherò. Immagino che proverò un PG più adatto, per vedere se cambia qualcosa. Magari proverò anche a fare il padrone, se mi viene bene la parte.[/p]

Secondo la mia modestisssima esperienza, non hai giocato a LMVcP. Hai creduto di giocarci, ma siccome il gioco evidentemente non è adatto alla tua attuale forma mentis in realtà non è stato così. Ovviamente non intendo dire che tu sia immaturo o meno, semplicemente non hai compeso a che gioco si giocava.

Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite][p]Ezio dà la colpa al PG, io dò la colpa ad un sistema che personalmente trovo inutilizzabile, e al fatto che non trovo assolutamente divertente stare lì a cercare di trovare ragioni anche assurde per le quali un personaggio debba essere sotto il volere di un'altro.[/p]

Come ho detto prima, non hai capito cosa il gioco chiedeva. Non chiedeva verosimiglianza, nè giustificazioni (a parte quelle strettamente necessarie). Chiedeva di raccontare una storia. I dadi (almeno per come la vedo io che di teoria non so alcunchè) sono un mezzo per aggiungere imprevisti, spunti, tensione: prima di tirare ti chiedi "Riuscirà lo storpio Ulf ad avvicinare la lattaia senza che (inserire conseguenza negativa)?". Al momento di narrare narri una cosa già definita... ma fino a qualche momento prima non lo era.

Domanda: in AiPS come ti trovi con la risoluzione dei conflitti? Perchè, scava scava, alla fine se non è zuppa è pan bagnato: in LMVcP le poste non sono formalizzate (ma, a mio parere, ci sono) e non puoi aggiungere legai o vantaggi, però alla fin fine tiri i dadi/volti le carte ed hai l'esito da narrare. Anzi, in LMVcP non sei obbligato nella narrazione da una posta specifica nè dall'inserire tratti, quindi è ancora più libera come narrazione!
Quindi, se non hai avuto problemi col metodo di risoluzione di AiPS (così credo, visto che non te ne sei lamentato), perchè con quello di LMVcP si?

Ultima cosa.

Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite][p]vedi ieri: ezio tira tre dadi, io ne tiro sette. Lui fà una barcata di 3 e 2, io quattro 4, due 1 e un 2. La situazione era: prendi il carro con cui sei arrivato qui (RUBATO, dunque già era un rischio, e per di più era rubato ad un mio LEGAME, per quanto fosse a zero), irrompi nel municipio (sapessi, non ci penso due volte eh, no...), RUBA UN TAVOLO CHE È L'EMBLEMA DEL PAESE (e non sarà protetto e controllato, il municipio, eh).[/p][p]ora: c'era qualsiasi possibilità nella vita reale che un ordine simile venisse eseguito? Solo un fanatico l'avrebbe fatto, ma il mio PG era solo pazzo perchè faceva calcoli assurdi, non era idiota abbastanza da accettare l'ordine.[/p]

Non so gli altri al tavolo, ma a me è parso evidente che il Padrone gridandoti "Sfonda la porta del municipio e fai una carneficina se necessario!" non ti stava ordinando alcunchè se non "Fai tutto quel che devi per portarmi il tavolo.". Ma eri TU a dover decidere quanto fosse accettabile o meno. è successo che invece di andare al municipio e magari pianificare con gli altri due Servitori di aspettare la notte e rubare il tavolo cercando di non essere notati, hai preso alla lettera quanto detto dal padrone, anche se l'ordine vero e proprio era solo "Portami il tavolo". Inoltre (ed è stato detto più di una volta al tavolo di gioco) anche se fallisci il tiro per resistere all'ordine del Padrone quando hai fatto un tiro per la missione sei libero di fare quel che ti pare.  Puoi cercare "bug" nell'ordine del Padrone, lasciar perdere e tornare al castello/magione/dimora ad affrontare la sua ira, portarlo a termine in modo da salvare capra e cavoli... Credo che se ci si immedesima nel proprio personaggio e nella storia si possa diventare molto creativi se si vuole recuperare la propria umanità. il nucleo del discorso è: il Padrone dà l'ordine, ma la responsabilità del come, quando e perchè lo porti a termine è solo tua.

EDIT: Non voglio far piacere il gioco a forza a nessuno, nè criticare vanamente. Semplicemente, ci sono stati errori che anche io ho notato e che quindi vorrei far notare in modo che possano essere compresi e corretti, ed aclune perplessità personali che vorrei fugare.
« Ultima modifica: 2009-03-31 22:22:35 da Lavinia »

Ezio

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #40 il: 2009-03-31 22:48:53 »
Woa, woa, woa, ragazzi!
Se Moreno non avesse postato quel link mi pentirei di aver aperto questo thread, e ringrazio Claudia per il gentile avvertimento a tutti noi.

Ripeto che la mia intenzione era quella di portare all'attenzione del forum un'esperienza di gioco che mi ha colpito. Inizialmente doveva essere anche un semplice reply, non un topic. Sicuramente le mie intenzioni, aprendo il thred non erano certo:

A) Rimproverare Alex (perché dovrei mettermi contro un'altra persona... per un semplice gioco?)
B) Dimostrare qualcosa o convincere qualcuno (sono un novellino, faccio grandi errori, non sono in grado di dimostrare niente)
C) Risolvere i problemi del mio gruppo (Alex e gli altri non fanno parte del gruppo di una ventina di persone con cui gioco abitualmente. Se il gioco con loro funziona tanto di guadagnato, se no non ci ho perso nulla, non vi disturberei certo per questo.)

Solo raccontare una cosa "particolare" che mi era successa, magari confrontandomi con quelli che erano con me in quel momento, per capire cosa fosse successo e perché.



Comunque, specifico un paio di cose.
Alex, credo che quando ti si dice "Trova un modo per il padrone di dominarti" si intenda all'inizio della partita, quando si crea il padrone, non in mezzo alla partita, inserendo del sovrannaturale o delle assurdità. Una volta trovai un AP australiano in cui il Padrone era il direttore di un campo di concentramento nazista, e il gioco era assolutamente realistico (e terribile). Se ci si mette d'accordo da subito le cose non hanno bisogno di prendere una strada assurda. O sarebbe bastato che tu mi avessi detto più chiaramente cos'era il tuo personaggio, avessi portato al tavolo chiaramente le tue elucubrazioni. O forse avrei dovuto prestarti più attenzione io, in questo senso, non lo metto in dubbio.
Quando riproveremo (perché riproveremo), mi piacerebbe che partecipassi anche tu, però tenendo presente quanto stiamo provando a spiegarti, non sulla natura umana, ma sulle vere e proprie regole del gioco (Si... crea in partenza un modo per il Padrone di farti fare cose è una regola vera e propria... credo). Ovviamente nessuno ti obbligherà a fare nulla, e, magari, posso fare un paio di giri di tavolo prima di chiamarti in causa.
Sicuramente per allora sarò anch'io diventato un master migliore.



Citazione
[cite]Postato da: Dr. Zero[/cite][p]
Certo, Ezio poteva fare come suggerisce hasimir, ma spesso quando si prova un gioco per le prime volte, un gioco come questo, si sta più attenti a non sbagliare le meccaniche, soprattutto se si è l'unico che le conosce, e si perde di conseguenza un pò di brillantezza, provato per esperienza personale.
E gestire le relazioni con un personaggio a cui non frega niente di nessuno se non delle sue ricerche, bhè la vedo una prova dura per chiunque alle prime volte.[/p]

Esattamente quello che è successo, parola per parola. Mi impappinavo con le doppie negazioni dei Più che e Meno che.
La prossima volta andrà meglio. Questo topic servirà forse più a me che a chiunque altro ^^



@ Rafu: 27 anni, e nessuno riuscirà più a costringermi a ripeterlo XD
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Mauro

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #41 il: 2009-03-31 23:21:35 »
Faccio una premessa: nel rispondere a questa discussione non ho intenzione di far piacere il gioco, di rimproverare, di criticare, o che altro, semplicemente cerco di capire la visione degli altri e di spiegare la mia; trovo il discorso interessante perché, come detto, La Mia Vita col Padrone è un gioco che non trovo facilissimo, l'ho trovato meno immediato da arbitrare di altri.

Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite]il tiro rappresenta la volontà e il coraggio. Ma a uno possono sempre venire tiri insensati, e la natura umana non è riconducibile a dei tiri

Attento a una cosa: io ho fatto quel parallelo, indicato come impreciso, pensando (erroneamente) che invece ti piacessero gli analoghi tiri nel GdR classico, da cui volendo capire il perché ho fatto una possibile analogia. Ma in La Mia Vita col Padrone quei tiri (qualcuno mi corregga se sbaglio) non indicano la natura umana, ma piuttosto quanto determinati fattori influenzano la storia; o, forse meglio, partono da cose che caratterizzano la natura del Servitore, la visione che gli altri hanno di lui e l'ambientazione per portare meccanicamente in gioco la loro possibilità di cambiare la storia.
Per esempio, l'Approccio: non è un tiro di Carisma, un Approccio fallito può essere perché il tuo Legame è disposto a considerarti umano, ma arriva suo padre che ti bastona e ti chiama "mostro".


Citazione
prendi il carro con cui sei arrivato qui (RUBATO, dunque già era un rischio, e per di più era rubato ad un mio LEGAME, per quanto fosse a zero), irrompi nel municipio (sapessi, non ci penso due volte eh, no...), RUBA UN TAVOLO CHE È L'EMBLEMA DEL PAESE (e non sarà protetto e controllato, il municipio, eh)

Vorrei vederlo contestualizzato, messo cosí lascia abbastanza perplesso anche me... non tanto per rubare il tavolo dal municipio (personalmente non me lo vedo poi cosí protetto e controllato, soprattutto in un paesino dell'epoca, ci sarà chi ci lavora), quanto perché non ho chiaro cosa ordinava: per esempio, se irrompo di notte (municipio deserto) va bene? Se non irrompo, ma porto comunque il tavolo?


Citazione
nulla vieta poi ad un master di lavorare sulla sua storia e creare comunque qualcosa di bello. Ovviamente la cosa è più approfondibile, ma questo non toglie che se qualcuno del gruppo non gradisce qualcosa nell'avventura se ne parla e si vede di prendere delle decisioni. Se credeva che il boss finale morto fosse figo, spero che per lo meno me lo sappia motivare

Ovvio, ma perché invece non pensare a livello di "nostra storia" invece che di "sua storia"? La sua sarà anche bella, ma... è la sua, non la nostra, non stiamo creando insieme una storia.
Mi interesserebbe inoltre sapere cosa pensi sul discorso del colpo di scena, dell'elemento casuale che permette di essere anche spettatore, ecc. (qui ).


Citazione
[cite]Postato da: il mietitore[/cite]Ho visto film e non li ho capiti non riuscendo a cogliere questa finezza. Che cosa impone a Quasimodo di seguire le direttive di Frollo?

Il credere che sia l'unica possibilità (dovuta al fatto che gli Abitanti ti trattano tutti come un mostro mentre il Padrone lo ha accolto, o a qualcos'altro), il credere che anche se ci si ribellasse non cambierebbe nulla; è un rapporto disfunzionale, forse morboso. Del resto, cosa porta un rapito a parteggiare per, anche a innamorarsi e difendere, il suo rapitore (Sindrome di Stoccolma)? Sono rapporti disfunzionali, dovuti a chissà quali giri mentali: forse strani a chi ne è al di fuori, ma comunque possibili.
Se poi non ti ispirano simili rapporti nessun problema, magari non è un gioco che fa per te ;)


Citazione
[cite]Postato da: Ezio[/cite]crea in partenza un modo per il Padrone di farti fare cose è una regola vera e propria... credo

A memoria non saprei dire, ma so che chiedere perché il Servitore sta col Padrone, cosa lo lega a lui, mi è stato fatto fare nella dimostrazione a Modena e io stesso l'ho fatto fare quando ho arbitrato il gioco; trovo sia utile, aiuta a inquadrare i personaggi e il Padrone stesso.
« Ultima modifica: 2009-03-31 23:22:46 da Mauro »

Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #42 il: 2009-04-01 00:36:43 »
Citazione
[cite]Postato da: Lavinia[/cite]Secondo la mia modestisssima esperienza, non hai giocato a LMVcP. Hai creduto di giocarci.


E' ciò che credo anch'io e leggendo i vari reply me ne convinco sempre di più. Anche se il mio commento risulterà abbastanza inutile nel discorso complessivo tengo a precisare che preso un gdr con una determinata struttura bisognerebbe necessariamente far piazza pulita di tutti i concetti e le soluzioni utilizzati in altri gdr.
Secondo se si fosse approcciato Lmvcp con la stessa apertura mentale che può esserci nel passare da Monopoli a Cluedo, probabilmente, l'esperienza di gioco sarebbe stata più soddisfacente. Non dico che alla fine il gioco sarebbe dovuto piacere, ma quantomeno si sarebbe giocato senza impegolarsi in forme mentis che appartengono a tutta un'altra categoria di gdr.

Niccolò

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #43 il: 2009-04-01 03:24:57 »
Citazione
LMVcP mi dà qualcosa che io proprio non voglio: comportamenti incomprensibili della natura umana.


hai mai visto una moglie blu dai lividi gettarsi sui poliziotti per difendere da loro il marito manesco?

succede. è DECISAMENTE umano.

detto questo, il tuo personaggio non ha senso di esistere in MLWM. è in un rapporto di collaborazione col master, non di sudditanza psicologica. mentre avrebbe, da regole, dovuto essere in un rapporto di sudditanza. per forza le regole non possono funzionare per lui: non sottostà alle premesse! Ezio, errore tuo, qui! non dovevi passarglielo! è peggio che fare un kicker scialbo in NCAS.

Moreno Roncucci

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #44 il: 2009-04-01 06:28:14 »
Di altre cose parlo nel thread separato che ho creato, ma una osservazione, più personale, è credo più opportuno farla qui: il fatto che le motivazioni e l'essenza dei personaggi non emerga al tavolo (tanto da scambiare indifferenza per sadismo) da diversi accenni può darsi sia dovuto ad un grave errore di gioco propagandato dai gdr "tradizionali": la vecchia, stupida storia del "parla solo in character e limita il metagaming, così la storia viene più bella". Boiate, stupidaggini campate per aria.  Immaginate una storia narrata alla radio solo con i dialoghi, senza commenti e descrizioni, e immaginate quanto capirebbero gli spettatori.  Un gdr giocato così non è una storia, è una commedia degli equivoci in cui i giocatori non si capiscono nemmeno l'un con l'altro.

Il metagaming fa bene. Il metagamng fa fiorire le vostre partite. Fra una frase in character e l'altra, fermatevi a spiegare cosa prova il vostro personaggio, cosa desidera. Fatevi domande fra di voi sul perché delle azioni. Soprattutto il GM, chieda sempre ai giocatori di spiegare il perché delle cose, cosa provano, cosa pensano i personaggi. Vedrete le vostre partite acquisire una profondità e una sostanza che non il "parlare in character" non potreste mai raggiungere.

Se in realtà questo errore non lo fate e il problema è un altro, come non detto, fate come se non avessi detto niente. Ma mi sembrava una buona occasione per un rant...  :-)
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