Autore Topic: Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"  (Letto 11561 volte)

Ezio

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Inizialmente questo doveva essere un replay alla discussione di Hasimir sul Desiderio di Impotenza dei giocatori, poi mi sono accorto che diventava un po' troppo lungo (al solito) e che rischiava di essere OT con la richiesta di consigli dell'autore, quindi provo ad aprire un nuovo topic.


Mi è capitato ieri con La Mia Vita col Padrone.

Avremmo dovuto giocare ad AiPS, ma mancava la nostra gentile donzella, perciò, anche per far capire che è inutile accanirsi a giocare a qualcosa quando ne mancano i presupposti, ho proposto altro, ovvero La Mia Vita col Padrone. Ora, io sento che in quel gioco c'è qualcosa che mi sfugge, qualcosa di affascinante ed evasivo al tempo stesso, ma c'ho voluto provare.
L'idea originale per ieri era quella di far sbattere il muso su certi aspetti del gioco al gruppo. Avrei voluto farli giocare ad AiPS "senza rete di sicurezza", aspettando che fossero loro a chiamare i conflitti, lasciando totalmente in mano a loro la definizione delle poste, in modo da far vedere da un lato quanta libertà espressiva si potesse trovare, e dall'altro come la riuscita o meno di una partita non dipendesse unicamente dal master, ma dai loro stessi sforzi. Continuare a spiegare queste cose era ormai inutile... solo la pratica, solo vederlo al tavolo, poteva farglielo capire davvero.
Terapia shock, insomma, come strofinare il muso di un gattino sulla sua pipì per insegnargli a farla nella sabbia, e ho deciso di andare avanti con questa idea, e usare La Mia Vita col Padrone.

Ho quindi spiegato il gioco, ambientazione e tiri di dado e tutto quanto serviva. Ho specificato più volte che il gioco serviva a raccontare "Storie gotiche d'orrore, infamia e disgusto di sè" e come i personaggi di queste storie non potevano essere qualunque cosa, ma avrebbero dovuto rispondere a determinate esigenze, soprattutto avere un potenziale per la caduta o la redenzione ed essere legati a doppio filo col Padrone. Gli ho spiegato come le iterazioni fra Servitori e Padrone fossero pratiicamente familiari, anche se disfunzionali, come ogni servitore, anche davanti all'ordine più efferato dovesse comunque avere dei dubbi, essere tentato di obbedire al Padrone perché Lui è tutto quello che ha. Ho spiegato come l'unica via d'uscita a questo fossero i Legami, come questi dov'essero essere rapporti d'affetto, anche se non necessariamente corrisposto.

I giocatori erano 4, e una era la mia ragazza, che conosce il gioco, quindi non è, qui, rilevante.
Gli altri tre sono gli stessi tre sturlini che giocano con me ad AiPS.
Per un paio nessun rilevante problema, in realtà. Credo che la terapia shock abbia funzionato. Hanno creato un paio di servitori piuttosto anonimi, anche se con un paio di belle idee (Come Più che "Nessuno mi nota a meno che non abbia il volto coperto", costringendolo a rendersi anonimo se voleva avere speranza in una qualunque relazione... e questo era il vantaggio...bello!) e inizialmente cercavano di aggirare le loro limitazioni, piuttosto che affrontarle. Giocavano per lo più ad "facciamo la quest per il Padrone", più che a creare una storia, ma, alla fine, credo abbiano capito cosa intendovo, e hanno chiesto di riprovare. Credo stiano iniziando a capire cosa significa raccontare una storia significativa piuttosto che battere un'avventura e che quando dico che "il gioco affronta questi temi" non sto dando consigli, ma esprimendo regole tanto pregnanti quanto "Tira un 7 per avere un successo".

L'ultimo giocatore, Alex, è quello su cui vorrei concentrarmi. Ha creato il tipico serial killer da bimbominkia che neanche Jason di Venerdì 13. Nel farlo ho notato come tendesse a raccontarsi solipsisticamente la storia e le motivazioni del suo personaggio, senza realmente portarle al tavolo, e i suoi legami erano un paio di persone a cui rubava cose. Un personaggio insomma del tutto piatto e inadatto, senza potenziale per nulla, se non, forse, nella spazio immaginario privato di Alex, come, per inciso, è costume nel giocare WoD. Ci si fa i "viaggi" sul proprio piggì e quasi mai li si condivide realmente con gli altri attraverso il gioco reale, ci si racconta quanto è figo, bello, cattivo e sanguinario, ma tutto da soli, senza mettere alla prova figacceria e cattiveria.

Pur vedendo tutto questo non ho corretto. Le cose le avevo spiegate, e, come ho detto, non aveva più senso parlarne. Abbiamo giocato e ci ho fatto sbattere il muso.
Dopo un paio di giri di tavolo mi sono fermato e ho candidamente chiesto al gruppo se sapeva perché non si stavano divertendo, iniziando a discutere e a spiegare, questa volta forte della pratica, come funziona realmente un gioco narrativista. Con Eric e Mattia pare aver funzionato, come ho detto, con Alex no.

Emblematiche da parte sua un paio di considerazioni.
Prima di tutto ha contestato che i dadi erano inutili, e, anzi, ostacolavano il gioco, che sarebbe stato meglio diceless (e qui mi è venuta voglia di fargli molto, molto male con Polaris... e non solo picchiandolo col manuale), che non capiva il senso di prima tirare e poi narrare le azioni (o la risoluzione delle stesse).
Contestava che non aveva motivazioni per obbedire al Padrone, che non capiva perché dovesse tirare un dado per resistere all'ordine. Perché dovrei obbedire a quel pirla? Cos'ha, dei poteri ipnotici? Semplicemente (e questo lo dico io), non capiva dove ci fosse conflittualità sufficente a chiamare i dadi. E ti credo, dico sempre io! Per tua stessa ammissione al tuo personaggio non glie ne frega nulla del Padrone, non è legato, non entra MAI in conflitto quando il Padrone ordina perché, semplicemente, lo guarda e gli dice di no, senza alcun investimento emotivo (e qui ho sbagliato io. Ho iniziato con ordini "soft", per testare le resistenze. Con lui dovevo andarci giù pesantissimo da subito). Il personaggio era completamente centrato su sè stesso e sulla sua storia privata e solitaria (e mai completamente condivisa con gli altri), non aveva potenziale per dei Legami, come si è visto quando ha dovuto crearne, o dal fatto che Alex stesso non immaginava scene in cui "ci stesse l'approccio al legame", non era neppure legato al Padrone. Era solo, nel suo mondo avulso dal nostro. Il suo personaggio era pazzo, gli piaceva uccidere, e se il padrone gli ordinava qualcosa di diverso non aveva ragioni per ubbidirgli nonostante tutto, mentre se l'ordine colpiva la sua fantasia da psicokiller non aveva ragione per non ubbidirgli, non genrava mai conflitto interiore fra la necessità della moralità e la necessità del Padrone. Il suo "gioco" sarebbe stato una serie di tiri di dado per Violenza alternati all'Orrore Svelato. Sai che divertimento...
Per questo, ho provato a spiegare, il gioco non funzionava, il sistema non girava. Il tuo personaggio non apparteneva a quel gioco. Lo stesso Alex, contestando AiPS ha usato le parole "Mi sembra di avere il controller di un videogioco rotto", commentando la (per lui) mancanza di controllo autoriale sul PG. Ma non è rotto, santi numi! Funziona benissimo, ma lo lasci appoggiato sul divano! E tu, ora, stai giocando pure ad un altro gioco! Giochi a Trivial Pursuit con le regole del Monopoli e ti lamenti perché le domande di "Imprevisto" sono poco chiare!

Come si collega questo sproloquio con il "desiderio di impotenza" dei giocatori?
A me sembra di notarlo fortemente anche qui, unito, paradossalmente ad un desiderio di onnipotenza.
Alex, credo, sta cercando un gioco che gli consenta di fare quello che vuole per sfogare un proprio impulso creativo.
Un gioco new wave gli consentirebbe di sfogare questo impulso all'unica condizione che lo incanali in un contesto e a uno scopo preciso, e quando lo vede, percepisce questa costrizione come immorale e ingiusta, e si mette di traverso, masochisticamente, al suo stesso divertimento, in un impeto di "O tutto o niente" da innamorato folle che uccide la ragazza che lo respinge perché "O mia o di nessuno".
Penso che cerchi inconsciamente rifugio un gioco classico, in cui il master spalma bene bene la vasellina, e ti illude di poter fare quello che vuoi quando in realtà sei solo uno spettatore, a un gioco che ti dice papale papale che quello che vuoi non puoi farlo, ma finché rimani entro certi limiti hai davvero la possibilità di esprimere quello che desideri sul tema proposto. E se il tema non ti va bene, cambia gioco e trovane uno che ne abbia uno che ti piace di più.
Penso che Alex, e tanti altri, passino attraverso una vera e propria autocastrazione e cerchino attivamente l'impotenza totale mascherata da onnipotenza, sabotandosi di continuo e ignorando testardamente gli strumenti che potrebbero dargli la possibilità di trovare veramente lo sfogo creativo cercato.
Ovviamente, poi, si rende conto che il gioco tradizionale questo sfogo non glie lo da di certo, e si trova in un'empasse irrisolvibile. Sente una premessa apertamente imposta come una limitazione, e corre a rifugiarsi dove queste limitazioni sono ancora più forti, ma nascoste e striscianti. Gode a farsi prendere in giro, insomma.





Ah, Alex... Miet, per inciso... non prendertela a male per quanto scritto sopra. Non è una critica al tuo modo di giocare né tantomeno una critica personale. Se non credessi che il gioco narrativista possa darti enormi soddisfazioni non mi prenderei la briga di cercare di far breccia in quella massa di porfido che chiami testa. Poi, sai che non ho peli sulla lingua, e credo che l'unico modo per  confrontarsi sia essere del tutto aperti, anche a costo di essere brutali. Quindi interpreta la mie parole in questo senso. Nel caso avessi bisogno di chiarimenti... hai il mio telefono e il mio msn. Rinnovo anzi l'invito a tutti i ragazzi coinvolti in quanto sopra a comparire, dire la loro e, se necessario, darmi del coglione.
Just because I give you advice it doesn't mean I know more than you, it just means I've done more stupid shit.

Dr. Zero

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #1 il: 2009-03-31 14:20:11 »
Ciao Ezio

lmvcp è un gioco per persone mature. Per persone mature. Puoi essere uno che non ha mai giocato ma devi essere una persona matura.

Quel che riesco a costatare da questo tuo post è che il tuo amico alex, bhè, non vuole provare i giochi narrativisti. Magari mi sbaglio ma mi pare la classica persona che prova il gioco affinchè possa dire "l'ho provato", ma giocandolo farà di tutto per rovinarlo.
Come fa a non capire il motivo per cui deve obbedire agli ordini? c'è un padrone e un servitore si inizia così. Il tuo personaggio serve qualcuno e perciò lo teme, ne ha paura, ne è costretto. E allora pur controvoglia eseguirà gli ordini perchè è ricattabile. Mi pare così logico...
Giocare un psicopatico killer a la mia vita col padrone significa non volersi divertire.

Trovo tre motivazioni: la prima è che lmvcp è un gioco pesante, emotivamente intendo e qualcuno potrebbe volersi difendere da essere emotivamente pressato.
la seconda è che il tuo amico è il classico usufruitore passivo, quello che non vuole mai fare il master, quello che pretende di essere intrattenuto.
infine è il concetto di misticismo del gdr. Se gioco a un gioco che non è il solito gioco, non lo percepisci come gdr. E dunque il tuo impegno non è proporzionato.

La mia esperienza è stata simile, e la soluzione è semplicemente quella di ....abituare gradualmente al fatto che si possa giocare in maniera diversa.
Certo però che se non capisce perchè prima si tira e poi si narra, bhè...non so che dirti. Quelli con cui gioco anche restii l'hanno capito subito.

Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #2 il: 2009-03-31 14:33:22 »
Citazione
[cite]Postato da: Ezio[/cite]Contestava che non aveva motivazioni per obbedire al Padrone, che non capiva perché dovesse tirare un dado per resistere all'ordine. Perché dovrei obbedire a quel pirla? Cos'ha, dei poteri ipnotici?


In LmVcP a questa domanda deve rispondere il giocatore, non il master . E' lui che deve sapere perchè è legato al Padrone :)
Non per niente Padrone e Servitori si fanno insieme all'inizio.

Sto scrivendo una risposta più articolata, ma intanto mi premeva chiarire il concetto per eventuali passanti.
« Ultima modifica: 2009-03-31 14:34:00 da Claudia Cangini »
I nitpicker danneggiano anche te. Digli di smettere.

Antonio Caciolli

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #3 il: 2009-03-31 14:51:23 »
quello del legame padrone servitore secondo me è il punto forte e debole di LMVcP. è nelle mani del giocatore. se non ti piace giocare il servitore soggiogato alla volontà del padrone non verrà fuori nulla di buono. cioé ti sembrerà sempre ridicolo tirare i dadi per resistere

ci sono anche altre cose che il gioco richiede per giocare bene e se le accetti tutto viene bene altrimenti pace ... cambia gioco

persone adulte e mature o meno è un gioco in cui si deve accettare l'ambientazione. giocare un servitore strafottente col padrone è un po' come volere le astronavi in cani della vigna (paragoni inutili... come vi adoro)

ciao ciao
Antonio

Mattia Bulgarelli

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #4 il: 2009-03-31 15:17:18 »
Citazione
[cite]Postato da: Ezio[/cite]Il suo personaggio era pazzo, gli piaceva uccidere, e se il padrone gli ordinava qualcosa di diverso non aveva ragioni per ubbidirgli nonostante tutto,

Ehm... C'è un piccolo dettaglio.
Che il GM dovrebbe, se ho ben capito, giocare un Padrone che ordini ai PG cose repellenti per i PG.
Se un PG è uno psicopatico, allora magari ci vuole un Padrone che lo opprima con ordini tipo "ora ti cambio, non fare male a nessuno". Allora sì che il PG vorrà disobbedire. ^_^;
E perchè mai un PG dovrebbe obbedire? Semplice, perchè magari il Padrone altrimenti gli fa MALE, ma tanto, tanto MALE. Fisicamente, moralmente, gli toglie i giocattoli (gli oggetti rubati) o che so io... Chiunque ha un "punto di rottura" oltre il quale reagisce, in un verso o in un altro, anche Hannibal the Cannibal.

Non è che avete sbagliato le parti tra giocatori, ed il giocatore di questo PG dovrebbe essere messo a fare il Padrone?
Dico sul serio!
Se gli piace un "PG" sadico, onnisciente sulle azioni dei PG (veri), con serie tare comportamentali, è un Padrone perfetto... Con l'unica clausola che poi deve fare anche gli altri PnG.
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Luca Veluttini

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #5 il: 2009-03-31 15:30:30 »
Citazione
Non è che avete sbagliato le parti tra giocatori, ed il giocatore di questo PG dovrebbe essere messo a fare il Padrone?
Dico sul serio!
Se gli piace un "PG" sadico, onnisciente sulle azioni dei PG (veri), con serie tare comportamentali, è un Padrone perfetto... Con l'unica clausola che poi deve fare anche gli altri PnG.


Concordo.

Citazione
lmvcp è un gioco per persone mature. Per persone mature. Puoi essere uno che non ha mai giocato ma devi essere una persona matura.


Straquoto.

Entrambi mi hanno tolto le parole di bocca... :crying:
« Ultima modifica: 2009-03-31 15:31:39 da Luca Veluttini »

Alessandro Piroddi (Hasimir)

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #6 il: 2009-03-31 15:33:21 »
Mi accodo a Claudia e rilancio.
L'obbedienza al Padrone è un dato di fatto stabilito dal REGOLAMENTO.
Punto.
Se il giocatore non ha idea del perchè il PG sia così succube del Padrone, non importa ... che si inventi qualcosa ... magari il Padrone ha DAVVERO poteri mentali :P

Il punto è generare frustrazione nel GIOCATORE.
Si è fatto Jason?
Benissimo, ordinagli cose che frustrerebbero Jason!
Fagli proteggere gli ospiti nobili e boriosi del Padrone... ma falli proprio spocchiosi e stronzi, faglieli ODIARE! e poi ordinagli di servirli e riverirli con ogni cura ed attenzione.
Fagli ODIARE il Padrone, non perchè si suppone da setting che il PG voglia ribellarsi al male...ma perkè DAVVERO il giocatore detesta il Padrone ed i suoi ordini!

Relazioni?
Fagli trovare un compagno di giochi... una testa malata che condivida le sue brame e perversioni... una Bonny per il suo Clide... un amico con cui sfogarsi a trucidare bambini nottetempo.
E poi fa che il Padrone li scopra, e gli ordini di uccidere il suo amico!

MLwM funziona sulle reazioni dei Giocatori ... i PG sono solo un medium ;)

[EDIT]
Cross-post con ... tutti gli altri XD
« Ultima modifica: 2009-03-31 15:39:37 da Hasimir »
www.unPlayableGames.TK ...where game ideas come to die

Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #7 il: 2009-03-31 15:46:02 »
Che bello il tuo post, Ezio, mi fa venire in mente una serie di riflessioni...
Una cosa per certi versi simile, la ho notata anche io in qualche demo o giocando con un vecchio amico proveniente da un background molto classico. Parlo di una persona non particolarmente interessata alle novità ma curiosa e disponibile (se gli proponi un gioco nuovo la reazione standard è “ok, proviamo”).
Insomma non uno con l’autostima legata a un particolare sistema (di solito gioca piuttosto che masterare: sarà un caso? ;) ).

Ecco, questa persona ha un modo di giocare “safe” che, per certi versi, mi ricorda quanto descrivi tu, Ezio.
Magari interpreta dei personaggi nefandissimi ma non si riesce mai a vederlo davvero toccato dagli eventi del gioco.
In improvvisazione, quando il personaggio che stai interpretando sta vivendo una cosa tragica ma che, vista da fuori, è buffa (e magari i tuoi compagni di corso che assistono la scena si stanno sganasciando), tu devi continuare a interpretare il personaggio e disperarti. Se ti metti a ridere anche tu l’insegnante ti richiama esortandoti a “tenere” il personaggio e non uscirne.
Questo è quello che vedo nel gioco di questa persona (e forse anche nella tua partita, Ezio?): invece di proseguire a vedere il mondo con gli occhi di quel personaggio, se ne esce, si guarda tutta la faccenda da fuori, con distacco, senza coinvolgimento emotivo.

Altra cosa tipica è quando ci sono conflitti fra i personaggi. In certi giochi sono le parti più divertenti e il sistema è fatto apposta per supportarli, ma lui niente, cercherà sempre di mediare e arrivare a una soluzione di massima “efficienza” per tutti, anche a scapito delle caratterizzazioni.

Sono reazioni che posso capire, perché è il modo in cui ho quasi sempre visto giocare i classici. (non è un caso se nutro un certo astio verso i parpuzi: per anni ci ho giocato credendo alle loro promesse e restandone delusa. Io cercavo emotività, coinvolgimento, dramma, tenerezza e ci trovavo il tiro per colpire e i punti ferita... Ma non divaghiamo)

Questi giochilli nuovi invece, sotto la loro innocente apparenza di semplicità e i loro manualetti smilzi, offrono vere e proprie montagne russe emotive ma solo se, ti metti un minimo in gioco.
E adesso un’osservazione che potrà sembrare strana: in questi giochi in un certo senso è vero che non hai il controllo totale del personaggio. Per certi versi ne hai di meno che nel gioco classico.
Perché nel gioco classico il peggio che ti poteva capitare era che il tuo personaggio si ferisse ( = ridotta incisività sul SIS) o ci restasse secco ( = buttare via tutto il tempo investito fino a quel momento su quel personaggio e sbattersi a rifarlo).

Qui invece il personaggio deve accettare input esterni di tutt’altra risma. Deve reagire EMOTIVAMENTE, il che è molto più impegnativo, richiede il calarsi nella testa di un altro in maniera molto più accurata e, alla fine, rivela sempre qualcosa di te, fosse anche solo le tue vere reazioni e giudizi su alcune cose. Stare isolati nella propria torre d'avorio senza accettare mai gli spunti degli altri giocatori e del master rende il gioco noioso e privo di senso, però puoi stare sicuro che segui la tua strada prevedibile e tranquilla.

Tutto quanto sopra sono ragionamenti suscitati dal messaggio di Ezio. Spero che le mie elucubrazioni siano risultate comprensibili :)

N.B.: Niente di tutto ciò voleva risultare offensivo verso Alex
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Moreno Roncucci

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #8 il: 2009-03-31 15:55:37 »
Mmmm.... non sono tanto sicuro che un forum pubblico sia il luogo più giusto per discutere di questioni interne al gruppo, o di come gioca Alex...  =:-I

Prima di trasformare questo thread in una pubblica gogna, direi di chiarirci meglio sul suo scopo. E per far questo direi che è meglio aspettare la risposta di Alex. Nel thread su Avventure in Prima Serata, per esempio, era stato chiarito che semplicemente non aveva capito uno dei meccanismi del gioco. Bisognerebbe vedere se anche qui non è capitata la stessa cosa con LMVcP.

Però, Ezio, se si tratta di dare consigli di gioco, o chiarimenti, o di identificare errori, possiamo esserti utili. Ma interventi di terze persone nei rapporti interpersonali nel tuo gruppo (specie se danno addosso ad uno o all'altro per partito preso) per me possono fare solo danni.

Tornando alla partita, una cosa che mi ha colpito del tuo post è la massa di cose che hai spiegato prima. Forse erano persino troppe: rischi che, a sentirti spiegare certe cose senza vederle in gioco, siano equivocate. Come già detto in altri thread, ci sono cose che a vederle in gioco si capiscono al volo, mentre spiegarle è difficile. Meglio spiegare prima solo il necessario per giocare (fra cui c'è, ovviamente, anche il senso e lo scopo del gioco). Nel caso di LMVcP fra queste cose c'è il fatto che GM e giocatori collaborano nell'interpretazione dei dadi: NESSUNO "narra", questa differenza fondamentale con "Avventure in prima serata" spesso sfugge:  una volta tirati i dadi, entrambi (GM e giocatore) sanno come andrà a finire il conflitto, ma entrambi giocano ancora il loro personaggio. E' compito di entrambi far sì che nella fiction avvenga ciò che i dadi impongono.

Un ultima cosa: hai letto A manifesto on Mastery?

[edit: crosspost con mezzo forum...]
« Ultima modifica: 2009-03-31 15:56:25 da Moreno Roncucci »
"Big Model Watch" del Forum (Leggi il  Regolamento) - Vendo un sacco di gdr, fumetti, libri, e altro. L'elenco lo trovi qui

Luca Veluttini

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« Risposta #9 il: 2009-03-31 15:58:29 »
Aggiungo una piccola cosa: tutte queste montagne russe emotive descritte da Claudia le ho trovate difficili da spiegare e da assimilare da parte dei giocatori, soprattutto se si viene dai manualoni classici.

L'unica cosa che mi sento di dire dalla mia minima esperienza è che dati i presupposti al tavolo, passare al gioco e lavorare al massimo su quello, con la più totale apertura di dialogo aiuta moltissimo in questi casi (oltre ai consigli che si possono leggere e ricevere su questo forum)!

:laugh:
« Ultima modifica: 2009-03-31 16:00:06 da Luca Veluttini »

Antonio Caciolli

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« Risposta #10 il: 2009-03-31 15:58:49 »
grazie per il post ... Claudia... frasi stupende che copierò e citerò (facendo ovviamente finta che siano farina del mio sacco :P)


una cosa: mi chiedo se il consiglio di Hasimir possa andar bene????? cioé forzare le cose come a chiedere una reazione al giocatore non è peggio che meglio????? se uno vuole gioca ... lo si guida se non riesce ad esprimersi, ma se è palesemente fuori dal gioco non è meglio dirgli che deve semplicemente cambiare il suo modo di giocare????

è solo una domanda perché ho poca esperienza in questo senso ma mi aiuterà nel caso mi capitassero situazioni simili

Moreno Roncucci

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« Risposta #11 il: 2009-03-31 16:11:27 »
Una cosa importante: se il sistema FUNZIONA, per ottenere le "montagne emotive", non occorre sforzarsi di cercarle. Arriveranno.  Così come è addirittura controproducente cercare di "creare una bella storia" in questi giochi, perché sono fatti apposta per creare una bella storia partendo da input ottenuti semplicemente giocando immedesimandosi nei personaggi: se pensi alla "bella storia" paradossalmente ti immedesimi di meno e la storia viene più brutta (e comunque meno coinvolgente a livello emotivo)

Tutto quello che serve, per ottenere i risultati di cui parla Claudia, è (1) aprirsi al gioco (non fare turtling, cercare di non usare il personaggio come una mera pedina) e (2) usare il sistema di gioco alla lettera, senza stravolgerlo. Poi i risultati arrivano.

Un errore che POTREBBE aver fatto Alex, dalla descrizione (ma ripeto che vorrei prima sentire cosa ne pensa lui) è il giocare "pensando ad una bella storia" (il discorso sul giocare senza dadi è un campanello d'allarme in tal senso) invece di "entrare nel personaggio".
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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #12 il: 2009-03-31 16:13:44 »
Citazione
[cite]Postato da: Moreno Roncucci[/cite]Un ultima cosa: hai lettoA manifesto on Mastery?


Articolo assolutamente imperdibile. Ha migliorato infinitamente la qualità delle mie partite a LmVcP

Citazione
[cite]Postato da: Antonio[/cite][p]una cosa: mi chiedo se il consiglio di Hasimir possa andar bene????? cioé forzare le cose come a chiedere una reazione al giocatore non è peggio che meglio????? se uno vuole gioca ... lo si guida se non riesce ad esprimersi, ma se è palesemente fuori dal gioco non è meglio dirgli che deve semplicemente cambiare il suo modo di giocare????[/p][p]è solo una domanda perché ho poca esperienza in questo senso ma mi aiuterà nel caso mi capitassero situazioni simili[/p]


Guarda i consigli di Hasimir sono suggerimenti di buon masteraggio di LmVcP (infatti mi hanno fatto venire voglia di giocarlo con lui.  :D)

Poi non so se questi accorgimenti possono bastare per coinvolgere una specifica persona oppure quel gioco, per quella persona, proprio non è nelle sue corde.
I nitpicker danneggiano anche te. Digli di smettere.

Ezio

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« Risposta #13 il: 2009-03-31 17:23:54 »
Citazione
[cite]Postato da: Claudia Cangini[/cite][p]Che bello il tuo post, Ezio, mi fa venire in mente una serie di riflessioni...
[/p]


Wow, meraviglioso! Era esattamente questo che volevo fare nell'aprire il topic, anche se non mi aspettavo così tanto. Ci metterò ore a leggere e metabolizzare quanto scritto da tutti voi, così vi do anche un po' tregua dalla mia logorrea e presenzialismo.


Chiarisco solo un paio di cose.
Quoto, straquoto e riquoto quanto detto da Korin e dagli altri sul tipo di ordini che dovrebbe dare il Padrone e santifico la definizione di "gioco per persone mature". So che funziona così e l'idea era appunto quella. Il problema qual'era? Che il personaggio era, per il giocatore, disinteressato a queste cose, e non aveva lasciato alcuna leva emotiva per farlo. Se avessi ordinato di servire gli Estranei (e stavamo arrivando ESATTAMENTE a quel punto) lui avrebbe detto "No", e quando gli avessi chiesto di tirare i dadi per resistere agli ordini si sarebbe lamentato che i dadi si mettevano in mezzo a come aveva pensato il personaggio. In pratica non voleva giocare quando era stato il primo ad approvare l'idea di provare proprio quel gioco.

Diciamo che le mie intenzioni erano dimostrare praticamente come far funzionare un gioco, quale livello di coinvolgimento e collaborazione fra i giocatori si poteva arrivare a creare. Dimostrare che linbertà creativa non significa "inizia a parlare e fa quel che vuoi". Be', magari ho fatto una cazzata, e sarebbe una delle tante. Sono talmente novellino e inesperto in questo ambiente che gli errori sono sicuramente più delle cose fatte bene.
Ma la dimostrazione è andata al di là delle mie previsioni. Non mi aspettavo che un giocatore si mettesse così di traverso.
L'esperienza mi ha colpito tanto che ho voluto condividerla, tutto qui.

Tranquillo, Moreno, non intendo usare il forum per risolvere i problemi del mio gruppo. Al contrario, uso semmai il mio gruppo per portare nuova gente qui sopra, nella speranza che, come è successo a me, inizino a camminare con le loro gambe. Non voglio neanche mettere alla gogna Alex. Il suo "modo di giocare" (brrrrrr... brutta espressione) e i suoi desideri per un bel gioco sono assolutamente legittimi, e li rispetto.
Quello che cerco è il confronto e il dialogo su "Perché il sistema non si mette in mezzo, al massimo è il giocatore a rifiutare le sue possibilità".
Anzi, mi dispiace per Alex, poveretto, che è un bravissimo ragazzo e pure intelligente (sprechiamoci, và), e sembra che lo metta in mezzo apposta per dargli sulle corna. Purtroppo è stato lui quello che è inciampato su quanto detto sopra, e quasi mi dispiace. Ho fatto il suo nome solo per non continuare a scrivere "un giocatore".

Citazione
[cite]Postato da: Luca Veluttini[/cite][p]L'unica cosa che mi sento di dire dalla mia minima esperienza è che dati i presupposti al tavolo, passare al gioco e lavorare al massimo su quello, con la più totale apertura di dialogo aiuta moltissimo in questi casi (oltre ai consigli che si possono leggere e ricevere su questo forum)![/p][p]:laugh:[/p]


Assolutamente, Vellu, hai ragionissima. Proprio quella era l'idea originale. ^^
« Ultima modifica: 2009-03-31 17:28:30 da Aetius »
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il mietitore

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Desiderio di Impotenza in "La Mia Vita col Padrone"
« Risposta #14 il: 2009-03-31 17:59:12 »
miseria, e io che volevo passare il pomeriggio a scrivere la mano diabolicus...

uhm, evidentemente avevo visto bene: eravamo ancora ben lontani dalla soluzione, e sopratutto non era passato quello che intendevo io.

Andiamo per ordine..

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[cite]Postato da: Ezio[/cite][p]Ha creato il tipico serial killer da bimbominkia che neanche Jason di Venerdì 13. Nel farlo ho notato come tendesse a raccontarsi solipsisticamente la storia e le motivazioni del suo personaggio, senza realmente portarle al tavolo, e i suoi legami erano un paio di persone a cui rubava cose. Un personaggio insomma del tutto piatto e inadatto, senza potenziale per nulla, se non, forse, nella spazio immaginario privato di Alex, come, per inciso, è costume nel giocare WoD.[/p]


WoD giocato molto poco, apparte quello credo che ci sia proprio il nocciolo di chi fosse il mio PG, che non è arrivato.

A lui non piaceva uccidere.

Semplicemente se ne sbatteva.

Gli dispiaceva ma non abbastanza da giustificare un distacco dal padrone, e, per inciso, non era legato al padrone perchè gli piacesse uccidere, ma solo perchè era l'unico che avesse accettato di finanziare i suoi studi riguardo al fatto che il sole non esistesse. Se non uccideva o comunque non svolgeva i compiti a lui affidati, veniva fatto fuori o buttato fuori dal castello senza avere la possibilità di arrivare in fondo agli studi ai quali aveva dedicato anni e anni.

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[cite]Postato da: Ezio[/cite]Penso che Alex, e tanti altri, passino attraverso una vera e propria autocastrazione e cerchino attivamente l'impotenza totale mascherata da onnipotenza, sabotandosi di continuo e ignorando testardamente gli strumenti che potrebbero dargli la possibilità di trovare veramente lo sfogo creativo cercato.
Ovviamente, poi, si rende conto che il gioco tradizionale questo sfogo non glie lo da di certo, e si trova in un'empasse irrisolvibile. Sente una premessa apertamente imposta come una limitazione, e corre a rifugiarsi dove queste limitazioni sono ancora più forti, ma nascoste e striscianti. Gode a farsi prendere in giro, insomma.


Ma io direi più che altro che a me piace l'idea che sia il master ad essere dio, anzi, eccome se mi piace.
So che tutto di me dipende da lui, ma è interpretato all'interno del gioco come se fosse un'incapacità del personaggio, ergo, ha senso.
Riguardo allo sfogo creativo, non direi che me ne frega quel tanto. Voglio giocare un PG inmaniera credibile, e quando lo faccio voglio farlo seguendo quello che voglio fare.

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[cite]Postato da: Dr. Zero[/cite]Quel che riesco a costatare da questo tuo post è che il tuo amico alex, bhè, non vuole provare i giochi narrativisti. Magari mi sbaglio ma mi pare la classica persona che prova il gioco affinchè possa dire "l'ho provato", ma giocandolo farà di tutto per rovinarlo.


Questa arriva ai limiti dell'assurdo. Si salva solo perchè c'è quel "magari mi sbaglio" che ammette una minima possibilità che un gioco possa semplicemente farmi, ehm... trattengo la parola. A differenza, chiaramente, del resto che esce dalla fornace.

Se non volessi provare giochi narrativisti, immagino che non avrei scalpitato per provare AIPS giusto tre settimane fa.

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[cite]Postato da: Dr. Zero[/cite]la prima è che lmvcp è un gioco pesante, emotivamente intendo e qualcuno potrebbe volersi difendere da essere emotivamente pressato.


buffo, io cerco proprio quei giochi emotivamente pressanti.

Il fatto è che non vedo l'emotivamente pressante in LMVcP.. no, non ce lo vedo proprio. E questo lo dimostra quando ho rifiutato il d6 per la disperazione che Ezio ha cercato di darmi: io la disperazione NON CE LA VEDO, come non ci vedevo nient'altro.

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[cite]Postato da: Dr. Zero[/cite]la seconda è che il tuo amico è il classico usufruitore passivo, quello che non vuole mai fare il master, quello che pretende di essere intrattenuto.


Questa vince, ragazzi, questa vince! (quando non gioco a scuola faccio sempre il master.. nel bene e nel male)

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[cite]Postato da: Dr. Zero[/cite]infine è il concetto di misticismo del gdr. Se gioco a un gioco che non è il solito gioco, non lo percepisci come gdr.


A parte che per quanto riguarda Sine Requie, che nei casi migliori becco una volta al mese, nell'ultimo anno ho praticamente giocato ogni mese ad un gioco diverso.
« Ultima modifica: 2009-04-01 16:59:55 da il mietitore »
"E non guardare troppo a lungo dentro alla lavatrice, o anche la lavatrice guarderà dentro di te"
Revan Adler, Match d'Improvvisazione Teatrale, Giugno 2009
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