Pare che mi ricordassi male alcuni aspetti però mi pare che il punto sia sempre li.
Ma dove "sempre lì?"
Cos'hanno in comune le frasi "con D&D i giocatori non possono costruire una storia visto che la maggior parte delle cose sono in mano al DM (PNG e ambiente)." e la definizione del paradosso dell'ITBB?
Hai preso un paradosso logico evidente e l'hai trasformato in un attacco a D&D, solo per poter difendere D&D ancora una volta, e ti pare la stessa cosa? Oltretutto un attacco a D&D che nessuno ha fatto e che è già negato dalla teoria?
Voglio dire: "i giocatori sono liberi di decidere le azioni dei loro personaggi" e "Il GM è l'autore della storia" sono frasi inconciliabili?
bè, può darsi. Perché dico può darsi? perché bisogna vedere cosa si intende per "essere autore della storia".
Beh, magari... "essere autore di una storia", che dici? Troppo sibillina come frase?
L'autore di una storia è quello che decide cosa fanno tutti i personaggi, cosa dicono, cosa succede in ogni occasione, come si svolge la trama, chi vive e chi muore, chi si innamora di chi, chi avanza e chi fugge, etc.
Anche a voler essere larghi e considerare il ruolo di autore limitato dalle regole (e se usi la regola zero non è vero), in ogni caso se sei l'autore, decidi tu sulle scelte di tutti i protagonisti.
Viceversa, se un protagonista può fare scelte diverse da quelle che gli faresti fare tu (e se la scelta ha effetto sullo svolgimento della storia), come puoi essere considerato l'autore della storia?
E' semplicissimo e banale. Non importa quanti contorcimenti e tecniche ninja si usano per cercare di negare questa evidenza. Rimane platealmente evidente.
Certo, se lo si intende in senso esclusivo allora le due frasi sono inconciliabili. Tuttavia a me risulta abbastanza evidente che in D&D (e azzarderei nei GdR in genere) la storia nasce da tutto il gruppo, DM e giocatori, e che quindi essere autore della storia non va inteso come essere l'unico autore della storia senza che nessun altro possa metterci bocca, cosa che per altro io vado ripetendo mentre Moreno va negando (godersi la storia del DM, il teatrino del DM, etc).
"visto che in D&D non accade quello che viene detto nel manuale di D&D, cioè non è vero che il GM è l'autore della storia e contemporaneamente giocatori prendono le decisioni per i PG, sono di fronte ad un atroce dilemma: o il regolamento di D&D contiene cazzate e evidenti contraddizioni, oppure le parole non vogliono dire quello che vogliono dire ma vogliono dire il contrario"
"ma no, ma che dilemma e dilemma: è ovvio che è il vocabolario a sbagliare, il manuale di D&D non può contenere errori"
Come dicevo questa cosa è abbastanza evidente e, ammesso e non concesso che esista un GdR dove compaiano quelle due frasi,
"Se negare il vocabolario non basta, neghiamo l'evidenza: nessun manuale di gdr ha mai contenuto quelle frasi"
ci vuole proprio mala fede per intenderle in modo autoesclusivo.
"Se mi dai torto vuol dite che sei in malafede"
"Essere autore della storia" cosa significa dunque? Bò, sarebbe da leggere nel suo contesto ma probabilmente il discorso è una cosa del tipo: tu decidi i retroscena, tu decidi le reazioni del mondo aile azioni dei protagonisti, tu crei la storia sulla base delle azioni dei protagonisti, etc etc
"Come dicevo, il vocabolario sbaglia: l'autore dei Promessi Sposi ha solamente descritto quel ramo del Lago di Como, ma non ha mai deciso nulla riguardo alle azioni di Renzo e Lucia. Non è stato lui a decidere che l'Innominato si pentiva. Ha solo
creato la storia sulla base delle azioni dei protagonisti (qualunque cosa voglia dire)"
Insomma a me non sembra affatto che D&D dica quelle due frasi, potrei sbagliarmi, ma anche se le dicesse sono sicuro che dal contesto si capisce perfettamente che non vanno intese alla lettera. Secondo me dunque l'articolo parte da un paio di frasi che nessuno ha detto, o se la ha dette intendeva (chiaramente) tutt'altro.
"non è vero, nessuno le ha mai dette, e se le ha dette, non voleva dirle, voleva dire qualcos'altro, e anche se voleva dirlo, vogliono dire qualcosa di diverso. E insomma, io non c'ero, e se c'ero dormivo..."