Autore Topic: Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction  (Letto 24246 volte)

Matteo Suppo

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Spero che il titolo riesca ad attirare l'attenzione, date le divertenti buzzword che ci stanno dentro.


Ragazzi, questo è un actual play, parlerò di gioco reale e non di seghe mentali. Fate lo stesso, grazie.


Dunque, tanto tanto tempo fa, sarà circa un paio di mesi, mi chiesero di giocare a d&d...


[un effetto di onde sull'immagine fa capire che siamo in un flashback]


Io: Ah che bella giornata di sole!
A: Ehy, stiamo per fare partire una campagna di d&d, vuoi partecipare? [tuono!]
Io: Hmmmmmm


Non ho proprio voglia di giocare a d&d, ma è tanto che non gioco con questa gente e poi che vuoi che sia, dai? Mi rifarò quando giocheremo al Mondo dell'Apocalisse o qualcos'altro. Dai, che così ci faccio anche la figura di quello dalla mente aperta. Dai che magari ci scappa anche un bel thread su gentechegioca.


Io: Ok dai.
A: Fa il master P
Io: Boh ok.


[Un effetto di onde ci indica che il flashback è terminato, e la scena ritorna ad un triex seduto sul bracciolo di una sedia vicino ad un camino, con una pipa spenta in mano]


Dire che la campagna era noiosa e sicuramente non al livello di qualsiasi altra giocata io abbia fatto negli ultimi due anni è scontato e non è di questo che devo parlare. [sguardo intenso] Voglio parlarvi di come sono sopravvissuto.


Mi sono reso conto praticamente subito che non me ne fregava niente. L'ambientazione non la conoscevo e non mi entusiasmava, le cose che succedevano non mi tangevano minimamente ed ero sempre distratto. Non capivo granché quello che stava succedendo e quando ci provavo mi frustravo.


Dopo un po' mi sono reso conto che non seguivo minimamente quello che stava succedendo in fiction, ma solo come si stava comportando il master, vagamente. Avendo fatto il master a d&d per una decina di anni ero perfettamente in grado di intuire le tecniche che stava usando il master, per esempio se un personaggio incontrato era importante oppure improvvisato, se stavamo andando nella giusta direzione oppure no. Mi basavo sui minimi segnali paraverbali (irritazione della voce, pause per riflettere) per capire cosa fare, anziché pensare alla fiction.


Vi faccio un esempio! [la schermata cambia facendo vedere dei cartoni animati disegnati da un bimbo di 5 anni sotto lsd (nessun composto chimico è stato maltrattato per fare questo thread)]


Il mio personaggio cammina fischiettando per la città. In realtà sta indagando sull'omicidio del suo capo ma non trova una pista neanche a pagarla. Il master descrive che mi sento qualcosa toccare la tasca e vedo un bambino che fugge nella folla. "Lo inseguo! Ladro!" tuono io. "Gira un angolo e scompare". Ok, dico io. Vediamo che mi ha rubato. "Niente, hai un biglietto in tasca, c'è disegnato sopra il simbolo del sole". "Oooh, un indizio! Dove ho già visto questo simbolo?" "Sembra il simbolo di una biblioteca perduta dall'altra parte del mare". "Perfetto, ci andremo".

[La visione torna velocemente a triex vicino al camino, sta sorseggiando the]

Oh, mi son dimenticato di dirvi questa cosa: a giocare eravamo io e A1, master entrambi di lunga data, e A2 e A3, giocatrici l'una abbastanza esperta e l'altra no, ma entrambe con esperienza bassa di fare il master. Lo so, A2 e A3 non sono nomi facili da ricordare. Sigh. Facciamo che chiameremo triex col suo nome, A1 lo chiameremo A, e le altre due le chiameremo B e C. Ora non ci si può confondere!


Comunque... [Di nuovo al cartone disegnato dalle scimmie epilettiche]
B e C: ma sei scemo? Per una cosa così vai fino a una biblioteca dall'altra parte del mare?



Io ci penso un momento, e in effetti ha senso come obiezione. Voglio dire, un bambino ti infila un biglietto in tasca e tu parti per un viaggio che neanche sai se abbia senso? Chi lo ha mandato? E se cercassero di allontanarci/farci smettere di indagare?


Sento il master in difficoltà, probabilmente non aveva pensato a queste cose. Mi interpello con A, e lui è d'accordo: partiamo per la biblioteca. Riusciamo a convincere B e C, partiamo e torniamo. Ricordo vagamente cosa successe, forse abbiam trovato un libro.


Altro esempio! Questo con ancora meno fiction!


Eravamo in qualche luogo che non ricordo [attivato generatore automatico di punti interrogativi], a parlare con una persona. Ricordo vagamente che forse era una donna, probabilmente con poteri magici, e forse ne ha dati anche a noi. Doveva tipo unirsi a noi per una qualche ragione che non ricordo. Ricordo però che B e C han sollevato l'interrogativo "Possiamo fidarci di lei?" Al che io privatamente dico ad A:


"Ascolta, questo è il PG del master, vero?"
"Mi sa proprio di sì"
"Allora ci dobbiamo fidare... Lo sai che io non ho idea di cosa stia succedendo davvero?"
"Neanche io, ma riconosco quando il master presenta png di cui dobbiamo fidarci"


Insomma, è così che giocavo: basandomi sulla mia esperienza decennale da master per capire cosa fare disinteressandomi della fiction.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #1 il: 2012-03-09 10:23:38 »
Mi sono reso conto praticamente subito che non me ne fregava niente. L'ambientazione non la conoscevo e non mi entusiasmava, le cose che succedevano non mi tangevano minimamente ed ero sempre distratto. Non capivo granché quello che stava succedendo e quando ci provavo mi frustravo.


Dopo un po' mi sono reso conto che non seguivo minimamente quello che stava succedendo in fiction, ma solo come si stava comportando il master, vagamente.

Sorry, ma a leggere questo passo mi sono convinto che hai qualche colpa, eh.
Se ti siedi a un tavolo e ti accorgi che non te ne frega niente, o lasci il gruppo (spiegando, a vari livelli di onestà a seconda di quali siano i tuoi rapporti con gli altri, il motivo per cui lo lasci) o cerchi di risolvere: chiedi più info, ti fai contestualizzare alcuni eventi, ti leggi qualcosa dell'ambientazione. Se ti siedi al tavolo per analizzare il master e i suoi metodi fai un torto, a te stesso e agli altri (tra gli altri, soprattutto al master).

Detto questo: è evidente che il master aveva lasciato delle voragini negli sviluppi, e aveva un modo "ingenuo" di spingere gli eventi. [inserirt rant here: "orrore orrore, spingere gli eventi?" a cui rispondo "chiaro, perché state giocando a D&D, mica a TSOY... se spinge gli eventi sta solo facendo il suo lavoro. Se non piace quel lavoro cambiate gioco"]. Tuttavia...

Personalmente da quando mi sono avvicinato a giochi prep0 o masterless ho sviluppato molta più tolleranza e simpatia nei confronti di chi passa tempo a preparare qualcosa. Ero un giocatore molto più rompiballe, prima, perché pretendevo dal master storie belle, avvincenti, etc.
Guardo anche io con il tuo distacco alcuni aspetti del gioco, ma (altra cosa che è cambiata rispetto a prima, per me) ora se vedo (vedessi, per fortuna non mi capita) cose che non mi tornano lo farei presente, a fine sessione: con gli altri giocatori presenti o meno (quello dipende dai rapporti che corrono) ma non esiterei a dare qualche suggerimento.

Joycianamente (in flusso di coscienza) ora mi viene da riflettere su quante volte i master abbiano visto come proprio compito quello di presentare la loro storia, e quante volte invece quello di far divertire tutti al tavolo (per quanto gravoso e sbilanciato sia, non è questo il punto, ora). Sarebbe quasi da aprirci un topic, ma sono pigro, quindi la lascio solo come riflessione aggiunta.
Una delle teste di Janus

Matteo Suppo

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #2 il: 2012-03-09 10:52:46 »
Non credo di aver scritto da nessuna parte di essere innocente :)


Hai senz'altro ragione e infatti alla fine ho smesso di giocare.


Non voleva essere un post per parlare male di quella giocata, ma piuttosto per analizzare questa cosa buffa che mi è capitata.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Antonio Caciolli

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #3 il: 2012-03-09 10:57:07 »
dovresti scriverci un articolo per l'incbook!

Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #4 il: 2012-03-09 11:17:18 »
:) innocente? Innocente di che?  :)

Capisco quello che intendevi dire... ed è capitato anche a me, in effetti (e credo a tanti)
Una delle teste di Janus

Matteo Suppo

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #5 il: 2012-03-09 11:21:00 »
Non credo che questa cosa c'entri molto con il tema dell'incbook di quest'anno :S
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

il mietitore

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #6 il: 2012-03-09 13:05:55 »
A me capita molto spesso in D&D di dire "vado da questa parte" solo perchè se fosse un Final Fantasy di là ci sarebbe un baule pieno di roba da raccogliere. W il metagame. Che è il normale modo di giocare, BTW (mi pare di ricordare varie discussioni a riguardo di questo punto).
"E non guardare troppo a lungo dentro alla lavatrice, o anche la lavatrice guarderà dentro di te"
Revan Adler, Match d'Improvvisazione Teatrale, Giugno 2009
Trash Meets Steel
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Zachiel

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #7 il: 2012-03-09 14:18:33 »
A me capita molto spesso in D&D di dire "vado da questa parte" solo perchè se fosse un Final Fantasy di là ci sarebbe un baule pieno di roba da raccogliere. W il metagame. Che è il normale modo di giocare, BTW (mi pare di ricordare varie discussioni a riguardo di questo punto).

-Ci sono delle scale che scendono.
-Ah ok, esploriamo tutto il resto delle caverne, prima, che là sotto c'è il boss di sicuro.

 ::)

il mietitore

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #8 il: 2012-03-09 14:38:02 »
A me capita molto spesso in D&D di dire "vado da questa parte" solo perchè se fosse un Final Fantasy di là ci sarebbe un baule pieno di roba da raccogliere. W il metagame. Che è il normale modo di giocare, BTW (mi pare di ricordare varie discussioni a riguardo di questo punto).

-Ci sono delle scale che scendono.
-Ah ok, esploriamo tutto il resto delle caverne, prima, che là sotto c'è il boss di sicuro.

 ::)


PRECISAMENTE.


Oh, non è un gioco particolarmente emotivo, ma di sicuro è il modo più corretto di giocare D&D.
"E non guardare troppo a lungo dentro alla lavatrice, o anche la lavatrice guarderà dentro di te"
Revan Adler, Match d'Improvvisazione Teatrale, Giugno 2009
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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #9 il: 2012-03-09 14:39:42 »
W il metagame. Che è il normale modo di giocare, BTW (mi pare di ricordare varie discussioni a riguardo di questo punto).


uh... no, non è il normale modo di giocare fare agire il proprio personaggio a seconda la mimica facciale del master piuttosto che secondo la fiction...
I nitpicker danneggiano anche te. Digli di smettere.

Matteo Suppo

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #10 il: 2012-03-09 14:47:35 »
No ragazzi, Metagioco è una parola che sta solo nel titolo, e quello che ho scritto io è un po' differente.


Non è un "normale" modo di giocare, e non ha niente a che fare con i dungeon. Non necessariamente.


Qua si parla di un master che ha una storia in mente, e di giocatori che riconoscono gli strumenti che lui utilizza inconsciamente (tono di voce seccato, frasi particolari) per portare i giocatori sulla strada che aveva pensato.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Zachiel

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #11 il: 2012-03-09 14:53:46 »
Qua si parla di un master che ha una storia in mente, e di giocatori che riconoscono gli strumenti che lui utilizza inconsciamente (tono di voce seccato, frasi particolari) per portare i giocatori sulla strada che aveva pensato.

Si parla della sottile linea che corre tra illusionismo e partecipazionismo? (Spero non siamo termini del BM)

Matteo Suppo

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #12 il: 2012-03-09 14:58:05 »
Please, non usiamo termini tecnici, parliamo in termini di actual play. Fammi un esempio di qualcosa che sta una parte della linea e di qualcosa che sta dall'altra parte.


Se vuoi parlare con i termini tecnici apri un altro thread, grazie.
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

Zachiel

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #13 il: 2012-03-09 15:25:52 »
Esattamente per quello esprimevo il mio dubbio.

Da una parte ci sta il DM che lancia dei segnali che il subconscio del giocatore recepisce... e dall'altra ci stanno i giocatori che si accorgono di quali sono questi segnali e comunque li seguono, senza ribellarsi al bieco trucchetto, coscientemente.

Matteo Suppo

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Re:Parpuzio e il metagioco ovvero Come giocare senza una fiction
« Risposta #14 il: 2012-03-09 15:53:53 »

Non li definirei biechi trucchetti.


Nell'esempio del "personaggio del master", era EVIDENTE per me ed A che si trattasse del personaggio del master e quindi di qualcuno di cui ci potevamo fidare. Ma era perché leggevamo tra le righe di quello che il master diceva, conoscevamo il trope e sapevamo cosa aspettarci.


Questo probabilmente perché anche lui era partito dagli stessi concetti, del tipo "facciamo un png che li accompagni", cercando poi di adattare la fiction. E se non ci fossero state persone che badavano alla fiction (B e C) le incongruenze non sarebbero mai saltate fuori.


La fiction quindi arriva a perdere importanza, perché nessuno gliela dà.


Ora, io mi chiedo... ma persone che finiscono ad abituarsi a giocare così... non si troveranno poi in difficoltà ad utilizzare i giochi in cui invece la fiction conta?
Volevo scrivere qualcosa di acido ma sono felice :(

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