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Scena 1 - Sera - Taverna alla Vecchia Botte

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Arioch:
La Vecchia Botte non era nota per la bontà dei pasti serviti, né per la qualità dei suoi liquori o per la bellezza delle cameriere. A dire il vero, si trattava di una taverna piuttosto anonima, priva di connotati particolari. Era ragionevolmente pulita ed i prezzi tutto sommato accettabili, per cui qualche cliente riusciva a mantenerlo, senza essere mai affollata.
La taverna era tuttavia perfetta per gli avventori che quella sera si stavano radunando nella saletta del retrobottega: un gruppetto dall'aria furtiva, alla ricerca di un posto appartato, in cui poter discutere al riparo da occhi ed orecchi indiscreti.
Il proprietario aveva appena lasciato la stanza, lasciando sul tavolo una caraffa di vino scuro e salutando con un semplice cenno del capo i presenti...

Allora, qualche nota tecnica: seglietevi ognuno un colore (tranne il blu che è dei moderatori, e il verde che è della biemvù,mi ricorda Zachiel) e scrivete con quello quando descrivete le vostre azioni/parlate in-character, così ci distinguiamo subito. Io userò il nero corsivo.

Il perché vi siete radunati penso sia chiaro ma lo ribadisco esplicitamente:
Agnar Laire (PG meditans) è venuto a sapere che di recente sono state trafugate alcune scartoffie che provengono dai sotterranei della Gilda dei Maghi. Non si sa bene come, ma queste carte sono finite nella mani di Shed Val'Kar (nemico del PG Antonio), che ne è tutt'ora in possesso.
C'è molta gente che pagherebbe cifre da capogiro per quelle carte, perché pare che contengano i Nomi di gente molto in alto. Alcuni pensano che vi sia scritto persino il Vero Nome del criminale noto come "il Velenoso".
Agnar crede che contengano il Nome dell'assassino del suo maestro, ma questa è un'altra storia.
In breve, ognuno di voi è qui perché vuole mettere le mani su quelle carte e ha bisogno dell'aiuto degli altri per riuscirci. Agnar ha chiamato Bialar, che ha chiamato a sua volta gli altri due. Per cui bene o male vi conoscete, anche se non di persona.

Scopo della scena è principalmente quello di introdurvi, dare il via all'azione e vedere come volete muovervi. Se ci sono domande tecniche penso sia meglio farle in un altro thread, per quelle relative a ciò che sta succedendo in gioco fatele pure qui.

I PG appaiono nell'ordine in cui scrivete voi, per cui se qualcuno scrive più tardi arriva dopo. Se un giocatore non risponde diciamo entro martedì possiamo reputare semplicemente il suo PG in ritardo al puntello e farlo entrare successivamente.

Zachiel:
E' una donna fatta, quasi trent'anni, fisico difficile da definire in mezzo a tutti quei vestiti adatti alla vita dei quartieri bassi. Probabilmente atletica, forse non troppo formosa, come una qualsiasi donna che si dia da fare per tirare avanti una casa, correr dietro ai figli, mangiare un po' meno carne ed un po' più verdure. Le mani sono troppo curate per essere quelle di una donna di casa, ma non le interessa che qualcuno se ne accorga. I capelli sono castani, lisci, però non sono i suoi. Escono da una fascia di cotone che ha legata alla fronte, ma questo in pochi lo sanno. Bialar di sicuro, questo Agnar sicuramente no. L'altro... l'altro chi è? Non le è stato detto, Bialar le ha comunicato solo che c'è in ballo qualcosa di grosso, il posto, di chiedere della saletta riservata. Ha invece atteso che uno entrasse in quel buco, l'ha seguito, si è accomodata lanciando sguardi continui alla porta e poi ha atteso in silenzio che l'oste li servisse ed uscisse.
La brocca di vino non è proprio il massimo, specie se si suppone che lo si beva in quei bicchieracci che si ostinano a non produrre alcun rumore quando se ne percorre l'orlo con il dito inumidito alle labbra, come sta facendo lei con una smorfia contrariata ed annoiata sulle labbra. Almeno sembra pulito. Kari'el non è una di quelle che si tirerebbero indietro se fosse sporco e le toccasse posarci la bocca. Diamine, neppure se per concludere un affare dovesse leccarlo tutto dopo che ci hanno bevuto tutti gli avventori del locale... non è proprio il genere di scrupoli che si fa per ottenere quello che vuole.
Ma stiamo divagando. Cos'è che vuole? Ah, già. Tener d'occhio la porta, quella è sempre una buona cosa da fare. E sapere cos'è questo affare tanto grosso di cui le hanno parlato.

"Spero che la conversazione di stasera sia interessante quanto mi hanno preannunciato", cinguetta spiccia aprendo le danze. Ma più che la voce di un usignolo sembra quella della lama di un pugnale, fredda e che è ben poco consigliabile contraddire.

Ariele Agostini:
Bialar arriva sulla soglia della saletta e si ferma per un attimo, gettando un'occhiata all'interno. Scocca un sorriso all'indirizzo di Kari'el, ed entra. Indossa una leggera armatura di cuoio, perfetta per garantirgli un minimo di protezione senza legargli i movimenti. E' di altezza media, circa 1m75, e corporatura asciutta. I movimenti sono aggraziati mentre siede vicino alla donna, un altro posto che permette di osservare la porta. Al suo fianco porta una spada lunga, dalla lama abbastanza sottile, e si muove con la sicurezza di chi è abituato ad averla con sé. Una volta seduto si guarda intorno di nuovo (un gesto che chi lo conosce è abituato a vedergli fare di continuo) prima di fissare lo sguardo su Kari'el. "E' da tanto che aspetti?" le domanda.

Zachiel:
La donna, alta sul metro e sessanta, di corporatura allungata ma non fragile, afferra il bicchiere tra le dita e lo inclina in sincrono al capo, seguendo il percorso di Bialar. Non le sfugge certo il fatto che voglia avere il controllo sull'ingresso ma questo non farà sì che smetta di osservarlo, respirando più forte ogni volta che qualcosa ci passa davanti.

"Non da molto, no... chi altro aspettiamo?"

Il bicchiere barcolla, spinto avanti dalle dita affusolate e dotate di unghie non laccate, tagliate medio-corte ed accuratamente limate. E' facile comprendere come voglia farsi versare da bere, piuttosto che pensarci da sola, anche se la smorfia sul volto è tutto un programma di silenziosi commenti sul colore (e dunque sulla qualità) della bevanda. Lo sguardo si ammorbidisce appena come sale sul volto di Bialar. Dato che si conoscono da un po' e facile che lui sia ormai immune a quelle occhiatine languide volte ad indurlo in tentazione... com'è facile che lei, pur essendosene resa conto da un pezzo, se ne freghi abbastanza, facendone una sorta di gioco tra i due.

"ma soprattutto, hai qualcosa da dirmi prima che arrivino?"

meditans:
"Non ve ne sarebbe il tempo, temo"

A parlare è un uomo interamente vestito di nero, con capelli tagliati corti e pizzetto di uguale colore. Appena entrato chiude la porta, che protesta con un debole cigolio. "Il mio nome è Agnar", dice con un sorriso rivolto alla donna, accennando un inchino con il busto. "Bialar", saluta poi, con un cenno del capo, mentre percorre la piccola stanza fino alla parete opposta alla porta. Se porti armature o nasconda armi sotto la tunica di foggia larga, è impossibile dirlo. Di certo i suoi movimenti non ne sembrano impediti. Si avvicina alla finestra e la chiude, dopo uno sguardo attento alle ombre della sera. Si siede, poi, e appoggia gli avambracci sul tavolo. Le sue dita, affusolate e pallide, non portano anelli. "Suggerisco di iniziare, sebbene non abbiamo raggiunto il numero che mi aspettavo. Cercherò di essere breve: sono venuto a conoscenza dell'esistenza di alcuni documenti particolari, e, cosa più importante, di informazioni sul loro attuale possessore".

Mentre parla prende la brocca di vino scuro poggiata sul tavolo e riempie il bicchiere con cui Kari'el sta giocherellando, dopo averle lanciato uno sguardo. Poi riempie un bicchiere di quelli vicini e lo sposta verso Bialar, infine uno per sè, che appoggia quasi subito sul tavolo, dopo avergli dato un'occhiata veloce. "Questi documenti contengono trascrizioni di assemblee che non si potrebbero definire oneste, alcuni carteggi privati, qualche pagina trafugata da un libro contabile del Circolo dei Nomi, per la maggior parte dettagli di inventario, ma soprattutto un elenco di Nomi di alcune delle persone che hanno più peso in questa città, in diversi ambiti sociali." Fa una piccola pausa, in cui scocca agli interlocutori un'occhiata allusiva, poi continua: "Se dovesse servire ad incuriosirvi, ciascuna di queste informazioni, anche tralasciando il potere personale che deriva dal possederne, ha un enorme valore sul mercato nero".

"Il problema, in questo scenario, è che non credo che una persona possa, da sola, sperare di impossessarsene, e pertanto mi aspetto che ognuno di noi collabori, alla riuscita di questa impresa, con i mezzi che di volta in volta saranno più opportuni. Mi aspetto inoltre che eventuali divergenze vengano dimenticate per la durata del lavoro, per consentirci di raggiungere il nostro obiettivo con la massima efficienza. Alla fine, le informazioni saranno totalmente condivise, e ognuno sarà libero di farne quello che ne riterrà necessario". Si alza, torna alla finestra per dare un'occhiata fuori, per voltarsi poi verso Bialar. "Sentitevi liberi di declinare la mia offerta, oppure prendervi il tempo necessario per analizzarla. Potrete farmi avere una risposta in seguito, insieme a maggiori dettagli sull'ambito nel quale vi sentite maggiormente utili. Se volete conoscere altro chiedete pure, ma considerate la mia riluttanza nel parlare di dettagli prima di aver capito chi siano i miei alleati".

"Vuoi dirmi come contattare l'altro uomo, Bialar, o preferisci farlo tu stesso?"

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