Play by Forum > (Spione) PbF 1

Spione PbF 1 - fase 7 - Manovre

<< < (2/14) > >>

Marco Costantini:
Miller chiuse frettolosamente il giornale e si alzò in piedi tendendo la mano. La donna restituì il saluto con fredda calma.
Miller era piuttosto giovane: un bel trentacinquenne che, come sostenevano in molti, per via delle sue idee politiche chiare e nette e della sua innegabile verve aveva radunato intorno a se un vasto movimento, soprattutto di giovani. Quello che tutti ignoravano è che gran parte del suo successo derivasse da finanziamenti occulti, gestiti dalla donna che gli stava ora di fronte. Si era presentata a lui come intermediaria di un non meglio precisato gruppo bancario i cui vertici erano molto interessati alle sue idee. Così aveva detto, ma quello che intendeva era stato chiaro da subito per Miller: "Signor Miller, le persone che rappresento vorrebbero comprarla". E a lui era andato bene così. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per realizzare il suo sogno: diventare un politico di fama mondiale.

Oddio, ho sono arrivato anche io in corner!
E già che siamo in tema di metafore calcistiche, direi che passo la palla a Francesca :)

Marco Costantini:
Coff coff. Francesca è riscomparsa...che si fa?

Claudia Cangini:

--- Citazione ---[cite]Postato da: Marco Costantini[/cite][p]Coff coff. Francesca è riscomparsa...che si fa?[/p]
--- Termina citazione ---


Finchè siamo in fase Manovre non è un problemone.
Oggi toccava a Moreno (direi che è il suo turno fino alla tarda serata, almeno mi pare) poi riposto io (più incisivamente dell'ultima volta, prometto!), ecc.

Moreno Roncucci:
Quello che non molti sapevano, era che sotto l'identità del trentacinquenne Anthony Miller, si celava il cinquantenne Anthony Franciosa, ex soldato delle forze d'occupazione USA in Germania, implicato all'epoca in certi giri di contrabbando che erano stati messi a tacere dai superiori dopo la sua diserzione...
...e dopo la Morte di Thomas Baum, c'era una persona in meno a sapere...

Anthony fulminò la donna con lo sguardo, le agitò il giornale sotto il naso, e con la voce tremolante che aveva quando era in preda al nervosismo, le disse "quando mi ha detto che non dovevo preoccuparmi di Thomas, non pensavo intendesse questo! Thomas era un vecchio amico, non lo volevo morto!"

La donna, con la massima calma, prese il giornale e lo appoggio sul tavolo, mentre si sedeva sulla sedia di fronte a quella di Anthony "noi non c'entriamo. E' stato un vero suicidio. Avrà letto i dettagli sul giornale, no? E il motivo per cui non doveva preoccuparsi era che anche Thomas collaborava con noi, al momento opportuno l'avremmo avvertito di non tradirla. Ma cosa cambia in fondo? In ogni caso lei riuscirà a fare il suo storico discorso a Berlino Ovest, trasmesso in TV in America, in cui denuncerà la viltà dell'attuale amministrazione nella "crociata con il male bolscevico".

Anthony preferì crederle. Era più semplice. Certo, risolveva il problema. Ripensò alla paura che aveva provato, quando durante il sopraluogo della sala conferenza aveva intravisto Thomas e aveva saputo che sarebbe stato presente alla conferenza. Il vecchio Thomas, il tedesco che avevano messo in ufficio con lui a fargli da tirapiedi, e conosceva tutti i suoi vecchi affari sporchi... quanto si erano divertiti insieme, in quegli anni... ma se l'avesse riconosciuto, tutto quello che aveva costruito avrebbe rischiato di crollare in un attimo...

La ragazza proseguì, senza attendere una risposta da Anthony: "riguardo alla seconda faccenda, quella personale... abbiamo recuperato il profilo psicologico e le registrazioni dell'incontro con lo psicologo, Signor Miller. E mi dispiace dirglielo, ma la signorina Robertson si è lasciata scappare troppe cose sulla vostra relazione. Ancora non ha detto il vostro nome o nulla che possa identificarla, ma il suo progressivo deterioramento mentale la rende non più affidabile. Mi dispiace dirglielo, visti i vostri rapporti, ma sarà necessario occuparsi di lei."

"Miller" si prese la testa fra le mani...   Thomas... ora anche Nadine...  quando sarebbe finita quella scia di sangue? In cosa si era infilato?

Claudia Cangini:
I lampioni vanno accendendosi mentre la sera cala su Berlino. Gretchen ha camminato a lungo, persa in una confusa nebbia di angoscia. In mente non ha altro che il volto di sua sorella che si allontana e tutti i discorsi e le illazioni sentite nel corso di una vita su quello che la Stasi fa ai suoi prigionieri.
Improvvisamente si accorge che in fondo alla strada che sta percorrendo si intravede il filo spinato e una torretta. Nel suo vagare senza meta è arrivata vicina al Muro. Scossa, si ferma e avverte per la prima volta i piedi doloranti e il freddo che penetra il suo impermeabile.

“...aefer! Schaefer!” qualcuno sta chiamandola per nome da un po’. Si volta sorpresa e vede il suo collega Olaf Klein che, in mezzo a un gruppo di amici, la saluta allegramente.

Olaf ride alla battuta dell’amico che gli cammina accanto. Sono in cinque e percorrono la città per raggiungere una birreria in cui passare una piacevole serata.
La sua attenzione viene richiamata da una figura immobile sul marciapiede. Mentre intorno a lei tutti si muovono in una direzione precisa, lei resta ferma, come ancorata al terreno... e quella sagoma, stretta nell’impermeabile avana gli sembra anche familiare... ma certo, è la sua collega Gretchen!

Deve chiamarla più volte perché finalmente lo senta e si volti verso di lui. Quando la vede in viso resta sorpreso: lei ha un’espressione sconvolta, smarrita, come se le fosse appena successo qualcosa di terribile. Non la ha mai vista così.
Fa cenno agli amici di attenderlo e le va incontro.
“Gretchen, stai bene? È successo qualcosa...?”
Le risposte confuse di lei non fanno che allarmarlo ancora di più.
Torna dagli amici, e si congeda scusandosi. Vola qualche battuta sul fatto che Olaf li abbandoni per una ragazza, ma lui non risponde neppure, turbato com’è dalle condizioni di Schaefer.

Gli amici di Olaf proseguono verso la loro serata insieme e lui torna verso Gretchen che è rimasta ferma guardandosi attorno come se non sapesse se aspettarlo o scappare.


Scusate, spero che il mio sproloquio qui sopra si capisca. La scena si colloca temporalmente qualche ora dopo il Destino appena giocato da Francesca. Forse la ho scritta un po’ strana, ma mi piaceva l’idea di cambiare il punto di vista a metà  :)

@ Moreno
Molto bello questo contributo, mi piace molto come hai svelato il busillis del famoso profilo psicologico.
Peccato solo che sia la terza volta che cambia nome, ma non stiamo a guradare il capello :D

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa