Apriamo il dizionario: le definizioni di italiano non credo possano essere fantasie.
1 Attività, azione diretta a preparare qlco. SIN organizzazione, approntamento: p. di uno spettacolo, di un dolce; estens. attività spirituale, intellettuale con cui il soggetto si dispone a qlco.: p. mentale; addestramento a svolgere un'attività o in vista di una prova: corso di p. professionale || in p., in via di attuazione, in corso di realizzazione
2 Competenza, complesso di cognizioni o abilità acquisite in un determinato campo: p. musicale, atletica; avere un'ottima p.
3 farm., med. Preparato: p. farmaceutica
Direi che la differenza tra l'
atto della preparazione e la
cosa in preparazione è chiara, tranne nel terzo punto, ma penso possiamo ignorarlo.
Ora, si può non "essere d'accordo" col dizionario, e questo apre due possibilità, secondo me:
- Non si ritiene il dizionario sia al passo coi tempi.
- Si ritiene di poter introdurre un nuovo uso del termine. Anche settoriale.
La prima cosa necessiterebbe di esempi "popolari" dell'uso. Io non credo d'aver sentito negli esempi che ho fatto l'uso del termine "gioco" anche per la "preparazione"; molto semplicemente, voi potete sostenere che sia l'uso corrente però credo sia mio diritto dire onestamente che non mi risulti. Magari dalle parti vostre si usa.
La seconda cosa personalmente a me sembra disutile. Questo in generale, piuttosto che introdurre artificiosamente e intellettualmente un nuovo significato ad un termine (o mutarne il significato) credo sia meglio inventare una parola nuova.
Tuttavia, nessuno vi vieta di farlo, soprattutto non voglio assolutamente fare quello che è vietato al punto h della sezione A1 del Regolamento. Tranquillamente, vi suggerisco che secondo me si può evitare di "resettare" termini d'uso comune: accetto tranquillamente che per voi, pare (sicuramente Moreno, credo Niccolò, non so Marco), la preparazione è parte del gioco, e me ne ricordo in future discussioni quando userete il termine, chiuso.
(mi permetto di far notare che non è vero che il concetto di teoria scientifica sia opposto a quello d'uso comune, ma non penso sia il caso di aprire il discorso qui)
Esempi concreti:
Non capisco dove avrei detto che in
Polaris le schede
non si facciano assieme (e non capisco nemmeno dove avrei detto che ad
Exalted si fanno assieme, visto che credo sarebbe ugualmente un errore... mi pare non vi siano specificazioni, mi sbaglierò).
Penso tuttavia non sia creazione di fiction condivisa anche se ti regoli (forse) il personaggio in base a come sta venendo l'altro cavaliere (e il fatto che una cosa si crei assieme, e mi cospargo di cenere per non essermi ricordato una regola così caratterizzante). Questo perché, IMHO...
Primo: non crei fiction, di per sé.
Metti sulla carta dei nomi. Il manuale addirittura dice che non devi preoccuparti definirli, che penso si possa leggere come un "non farti troppe immagini mentali su cosa sia precisamente il tuo Dono". Puoi farti immagini mentali? Puoi presentarle ad alta voce? Puoi dire agli altri giocatori, prima delle frasi rituali, non so, "Al Na'hir possiede Conoscenza dell'Esterno perché da giovinetta, prima dell'investitura a Cavaliere, si è perduta per una bravata tra coetanei fuori. Unica sopravvissuta di dodici, non poteva non voler proteggere il suo mondo dall'orrore" (esempio di creare fiction). Puoi anche farlo con contributi degli altri, oltre il "figata/si può far meglio"? DIAVOLO SI', e direi che fino alla terza cosa è pure molto figo (la quarta sarebbe più figo secondo me se non hai tanti contributi altrui, ma questa è una impressione a pelle). Ma non è
necessario, non è normato. L'unica cosa normata è parlare delle idee del Cosmo: presentare i personaggi, non dire come sei arrivato ad avere quella Relazione.
E questo credo sia vero per un po' tutti i giochi "che creano fiction" che conosco: la preparazione non crea "storia", di per sé. E' vero anche per
Fiasco, secondo me: crei sì frammenti di situazioni ("io sono quello che procura la roba al prete!") ma mi sembra davvero come dire che è fiction dire "Arlecchino serve Pantalone" (la fiction prevede personaggi, trama e setting). La fiction mostra un evento, non presenta delle relazioni e basta, no?
L'unica eccezione che mi sovviene è, pensate un po', l'arcaico background da scrivere, e nemmeno sempre.
Secondo: Fiasco (e Shock, mi pare) mi sembra una gradita eccezione, invece, riguardo alla condivisione. Secondo me non è affatto sensato dire che perché in
Polaris devi "riempire le schede" tutti assieme questa sia narrazione condivisa. Certamente è un'attività di gruppo, ma... poniamo che io e te vogliamo sederci al tavolo e scrivere due storie (proprio scrivere). Se entrambi mettiamo mano al testo, è certamente un testo condiviso, giusto? Se invece scriviamo due storie separatamente,
anche se abbiamo un setting comune, anche se ci scambiamo opinioni, anche se abbiamo un personaggio in comune... non mi pare che stiamo
condividendo l'attività di scrittura. Penso sia una questione di autorità: in
Polaris comunque lo decidi tu il tuo personaggio, a parte
una decisione condivisa (l'Aspetto del proprio Fato uguale per tutti).
Come detto sopra, l'Allestimento di
Fiasco non è narrativa, ma certamente mi sembra un'attività creativa condivisa, visto che l'autorità delle scelte degli elementi non è singolare.
Tra parentesi credo che quando c'è la preparazione nei gdr, di solito non sia granché condivisa (per quanto di gruppo), ma questo possa avere ed abbia delle eccezioni (come queste qui sopra). Invece credo, un po' come Mauro, che sostanzialmente se giochi di ruolo crei fiction, quindi se prepari il gioco non stai facendo fiction e quindi non stai giocando.
Riesco a immaginare un gioco dove "salti fuori", si costruisca, un personaggio facendo fiction? Alla grande. Però credo di tendere a pensare che il gdr sia la creazione di fiction (mi sembra atto necessario per quanto non sufficiente per vedere se ho di fronte un gdr. Non era il succo del succo del thread su DND vs. Descent, trollate a parte?), quindi una cosa del genere, anche fosse una breve fase, non mi sembra proprio preparazione. Potete naturalmente essere in disaccordo... di sicuro non ha senso dire che un comportamento modificato da una regola sia indice di star giocando.
@Pippo: non capisco perché non ti piace l'affermazione di Mauro che citi. Penso avrebbe potuto agilmente aggiungere in finale "... così come non mi pare faccia parte dell'atto di giocare mettere su i cartoncini a Hotel. Quello non è il giocare a fare più soldi che è il quid di Hotel" (se ho capito bene cosa il suo pensiero).
Trovo sinceramente interessante l'idea che sembra esporre Niccolò che scelte=gioco, ma mi sembra in ultima analisi inapplicabile. Allora io sto giocando anche quando scelgo a cosa giocare? Di sicuro non è una modalità di espressione che mi è familiare.
Finisco con la nota a livello di terminologia usata dai manuali. Non è per dire "gne gne ho ragione!!!!11111unouno", ma per dire semplicemente che la cosa non credo di essermela inventata, o che siamo matti noi ad usare così il termine "preparazione". Magari siamo ridicoli, per carità, ma nel caso temo non lo siamo da soli.
Polaris separa la creazione dei personaggi dal gioco in maniera molto netta: pag. 63,
Prima di iniziare a giocare, avrete bisogno di un gruppo di protagonisti. Questo aprendo la sezione che spiega i punti per creare i personaggi. A pagina 71 è chiaramente detto che il gioco inizia con il "Tanto tempo fa", che non viene detto per compliare le schede.
Fiasco: nell'AP, a pagina 108, alla fine dell'allestimento, prima di trascrivere il Primo Atto: "Ok, ritiriamo tutti i dadi, raggruppiamoli al centro e cominciamo a giocare!"
Shock: a pag. 44 viene data l'equivalenza tra Costruire la Prima Scena ed essere pronti per giocare. Le regole per giocare un Antagonista e il Pubblico non parlano della parte Assemblare.
DND IV: Esiste la preparazione del DM, che non è considerata gioco (p. 18 GdDM), la preparazione della sessione che non è la creazione del personaggio, ma la preparazione dei PG all'avventura (p.20; non c'è sotto le modalità del gioco la creazione del personaggio). Il "gioco" viene definito -seppure un po' vagamente- a pagina 9 del MdG è composto dall'avventura, quindi dagli incontri e dall'esplorazione: "In pratica il gioco di D&D consiste in un gruppo di personaggi giocanti che intraprende un'avventura ideata da DM". Quando creo la scheda, il personaggio non intraprende un'avventura. Un altro esempio è a pagina 32: "all'inizio del gioco un personaggio sa parlare, leggere e scrivere in alcuni linguaggi", che non può essere vero mentre stai ancora per scrivere quel passaggio della scheda. Oppure a pag. 210: "Gli oggetti con cui [il personaggio] inizia il gioco...", indicando che si inizia dopo aver determinato quegli oggetti, ovvero aver compilato la scheda di 1° livello.
Di
Mondo dell'Apocalisse non ho a disposizione ora il manuale. Avevo addocchiato
Annelise in originale, trovandolo illeggibile l'ho accantonato per un po', e non ce l'ho in italiano (ma si intendeva il fatto che i Segreti sono creati da una persona diversa da quello che lo giocherà?). Idem per Warhammer miniature. Non mi sembra di aver fatto esempi da essi, comunque.
L'unica cosa che penso si possa dire sui manuali è che, toh, in
Fiasco si chiama Allestimento e non preparazione, o che in
Polaris non ha un vero nome.
(le citazioni sono tutte dalle edizioni italiane)
E tutto questo mi fa ricordare la tristezza del fatto che sembra non giocherò a breve né a
Polaris né a
MdA cui tenevo: mi consolo un po' col fatto che questa sera forse gioco, vedi te il caso, a
Fiasco.