Sono finalmente riuscito a leggere questo capolavoro di James V. West.
Devo dire che dopo avermi sorpreso con The Pool ha mantenuto le aspettative con questo gioco (che si basa sempre su the pool).
Personalmente sono colpito anche dal modo in cui espone alcuni concetti di teoria in modo chiaro e semplice. Dico questo perché non mi sembra -ma potrei sbagliare- che West sia particolarmente attivo nel campo dei giochi indie; dopo the pool non mi sembra abbia prodotto altro. E non l'ho più "incontrato" nelle recenti discussioni di teoria sui vari siti dedicati. Tuttavia leggendo TQB vedo che aveva capito molto bene diversi schemi e elementi di design riportati anche nel handbook di Nathan Paoletta e che per molti sembrano così ostici.
Ad esempio, più volte si è parlato qua e là degli "accordi tra i giocatori" relativamente al tono e altri elementi della fiction e se sia possibile cambiarli in itinere e come.
La risposta di West è
[cite] TQB:[/cite]
An Accord is an agreement about the characters, places, ideas, and tone of the setting in which your game takes place. For a quick start, use the example Accord found in the front of this book (The Sword in the Stone).
[...]
Accords will change. Once actual play begins, new facts will emerge with every Scene and every statement made. The things that happen during a gaming session become a part of the Accord, just as they would become part of the shared reality in any role-playing game session.
Passando alle meccaniche del gioco, ho trovato molto buona l'idea di abbandonare il "restore dei dadi pool tra una sessione e l'altra che era puntato più che altro alle one shot e portava a risultati di creazione bizzarri quando si volevano fare più partite collegate, Come ad esempio il fato che risparmiare dadi nella prima sessione di gioco non era utile se alla fine tutti i pg venivano ricaricati a 9 dadi pool in quella successiva.
In TQB i pg recuperano dadi ogni volta che falliscono un coflitto senza ottenere un 1 (MOV) o un 6 (MOD). Questa meccanica a parer mio spinge i giocatori a impiegare pochi dadi in conflitti di media-bassa importanza sperando caso mai di guadagnare un dado perdendo... spero su verificare questa cosa presto in gioco.
Inoltre, cosa non da sottovalutare, risolve un problema in cui mi sono imbattuto cercando di portare the pool sul PBF. Infatti nei PBF non esiste il concetto di sessione di gioco e questo portava al problema di come e quando ripristinare i dadi pool. Con TQB il problema non si pone più.
Cmq per concludere questo giochetto da 30 pagine mi sembra veramente figo e mi pare risolvere diversi buchi -volutamente lasciati vista la brevità del regolamento- di design del precedente The Pool.
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