Eh. Però allora insorge un grosso problema. Cosa è un gioco di ruolo. Che è molto, molto più difficile di definire di cosa è giocare, che è già definito dall'uso in italiano (il bambino che si balocca, giocare agli scacchi, finanche giocare un tiro mancino).
Ora: prima di cominciare a giocare ai giochini ghei, era tutto moooooolto più facile. Non ti saresti immaginato molto oltre al parpuzio, giusto?
Ma coi nuovi orizzonti, cade la figura del narratore come qualcosa di fisso e indivisibile (non credo serva elencare gli esempi), la possibilità di variare le regole (idem)... e si arriva a giocare in solitaria (Hikikomori), senza la possibilità di dire altro che certe frasi rituali (Kazekami Kyoko).
E questi, sono giochi di ruolo? Secondo me avremo idee molto diverse su di ciò. Problemi di semiotica e di linguaggio consolidato. Già secondo me ad un giocatore di ruolo live/da tavolo stride istintivamente l'uso dei videogames del termine rpg (che pure è molto più "inquadrato" e senza problemi), figurati questi.
E quindi? E quindi capirete perché, posti questi dubbi, i miei ricordi su quando giocavo "a fare finta che credendoci" coi minipony (o senza dei pupazzi, eh: gli esempi iniziali che vi ho portato erano di pura conversazione) possano essere definiti gioco di ruolo. Certo, non sapevamo, felici noi, cosa fosse un dado da 10 o un manuale; ma non vedo molto la differenza perché raggrupparli diversamente, come attività fattuale.
Questo a prescindere dal discorso delle regole. In realtà le usavamo - solo che erano così light che secondo me è abbastanza immaginabile qualcosa del genere senza. Comunque non è questo che mi preme, adesso mi preme la domanda: Cosa è un gioco di ruolo? Esempi di cose che secondo voi segnano un confine (penso una cosa come Hikikomori probabilmente salterà in mente)