Di regola, non si potrebbe.
Però la cosa mi fa venire in mente (anche se non è proprio la domanda fatta) un post di Vincent Baker, tempo fa (uno di quelli in cui era in vena di "mi è venuta un idea carina, sperimentatela e ditemi se vi funziona", quindi senza garanzie e con la consapevolezza che è una variante al gioco base) in cui proponeva di allargare il concetto di "oggetto" in gioco.
Per esempio, considerare "oggetti" anche cose tipo la fiducia (cioè, se vinci un rilancio con qualcosa tipo "guadagno la sua fiducia", poi ti aggiungi 1d6 per la sua fiducia, se la usi per un rilancio successivo), o l'aver preso di mira (in inglese era "drop" quindi grammaticalmente era un oggetto, in Italiano non c'è lo stesso effetto semantico ma si può comunque considerare "l'aver preso di mira" un oggetto), valutando ovviamente se erano oggetti da 1d4, 1d6, 1d8, etc.
Nel caso dell'esempio, su "sei cieco come una talpa" non si può usare comunque. Non è un qualcosa che puoi avere o perdere. Ma si potrebbe dire che contro di lui hai "il vantaggio della vista" (e lui se spegne la luce ha "il vantaggio di essere abituato a muoversi enza vedere"), quindi collegandosi a tratti dell'avversario (specie a quelli già entrati in gioco)
Le possibilità di abusare di questa cosa facendo diventare il conflitto un eterna disputa con gente che si inventa tutti i vantaggi del mondo sono evidenti, quindi suggerisco di usare questa opzione con cautela e solo se non avete persone nel gruppo tendenti al rule lawyering, ma se usata con criterio potrebbe dar luogo a possibilità interessanti... :wink: