Da bambino (diciamo dai 6 anni in poi) giocavo spesso con amici miei che vivevano in campagna, dove avevamo molto spazio e libertà d'azione, usando fucili ad elastico (non so nemmeno se si facciano più oggi, li facevamo con un manico di scopa, una molletta inchiodata sopra, un chiodo in cima. I "proiettili" erano fatti legando assieme anelli di gomma ottenuti tagliando a fette una vecchia d'aria di una bicicletta) e immaginandosi di essere banditi e sceriffi, cowboy e indiani, alieni e astronauti, o (cambiando arma e prendendo le spade di legno) a cavalieri, draghi, maghi, etc.
Le regole erano FERREE. Su cosa succedeva a chi veniva colpito, e persino quando qualcuno sparava (per esempio, se finivi i colpi chiamavi lo "stop", e TUTTI DOVEVANO FERMARSI SUL POSTO, mentre andavi a recuperare gli elastici che avevi sparato. Non potevano nemmeno girarsi o prendere la mira)
Persino quando si faceva a botte (e ci si menava sul serio, erano lotte fra bande per il territorio) c'erano regole. (uno per volta, chi sceglieva chi, chi vinceva, etc)
Sono uno dei pochissimi adulti benedetti (o maledetti, a seconda dei punti di vista) da un ottima memoria riguardo alle cose che facevo da bambino. Per questo quando sento parlare di queste infanzie fiabesche e idealizzate, mi sembra che parlino di qualche film (è vero purtroppo che i film coprono la memoria vera: per esempio gli anni 70 dei film e tenefilm hanno sostituito quelli veri quasi completamente). Specie quando quelli che ne parlano (ed è successo) erano là a giocare con me.
I giochi "senza regole" o meglio ancora, "con regole che mi invento da solo che fanno comodo a me" li ho visti solo da adulto. Per questo gli adulti hanno bisogno di regole scritte. Altrimenti fregano, e non ci puoi fare niente. Da bambino invece se freghi gli altri ti possono menare e non farti più giocare con loro. Molto più efficace di un regolamento scritto.