Gente Che Gioca > Gioco Concreto

giochi HORROR ... cioè?

<< < (2/7) > >>

Claudio Salvalaggio:
shining non è di stephen king? :o

Luca Bonisoli:
Personalmente la sensazione di horror "da film" è difficile che mi prenda: mi rimane sempre un certo distacco. Molto diverso (e molto più "horror") è stato invece giocare a La Mia Vita con Angelica (le cui meccaniche sono le stesse di La Mia Vita col Padrone, quindi il ragionamento penso sia valido per entrambi).
Per come la vedo io, riassumerei il "trucco" in questo modo: se le meccaniche del gioco riescono a farti "affezionare" emotivamente (come giocatore, non come personaggio) a qualcosa o qualcuno (es. un PNG) e poi mettono quello stesso oggetto in pericolo, allora scatta la paura.
Se poi, oltre a questo, le meccaniche del gioco fanno in modo che sia tu stesso costretto a fare del male a ciò a cui ti sei affezionato (es. LMVcA, LMVcP) allora scatta il vero e proprio orrore.
Secondo me è una questione psicologica di coinvolgimento emotivo del giocatore (il personaggio è solo uno strumento).
Luca.

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione da: Claudio Salvalaggio - 2011-12-08 20:51:18 ---shining non è di stephen king? :o

--- Termina citazione ---


Shining e Christine la Macchina infernale sono due film un pelino diversi.
Anche A Volte Ritornano è diverso da questi due.


La domanda era se si identifica come "horror" UN caso specifico, una serie di casi specifici, o altri casi specifici.


E comunque Shining "è" di Kubirk :P :D :D  (nel senso che è per Kubrik che è un bel film)

Dairon:
Tra l'altro a King Shining film non piaceva.

La mente collettiva dice:         Nella cinematografia horror, l'orrido, l'orrore è presentato con una buona gestione del materiale cinematografico a disposizione tramite scene di immensa suspense alternate con scene violente, macabre o confusionali. Il lavoro del regista, dell'operatore video, dell'addetto al montaggio, dello sceneggiatore è quello di tenere sulle spine un vasto pubblico, di rendere la storia strettamente reale e possibile, di incutere incubi e paura, di spaventare, di impressionare.
        Nella letteratura horror, il lavoro dell'autore è molto simile a quello che compie lo sceneggiatore con i dialoghi e con le azioni di un copione, solo che svolge un lavoro molto più psicologico incutendo timori, ansie, paure, presentimenti al lettore, che in questo caso come per un film può mettere in pausa smettendo semplicemente di leggere. In questo caso si scaricherebbe tutta la tensione tornando alla realtà, quindi, per non scaraventare l'effetto dell'horror, non si dovrebbe irrompere la continuità della vicenda mettendo in pausa o fermandosi ad una riga.


Può essere un inizio per lavorare?

E' interessante che così su due piedi non mi vengano in mente molte tecniche esplicite che fanno le tali cose nei gdr.

Alessandro Piroddi (Hasimir):
mi è stato fatto tornare alla mente il libro di Kenneth Hite "Nightmares of Mine" ... al 90% un inutile prontuario parpuzio che, francamente, ad oggi è obsoleto che più non si può.
Però nell'introduzione analizza il concetto di Horror, e questa è una parte abbastanza interessante su cui riflettere :)

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa