Stefano, mi pare che l'abitudine di gioco che avete è che ciascuno si legge il manuale a casa da solo, si tira fuori un personaggio per cavoli suoi, alla fine hai il gruppo con l'equivalente fantasy di Zorro, Homer Simpson e Santa Maria Goretti che devono entrare in un dungeon insieme, e i giocatori a quel punto ti guardano con la faccia da "ora fai il tuo lavoro, inventati una maniera per cui noi dobbiamo giocare insieme", giusto?
Che i giocatori non vedano quanto è insensato è normale, "si gioca così" (tanto poi è un altro che deve sbattersi...) ma tu perchè non presenti PRIMA la situazione ("c'è il villaggio tal dei tali, nella situazione tal de tali, ci vive questa gente qua, etc" e POI guardi TU in faccia i giocatori e gli dici "adesso, qui al tavolo non a casa, facciamo dei personaggi che vivano qui, si conoscono e hanno un sacco di motivi per girare insieme"?
Che altrimenti il gioco diventa una barzelletta: "ci sono un astronauta, un antico egizio e un mandarino cinese che entrano in un dungeon..."