Autore Topic: Vittorio Curtoni  (Letto 2339 volte)

Moreno Roncucci

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Vittorio Curtoni
« il: 2011-10-06 05:29:07 »
Ma che periodo di merda! In meno di una settimana sono sparite le due persone che negli anni 70 mi hanno praticamente insegnato davvero a leggere!

Dopo, Bonelli. la settimana scorsa, oggi ho appena saputo che il 4 ottobre è morto Vittorio Curtoni. Per chi ha letto Robot negli anni 70, o seguiva la fantascienza italiana, non credo ci sia bisogno di spiegazioni. Per gli altri:

(Versione brevissima) http://piacenzanight.com/sezione-notizie-articolo.asp?cod=009699
(versione breve) http://www.fantasymagazine.it/notizie/15470/addio-a-vittorio-curtoni/
(versione adeguata, di Valerio Evangelisti) http://www.carmillaonline.com/archives/2011/10/004051.html
« Ultima modifica: 2011-10-06 15:42:26 da Moreno Roncucci »
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Moreno Roncucci

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Re:Vittorio Curtoni
« Risposta #1 il: 2011-10-06 06:22:36 »
Alcune cose sparse...

Un intervista di diversi anni fa, per farvi un idea del personaggio:
http://www.fantascienza.com/delos/delos15/curtoni.html

Il sito attuale di Robot, che è ripresa qualche anno fa dopo un intervallo di più di 20 anni (non la leggo più però, non è la Robot che leggevo a 12 anni)
http://www.fantascienza.com/robot/

L'indice e le copertine di tutti i numeri di Robot, speciali compresi:
http://www.fantascienza.com/catalogo/collane/NILF70554/robot/
Date un occhiata agli autori presenti. Come ho detto, avevo dodici anni.  Conoscevo solo Urania e per me Asimov era il più grande autore di tutti i tempi. E questi qui, attirandomi con copertine colorate, mi fanno leggere Leiber, Disch, Dick, Ellison, Brunner, Smith,  e non nei racconti censurati di Urania (di sesso ce n'era parecchio, o almeno mi pareva, venendo da Urania...)  parlano di rapporti fra letteratura e politica, etc.
Difficile spiegare con che voracità mi leggevo ogni numero, e poi stavo ad aspettare che uscisse il successivo...

Qualche mese fa, facendo il maestro di cerimonie in Apocalypse World (e trovandomi di fronte ad un apocalisse abbastanza difficile da definire, visti gli strani paletti che avevo), ho preso spunto da un vecchio racconto di Philip Josè Farmer
Più tardi mi è venuto in mente dove l'avevo letto.  Robot n.26. Maggio 1978.
Non mi ricordo a volte cosa ho mangiato dalla sera alla mattina, ma quel racconto me lo ricordo ancora dopo 33 ann, da quanto mi aveva colpito.  E non è certo l'unico. (quando negli anni 90 ritrovai Curtoni a scrivere in una BBS in Fidonet, scherzando gli dissi che l'avrei citato per danni per "danni permanenti causati alla psiche di un minore")

Più avanti mi sono disamorato dalla fantascienza. Forse ne avevo letta troppa (e mi faceva abbastanza schifo la piega che stava prendendo, fra cicli di romanzi fiume e roba cyberpunk fatta con la fotocopiatrice che era trasgressiva un decimo di quanto era stato Brunner vent'anni prima). Ma i miei Robot non li ho mai venduti. Mi sa che stasera li tiro fuori e me li rileggo.
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